Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
A B
MA se B inizia a parlare di sé? Che ritorno personale ho? Nessuno
e io non so più cosa fare.
A B
Se B parla io devo ascoltare e rispondere, tutto salta. diventa
drammatico.
Come risolvo? Posso far finta che B non abbia parlato e ottenere
ciò che voglio con metodi semplici come la minaccia o la
promessa per esempio, evitando il drammatico, oppure posso
impegnarmi a comunicare usando energia. Ma come comunico
bene? BO’. Nessuno lo sa perché l’altro è libero e io posso
costringere qualcuno ad ascoltarmi ma non a comprendere.
[Vedo capitolo retorica.]
Concetto 1.2: Il Testo (concreto)
13-10
Come comunico? costruendo un testo
Rifletto e metto insieme. il testo è un intreccio.
Definizione testo: il testo è il prodotto del lavoro che il soggetto
compie sul codice al fine di predeterminare l’incontro dell’altro
come pieno accordo.
Parafrasato: il testo è il lavoro che il soggetto compie sul codice
per riuscire a comunicare e sceglie nel codice ciò che gli serve in
base a diversi fattori (paragrafo seguente).
Lavoro eliminazione fattore spontaneità , se spontaneo
= sfogo.
Il testo lo scelgo ≠ il codice no.
pag. 4 I fattori di scelta in base ai quali costruisco il testo.
In base a quali fattori scelgo come comunicare al meglio che
posso?
Scelgo come parlare in base all’idea che mi faccio della
situazione, dell’altro e di me.
Chi parla ? A chi si parla?
?
chi parla veramente? Egoismo, ormoni? Chi è l’altro?
Uno a cui è morto qualcuno? Ciò di cui si parla?
Sai veramente ciò che stai dicendo?
Es. quando dico “è una questione di principio”
Spiegazione.
Definisco l’idea che ho della situazione: qual è il fine di
quello che voglio comunicare?
Definisco l’idea che ho dell’altro. Es. Hei tu ce l’hai il
biglietto? /Buongiorno il biglietto per favore?
Definisco me. Scelgo l’immagine che voglio dare di me.
Non sempre il testo che creo raggiunge il mio scopo, quindi ne devo
fare un altro. Come costruisco il testo
Il testo è il prodotto di un lavoro secondo due ordini: 1
Paradigmatico verticale 2
Sintagmatico orizzontale
1. Scelgo dal codice i segni che voglio utilizzare per comunicare.
2. Poi li riordino nel modo che mi sembra più efficace per
comunicare.
Spiegazione attraverso esempio cena:
1. Scelgo un antipasto tra tutti, un dolce tra tutti, un secondo, un
primo…
2. Li riordino: Antipasto – primo – secondo – dolce…
pag. 5 Le due dimensioni del testo che ho costruito.
Doppia articolazione del
La maggior parte dei nostri atti comunicativi sono ripetitivi. (ci
vediamo alle 17 allora? Va bene? Alle 17 capito?), perché spesso
siamo distratti e sappiamo che l’altro lo è.
Il testo ha due articolazioni. 1. Dimensione Logico
proposizionale contenuto
2.Dimensione Performativo
comunicazionale il modo
in cui dico il contenuto
<<ascoltami>>
A << seguimi> >
Performance
Contenuto << rispondimi>>
Testo
Spiegazione con esempio delle due articolazioni.
Vado ad una conferenza e il soggetto che parla legge e basta per
tutto il tempo. C’è contenuto ma manca la gestualità, il tono di voce
che cambia ecc…quindi manca la performance e la comunicazione
non funziona.
Quando comunichi non ti limiti ad un contenuto ma istituisci
una relazione grazie anche alla performance che quindi ci
deve essere.
La performance non solo determina l’esserci e il non esserci della
comunicazione, ma anche l’importanza che le si dà, basta pensare
ai giornali, un titolo in prima pagina ha una certa importanza, lo
stesso titolo in decima pagina ha contenuto uguale ma performance
diversa e lo esalto di meno in questo caso.
pag. 6
Quando le due articolazioni sono in conflitto? Il potere della
parola.
Sorge un problema quando le due dimensioni sono in conflitto, per
esempio ti dico ti voglio bene ma intanto penso ai favori che così mi
fai.
Ogni atto di parola è un atto morale, perché ogni atto di parola
configura un mondo. La parola infatti è sempre legata al potere e
chi la esercita ha sempre un potere maggiore. Quando il ricevente è
forte è in grado di mettere in crisi il potere di colui che parla, ma
quando il ricevente è debole tende a conformarsi a chi parla.
Proprio per questo potere che la parola ci dà quando parliamo
1 2
possiamo fecondare o divorare l’altro ed oscilliamo continuamente
tra i due. Come dice Schopenhauer infatti il più delle volte diciamo
A + sottomettiti, invece che A + capiscimi e quindi, in questi casi, la
performance ha due obiettivi diversi.
Non esiste il neutro, o fecondi o divori.
Competenze necessarie per produrre un
testo. 25 – 10
3 tipi di competenze:
1. Sintattica
2. Semantica
3. Pragmatica
1 . Studia il modo attraverso il quale i segni di un codice possono
stare insieme. Es. Se io avrei. Per il codice della lingua italiana
questi segni non possono stare insieme.
2. Studia il rapporto tra i segni di un codice e il loro significato. Es.
Io Giada sono celibe. No per il codice della lingua italiana io donna
sono nubile.
