vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CAPITOLO III
Introduzione: “TECNOLOGIE E RIVOLUZIONI” . Prima del decennio 1760-1770 il numero dei brevetti
registrati in un anno in Inghilterra superava di rado la dozzina; nel 1769 ce ne furono 36 e nel 178, quando
terminò la guerra d’indipendenza americana, si arrivò a 64. Molti avevano a che fare con la comunicazione.
Fu nella Francia post-napoleonica, più di una generazione dopo, nel 1827, che fu introdotta l’espressione
<<rivoluzione industriale>> da uno studioso di economia politica.
Paragrafo 6 Classi e masse
Secondo Marx :<< la storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classe>>.
Nelle società feudale in lotta furono l’aristocrazia e la borghesia. Con l’avvento del motore a vapore e
l’avanzamento dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione, le due classi in lotta furono la borghesia e il
proletariato. Questo termine in Inghilterra non era comune anche se venivano usati i termini middle e
Lower per indicare la classe di appartenenza, stava nascendo una nuova classe: la working classes. Questa
classe era nuova anche per i modi di pensare e di agire. Marx ed Engels avevano celebrato il trionfo della
borghesia con un’eloquenza superiore a quella degli stessi borghesi. Nel Manifesto non c’era traccia dei
dubbi sul progresso che erano invece espressi dai critici britannici della società ottocentesca. Il Manifesto si
soffermava con eloquenza sulle <<meraviglie>> portate dall’industrializzazione, predicendo però che la
rivoluzione sarebbe venuta non per via della tecnologia in quanto tale, ma per effetto della lotta di classe
tra i capitalisti che possedevano e gestivano le macchine e il proletariato industriale sfruttato che lavorava
per loro. Secondo Marx la natura non costruiva macchine ma questi sono prodotti dell’industria umana;
materiale naturale trasformato in organi della volontà umana. La volontà dell’uomo rappresentava una
motivazione necessaria della concessione della storia che Marx aveva definito distinguendo tra la struttura
economica e la sovrastruttura culturale; nel 900 Gramsci studiò i rapporti tra struttura e sovrastruttura alla
luce dei nuovi mezzi di comunicazione.
Paragrafo 7 Lo sviluppo della stampa
I telegrafi elettrici erano alla base del processo che avrebbe dato una nuova forma ai media. Marx però era
ancora concentrato sul vapore e il rapporto tra questo e la stampa domandando <<cosa diviene la Fama>>,
le voci che circolano, << accanto a Printing House Square>> sede del quotidiano di Londra, il <<Times>>. Il
giornale fondato nel 1785 dal proprietario John Walter I. nel 1814 il figlio John Walter II aveva istallato nel
quartier generale del <<Times>>, un enorme torchio da stampa a vapore in ferro, brevettato in Inghilterra,
permetteva non solo di risparmiare sulla manodopera, ma anche di tirare mille copie all’ora. Giornali
venivano comunemente chiamati <<locomotive sociali>> non tanto per l’uso del vapore quanto per
l’effetto che ha avuto sull’opinione pubblica. A New York il primo giornale di maggior successo fu il Sun.
Paragrafo 8 I libri, i giornali e i loro lettori (guarda libro)
Paragrafo 10 Il consumo
si prospettava l’inizio di una rivoluzione nei consumi. A metà ottocento fu Parigi il luogo di nascita dei
grandi magazzini, a fine secolo c’erano grandi magazzini di notevole livello a Liverpool, Londra, New York,
Chicago, Helsinki e Tokyo. I grandi magazzini furono davvero ovunque un fenomeno tipico delle grandi città,
un luogo non solo dove spendere denaro, ma dove passare il tempo. I grandi magazzini finirono
necessariamente per sostituirsi ai negozi tradizionali, questa novità non interessò solo l’ambito economico
ma anche quello psicologico. CAPITOLO IV
Paragrafo 4 Il telegrafo
Nove anni prima, i venti paesi che allora formavano l’Unione internazionale del telegrafo avevano firmato a
Parigi una convenzione in materia: la Gran Bretagna in quell’occasione non era stata invitata perché il suo
servizio telegrafo era all’epoca in mano ad aziende private. Una delle delegazioni presenti, quella della
Turchia, dovette compiere a cavallo parte del viaggio per raggiungere Parigi. Dal 1868, l’Unione prese sede
in Svizzera, a Berna. Nel 1906 si era tenuto a Berlino il primo Congresso internazionale sul radiotelegrafo e
nel 1932, al Congresso di Madrid sulle radiofrequenze, era stato adottato un nuovo nome, Unione
internazionale delle Telecomunicazioni. L’unione era diventata un organismo speciale delle Nazioni Unite.
La telegrafia fu la prima grande svolta basata sull’elettricità. Aveva raccolto tutta l’umanità su un unico
grande piano da cui può vedere tutto ciò che si fa e sentire tutto ciò che viene detto e giudicare ogni
politica adottata, nel momento stesso in cui gli avvenimenti hanno luogo. Lo sviluppo del telegrafo fu
strettamente legata a quella della ferrovia-per i binari erano necessarie segnalazioni istantanee-. Le
comunicazioni ufficiali su brevi distanze avvenivano mediante semafori, un sistema ottico meccanico
perfezionato in Francia; questo sistema continuò fino alla febbre dell’oro della metà del secolo, quando
l’apertura della prima linea telegrafica del 1854 precedette di sei mesi l’inaugurazione della prima linea
ferroviaria. All’inizio il servizio era caro nel decennio 1880-1890 i costi furono notevolmente ridotti. La posa
dei cavi sotto l’oceano Atlantico non sarebbe stata possibile senza il miglioramento e l’espansione delle
navi a vapore transoceaniche. Il telegrafo collegava i mercati nazionali e internazionali, ivi compresi le borse
e i mercati delle materie prime. Accelerava il circolo delle informazioni, pubbliche e private, di affari di
governo, economie e di affari di famiglia al tempo meteorologico e ai disastri naturali provocati dall’uomo.
