vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Uscendo dalle teorie della propaganda più antiche ci si è posto il problema di che effetto ci fosse
esponendosi alla comunicazione. Il problema degli effetti non è stato risolto dalle teorie. più si
studiano i media e più ci si rende conto che gli effetti sono estremamente incerti. È stata superata la
visione generale che voleva risolvere il problema degli effetti dei media. Il mondo del giornalismo
non si preoccupa degli effetti che le informazioni hanno.
Spirale del silenzio le minoranze si autoescludono dal dibattito. Siccome non si sentono
partecipi al mainstream culturale, piuttosto che entrare in conflitto rinunciano di partecipare. È un
meccanismo strategico. Non è solo un problema di strumenti che escludono, ma anche di strumenti
che coinvolgono.
A causa di ciò si è voluta dare una maggiore importanza alle minoranze.
Cultivation theory si coltiva la partecipazione del pubblico attraverso i media. È interesse del
potere costituito che tutti si immedesimino nella cultura. La televisione promuove questa
coltivazione dell’appartenenza al mainstream. La TV è un’agente di omogeneizzazione molto forte.
La TV diventa ino strumento in cui è molto facile reiterare il messaggio. Oggi le televisioni sono
tante, quello che resta è che resta a darci quell’ambiente simbolico in cui tutto ci dà degli indirizzi
per decodificare la realtà. pur essendoci distanza tra realtà e televisione, a volte non percepiamo
nemmeno questa distanza.
Accettare che i media sono un’industria ha comportato una visione diversa che ha permesso la
validità di queste teorie. la cultura sta con i suoi prodotti all’interno di un mercato che è determinato
dalle sue leggi economiche. Il capitalismo è un’affermazione di potere di pochi, quindi anche la
cultura è legata a promuovere il potere di chi ha in mano quegli strumenti di produzione.
Soft power: potere che orienta a scegliere determinate forme di comunicazione.
Negli anni 70 si inizia ad indagare su cosa non andasse bene nei Media.
Knowldge gaps differenze che distinguono il pubblico. Il pubblico si è iniziato a frammentare
attraverso differenze di tipo:
- Informativo: alcuni non hanno accesso alle informazioni
- Intrattenimento: l’organizzazione dell’intrattenimento mediale è diversa da persona a
persona
- Sociale: la conoscenza. La comunicazione viene selezionata anche in base alle possibilità
che abbiamo di codificarla 11
- Discriminazione dei messaggi: digital devide
- Spot commerciale: autoprogrammazione (My Sky)
- Consumo: abbonamenti
- Minori
- Posizione geografica
Questa teoria definisce una serie di variabili che permettono di indirizzare e segmentare il pubblico.
Teoria della dipendenza sottolinea che i Media creano assuefazione, dipendenza. È difficile
staccarsi dai Media. Sono diventati i mezzi per svagarsi e divertirsi nella nostra quotidianità.
Teoria del controllo si esplicita attraverso la coltivazione del maistream. Il mainstream:
- difende le convenzioni
- dà voce alle élites
- tiene le minoranze fuori dalla comunicazione
Teoria della distorsione newsmaking. Le notizie non esistono, vengono fatte secondo certi
criteri e certi interessi.
L’Informazione oggi si vive di informazioni. L’informazione è il prodotto del giornalismo. La
libertà d’informazione fa parte delle tutele di tutti i paesi democratici. Esistono diverse carte che
orientano la deontologia del professionista: quella dell’Unesco del 93 definisce i criteri della buona
azione giornalistica:
- i cittadini hanno diritto a informazioni vere
- il giornalista deve rappresentare la realtà in maniera obiettiva
- il giornalista ha una responsabilità sociale
- deve essere una persona per bene
- il pubblico ha diritto di replica e diversifica
- rispetto della privacy e la dignità umana
- rispetto dell’interesse del pubblico
- rispetto dei valori universali e del pluralismo culturale
- divieto di giustificare aggressioni, violenze, odio, discriminazioni
- promozione di un nuovo ordine mondiale dell’informazione e della comunicazione
Carte dei doveri del giornalista (1993) i giornalisti hanno il dovere di critica e di informazione
ma nel limite di non ledere le altre persone. Alla libertà dell’informazione viene posto un limite:
non offendere gli altri. Il giornalista deve essere leale e in buona fede nei confronti di sé stesso, del
pubblico e del redattore. Il giornalista deve attenersi alla verità dei fatti. I giornalisti e gli editori
devono mantenere in segreto professionale sulla provenienza e la fonte delle notizie.
Libertà d’informazione non dappertutto la libertà di informazione è la stessa. La libertà dei
media richiama i seguenti elementi: 12
- libertà giuridica di pubblicare e trasmettere
- assenza di censura
- indipendenza delle organizzazioni mediali dalla politica dall’economia
- autonomia dei giornalisti rispetto ai proprietari dei mezzi
- uguale possibilità di accesso ai canali di tutta la popolazione
quando l’informazione viene costruita ci sono una serie di fattori che insistono in maniera rilevante:
tante di quelle che sono limitazioni alla libertà d’informazione, in realtà rimandano a forme di
distorsione involontaria.
