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La si può avvicinare al composto chimico dell’acqua come risultante di
idrogeno e ossigeno ( ciascuno di tali elementi preso a parte non ha nessuna
delle proprietà dell’acqua).Rispetto ad altri segni,il segno linguistico ha una
doppia proprietà : 1) legato all’udito implica un significante lineare ed è
misurabile secondo un’unica dimensione. 2) il segno linguistico diversamente
dal simbolo è arbitrario,anche se arbitrario il segno linguistico ha una
continuità nel tempo. La nozione di arbitrarietà del segno è principio
fondamentale di tutta la realtà linguistica. La nozione di segno è importante
nell’economia della linguistica di Sussure ma è anche difficile da definire e
soprattutto da comprendere. Per uscire da questa difficoltà Ducrot e Todorov
ritengono necessario ricorrere alla definizione agostiniana di segno cioè
qualcosa che oltre la specie del senso evoca alla mente anche qualcos’altro.
Pertanto i due studiosi definiscono il segno come un’entità che può diventare
sensibile e dicono che per un gruppo di utenti indica una carenza in se
stessa. La parte di segno che può diventare sensibile viene chiamata da
Saussure in poi Significante, la parte assente significato e la relazione tra loro
stabilita,significazione. Anche qui però non mancano le difficoltà soprattutto
in ordine alla natura del significato. Il significato non esiste al di fuori della sua
relazione con il significante ,quest’ultimo senza significato è semplicemente
un oggetto muto : esso è, ma non significa.
Cap.7 Le regole del linguaggio : una filosofia degli atti linguistici
Il primo a parlare di atto linguistico è stato Austin. Egli partendo dalla filosofia
analitica aveva fatto oggetto delle sue ricerche l’analisi del cosiddetto
‘’linguaggio ordinario’’ ossia quello in uso nella vita quotidiana per giungere
ad una sorta di fenomenologia linguistica basata sul presupposto che il
parlare è sempre un fare. Questo progetto di fenomenologia linguistica
rimase allo stato di abbozzo a causa della scomparsa del filosofo. Punto di
partenza di Austin non è la considerazione di un linguaggio assolutamente
perfetto, la filosofia analitica è convinta che qualsiasi codice compreso il
linguaggio serve per descrivere la realtà. Per Austin questo è un problema
perché noi esseri umani non descriviamo solo la realtà ma lavoriamo anche
sulla narrativa e comprensione. Noi non siamo semplici osservatori ma
interagiamo con le persone e con il mondo. Nel linguaggio metto l’intenzione
che però non metto nel linguaggio descrittivo per questo Austin parla di
Fallacia descrittiva cioè l’errore di pretendere che tutto può essere descritto. Il
filosofo aveva individuato nel linguaggio : 1 ) atti costativi che servono per
descrivere e 2) atti performativi servono per agire . Nella formulazione
austiniana l’atto linguistico pur essendo una realtà unitaria contiene 3 possibili
livello di realizzazione 1) la locuzione 2) illocuzione 3)perlocuzione . Un atto
linguistico è sempre un dire qualcosa (locuzione), nello stesso tempo per il
fatto di dire è un compiere qualcosa mediante la parola (illocuzione), infine
per il fatto di fare qualcosa,l’atto linguistico produce effetti e conseguenze
sulle nuove situazioni (la perlocuzione). • L’atto locutorio è considerato da
Austin come dotato di significato in quanto dire qualcosa consiste
nell’emettere suoni. • L’atto illocutorio è decisivo nell’articolazione dell’atto
linguistico perché consente il passaggio dal dire al fare dove il linguaggio
organizza la realtà es. il gesso è sulla scrivania e quindi ci fa capire che il
gesso si trova sulla scrivania. • L’atto perlocutivo è il modo in cui tramite il
linguaggio creiamo conseguenze osservabili nella realtà.
La teoria degli atti linguistici è stata ripresa da Searle il quale al contrario di
Austin si occupa delle espressioni linguistiche e costruzione della realtà e
sottolinea che il parlare più che un’azione è un’attività sociale e in particolare
un’attività dell’uomo che si svolge secondo alcune regole,infatti Searle ferma
la sua attenzione sulle regole degli atti linguistici. Le regole sono di due tipi,
regole costitutive e regole regolanti. Le prime sono indispensabili allo
svolgersi di una qualsiasi attività da loro stesse costitutive,esse perciò non
solo regolano ma creano e definiscono nuove forme di comportamento (es. le
regole che disciplinano una partita a scacchi). Le seconde sono quelle che
disciplinano forme di comportamento già esistenti e costituite
indipendentemente da esse. Scopo principale dello studio degli atti linguistici
è quello di formulare le regole di questo fare linguistico. Bisogna quindi
distinguere 4 regole che danno luogo a 4 diversi tipi di atti linguistici detti : •
Atto enunciativo • Atto proposizionale • Atto illocutivo • Atto perlocutivo.
