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APPUNTI
C’è però in questo frangente, un elemento essenziale di distinzione tra ciò che troviamo in
Tobin e ciò che troviamo in Friedman. Secondo quest’ultimo la moneta è un qualcosa che
entra nella funzione di utilità degli agenti economici per una sua caratteristica specifica,
rispetto ad altri beni e ad altre attività finanziarie, la quale è la sicurezza che questa attività
può dare e il suo ruolo come mezzo di scambio che spinge famiglie e imprese a desiderare di
averla.
Come dirà successivamente Hahn, Friedman non specificherà mai i parametri che entrano in
questa funzione di utilità, si manterrà sempre generico affermando che la moneta ha una sua
utilità. Inoltre non specificherà mai, come Keynes, cos’è questa moneta, cosa dobbiamo
considerare come moneta, quale aggregato monetario.
L’enfasi nella teoria di Friedman, e in generale nella scuola monetarista, è sui servizi, specifici
forniti dalla moneta, che determina una domanda specifica per questi servizi sempre con
l’idea che vi sia una specifica utilità della moneta, potendo quindi essere intesa come un
unicum.
Se portò Friedman ritiene si possa ricavare una domanda di moneta in relazione stabile con il
2
reddito in termini monetari , non può tener conto dell’analisi in termini di scelte di
portafoglio. Dunque questa domanda di moneta in relazione stabile con il reddito in termini
nominali viene ricavata, date le preferenze degli agenti economici, tenendo conto dei
rendimenti di possibili attività alternative.
Elementi che influiscono sulla domanda di moneta:
Primo elemento
Secondo elemento
Nel definire la moneta, oltre la ricchezza complessiva (W), bisogna considerare i rendimenti
delle altre possibili attività nel momento in cui si sceglie di detenere forme diverse di attività.
Friedman sembra far riferimento nella sua teoria all’aggregato monetario M però non è mai
2
definito veramente cos’è la moneta. Afferma in alcune frasi che la moneta muta a seconda
dell’analisi che si va a compiere su di essa, concetto presente anche nella teoria keynesiana,
perché entrambi pensano che le autorità monetarie controllino l’offerta di moneta.
2 Domanda di saldi liquidi reali in una situazione relativamente stabile. ! 2
ECONOMIA MONETARIA LEZIONE 9-10
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Poiché la moneta viene domandata per i servizi di comodità e sicurezza che può dare questa
attività, accanto al possibile rendimento, per quanto basso, di alcune forme di moneta, entra
nella definizione della domanda di moneta anche il livello generale dei prezzi, dato che si
ritiene che il suo rendimento sia influenzato anche dal suo potere d’acquisto. Quindi il prezzo
della moneta sia il reciproco del livello generale dei prezzi.
In periodi fortemente inflazionistici si tenderà a tenere una proporzione minore di rendimenti
sotto forma di moneta.
Terzo elemento
Potrà essere influenzato anche dal tasso di interesse sui titoli nel momento in cui se ne
detengono una verta quantità a cui andrà sottratto l’eventuale perdita in conto capitale,
derivante da una variazione del tasso di interesse sul titolo stesso.
Quarto elemento
Altre attività finanziarie per cui bisogna considerare il relativo tasso di interesse.
perché potrò essere interessato non solo al rendimento in termini nominali, ma anche al
rendimento in termini reali che dipenderà dalla variazione dei prezzi.
Quinto elemento
Se ho beni fisici reali possiamo dire che si dovrà tener conto della possibile variazione di
prezzo come possibile indicatore del rendimento di quello specifico bene in termini fisici.
Sesto elemento
Prendendo come date le preferenze, entrano anch’esse all’interno della definizione di
domanda di moneta. Il parametro entra dentro la funzione di domanda di moneta per
u
cogliere le diverse preferenze degli agenti economici e quindi le diverse domande di moneta
che possiamo avere a parità di tutto il resto.
Settimo elemento
Secondo Friedman può influenzare la domanda di moneta la proporzione in cui sta il
w
capitale umano rispetto alla ricchezza complessiva. Il capitale umano è qualcosa di non
necessariamente tangibile.
Ricapitolando, si può dire che la domanda di moneta è funzione di tutte queste variabili:
Il primo passaggio che Friedman fa per arrivare a determinare la domanda di moneta è
quello di considerare una proxy della ricchezza che viene individuata nel reddito permanente,
ovvero quel reddito che di periodo in periodo potrei tranquillamente consumare al di là di ! 3
ECONOMIA MONETARIA LEZIONE 9-10
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elementi transitori, lasciando invariata la mia ricchezza. In qualche modo è una sorta di idea
di reddito medio che in media si potrà sempre avere nel tempo. Si avrà dunque la possibilità
di un flusso continuo di consumo nel tempo, dunque intertemporalmente si mantiene in
proprio risparmio in modo tale da avere nel tempo uno stesso consumo o dei consumi in
media più simili tra di loro.
Per cui si può dire che la ricchezza sarà:
W
Se si considera questo reddito permanente di anno in anno nel tempo e se ne attualizza il
valore all’oggi, si ricava il valore della propria ricchezza.