Dobbiamo essere consapevoli che l’informazione produce soltanto rappresentazioni del mondo.
Essa è fatta di prodotti mediali che rappresentano il mondo, e contengono caratteristiche definite.
L’informazione è fatta di rappresentazioni del mondo che spesso sono oggetto di distorsione
volontaria.
La rappresentazione si realizza in operazioni di:
1) Selezione
2) Decontestualizzazione SINTESI
3) Ricontestualizzazione 09/12/15
I social sono molto importanti per la diffusione rapida delle informazioni. la comunicazione di
massa avviene nel momento in cui si vuole comunicare a una pluralità di riceventi. Con i social
ognuno è produttore di informazioni, quindi aumentano anche le possibilità di notizie fake. Il
rumore è dovuto all’abbondanza di dati che arriva. È rischioso gestire un profilo social senza
ottenere un ritorno (commenti e risposte). I social sono caratterizzati da una possibilità delle
interazioni con il pubblico.
Cosa se ne fanno i giornalisti dei social?
Rappresentazione modalità con cui un utente rappresenta sé stesso all’interno della rete
Comunità ci sono strumenti social che sono più propensi a creare determinati tipi di comunità
Interazione interazione fra le persone che popolano la rete. Quali sono le ragioni che mi fanno
interagire
Privacy la quantità di dati che possono violare la privacy è enorme
La rappresentazione di sé:
- Farsi un’impressione sugli altri
- Influenzare l’impressione che gli altri hanno di noi
- Creazione di una facciata personale 13
La comunità: l’obbiettivo dei social è quello di creare comunità ed interazioni. Spesso si creano
gruppi che hanno delle dinamiche nella vita reale. Linkedin nasce per creare delle comunità tra
persone che nella realtà non si conoscono. L’analisi linguistica è utile per identificare
l’appartenenza di un individuo ad un gruppo. 29/02/2016
Semiotica è la scienza dei segni. Si inserisce come idea a partire dagli anni 30. Uno dei grandi
della semiotica è Umberto Eco. Si inserisce nelle teorie che fanno emergere il contesto come punto
di riferimento. Il contesto è ciò che è al di fuori del circuito formale della comunicazione. Dagli
anni 70/80 si è cominciato a parlare direttamente di contesto. Il contesto ha un’influenza sulla
comunicazione stressa benché vi si trovi al di fuori. Gli anni 80 sottolineano il contesto sociale: è
importante la dimensione identitaria che hanno i soggetti coinvolti nella comunicazione. Ciò che
prima era dato per scontato in termine di potere, quando parliamo di contesto sociale questo
concetto viene problematizzato (il professore ha potere solo in funzione di un altro ruolo come
quello dello studente). Contesto epistemico: la conoscenza di cui ciascuno dispone.
COOTESTO: è interno al concetto di comunicazione; è il modo di esprimersi, di usare le parole.
Il tema del contesto si allarga, Parret parla di:
- Dimensione co-testuale
- Contesto esistenziale
- Contesto situazionale
- Contesto psicologico
L’idea di TESTO è il messaggio che transita attraverso la comunicazione. Non deve per forza
essere scritto. Il testo è tutto ciò che costituisce il messaggio.
Le quattro idee chiave di contesto (Casetti 1994)
1) Orizzonte di riferimento di un testo: la realtà di cui si parla
2) Ambiente culturale in cui si colloca un contesto: le componenti simboliche di una società
3) Circuito della comunicazione: individui che producono/ricevono un discorso, ambito
saziale/temporale, intenzioni della comunicazione
4) Insieme di enunciati
Questi 4 punti servono per farsi un’idea sul contesto della comunicazione.
quando passiamo alla dimensione reticolare della società non abbiamo più percorsi descrivibili per
‘folla’
analizzare la comunicazione. Degli anni 30in poi la inizia ad essere analizzata in termini
psicologici, e quindi riconosciamo un’autonomia alla folla stessa. Dunque tra stimolo e risposta si
aggiunge anche l’INTERPRETAZIONE. È il primo passo verso l’individuazione del pubblico
segmentato.
Simmel applica la sociologia alla vita quotidiana e dunque alla comunicazione. Si trova in un
contesto sociale di urbanizzazione. perla comunicazione, l’urbanizzazione è importante perché
aumenta la densità delle interazioni. La società è vista come un ecosistema che significa studio delle
14
–
relazioni. (ecologia scuola di Chicago). La visione ecologica tiene conto e studia il contesto.
Simmel e lo studio della moda intesa come comunicazione il processo di urbanizzazione va a
sviluppare una cultura omologante oggettiva (moda) che è superiore a quella soggettiva. Simmel
introduce il concetto di moda omologante. Nella moda c’è una volontà di omologazione e una
volontà di distinzione. Le innovazioni della moda avvengono nelle classi superiori, le quali sono le
prime a cambiare, e man mano coinvolgono anche le classi inferiori in modo tale da produrre in
vasta scala oggetti che si adattano alla moda delle classi elette. La moda si applica alle idee, che
vengono diffuse soprattutto grazie alle nuove tecnologie. 02/03/16
Fram