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LETTORE MODELLO

Quando si compone un testo, si immagina il pubblico che ne sarà destinatario, immaginiamo le sue caratteristiche strutturali. Produrre un testo vuol dire mettere in atto una serie di strategie di cui fanno parte le previsione sulle mosse altrui, cercando di anticipare le sue competenze sulla base dell'Enciclopedia condivisa. Ogni testo deve costruire le competenze che sono necessarie ai lettori empirici per comprenderlo e interpretarlo. La costruzione delle competenze riguarda tutti i processi comunicativi nella misura in cui sono ripetitivi e dunque di volta in volta entriamo in relazioni con medesimi attori utilizzando medesimi codici e linguaggi. Solo poi si aggiungerà una nuova novità nel testo, noi rimaniamo padroni di quest'ultimo. Possiamo sempre individuare il lettore modello, quanto più un testo è ben fatto quanto più è mirato ad un certo target (lettori modelli); quanto meglio è fatta la comunicazione.

quanto più essa parla, ci racconta della fonte. Un tempo l'utilizzo di dispositivi tecnologici permetteva all'Enciclopedia di essere migliore e di facilitare la condivisione del messaggio, ma oggi la grande disponibilità tecnologica rende le cose diverse. Oggi possiamo parlare di una sorta di Enciclopedia tecnologica, che permette il transito del messaggio, tenendo conto però dei diversi dispositivi e quindi delle diverse coperture esistenti (un messaggio flash più difficile da leggere in un Mp4). Anche dall'esterno ci facciamo un'idea del target del destinatario e della competenza della fonte. Al momento in cui capiamo il software che deve usare la fonte, sapremo le varie caratteristiche che serviranno per condividere al meglio la comunicazione verso il lettore modello. Dobbiamo metterci in testa che la comunicazione lascia segni ovunque. Esiste un enorme processo che sta dietro al prodotto finale, un processo che ci racconta tutto della fonte,

comprese le sue competenze tecnologiche. Il prodotto finale è il risultato di una strategia complessa che mette insieme vari componenti che poi permettono la condivisione della comunicazione. Cerchiamo in primis di analizzare qual è l'Enciclopedia, la lingua del testo o più in generale il sistema di espressione del testo (VEDI SLIDES). NEWS MAKING Noi costruiamo informazione, il prodotto del giornalismo. I giornalisti informano, ci danno dati rielaborati e impregnati di senso cioè notizie. Oggi il giornalista si esprime con diversi mezzi, dal Sun antico ai nuovi mezzi tecnologici alle semplici immagini. Non bisogna credere a tutte le informazioni, perché queste cambiano in base al lato da cui le si guardano. In maniera strategica si può modellare l'informazione per la nostra finalità, una stessa immagine ad esempio può essere vista da due prospettive diverse ed avere quindi due interpretazioni differenti. Dobbiamo imparare a

Destreggiarci significa diventare capaci di non essere vittime delle strategie comunicative degli altri, scovare i processi strategici. Abbiamo imparato a destreggiarci con:

  1. Funzionalismo
  2. Trasmissione
  3. Effetti
  4. Semiotica
  5. Contesto

Tanti sono i fattori che rimandano alla strategia o alle condizioni in cui la comunicazione si sta attuando. Questi fanno sì che due immagini possono essere entrambe vere, perché suscitano effetti reali: la verità sta negli effetti. Attraverso la comunicazione stiamo sganciando la realtà dalla sua manifestazione e la andiamo ancorare alla sua interpretazione che è reale negli effetti che si producono nel suo interlocutore.

L'INFORMAZIONE

La comunicazione è drammatica, è la responsabilità di ogni atto comunicativo non può essere cancellato la comunicazione determina esperienza e partiamo dall'idea che è utile perché fornisce informazioni e quindi conoscenze che siano politiche,

L'informazione giornalistica svolge un ruolo fondamentale nelle nostre società, influenzando sia gli aspetti economici che quelli culturali. Essa, infatti, ha contribuito alla nascita e crescita dei sistemi politici democratici liberali nei quali viviamo.

Utilizza dei codici deontologici delicati, tra i vari strumenti che noi vediamo. Dei limiti alla strategia comunicativa. Uno dei codici più diffusi è quello dell'UNESCO del 1993, sulla libertà di stampa, un codice che dovrebbe essere World Wibe. I suoi punti sono principali e generali: 'diritto cittadini a informazioni vere'. Il giornalista deve essere declinato ad una realtà obiettiva. Sappiamo che l'obiettività non è un valore assoluto, non esiste, ma il richiamo ad essa va a escludere la falsità. Se leggiamo i punti in questo modo la cosa diventa più facile. Dobbiamo imparare a leggerli.

Se il giornalista li trasgredisce, non sta seguendo una delle sue regole principali. Non sappiamo quale può essere l'effetto di questa trasgressione ma

La responsabilità è del giornalista. Deve essere sempre una persona onesta.

Il giornalista deve sempre consentire la possibilità di verifica e di replica da parte del pubblico.

Il giornalista deve rispettare la libertà dell'altro e la dignità umana.

Deve rispettare l'interesse pubblico: ciò che interessa al pubblico diventa guida per il giornalista, qualcosa che i mezzi di comunicazione non possono non ricordare.

