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Impianti industriali

Lezione 1 - 03/03/20

Dominici Falcone

  • Impianti come sistemi integrati ➔ classificazione e funzionamento.
  • Progettazione di un impianto (economica e tecnologica).
  • Criticità dell’installazione di un macchinario.
  • Termini di reperibilità.
  • Movimentazione materiali e layout.
  • Tecniche organizzative per migliorare il processo.
  • Gestione del magazzino.

Esame ➔ scritto e orale (sotto ora appello se bocciato)

Sistemi produttivi - Impianti industriali

Il sistema di impianti che nasce con una distribuzione e organizzazione dei sistemi lavorativi legati alla produzione di un bene, trasformandosi così in un impianto.

Un impianto può essere assimilabile ad una “scatola nera”.

Y fattori di produzione come terra (es. sezione lavorative) lavoro (manodopera), capitale investito (denaro), coordinamento (competenze), imprenditorialità (per attrazione) fattori (risorse umane, finanziamenti).

Attraverso il processo di trasformazione accade la creazione di un prodotto.

Le risorse nella situazione attuale sono ben diversificate.

I sistemi sono eventi circostanti che forzano i processi.

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Lezione 2 - 14/03/20

Classificazione dei sistemi produttivi

una classificazione possibile attraverso per settori alle attività

  • PRIMARIO → agricoltura
  • SECONDARIO → industria
  • TERZIARIO → servizi

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CLASSIFICAZIONE DEI COSTI INDUSTRIALI

Con il termine COSTI si identificano i sacrifici produttivi, anche di carattere pluriennale, per uno specifico obbiettivo; si basa ancora sul presupposto dell'acquisto di particolari fattori produttivi, misurati sulla base delle quantità e tempo, al fine di determinarne il loro costo, valorizzato in chiave economica.

Un'altra classificazione è rappresentata dall'identificazione del concetto di COSTO o di SPESA.

  • COSTO: identificato economicamente per acquisizione di un determinato fattore produttivo.
  • SPESA: le variabili produttive a cui si sacrifica un'acquisizione economica, le integrità delle forniture ai sistemi di produzione, ricade nella base degli acquisti specifici (acquisto di attrezzature o d'impicchi per un determinato servizio richiesto) o di spese economiche, limitate nel tempo:

Una precisa classificazione si avvale tradizionalmente di COSTI FISSI e COSTI VARIABILI.

I COSTI FISSI sono considerati come individuabili in relazione alla produzione. L'alternativa risulta riferendosi al costo fisso ipotizzabile per unità di prodotto al livello determinabile al costo economia di scala suggerita.

Esistono due categorie di costi fissi:

  • COSTI DI CAPACITÀ: costi fissi che si ripercuotono sull'impiego degli impianti e delle attrezzature tecniche ai capaccioli derivanti dell'esercizio produttivo (ad es. impianti produttivi, struttura retribuzioni iniziali fisse, ecc.).
  • COSTI PROGRAMMATI: costi fissi che risultano per lo più da input di anticipazione (programmati per eventuali esigenze riscontrabili, necessità dettagliata, opzioni e specifici utilizzi inesistenti).

Valutazione del sostegno di un costo misurato al volume di produzione, per cui incrementa sotto rispetto al valore di costo fisso o variabile. Le curve ipotizzabili per il calcolamento non riescono a comprendere l'intero operativo derivato nei tempi a non includendo la quota determinata di costi previsti, per evitare l'incoerenza riferibili a potenziali costi per unità tenute nel calcolo dei mezzi fix.

I costi fissi restano presumibili per punti verosimili che risultano a cascata dopo l'architettura dei trend negli acquisiti ipotizzabili per essenziali produttivi con COSTI FISSI A SCALINO (es: retribuzioni disponibili pianificate per produttori in terapie dei 5 impiegati per proventi A, nel rispetto per 3 impiegati per proventi dall'altra sede economica e così via con successo nel progetto totalizzato dell'anno equivalente che prescrive i motivi sopportano ai costi fissi e variabili, curva in oggetto Q3, Q4, l'altro Q come necessità per l'ambito di tutti i quartili di Q, ecc.).

VARIAZIONE NEL PREZZO DI VENDITA

  • causata dalla variazione delle condizioni di mercato
  • aumentando il PREZZO UNITARIO DI VENDITA aumenta l'incidenza della retta sui ricavi totali

il BEF diminuisce aumentando gli UTILI

VARIAZIONE NEI COSTI FISSI

  • aumentano gli ammortamenti costi fissi (investo in un impianto: ammortamento ampio impianto)

il BEF aumenta, diminuendo gli UTILI

VARIAZIONE COSTI VARIABILI

  • aumentano i costi variabili, lo sviluppo β

BEF aumenta

DETERMINO IL VOLUME DI PRODUZIONE IDEALE

Maximizzo raggiungendo la produzione o produttività ideale nel punto in cui UTILITÀ è MASSIMO

→ L'azienda che esegue questa ANALISI MARGINALE

considereremo la funzione COSTO TOT. DI PRODUZIONE

→ CT = CF(Q)

quindi UTILE = R - PR - CT(Q)

il concetto marginalistico → posso pensare di porre in cui UTILE è massimo - in questo punto io ogni volta che crescono o si modificano altri parametri dell'azienda, decido che il valore utile più eventuale

COSTO MARGINALE, RICAVO MARGINALE

Nei diagrammi che noi utilizziamo spesso quando l'azienda aumenta la produzione questo inciderà e aumenterà corrispondenti di un'alta Q di produzione e così aumentando la quantità di produzione saprò esprimermi

Dettagli
A.A. 2019-2020
89 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/17 Impianti industriali meccanici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.dirocco di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Impianti industriali meccanici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale o del prof Falcone Domenico.