3. Studia o si interessa all’uso sociale dei segni. Quindi studia il
codice in un determinato contesto. Es. Lancio sul mercato una
nuova auto il 24 Dicembre senza contare che in Italia è festa. Errore
1 Per esempio aprendo qualcuno al mondo, alla conoscenza
2 Per esempio non facendolo sentire mai abbastanza
pag. 7
pragmatico. La pragmatica è drammatica e spesso l’errore è di
questo tipo, perché devo riuscire ad attirare l’attenzione nel modo
giusto. Concetto 1.3: La Retorica
La retorica si occupa dell’aspetto pragmatico della comunicazione,
basandosi sul concetto che non basta dire la verità e dirla
correttamente, bisogna dirla bene, in modo che il processo
comunicativo raggiunga il suo scopo. In occidente è quindi la
disciplina che si occupa della comunicazione comprendendo e
concentrandosi sulla performance e quindi l’instaurazione di
una relazione con l’altro.
La retorica non avrà mai leggi generali perché non esiste l’uomo in
generale ma il singolo uomo (motivo per il quale comunicazione
drammatica – vedo pag. 2), per questo è un’arte e non una scienza.
Per esempio se un bambino capisce le tabelline subito, magari
l’altro è distratto e fa più fatica, quindi devo parlare in modo
diverso.
Unendo ciò che è stato scritto nei due paragrafi precedenti
possiamo quindi dire che bisogna fare, parlare, amare bene, ma
cos’è bene? Nessuno lo sa. Comunicando o fecondi o divori ma
sei tu a dover capire in base al contesto come fecondare. Questo
non è facile.
Spiegazione attraverso un esempio.
A volte si tenta di attirare l’attenzione (performance) con un
escamotage interessante per comunicare qualcosa, ma per esempio
in una classe delle superiori a volte ciò che si è usato per attirare
l’attenzione distrae dal contenuto che si vuole comunicare. Come
abbiamo detto però la retorica non ha leggi generali, infatti se
cambiamo contesto ed entriamo nel mondo della pubblicità l’unica
cosa importante è attirare l’attenzione, farti alzare la testa e quindi
un escamotage come quello di un nudo che in una classe avrebbe
distratto nella pubblicità funzionerebbe.
pag. 8 La retorica bianca e la retorica nera.
Esistono due tipi di retorica, la retorica bianca e la retorica nera. Per
la retorica nera il bene è arrivare ad ottenere ragione e non avere
ragione (idea un po’ sofista). La retorica nera ti insegna a
sottomettere gli altri, mentre la retorica bianca ad aiutare gli altri a
capire.
[Parla di questo anche Schopenhauer ne “I 43 modi per avere
ragione” che però lui non aveva pubblicato ed è stato pubblicato
dopo la sua morte, questo perché lui non voleva ottenere ragione
ma dire solo la verità.]
La retorica sa che l’uomo è ragione ma anche emotività ed essa
deve riuscire a capire le emozioni dell’altro, da qui può aiutare
l’altro o usarle contro l’altro. Retorica bianca
Retorica nera Le finalità di un testo
Le finalità di un testo sono 3:
Docere: ogni testo veicola un contenuto. Quindi devo pensare
ad un contenuto
Movere: Devo costruire un testo che muove, attira l’attenzione,
commuove magari.
Delectare: Deve far piacere, far sentire bene, essere gentile.
Per esempio se vengo accolto ad una riunione da assistenti
gentili, sul tavolo ci sono dei fiori, vicino al mio posto una
bottiglietta d’acqua ecc…
Ogni testo ha dentro tutti e tre questi fattori, ma in percentuali
diverse.
Per esempio i giornali dovrebbero soprattutto docere ma si
occupano più di muovere l’opinione pubblica.
pag. 9
Non esiste un testo che non sia retorico.
Il problema è che ogni testo è un qualcosa di finito e io in questo
finito come metto le giuste percentuali di tutto? Quanto tempo ho?
Quanto spazio ho? Aristotele e La topica
Topica = insieme dei topi, cioè dei luoghi.
Secondo Aristotele quando comunichi a qualcuno questo qualcuno è
in una topica. Per Aristotele la topica è quindi l’insieme dei valori ai
quali un soggetto aderisce spesso inconsapevolmente solo per
vivere in un gruppo sociale.
Quando uno comunica deve quindi conoscere la topica di
riferimento.
pag. 10
Seconda parte. Concetto 2: La Narrazione
Domanda: cos’è la letteratura? A cosa serve? E soprattutto perché
gli uomini si mettono a scrivere?
Vita ≠ Esperienza.
Vita: è caratterizzata dal flusso. Se mi arresto dal flusso fermandomi
astraggo qualcosa e inizio a darle attenzione, a prendermene cura,
a rifletterci sopra. Esperienza: ex (fuori) per
(pericolo radice uguale)
L’esperienza è frutto di una selezione, perché non possiamo fare
esperienza di tutto. Proprio per questo ognuno fa esperienza di
qualcosa di differente, si prende cura di qualcosa di diverso. Un
avvenimento, un gesto è bello per me in base alla mia esperienza,
per un altro può essere spaventoso. L’esperienza però è qualcosa di
proprio ma non di propria proprietà, è improvvisa.
Esempio equivalente: Vedere ≠ Guardare.
Dove c’è esperienza c’è sempre parola.
L’esperi