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APPUNTI
che non è facilmente definibile in quanto dipende dalle aspettative nonché da vari indici.
Struttura dei tassi di interesse (B)
É noto che, al di là di un possibile rischio di insolvenza e altre possibili caratteristiche
specifiche, ci sia una certa relazione tra i tassi di interesse a breve e a lungo termine, ad
eccezione però per particolari situazioni. Per capire perché ciò effettivamente accade possibile
partire dalla Teoria delle aspettative.
Per illustrare questa particolare teoria sarà necessario partire da un caso estremo, non
presente in natura, ovvero si dovrà ammettere l’esistenza di perfetta certezza.
Ipotesi:
vi è perfetta certezza nel futuro;
-
- orizzonte temporale di anni;
n
- sono aperti oggi dei mercati rispetto a determinati titoli che permettono di acquistare oggi o
vendere 1€ a varie date con un prezzo che si fisserà oggi in base alla domanda e dell’offerta
di questo euro .
2
I prezzi saranno a termine, ovvero determinati oggi per operazioni future, da cui emergono
dei tassi di interesse e implicitamente emerge il rendimento che questi titoli avranno fra anni
n
e implicitamente definiscono anche il rapporto di scambio che ci può essere tra, ad esempio, il
grano comprato all’anno e il grano comprato all’anno cioè il tasso di interesse a breve
n n-1,
periodo tra e
n n-1.
Ciò genererà una struttura di tassi di interesse tra i quali, in condizioni di certezza, vi è una
relazione per la cosiddetta attività di arbitraggio: ad un investitore con orizzonte temporale di
lungo periodo è aperta la possibilità o di acquistare un certo quantitativo di titoli con
scadenza a anni oppure acquistare di anno in anno titoli di durata annuale fino all’nessimo
n
anno. Per l’attività di arbitraggio dovranno garantire all’investitore il medesimo rendimento
3
tra le due tipologie di operazioni.
Dovrà valere la seguente relazione:
Se si acquista oggi un unico titolo che dopo anni, il guadagno dovrà essere esattamente pari
n
se si acquistano titoli a breve termine.
n
Se risultasse
2 Si tratta in realtà del nostro numerario, ovvero della nostra merce specifica che si può liberamente trasferire nel
tempo.
3 CFR Matematica Finanziaria: affinché non si faccia attività di arbitraggio è necessario che un’operazione o
l’altra siano indifferenti agli occhi dell’investitore, ovvero non deve trarre vantaggio da una rispetto ad un’altra. ! 2
ECONOMIA MONETARIA LEZIONE 6
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ci sarebbe convenienza nell’acquistare attività a lungo termine, quindi ci si indebiterebbe a
breve termine (che vale di meno) per poi acquistare a lungo (che valendo di più riesce a
coprire interamente il costo del breve termine lasciando percepire anche un guadagno). Per il
classico gioco di domanda e offerta il prezzo delle attività a breve termine tenderebbe a salire
mentre quelle a lungo termine a scendere fino a giungere nuovamente alla condizione di
equilibrio.
Si potrà inoltre esprimere questa condizione in modo più semplice passando ai logaritmi per
cui:
in cui rappresenta il tasso a lungo termine medio.
R
Tutto ciò è possibile affermarlo per quanto concerne i mercati a termine completi. Questa
completezza non riguarda i mercati, però, di tutte le merci, bensì in riferimento solo alle
attività finanziarie.
L’ipotesi di mercati completi però è irrealistica perché si apre un problema di formazione
delle aspettative concomitante ad un rischio dato dalla mancanza di certezza del prezzo del
titolo; dunque è necessario tener conto anche di questi elementi.
Vi è tutta una struttura di tassi di interesse a breve termine impliciti nei tassi di interesse a
lungo termine per cui, ad esempio, se si considera:
Considerando i logaritmi:
approssimativamente si potrà avere il tasso di interesse che intercorre tra il periodo e il
n
periodo implicito nella struttura dei tassi di interesse.
n-1,
Se non vi è condizione di sarà presente il rischio, dunque per spiegare la
assets completi,
relazione tra i tassi di interesse a breve e a lungo periodo si potrà ricorrere a due distinte
teorie.
1) Teoria del “habitat preferito”
Venne elaborata da Modigliani e Sutch, secondo i cui il tasso di interesse sarà: ! 3
ECONOMIA MONETARIA LEZIONE 6
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In questa teoria non vi è più condizione di certezza, per cui non è possibile calcolare con
certezza i tassi uniperiodali; per cui sarà necessario calcolare una certa aspettativa. L’ipotesi a
cui ricorrono Modigliani e Sutch è un’ipotesi sulle aspettative adattive. Si tratta di una media
ponderata dei prezzi osservati in passato.
Il secondo termine
rappresenta la remunerazione del rischio, è la media ponderata dei premi per il rischio per i
singoli titoli.
Teoria del premio di liquidità
2)
Si tratta della teoria alla base di quella di Keynes e consiste:
Si tenderà a preferire un rendimento maggiore per l’eventuale rinuncia da parte dell’agente
della liquidità. L’agente, per rinunciare alla sia liquidità, pretenderà rendimenti più alti via via
che il periodo di immobilizzo cresce.
