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PARTE II
RICERCA EMPIRICA
Cap. 4 PROGETTO DI UNA RICERCA EDUCATIVA
(Mortari, Valbusa)
1. Educazione come offerta di esperienze
Educare significa anche alimentare e nutrire l’essere al fine di farlo fiorire. Ma
di cosa si alimenta l’essere di una persona? Di buone esperienze che
favoriscano la maturazione delle potenzialità dell’esistenza. Per questo è
necessaria la relazione fra processo dell’esperienza effettiva e educazione
(Dewey). Il problema dell’educazione basata sull’esperienza è quello di
scegliere il tipo di esperienze che possa offrire per nutrire l’essere, per aiutare a
coltivare la dimensione affettiva, al fine di acquisire miglior consapevolezza.
In questa seconda parte del testo verrà trattata la ricerca fatta per i bambini della
scuola primaria, ai quali sono state proposte alcune esperienze educative.
2. Le domande empiriche e gli obiettivi generali
Due sono state le domande empiriche che hanno orientato il percorso di ricerca:
- una domanda educativa: come strutturare una ricerca educativa capace di
offrire esperienze che sappiano sviluppare autentiche competenze affettive?
- una domanda di ricerca: quali modi dell’autocomprensione affettiva
emergono da un’esperienza educativa strutturata a partire da una concezione
cognitiva dei vissuti affettivi?
La ricerca può dire di aver raggiunto l’obiettivo se ha ipotizzato un percorso
educativo dove i soggetti coinvolti hanno potuto fare esperienza di processi di
autocomprensione e se su queste esperienze è stato realizzato un serio progetto
di ricerca.
3. I partecipanti
Trovare innanzitutto scuole disponibili. Sono state scelte 4 classi di IV (classi
filtro), per un totale di 57 alunni (45 effettivi perché per 12 bambini i diari non
risultavano completi o non comprensibili), per la durata di 4 mesi per ogni
12
classe, 9 incontri fra ricercatrice e classe dove venivano organizzate le attività
che permettessero lo sviluppo dell’apprendimento delle proprie emozioni.
Introdotto poi un lavoro di scrittura quotidiana dei diari della vita affettiva a
settimane alterne (tra un incontro e l’altro)
4. Quale esperienza di autocomprensione affettiva offrire?
Proporre strumenti per facilitare la riflessione. su emozioni, stati d’animo,
passioni, sentimenti, che devono essere coerenti e funzionali rispetto
all’obiettivo educativo; devono inoltre avere una valenza euristica, cioè
consentire di raccogliere dati significativi per la ricerca.
4.1 Il “diario della vita affettiva”: racconto e analisi.
Il diario della vita affettiva ha lo scopo di coinvolgere i partecipanti in una
attività quotidiana di riflessione sulla propria esperienza affettiva. Scrivere
infatti è importante perché aiuta a riflettere e ciò che si deposita sul foglio resta
come deposito prezioso di pensieri.
E’ stato ripensato e adattato per gli alunni della scuola primaria e si è
concretizzato in due diverse attività: il racconto di un vissuto affettivo e
l’analisi di tale vissuto.
Raccontare le emozioni:
ai bambini è stato chiesto di raccontare un’emozione vissuta durante la giornata.
E’ stato semplificato evitando le distinzioni tra emozioni, stati d’animo,
sentimenti…, e si è deciso semplicemente di parlare di emozioni.
La scrittura viene lasciata completamente libera: essa aiuta a mettere a fuoco
fenomeni affettivi che spesso sfuggono; inoltre ha una significatività euristica
perché strumento per la raccolta dati privilegiato.
Analizzare le emozioni
Si è chiesto ai bambini di analizzare le emozioni sulla base di tre elementi:
- il fatto da cui l’emozione scaturiva;
- le manifestazioni con le quali si era manifestata;
- i pensieri che l’avevano accompagnata.
L’attività di analisi ha avuto un ulteriore strumento: la metafora dell’"orto delle
emozioni”, che suggerisce di pensare che le emozioni sono piante e questo
stimola a interpretare il vissuto affettivo come la vitati un organismo vivente. 13
E’ il pensare le emozioni come piante e il processo di autocomprensione come il
lavoro di cura dell’orto delle emozioni che rappresenta il fulcro della teoria
dell’educazione affettiva che ha guidato la ricerca.
4.2 La metafora come seme del pensare
La metafora consiste nel trasferire a un oggetto il nome appartenente ad un
altro. La funzione della metafora è di aiuto al pensiero affinché possa nascere,
accompagnare i movimenti del venire alla luce delle idee.
La funzione della metafora non è ornamentale ma conoscitiva: è una forma di
presentazione della realtà che non può farlo direttamente, ciò che non può
esprimersi in modo diretto (Zambrano).
Questa forma di linguaggio così particolare svolge la funzione di definire una
realtà che la ragione non può comprendere ma che può essere captata in altro
modo.
L’orto delle emozioni
L’orto delle emozioni è la metafora usata nella ricerca per aiutare i bambini a
riflettere sui propri vissuti affettivi. Questa metafora prende l’associazione fra
vissuti emotivi e piantine di verdura, ovvero una similarità fra struttura di una
pianta e struttura di un’emozione. Ogni volta che i bambini raccontavano nei
loro diari un vissuto affettivo, erano invitati a disegnare una piantila che
rappresentasse tale vissuto.