Rispetto dei valori universali e del pluralismo culturale.

Mai giustificare comportamenti violenti.

Promozione di un nuovo ordine mondiale dell'informazione e della comunicazione condividere questa visione di comunicazione sempre di più nel globo.

Non tutti i paesi sono come l'Italia che è una particolarità rispetto al resto del mondo.

Particolarità italiana: l'esistenza di ODG (Ordine dei Giornalisti), che hanno sede nazionale e sedi regionali. L'Italia ha da diversi.

decenni una indicazione di infrazionetra le tante regole europee; quindi, dovrebbe abolire gli ordini professionali ma sicreerebbero dei conflitti nella stessa professione. Idea di abolire l'ordine è presente, ma gli ordini professionali hanno potere economico e politico molto forte. L'etica del giornalista italiano si esprime secondo una regola generale del 1963, ripresa da una Carta dei Doveri del Giornalista del 1993 (riprendo la nostra costituzione): stessi principi della carta dell'Unesco libertà di informazione nel senso anche di libertà di essere informato. Ci ricorda che per informare bisogna garantire la tutela della libertà dell'altro e tutelare il segreto professionale sulla fonte. Tutti questi punto della Carta sono spunti per i vari decaloghi del giornalismo italiano, emanati dai vari ordini delle varie città. Più famosa è la Carta di Treviso che riporta un punto essenziale sulla tutela di informazioni.riguardanti minori. Da qui in poi sono nate tutele verso altre fasce deboli: Perugia, i malati; Roma, i migranti; Milano, i detenuti; Firenze, il lavoro. Queste tutele coincidono con il rinnovamento tecnologico che ha trasformato tutti in giornalisti o comunque tutti possono accedere a strumenti tecnologici che possono raggiungere tutti. Il controllo è diventato liquido. 25 anni fa erano davvero pochi i giornalisti professionisti, unici a poter accedere agli strumenti, il controllo della professione era più semplice. In fin dei conti ciò vale per buona parte delle professioni. Sia gli strumenti concettuali sia quelli operativi sono facilmente controllati in professioni più tecniche, ma quando parliamo di giornalismo gli strumenti sono quelli di uso quotidiano che tutti sanno maneggiare dunque controllarli risulta alquanto impossibile. Il problema non è di facile soluzione, quindi ci si impatta con domande davvero difficili. O come gli altri ordini si riesce acontrollare maggiormente gli strumenti del giornalista o si stringe di più il controllo sulla professionalità e sull'etica del giornalista. La via del controllo sugli strumenti andrebbe ad impattare oggi con il criterio di libertà.

LIBERTÀ DI INFORMAZIONE

La libertà, prima di essere un criterio di prestazione, è una condizione. La libertà dei media richiama a diversi elementi:
  1. Libertà giuridica di pubblicare e trasmettere, ad esempio, fattore di distribuzione delle frequenze; evitare concentrazioni di oligopolio. Negli ultimi 20 anni si è persa libertà se la associamo alla varietà del possesso dei mezzi di comunicazione. Perché gli attori del marketing dei mezzi di comunicazione si sono sempre di più accorpati;
  2. Assenza di censura: esistevano norme di censura, oggi l'orientamento è, invece, quello di consigliare e non censurare; di avere dei limiti, selezionare gli accessi per
specificità dei canali di comunicazione, in modo che questi vengano scelti consapevolmente e non siano a disposizione pubblica. 20. Indipendenza delle organizzazioni mediali dalla politica e dall'economia: è necessaria l'indipendenza e la distribuzione regolare delle frequenze per garantire una corretta informazione. 21. Autonomia dei giornalisti rispetto ai proprietari dei mezzi di comunicazione: i giornalisti devono lavorare in maniera eticamente corretta e non dipendere dai propri datori di lavoro. 22. Uguale possibilità di accedere ai canali per tutte le voci della società: tutti devono avere accesso ai mezzi di comunicazione, anche coloro che hanno qualcosa da dire su determinati temi, proponendo narrative alternative. Oggi questo aspetto è meno evidente a causa della presenza di numerosi media, ma il problema dell'accesso rimane sempre rilevante. Questi sono i presupposti del "newsmaking", una costruzione che serve a rappresentare la realtà dei fatti in modo oggettivo e imparziale.

realtà che vogliamo raccontare. Quindi c’è un operazione dicostruzione della rappresentazione in una dimensione organizzativa che risalta lalibertà che è garante dei media e di ciò che vogliamo raccontare, dunque gli operatoridell’informazione agiscono in quel contesto con obiettivo di raccontare realtà usandoquegli strumenti a disposizione = informazione distribuita è frutto di un agire razionalerispetto ad uno scopo distante dall’affermare che l’informazione trasmessa sia vera,ecco perché importante l’etica dell’editore molto spesso però non diamo perscontato che i mezzi di comunicazione siano necessariamente legati alla realtà, diamoper scontato che l’interpretazione trasmessa sia rappresentazione della realtà creazione di distorsioni involontarie nascono perché i processi produttivisono enormeme

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
49 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andreagreco56 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche della comunicazione mediale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Lombardi Marco.