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IL DISCORSO ARGOMENTATIVO

La strategia esplicitamente seguita da Perelman e Tyteca nell'individuazione delle caratteristiche

specifiche dell'argomentazione consiste essenzialmente nel confrontare quest'ultima con la

dimostrazione: ARGOMENTAZIONE DIMOSTRAZIONE

L'obiettivo primario è quello di ottenere o Si propone di dedurre le conseguenze

OBIETTIVO accrescere l'adesione delle menti; di certe premesse; Il discorso

argomentativo viene inteso come un

discorso che prescinde, dal

riferimento ad un interlocutore,

chiunque esso sia. La dimostrazione

ha un carattere del tutto

impersonale, dal momento che essa

non mira ad ottenere l'adesione, ma è

unicamente interessata alla verità

delle conclusioni dedotte;

PRESENZA di uditorio, sia universale che Indifferente all'uditorio, dunque

UDITORIO particolare; il consenso dell'uditorio sulle ASSENZA di uditorio o uditorio

premesse da cui l'argomentazione prende universale;

l'avvio è una condizione necessaria per lo

svolgimento dell'argomentazione stessa:

questo significa che non è necessario che

le premesse di un'argomentazione siano

vere, ma è sufficiente che esse siano

verosimili, che siano cioè in grado di farsi

accettare come vere dall'uditorio. La

prima operazione che l'oratore dovrà fare

sarà dunque quella di selezionare le

premesse in modo di cercare di garantirsi

l'accordo preliminare degli ascoltatori, un

accordo precario e revocabile. Tale

accordo potrà riguardare tipi differenti di

oggetti, che gli autori raggruppano in due

categorie, quella del reale (i fatti) e quella

del preferibile (valori, gerarchie, luoghi).

Sono una delle caratteristiche specifiche Essi non sono mai messi in

ASSIOMI del discorso argomentativo. discussione, non ha alcuna rilevanza

sapere qual è la loro origine e non è

necessario preoccuparsi che siano

accettati dall'uditorio;

Le premesse sono condivise da quello Le premesse non vengono discusse,

PREMESSE specifico uditorio, in quello specifico sono EVIDENTI;

discorso; una volta selezionate le

premesse, il passo successivo è quello di:

Stabilire in che modo presentare i dati;

• Stabilire quali tecniche argomentative

• utilizzare;

Stabilire in che ordine disporre gli

• argomenti.

Alla base vi è la convinzione che non

esista un grado zero

dell'argomentazione, nel senso che è

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dell'argomentazione, nel senso che è

negata sia l'esistenza di un ordine

naturale degli argomenti, sia la

possibilità di utilizzare un linguaggio

neutro, in grado di descrivere

oggettivamente i fatti.

Linguaggio NATURALE, in cui l'ambiguità Linguaggio FORMALE (artificiale),

LINGUAGGIO

Ha il potere di non è esclusa a priori; lingue storico- che esclude ogni ambiguità; fatto di

naturali; simboli che formalizzano; le parole e i

rendere presente

anche ciò che non termini utilizzati non dovrebbero

contenere ambiguità;

lo è. Conclusioni DISCUTIBILI; come criterio Conclusioni CERTE; le conclusione

CONCLUSIONI di valutazione interviene la nozione di vengono valutate esclusivamente in

forza: la forza di un argomento riguarda base alla loro validità.

contemporaneamente l'efficacia e la

validità degli argomenti proposti

dall'oratore al suo uditorio. Essi si

chiedono se devono considerare un

argomento forte quello che persuade

effettivamente o quello che dovrebbe

convincere qualsiasi essere ragionevole.

Riguarda il "quanto" viene influenzato

l'ascoltatore dal discorso persuasivo

dell'oratore.

LIBERA; RIGIDA;

DISPOSITIO

FIGURE RETORICHE-> gli autori non si curano tanto di definire cosa sia una figura, quanto

piuttosto di precisare in cosa consista il possibile uso delle variazioni stilistiche in funzione degli

scopi argomentativi. Riconoscendo che il parlare figurato non è affare esclusivo del poeta, essi

sostengono che si ha una figura quando si può distinguere l'uso normale di una struttura e il suo uso

nel discorso, quando l'ascoltatore istituisce, tra la forma e il contenuto una distinzione che gli

sembra imporsi. La figura acquista un valore argomentativo, soltanto quando tale distinzione, dopo

essere stata avvertita, viene annullata per effetto del discorso stesso, vale a dire quando

l'ascoltatore trova normale l'uso di quell'espressione in quel particolare contesto, pur continuando

ad avvertirla come figura.

"una figura è argomentativa se il suo uso appare normale rispetto alla nuova situazione così

suggerita. Se invece il discorso non provoca l'adesione dell'ascoltatore, la figura verrà percepita

come ornamento, come figura di stile, e rimane inefficace in quanto mezzo di persuasione".

FORZA-> la forza di un argomento dipende:

Dall'adesione degli ascoltatori alle premesse dell'argomentazione;

○ Dalla pertinenza della premessa;

○ Dal rapporto prossimale o remoto che la premessa può avere con la tesi sostenuta;

○ Dalle obiezioni che si potrebbero muovere verso la premessa;

○ Dal modo in cui si potrebbe confutare la premessa.