4.3 Le narrazioni: ascoltare e inventare storie
E’ stato introdotta la narrazione come ulteriore strumento educativo e di ricerca:
- lettura di storie da parte della ricercatrice;
- l’invenzione di storie da parte dei bambini.
Ascoltare storie: comprendere le emozioni
I bambini hanno ascoltato 4 storie i cui protagonisti provavano emozioni di
gioia, tristezza, paura o rabbia. da cui si partiva per la riflessione e la
conversazione sul vissuto affettivo emerso dalla narrazione.
In due classi si è deciso di leggere storie costruite dalla ricercatrice da racconti
rinvenuto dai diari dei bambini, dai quali trattenuti alcuni elementi, riproposti
poi all’interno di una narrazione che aveva come protagonisti due cuginetti che
14
raccontano le loro emozioni seduti su un tronco, all’ombra di un ciliegio,
davanti all’orto della nonna.
Nella altre due classi, invece, le narrazioni lette sono state tratte da libri per
bambini.
Questa modalità di lettura storie si è scelta perché facilita i bambini la
comprensione della qualità e della struttura delle emozioni che scaturiscono dai
loro vissuti emotivi. Le emozioni, inoltre, hanno una complessa struttura
cognitiva che in parte è narrativa e solitamente legate a immagini e concreta
raffigurazione immaginaria di eventi (Nussbaum).
Inventare storie: raccontare le emozioni
I bambini, oltre a raccontare lue emozioni vissute nella giornata, hanno anche
inventato storie costruito attorno ad uno specifico vissuto emotivo. Questo ha
una significatività sia educativa che euristica, in quanto:
- la ragione educativa è rappresentata dalla convinzione che il racconto delle
emozioni altrui faciliti i bambini nel racconto delle proprie;
- la ragione euristica è rappresentata dalla produzione di storie che riguardano
emozioni altrui, che consente di verificare se per i bambini gli elementi di
analisi introdotti progressivamente (fatto, manifestazioni, pensieri)
rappresentano davvero elementi costitutivi di un’esperienza affettiva oppure
no.
L’uso di questo strumento è stato anticipato dal gioco dell’oca delle emozioni,
avvenuto durante due incontri, pensato per introdurre i bambini al compito
narrativo.
4.4 La conversazione: uno spazio per pensare insieme
Un altro strumento educativo ed euristico usato nella ricerca è quello delle
conversazioni in classe, ovvero conversazioni guidate ma non direttive
(Mortari), in cui i bambini sono stati coinvolti dalla ricercatrice in un dialogo
allargato dove era possibile esperire il piacere di essere ascoltati e di ascoltare
gli altri.
Si è usata la tecnica piagetiana, definita anche approccio clinico, che richiede al
ricercatore la capacità di padroneggiare il saper ascoltare e nello stesso tempo il
saper cercare qualcosa di preciso, avere in ogni momento una ipotesi di lavoro,
una teoria da controllare. Serve molto allenamento, anche per apprendere ad
ascoltare i bambini avendo cura di non perdere nulla che potrebbe essere
15
rilevante. Per fare ciò occorre affinare quella sensibilità interpretativa (Piaget),
imparando ad attribuire il giusto valore alle diverse risposte dei bambini, e non
cedere alla tentazione di considerare tutto come proveniente da uno stesso piano
di coscienza ma collocare ogni risposta nel suo specifico contesto mentale.
Oltre ad una significatività educativa, la conversazione ha anche un potenziale
euristico se viene audioregistrata: la trascrizione delle audioregistrazioni
consente infatti di ripercorrere gli scambi dialogici, ricostruendo il processo co-
costruttivo di quanto è stato pensato insieme.
5. Quale tipo di ricerca condurre sull’esperienza educativa?
Il riferimento principale di questa ricerca è l’epistemologia naturalistica, la cui
tesi è quella secondo la quale il fenomeno che è oggetto di indagine deve essere
studiato nel contesto del suo apparire perché è proprio il contesto che struttura il
suo significato.
In questa ottica, uno degli ambienti prediligiate che coinvolga i bambini è la
scuola.
La ricerca pedagogica puo essere:
- ricognitiva-constatativa, per comprendere un fenomeno o un contesto per
aumentare la conoscenza riguardo un certo ambito di indagine;
- esperienzale-trasformativa, per realizzare un intervento nel contesto per
migliorarne la qualità. Si configurano come “service researches”, ovvero
ricerche promosse con l’intenzione di fornire un servizio e quindi un
beneficio ai partecipanti.
La ricerca in oggetto si configura come esperienzaiale-trasformativa infatti,
poiché non è guidata solo da un obiettivo euristico ma anche da un obiettivo
educativo, ovvero il facilitare l’autocomprensione affettiva dei bambini.
Condizione anche la relazione che si instaura tra bambini e il ricercatore. E’
una ricerca qualitativa. 16
Cap. 5 STORIA DELL’ESPERIENZA EDUCATIVA
(Valbusa)
1. Progettare “a-metodicamente”
La ricerca empirica è da considerarsi una domanda educativa che si interroga
sulla tipologia di intervento educativo a partire da un’esigenza educativo
rilevante sulla base di un approfondimento di un problema educativo concreto.
In questa ricerca la domanda educativa è:
- come strutturare una ricerca