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REALTA' SOCIALE

Secondo Corsaro le teorie sociologiche e psicologiche sull'infanzia devono affrancarsi dalla dottrina individualistica che

identifica lo sviluppo sociale infantile unicamente con l'interiorizzazione delle abilità e delle conoscenze adulte da parte

del bambino.

La socializzazione non consiste solo in un processo di adattamento e di interiorizzazione, ma anche

nell'appropriazione, nella libera interpretazione e nella riproduzione della realtà sociale.

Il concetto di socializzazione, pur con queste precisazioni, mantiene in sé una connotazione individualistica e mirata al

risultato.

Per questo corsaro propone il concetto di riproduzione interpretativa:

l'aggettivo interpretativa sottolinea gli aspetti innovativi e creativi della partecipazione sociale dei bambini;

– il termine riproduzione sottolinea come i bambini non si limitino a interiorizzare la società e la cultura, ma

– contribuiscano attivamente alla loro produzione e cambiamento.

I bambini, per la loro partecipazione al mondo sociale, risentono dei vincoli presenti nella struttura sociale corrente

e nei sistemi di riproduzione sociale.

Il linguaggio e le routine culturali: il linguaggio ha importanza centrale sia in quanto sistema simbolico che codifica

la struttura locale, sociale e culturale, sia in quanto strumento di definizione delle realtà sociali e psicologiche. Queste

caratteristiche sono profondamente radicate nella produzione delle routine della vita sociale e strumentali ad essa. La

partecipazione dei bambini alle routine culturali costituisce un elemento cruciale della riproduzione interpretativa. Per

il loro carattere abituale e scontato le routine danno ai bambini la sicurezza e la percezione condivisa di appartenere ad

un gruppo sociale. Esse fungono da ancoraggi che consentono agli attori sociali di far fronte alle ambiguità mantenendo

nel contempo una certa sicurezza entro i confini conosciuti della vita quotidiana. La partecipazione alle routine culturali

comincia molto quasi nell'istante stesso della nascita: fin dalla prima infanzia in un momento in cui le abilità

linguistiche e comunicative dei bambini sono limitate essi vengono trattati come se avessero una competenza sociale nel

tempo e la loro partecipazione alle routine culturali da limitata diviene più piena. Partecipando alle routine i bambini

apprendono una serie di regole stabili che garantiscono sicurezza e nel contempo realizzano la possibilità di tutta la

gamma di abbellimenti che si desidera apportare a queste regole.

Dalla progressione individuale alle riproduzioni collettive

La maggior parte delle teorie sullo sviluppo infantile si incentra sul singolo bambino. Queste teorie muovono da una

visione lineare del processo evolutivo secondo la quale si assume che il bambino debba passare attraverso un periodo

preparatorio.

La riproduzione interpretativa vede nell'evoluzione dell'appartenenza dei bambini alle loro culture un processo

riproduttivo, non lineare. Secondo questa visione riproduttiva i bambini non si limitano ad imitare o ad interiorizzare

la realtà circostante, ma si sforzano di interpretare e dare senso alla loro cultura e di partecipare ad essa. Nel far ciò, i

bambini finiscono per produrre collettivamente i loro mondi e le loro culture dei pari.

Il modello circolare di rete

La riproduzione interpretativa può essere rappresentata graficamente come una tela di ragno: diventa una spirale

all'interno della quale i bambini prendono parte ad una serie di culture dei pari incastonate l'una nell'altra, che essi stessi

contribuiscono a produrre.

Nel modello a tela di ragno, i raggi rappresentano una gamma di campi che compongono altrettante istituzioni sociali.

Le informazioni culturali fluiscono a tutte le parti della rete lungo questi raggi.

Al centro della rete troviamo la famiglia di origine che funge da snodo di ogni altra istituzione culturale per i bambini

che fanno ingresso nella cultura al momento della nascita per il tramite delle loro famiglie.

Le spirali diversamente tratteggiate rappresentano quattro distinte culture dei pari che ogni generazione crea:

la cultura prescolastica;

– la cultura preadolescenziale;

– la cultura adolescenziale;

– la cultura adulta.

Le caratteristiche di prodotto collettivo e innovativo delle culture dei pari sviluppate dai bambini sono rappresentate nel

modello della rete circolare dalla caratteristiche fondamentali della forma a spirale e dall'incastonarsi delle spirali l'una

nell'altra. Le culture dei pari non sono semplicemente delle fasi dello sviluppo dei singoli bambini: sono questi ultimi a

produrle e a prenderci parte e queste produzioni sono intrecciate nella rete di esperienze che i bambini hanno intessuto

con altri nel corso della loro vita.

Le esperienze infantili nelle culture dei pari non vengono accantonate con la maturità e lo sviluppo individuale, ma

restano parte delle storie di vita di ciascuna persona in quanto membro attivo di una data cultura.

Lo sviluppo individuale si radica nella produzione collettiva di una serie di cultura dei pari che a loro volta

contribuiscono a riprodurre e a modificare la società e la cultura adulta.

Il numero di raggi e la natura e il numero di spirali variano da una cultura all'altra, all'interno della stessa cultura, da un

sottogruppo culturale all'altro e nel tempo.

Le due culture infantili

Il modello a rete circolare chiarisce come i bambini partecipino a due culture, la cultura loro propria e quella degli

adulti, ed evidenzia anche l'intreccio complesso che le lega.