Per cui, per un’attività a anni si avrà un tasso di interesse, che è una media dei tassi osservati
n
per attività più a breve termine, più un premio di liquidità che riflette il maggior rischio,
essendo l’orizzonte temporale più lungo.
Domanda di moneta di Keynes
Dopo aver fatto questa lunga premessa sui tassi di interesse e le loro relazioni, si può ora
ritornare all’analisi delle varie teorie sulla domanda di moneta, introducendo, finalmente la
teoria della domanda di moneta di Keynes.
Per Keynes, la domanda di moneta ha principalmente 3 scopi:
scopo transazionale;
-
- scopo speculativo;
- scopo precauzionale.
In questa analisi ci si concentrerà maggiormente sul secondo scopo della domanda di moneta,
ricordando però che la domanda di moneta a scopo
transazionale per Keynes è data da:
in cui k può essere interpretato sia come periodo di giacenza
media sia come reciproco della velocità di circolazione della ! 4
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moneta.
Accosta questi due diversi casi di domanda di moneta affermando che vi è una scelta non solo
rispetto a quanto risparmiare, ma anche una scelta su come risparmiare, ovvero sotto quale
forma tenere il proprio risparmio. Ovviamente se si ritiene che la moneta sia solo mezzo di
pagamento, i risparmi necessariamente dovranno assumere una certa forma in termini di
titoli o azioni di vario genere. Immediatamente dunque si può dire che questo risparmio
diviene una domanda per l’acquisizione di attività reali, vi sarà un mercato in cui si potrà
determinare un tasso di interesse che garantirà l’uguaglianza di domanda e offerta.
Secondo Keynes però il risparmiatore può decidere di non trasmettere un ordine di acquisto
per attività reale, poiché può decidere di tenere il risparmio in forma liquida piuttosto che in
titoli, perché potrebbe ritenere che questo sia il modo più sicuro per trasferire ricchezza nel
tempo. In altri termini per Keynes, la moneta non è solo mezzo di pagamento, ma è anche
uno degli anelli tra presente e futuro, che ha la caratteristica di tranquillizzare gli operatori
poiché ha la peculiarità di potersi facilmente sia sotto forma di titoli sia sotto forma di beni e
servizi; inoltre, del valore nominale di quest’ultima si è sempre certi.
Dal punto di vista della scelta tra denaro e titoli, il tasso dell’interesse è quel prezzo necessario
per indurre gli operatori a separarsi dalla liquidità, cioè è il costo-opportunità della moneta.
Il nodo centrale ora lo si trova nel determinare come si sceglie tra le diverse forme per
detenere moneta.
Ipotesi
Ogni individuo ha una propria specifica aspettativa sull’andamento del tasso di interesse
4
futuro, sulla base del quale cercheranno di ottenere dei guadagni in conto capitale.
La dispersione di queste aspettative è una delle ipotesi centrali per quanto riguarda la teoria ,
in particolare riguardo la spiegazione che Keynes da per la domanda di moneta a scopo
5
speculativo varia secondo una relazione inversa rispetto al tasso dell’interesse .
Memo di Macro: se il tasso di interesse corrente è minore del tasso di interesse atteso ci si
aspetta un aumento del tasso e una caduta del prezzo dei titoli, dunque si deciderà di
mantenere ricchezza sotto forma di moneta altrimenti si andrebbe incontro a perdite in conto
capitale. Vale esattamente in contrario nel momento in cui il tasso corrente è maggiore del
tasso atteso.
L’elemento centrale per chi opera in borsa è certamente questo, però nella scelta non rientra
solamente la perdita o il guadagno in conto capitale, ma entrano anche i guadagni, che è
possibile avere o meno, in conto interessi: se si tiene la ricchezza in moneta non si correrà il
rischio di perdite in conto capitale, ma non si otterrà nemmeno un tasso di interesse. Dunque
4 Keynes però ha in mente una specifica categoria di operatori: agenti di borsa, in particolare coloro che
tendono a speculare in borsa (vere e proprie istituzioni finanziarie).
5 Se non ci fossero queste aspettative differenti sul tasso di interesse futuro tutti terrebbero la propria ricchezza
sotto forma di moneta o tutti la terrebbero sotto forma di titoli. ! 5
ECONOMIA MONETARIA LEZIONE 6
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per quanto riguarda la scelta tra moneta o titoli, si dovrà tener conto anche dei possibili
mancati guadagni in conto interesse.
Per semplicità si ricorrerà ad un titolo con vita infinita e rata costante pari ad 1€. In questo
R
caso sapremo che il prezzo sarà:
Come si può allora definire il guadagno (o perdita) in conto capitale g?
Si calcolerà sulla base della variazione attesa del prezzo del titolo:
Dunque se si dovrà decidere sarà necessario tenere conto sia del guadagno percentuale (g) in
conto capitale sia dell’interesse percepito (r ).
0
Date le aspettative sui futuri tassi di interesse esisterà un tasso di interesse cedolare (r ) per cui
c
Si tratterà di un tasso critico per cui l’agente si troverà delle perdite attese in conto
r + g = 0.
0
capitale esattamente bilanciate dai guadagni in conto interessi.
Ovviamente