Friedman allora afferma che si potrà sostituire nella funzione di domanda la ricchezza con il
reddito permanente attualizzato. Tuttavia si aprono dei problemi enormi, ad esempio, dice
Friedman, nella ricchezza è presente anche il capitale umano quindi nel calcolo del reddito
w,
permanente si devono considerare anche i redditi da lavoro, che dovranno essere scontati
all’oggi ma con quale tasso dell’interesse? Non è così semplice come sembra determinare
questo tasso.
Friedman di nuovo, per semplificare la situazione, sconta il reddito permanente con un tasso
dell’interesse medio e sulla base di questo si avrà la propria ricchezza, però vuol dire anche
che all’interno della funzione di domanda di moneta si potrà sostituire la ricchezza con il
reddito permanente.
Una volta effettuata questa modificazione, Friedman comincia ad introdurre alcune ipotesi:
1. Assenza di illusione monetaria, si pone insomma che sia uguale a 0. Prima vera
r
m
ipotesi introdotta da Friedman: vi è dunque una domanda di moneta in termini reali,
ovvero un desiderio di saldi liquidi reali che non cambia se cambia il livello generale
dei prezzi. Vuol dire assumere che la domanda di moneta sia una funzione lineare,
omogenea di primo grado rispetto al reddito nominale. Per cui se il prezzi o il reddito
nominale aumentano di λ volte, la domanda di moneta in termini reali aumenterà di λ
volte, ovvero rimane invariata in termini reali.
Le dispersioni degli agenti intorno ad una media si mantengono costanti nel tempo, in
2. modo da avere un agente rappresentativo della media degli agenti che sono all’interno
del sistema.
Presentate queste ipotesi avremo: ! 4
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Ragionando su questa formulazione si possono invidiare alcuni elementi essenziali:
- Questa domanda di moneta in termini reali è poco sensibile ai tassi dell’interesse, perché la
moneta è un unicum che fornisce dei propri servizi specifici in termini di comodità e
sicurezza. Si esplica nell’idea che la velocità di circolazione della moneta, almeno nel lungo
periodo, possa considerarsi stabile. Su questo punto si è concentrato il confronto tra, anche
3
in termini non propriamente esatti , la spiegazione keynesiana e quella di tipo monetarista.
- Il reddito in termini reali è ciò che effettivamente conta per determinare la domanda di
moneta.
I saldi liquidi reali desiderati possono comunque essere influenzati dal tasso di inflazione,
- ovvero in presenza di iperinflazione, i saldi liquidi diminuiscono o tendono anche a 0.
Ovvero se i prezzi aumentano troppo in fretta, il potere d’acquisto della moneta diminuisce
troppo vertiginosamente dunque tenderò a mantenere la ricchezza in attività reali. Si
tornerà ad una situazione simile a quella della repubblica di Weimar in cui la moneta in sé
era considerata carta straccia.
Per andare avanti si farà:
Possiamo inoltre notare che:
l’incremento di reddito, dato in incremento della quantità di moneta, risulterà pari ad un
moltiplicatore monetario che è lo stesso che avremmo nel tratto verticale della curva LM.
3 Perché, come affermerà Kaldor, il fatto che la velocità di circolazione della moneta sia costante, in realtà non
dice nulla sul fatto se la domanda di moneta è o meno sensibile al tasso dell’interesse. Ci direbbe questo
unicamente e solamente se la moneta fosse esogena, ma se la moneta è endogena, la velocità potrebbe essere
costante semplicemente perché a fronte di un aumento del reddito in termini nominali aumenta la quantità di
moneta. ! 5
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Con questa determinazione della domanda di moneta per cui i saldi liquidi reali desiderati
sono una proporzione statica del reddito reale permanente, Friedman ripropone la teoria
quantitativa della moneta.
Se la quantità di moneta esistente aumenta, ci sarà un eccesso di offerta di moneta rispetto
alla domanda, gli agenti, avendo più moneta di quanta ne desiderano cercheranno di
liberarsene non solo acquisendo attività finanziarie, il cui prezzo tenderà ad aumentare e il
tasso di interesse a diminuire, ma anche acquistando beni di consumo, noto Effetto Pigou. Per
entrambe le vie, avremo un aumento della domanda aggregata in termini nominali, però,
dato che il reddito non è al suo livello potenziale, avrà come effetto un incremento dei prezzi.
Quindi l’inflazione è unicamente e solamente un fenomeno monetario: l’unico effetto di
immettere moneta nel sistema è quello di avere un aumento dei prezzi.
Da qui la soluzione di politica economica di Friedman di annunciare un determinato tasso di
crescita dell’offerta di moneta, in modo tale che gli agenti sappiano quale esso sia e non
incorrano in errori e quindi non ci siano oscillazioni del reddito intorno al suo valore
permanente. La cosa migliore sarà sì aumentare l’offerta di moneta anno dopo anno ad un
certo tasso, ma non troppo elevato, perché incrementi troppo forti dell’offerta di moneta
possono portare ad aumenti troppo forti dei prezzi che a loro volta portano a determinare
situazioni in cui i saldi liquidi reali degli agenti si modificano eccetera.
Perché comunque conviene aumentare