2.STRUTTURA DELL'INFANZIA E RIPRODUZIONE INTERPRETATIVA

Gli adulti in genere, tendono a sottovalutare in ogni occasione le intuizioni, le conoscenze e i contributi dei bambini alla

cultura. In genere non lo fanno intenzionalmente ma semplicemente ritengono scontata la prospettiva dei bambini.

LA PROSPETTIVA STRUTTURALE

Qvortrup ha gettato le basi di una prospettiva strutturalista allo studio dell'infanzia che si fonda su tre assunti di fondo:

l'infanzia costituisce una particolare forma strutturale;

– è esposta alle medesime forse sociali dell'età adulta;

– è costruita congiuntamente dagli adulti e dai bambini.

L'infanzia è una forma strutturale

L'infanzia costituisce una forma sociale in quanto è sia un periodo della vita dei bambini, sia una categoria o un settore

della società. Qvortrup confronta questa posizione con le prospettive che si incentrano unicamente sull'infanzia come

periodo della vita e sono riconducibili a tre grandi approcci disciplinari:

quello psicologico, incentrato sull'individuo e sullo sviluppo della personalità, secondo il quale l'infanzia è un

– periodo preparatorio all'età adulta;

l'orientamento psicoanalitico, focalizzato sul singolo individuo, mirato a comprendere l'individualità adulta

– attraverso l'analisi retrospettiva delle esperienze infantili;

il ciclo della vita, combina un approccio individuale ed uno non individuale, in quanto ripercorre lo sviluppo di

– singoli individui dall'infanzia all'età adulta e sottolinea l'impatto degli eventi storici sociali.

Qvortrup ritiene che concependo l'infanzia come una forma strutturale possiamo superare le prospettive

individualistiche adulto-centriche e temporali, e rispondere ad un ampia gamma di questioni di natura sociologica.

Effetti della società sull'infanzia

Una delle caratteristiche distintive dell'approccio strutturalista di Qvortrup è il riconoscimento dell'integrazione

dell'infanzia della società.

Le attività e i contributi dei bambini alla società

L'approccio strutturale allo studio dell'infanzia corre il rischio di sottovalutare il processo attraverso il quale le azioni

collettive degli individui influiscono sulla società. Qvortrup sottolinea come i bambini contribuiscano alla costruzione

dell'infanzia nella società. La tesi di Qvortrup è che i bambini siano sempre stati socialmente utili e che è la natura del

loro contributo sociale ad essersi modificata nel tempo.

Qvortrup sottolinea esistano molte altre attività attraverso le quali i bambini delle società industrializzate apportano

contributi analoghi alla società in cui vivono.

I bambini e il lavoro scolastico: Qvortrup sottolinea il passaggio dei bambini nel corso della transizione al capitalismo

industriale da un lavoro essenzialmente agricolo delle società preindustriali fino alla scolarizzazione formale delle

società industriali moderne. La scolarizzazione è in continuità con l'utilizzo precedente dei bambini nel lavoro, in

quanto costituisce una forma particolare di lavoro. Rappresenta una sorta di investimento da parte della società moderna

nel nome della propria salute economica futura, e produce alcuni benefici immediati dal momento che i bambini

contribuiscono a produrre conoscenza.

I bambini e il lavoro extradomestico: i bambini delle società occidentali non hanno molte opportunità di lavoro

extradomestico. Nei paesi in via di sviluppo i bambini sono abituati da sempre a lavorare per la propria famiglia o per

altri, per integrare il reddito familiare: in questi paesi di regola al lavoro scolastico si sommano impegni lavorativi

gravosi. I bambini e i giovano che lavorano fuori casa oggi sembrano trarre scarso vantaggio da questa esperienza e

spesso vengono sfruttati.

I bambini e il lavoro domestico: nei primi studi sul lavoro domestico i bambini erano considerati essenzialmente come

fonti di ulteriore lavoro. Oltre alle differenze riscontrate con l'età vi erano stabili differenze di genere.

I bambini e il tempo libero: è recente la tendenza delle società occidentali ad istituzionalizzare le attività del tempo

libero dei bambini. La ragione principale dell'aumentata tendenza ad organizzare le attività dei bambini potrebbe essere

l'incremento della preoccupazione genitoriale per la sicurezza dei figli; una seconda ragione è che il ricorso a lezioni

strutturate offre ai genitori uno spazio di assistenza ai figli in molti casi necessario; una terza ragione ha a che vedere

con i cambiamenti demografici intervenuti nelle famiglie occidentali: drammatico passaggio dalla famiglia allargata alla

famiglia nucleare. I bambini oggi sono costretti a fare maggiore affidamento sui genitori, i quali si trovano così a loro

volta nella necessità di avvalersi di forme di attività organizzate.

L'INFANZIA, LE ATTIVITA' DEI BAMBINI E LA RIPRODUZIONE INTERPRETATIVA NELLA CULTURA

DEI PARI

I bambini non si limitano a contribuire attivamente in modo diretto alla cultura adulta, ma si appropriano in modo

creativo di informazioni del mondo adulto per produrre peculiari culture dei pari.

Il processo di riproduzione interpretativa consente ai bambini di divenire

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
6 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mecchina di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e metodi dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Mortari Luigina.