Come in tutte le invenzioni anche quella del telegrafo non ha un solo inventore ma gode dell’unione di più
menti. Negli Stati Uniti Samuel Morse concepì un codice a punti e linee che si poteva leggere alla velocità
di quaranta parole al minuto e fu adottato universalmente nella trasmissione telegrafica. il sistema della
messaggistica venne adottato tutt’ora in ambito bellico (per la prima volta impiegato nella guerra in Crimea
quando venne posato sotto il mar Nero un cavo lungo più di 500 km).
Lasciare il telegrafo nelle mani degli imprenditori privati ebbe un’importanza fondamentale nella storia
della comunicazione statunitense. Il suo effetto fu quello di costruire una grande società. In Francia il
controllo dello stato delle comunicazioni venne considerato essenziale fin dal primo momento infatti un
ministro sostenne che il telegrafo non poteva essere uno strumento del commercio ma
dell’amministrazione e della politica. In alcune parti dell’impero britannico il telegrafo ebbe il ruolo di
unificare tra terre distanti. Nel 1846 esistevano più di 1500 km di linee, contando il blocco di 450 linee
dell’area compresa tra New York e Buffalo;
paragrafo 5 I telefoni
la storia del telefono, che divenne uno strumento di comunicazione sia privato sia pubblico, cominciò nel
marzo 1876, quando l’inventore americano di origine scozzese Alexander Bell brevettò il suo <<telefono>>;
il termine era stato coniato nel 1796 per indicare un metodo di comunicazione puramente acustico. Si è
detto che nel 1876 “non c’era alcuni bisogno del telefono. La società se la cavava benissimo senza.”. ma
questo giudizio, che non si sarebbe mai potuto applicare al telegrafo, è fuorviante. Accolto inizialmente con
incrudelità, il telefono nel 900 sarebbe diventato una “necessità” per molte persone, sia in ufficio sia a casa.
Avevano previsto che il telefono avrebbe portato una nuova organizzazione della società, per quanto
isolato, sarà in grado di raggiungere ogni membro della comunità, con un risparmio di infinite complicazioni
sociali ed economiche. Nella vicenda entrarono subito interessi economici, in convergenza con la
tecnologia. Bell espose l’idea ambiziosa di portare una rete universale che entrasse in ogni casa, ufficio o
luoghi di lavoro. Ciò però richiedeva l’invenzione delle centrali di commutazione, oltre che indispensabili
miglioramenti della trasmissione della voce; e nonostante la velocità con cui si prese questa direzione. Un
medico di Lowell propose un sistema di numerazione nel 1880, ma la funzione della selezione comparve
solo nel 1896. La commutazione meccanizzata, associata di solito al nome di A.B Strower, un impresario di
pompe funebri, fu introdotta nel 1892 a La Porte, nell’Indiana. Nei primi anni molti vedevano il telefono
non solo come uno strumento per la comunicazione interpersonale, da punto a punto, ma anche come una
forma di spettacolo per un pubblico disperso in luoghi diversi. Questo motivo è sufficiente per attribuirgli il
primato nei confronti del telegrafo nella preistoria del broadcasting, ovvero della radio e della televisione.
D’altra parte anche il telegrafo era stato associato all’intrattenimento.
Per quello che riguarda la distribuzione dei telefoni, gli Stati Uniti dove nel 1900c’era un telefono ogni 60
abitanti erano molto avanti rispetto ai paesi europei. I telefoni rendevano meno isolata la vita nelle fattorie
e mutarono i metodi della distribuzione commerciale, le pratiche mediche, la vita politica e il giornalismo.
Paragrafo 6 La radiofonia
La radio, punto culminante della stria delle comunicazioni dell’ottocento, era vista semplicemente come
un’alternativa alla telegrafia via cavo, come l’automobile era percepita come una carrozza senza cavalli e
che sono chi possedeva una carrozza poteva desiderare una macchina. Ne conseguiva che la radio avrebbe
avuto un uso pratico soprattutto in mare o in continenti grandi con una popolazione dispersa, e il fatto che i
suoi segali, i suoi messaggi in Morse, potessero essere captati da persone cui non erano destinati non
appariva come un pregio ma come un grave svantaggio. Il pubblico si entusiasmò subito del mezzo di
comunicazione di Marconi per trasmettere messaggi.1922 la pubblicità divenne il fattore dinamico dal
punto di vista finanziario.
Il 20 luglio 1937 morì Marconi e tutte le radio restarono in silenzio per qualche minuto fu un momento unici
nella storia della radio.
Paragrafo 8 Dalla fotografia al cinema
La macchina fotografica ha una lunga storia. La camera oscura era da secoli uno strumento dell’artista; la
nuova macchina fotografica ottocentesca si sviluppò prima in Francia e in Gran Bretagna, per essere poi
rivoluzionata negli Stati Uniti. Uno sperintatore francese Niepce produsse con il metodo che chiamò
<<eliografia>> la prima &l