Pertanto una teoria dell'argomentazione che voglia essere completa, oltre ad occuparsi

dell'adesione, deve anche occuparsi della verità. Se è vero che l'argomentazione ha come obiettivo

ultimo quello di ottenere l'adesione, ciò non toglie tuttavia che anch'essa, e non solo la

dimostrazione, tragga delle conclusioni da premesse e le sottoponga al giudizio dell'uditorio, un

giudizio che terrà conto anche della verità o della falsità di ciò che esse affermano. Dunque sarebbe

più proficuo/vantaggioso considerare la Dimostrazione non come un alternativa all'Argomentazione

ma come un suo caso particolare. Quest'idea di considerare la Dimostrazione come un caso

particolare dell'Argomentazione, non mirava a ridurre la distanza tra queste due forme discorsive,

quanto piuttosto a cambiare il punto di vista su entrambe e a guardare l'Argomentazione come un

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quanto piuttosto a cambiare il punto di vista su entrambe e a guardare l'Argomentazione come un

modello generale della razionalità umana.

2)

GLI USI DELL'ARGOMENTAZIONE

In contemporanea all'uscita dell'opera di Perelman e Tyteca in Francia, nel 1958 usciva in

Inghilterra l'opera “Gli usi Argomentativi” di Toulmin, che si dedica anch'essa interamente alla

struttura generale dell'argomentazione umana. Toulmin al contrario di Perelman, non venne sempre

inserito tra i responsabili della rinascita della retorica. Il tipo di questioni affrontate e il modo in

cui sono trattate, consentono di includere il lavoro di Toulmin tra le retoriche della prova. Il

tentativo è quello di dimostrare che esistono vari gradi di verità cambiando gli ambiti di

applicazione. Anch'egli, come Perlman e Tyteca, condivide la stessa insoddisfazione per

l'impostazione logistica e la stessa esigenza di contrastare la tendenza a considerare irrazionale

tutto ciò che non è dimostrabile o comunque sfugge alla logica matematica. Pertanto, Toulmin

sostiene un'idea di razionalità, che non prende come modello il metodo della geometria o della logica,

piuttosto sostiene un'idea di razionalità che si basa su un modello che egli chiama " Analogia

che si propone di indagare sull'esistenza di una struttura generale dell'argomentazione e

Giuridica",

se, ed eventualmente in che modo, cambiano i criteri in base ai quali giudichiamo accettabile una

determinata argomentazione. Diversamente da quanto accadeva nel trattato di Perelman e Tyteca, la

dimostrazione non è più l'altro rispetto all'argomentazione, ma solo un suo caso specifico che non

gode di alcun privilegio.

L'ANALOGIA GIURIDICA

Utilizza l'analogia per individuare due metafore:

1) Accostamento tra il discorso giuridico e il discorso argomentativo; le argomentazioni possono

essere paragonate ai casi giudiziari;

2) L'argomentazione può essere osservata come un organismo. Bisogna individuare l'anatomia, le

componenti principali dell'argomentazione; il ragionamento è un organismo.

Il punto di parenza di Toulmin è la convinzione che fare un asserzione significhi essenzialmente

avanzare una pretesa. In condizioni normali, ovvero se tale asserzione è stata correttamente

compresa e se colui che l'ha pronunciata gode presso il suo interlocutore di una certa credibilità,

tale pretesa verrà presa sul serio, il che però non implica automaticamente che essa debba essere

accettata. Una pretesa deve essere riconosciuta solo se l'argomentazione che può essere prodotta a

suo sostegno è all'altezza. Dimostrarsi all'altezza significa "resistere alla critica":

un'argomentazione corretta, una pretesa ben fondata, ovvero provvista di solide basi, è quella che

resiste alla critica.

LA DIPENDENZA DAL CAMPO

L'argomentazione viene usata in modo diverso in base all'ambito di applicazione che si affronta. A

seconda della natura del problema che dobbiamo affrontare, utilizziamo tipi di argomenti molto

diversi, talvolta abbiamo bisogno di altre affermazioni di carattere generale, talvolta dobbiamo

invece appellarci a fatti ti tipo molto differente a seconda dell'affermazione che dobbiamo

giustificare: il passaggio da un fatto come la forma fisica di un giocatore all'affermazione che

questi verrà selezionato per la nazionale è qualcosa di molto diverso rispetto al passaggio da una

certa prova addotta in tribunale all'affermazione dell'innocenza di un certo imputato, e diverso sarà

il passaggio da certi dati sperimentali all'elaborazione di una certa teoria scientifica.

Toulmin si chiede fino a che punto le argomentazioni mantengono la stessa forma e quando invece

iniziano a differenziarsi. Per rispondere a questa domanda, introduce la nozione di campo

dell'argomentazione: due argomentazioni appartengono allo stesso campo quando i rispettivi dati e le

conclusioni possono essere considerati dello stesso tipo logico. Il campo è dunque l'ambito di

applicazione di un argomento che può essere variabile.

All'interno del campo si possono individuare due aspetti, uno indipendente dal campo e l'altro

dipendente dal campo: Pagina 12

dipendente dal campo:

FORZA:

○ è indipendente dal suo campo;

 è il gradi di accettabilità di una proposizione;

 è l'insieme delle implicazioni pratiche del suo uso;

CRITERI:

○ sono dipendenti dal campo, cio&e

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Publisher
A.A. 2013-2014
38 pagine
9 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kiara24 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria del linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Piazza Francesca.