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Teoria neoclassica sulla domanda di moneta - Economia Monetaria Pag. 1
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Essa fa riferimento alla . Non è possibile purtroppo instaurare

Teoria quantitativa della moneta 3

una semplice equazione per e perché le interpretazioni dei vari

Teoria classica Teoria quantitativa,

teorici non sono così nette.

É necessario partire da alcuni concetti di base sulla motivazione che spinge gli agenti a

mantenere la moneta come mezzo di pagamento: se ci fosse perfetta sincronia tra ammontari

Si faccia riferimento agli appunti precedenti, in particolare all’utilizzo da parte della BCE di vari strumenti per

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tentare di regolare l’ammontare di liquidità all’interno del sistema economico.

Si tratta di una formulazione che avrà sbocco in forma più moderna nella di Tobin,

2 Teoria delle scelte di portafoglio

in cui si pone attenzione sul fatto che vi è scelta su un ampio spettro di attività finanziarie, ognuna con uno

specifico rischio e uno specifico grado di liquidità, per determinare la maggiore o minore domanda di attività

più liquidi rispetto ad attività meno liquide.

Questo gioco di parole perché la questione è molto più complicata di quello che si tenterà di spiegare.

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Solitamente economisti di impostazione teorica neoclassica seguono da un punto di vista monetario la teoria

quantitativa. Esistono però delle eccezioni importantissime: uno dei maggiori critici più feroci della Teoria

è stato Knut Wicksell, purista della teoria classica, che era un critico della e che

quantitativa Teoria quantitativa

riteneva che la moneta fosse endogena e riteneva che le fluttuazioni cicliche fossero generate da una discrepanza

tra il tasso di interesse di mercato monetario e il tasso di interesse naturale.

ECONOMIA MONETARIA ! 1

APPUNTI LEZIONE 4

in entrata e in uscita, non vi sarebbe alcun desiderio di mantenere moneta presso di sé .

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Dunque il desiderio avviene nel momento in cui non vi è questa sincronia.

Nel momento in cui si desidera moneta senza questa sincronia, da cosa dipenderà l’entità

della quantità di moneta per far fronte ai pagamenti? Dipenderà da un insieme di circostanze

che possiamo far risalire in primo luogo all’ammontare del reddito disponibile. Altri elementi

che possono influire sulla domanda di moneta, che possiamo far risalire alla struttura socio-

istituzionale, sono:

• Struttura temporale dei pagamenti, ad esempio, se vi sono scadenze fiscali fissate, può

influire sulla domanda dato che si salda tramite moneta;

• Tempistica dei pagamenti dei salari, se il pagamento viene ogni settimana o ogni mese

cambia la mia domanda di moneta;

• Grado di integrazione verticale delle imprese, ovvero la produzione dei beni intermedi

all’interno dell’impresa in modo tale da non sostenere eventuali costi derivanti

dall’acquisto da imprese esterne.

Esempio 1

Supponiamo di avere due momenti in cui si manifesta l’incasso, ad esempio il mese, ho

dunque una quantità iniziale pari a 100 e devo decidere come impiegarla.

Quanto in media questo ammontare di moneta rimane presso di me, dipende da come la

spendo. Si supponga di spendere 3,3 al giorno, ovvero si suppone una spesa lineare; quanto

tempo in media questi 100 rimarranno presso di me?

Nel caso di linearità, questo ammontare rimarrà presso di me come la media aritmetica dei

due estremi:

in questo caso avrò una media tra quanto ho all’inizio (100) e quanto ho alla fine (0),

rapportato al numero di “eventi” (2). Ovviamente ciò vale nel momento in cui si ipotizza uno

schema lineare.

In media, dunque, presso di me rimane circa 50.

(G2)

In generale la giacenza media è una media aritmetica ponderata dei singoli saldi monetari

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con pesi i periodi in cui i saldi monetari restano in mano agli operatori.

Esempio 2

Mantenendo sempre l’ipotesi di base di pagamenti che seguono un andamento lineare, si può

supporre che nei primi 10 giorni del mese si spendano i di 100, mentre il restante lo si

Nel momento in cui ho un incasso effettuo una spesa, questo fa sì che non abbia bisogno di mantenere liquidità

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presso di me.

Non è la stessa cosa del “periodo di giacenza media” della moneta.

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ECONOMIA MONETARIA ! 2

APPUNTI LEZIONE 4

spenderà nei successivi 20 giorni.

(G3)

Si dovranno prima di tutto calcolare le due giacenze medie:

Avremo nel primo caso la giacenza media tra quello che abbiamo speso nel periodo iniziale

(0-10 gg), poi la giacenza media nel restante periodo.

Successivamente si dovrà fare la giacenza media complessiva:

In questo calcolo avremo che e rappresentano i pesi, ovvero i due periodi: 10 giorni

iniziali e i successivi 20.

Si può notare come in media rimane di meno rispetto al periodo precedente.

Esempio 3

Si spende solo un terzo nei primi 20 giorni, per poi spendere il rimanente nei successivi 10

giorni. Si tratta di un caso inverso al precedente.

(G4)

Si avrà poi la giacenza media totale pari a:

In questo caso la giacenza media sarà maggiore rispetto ai primi due casi poiché nel primo

periodo ho speso meno rapidamente la moneta a mia disposizione.

Per quello che abbiamo scritto prima avremo che:

ECONOMIA MONETARIA ! 3

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
5 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher EconPrime di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia monetaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Levrero Enrico Sergio.