Nell’atto enunciativo il parlante esprime con una serie di parole una frase in
modo corretto e di senso compiuto. Nell’atto proposizionale, il parlante fa
riferimento a qualcuno o qualcosa. Nell’atto illocutivo si fa riferimento
all’azione compiuta dal parlante nel trasmettere un contenuto,nel chiedere,
nell’ordinare qualcosa ad un ascoltatore. Nell’atto perlocutivo infine il
riferimento è alle conseguenze o effetti che l’atto illocutivo ha sui
pensieri,credenza, sulle azioni degli ascoltatori. Di questi 4 atti quelli
propositivi e illocutivi sono al centro dell’analisi del filosofo e secondo Searle
l’atto linguistico per eccellenza più completo è l’atto illocutivo. Nella
concezione degli atti linguistici è implicita una teoria dell’intenzionalità.
L’intenzionalità è considerata centrale e come una proprietà specifica ed
esclusiva della mente. Searle estende la nozione di intenzionalità parlando di
intenzionalità sociale più che individuale. Tramite il linguaggio intenzionale
posso creare la realtà istituzionale,il denaro, la proprietà,il governo e la
politica.
Cap.8 Produzione del discorso e sistema sociale
Il linguaggio ha una dimensione sociale. La comunità degli uomini è formata
dal linguaggio, un legame che lega insieme gli uomini tra di loro attorno a una
molteplicità condivisa, terreno comune di ogni forma di riconoscimento. Il
linguaggio permette agli uomini di comunicare l’un l’altro idee e sentimenti di
ogni tipo. Il rapporto tra significato-significante, che è alla base di ogni
parlare, non è arbitrario ma è storico-sociale. La nozione del linguaggio come
‘’lavoro sociale’’ fu introdotta da Rossi-Landi, consente la ripresa di una
concezione del linguaggio più aperta al sociale. Il linguaggio è un ‘’artefatto’’ e
come ogni prodotto del lavoro umano non esiste in natura come prodotto
finito, ma è il risultato dell’intervento dell’uomo in quanto membro della
comunità. Il materiale sonoro esiste in natura come il materiale geologico,
entrambi possono essere elaborati dall’uomo attraverso molti interventi e
sono proprio quest’ultimi a segnare la linea di demarcazione tra l’uomo e altri
esseri viventi non umani. C’è una relazione stretta tra produzione del discorso
e sistema socio-culturale, proprio perché la produzione di ogni discorso,
come linguaggio organicamente strutturato rientra nell’ambito più vasto della
produzione sociale. L’insieme dei codici che si impongono all’individuo
possono essere raggruppati sotto la denominazione di ‘’ideologia’’. Le
ideologie sono sistemi di credenze socialmente condivisi dai membri di una
collettività di attori sociali ed entrano come costituente di qualsiasi discorso.
Ogni discorso si costruisce a partire dalla lingua disponibile al parlante,
facendo uso del complesso di vocaboli,di espressioni codificate ossia tutto ciò
che costituisce la lingua di una determinata comunità linguistica. Sono
indicative a questo riguardo le ricerche di Trier studiando il vocabolario
tedesco,esso è costituito su 3 parole : • Wisheit (saggezza) comprende ogni
tipo di conoscenza. • Kunst (arte) riguarda l’insieme delle conoscenze
proprie di un nobile. • List (artificio) relativo all’insieme delle conoscenze
dell’uomo del popolo ‘’artigiano’’. A distanza di un secolo il senso di queste
parole è radicalmente cambiato. Nel frattempo era cambiata la visione del
mondo e quindi anche le parole dovevano necessariamente cambiare di
significato. Nel secolo successivo la parola Wisheit non riassume più in sé le
due sfere del conoscere, la sfera della Kunst è la sfera più alta della
conoscenza mentre quella del Wizzen (che ha sostituito List) rappresenta il
sapere in generale. L’individuo nella costruzione di un discorso è obbligato a
servirsi della lingua, lo strumento che la società ha elaborato per la
comunicazione. Per lingua non s’intende solo un campionario di parole ma
anche di modelli di costruzione delle frasi e articolazioni delle stesse.
Potere,solidarietà, responsabilità,maturità e sentimento etnico sono valori che
influenzano il linguaggio fino a determinare il comportamento linguistico dei
parlanti. Il compito della filosofia è di aiutare l’individuo a prendere
consapevolezza dell’articolazione esistente tra i diversi campi della realtà. La
sociolinguistica,lo studio della lingua come parte della cultura e società,forma
un’analisi nella direzione del riconoscimento del rapporto lingua-società. Le
sue analisi possono verificare la consistenza del rapporto tra produzione
linguistica e sistema sociale. Il pensiero si manifesta tramite i suoi effetti che
non sono altro fenomeni linguistici nei quali sono compresi il linguaggio
dell’esistenza quotidiana di ognuno di noi, il quale contengono lo spirito del
popolo.
Cap.9 ‘’Il relativismo linguistico e l’ipotesi sapir- whore’’
Lo studio della lingua vista nei suoi legami con la cultura dei popoli,come
manifestazione ed espressione, è uno dei temi più significativi della linguistica
strutturale americana,alla cui definizione hanno contribuito
linguisti,antropologi come Edward Sapir , Lee Whorf e altri ancora. Sapir e
Whorf hanno costruito attorno a questo tema la loro concezione del
linguaggio : Il relativismo linguistico. Partendo