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ANALISI TESTUALE DEL PROGRAMMA "Chi l'ha visto?"

Il programma "Chi l'ha visto?" inizia intorno alle 21:05 dopo la puntata di "Un posto al sole", ma già prima dell'inizio di questa soap la conduttrice, Federica Sciarelli, preannuncia i casi più gravi della serata o le nuove scoperte che riguardano quelli precedenti, ed in ciò si avvicina molto (forse per deformazione professionale) alle anticipazioni che fanno alcuni tg (vedi tg1 o tg5 delle 20) per incuriosire gli spettatori del programma precedente e dissuaderli dal cambiare canale. La sigla è uno dei segni distintivi di "Chi l'ha visto?" che hanno avuto maggior successo, in particolare la sua componente sonora. Mi è capitato in più occasioni di leggere dei forum su Internet in cui delle persone chiedevano notizie sul suo autore o sul come fare per scaricarla sul pc. Essa è composta da un montaggio di immagini di persone comuni che compiono azioni quotidiane o spezzoni.

diservizi riguardanti gli scomparsi, il tutto montato come farebbe un bravo regista di film drammatici creando senso di angoscia mista ad empatica disperazione. Alla fine della sigla inizia il programma con una ripresa in campo medio dello studio, la conduttrice è in piedi con dei fogli in mano (molto simile ad un tg) e la telecamera zooma fino al primo piano della Sciarelli che dopo aver salutato presenta il caso più urgente e eclatante della serata. Lo studio è quello tipico dei programmi di servizio pubblico, con una scenografia scarna, essenziale ma nello stesso tempo ricercata come dimostra la scrivania personalizzata a forma di punto interrogativo, con una vetrata come sfondo da cui poter guardare i centralinisti all'opera. La vista del centralino è un mezzo utilizzato da svariate trasmissioni di servizio (ad esempio "Mi manda rai tre") e non, ed ha un valore semantico molto elevato. Se lo osserviamo bene, ricorda perfettamente la redazione di un.televisione. Il telegiornale è spesso mostrato come sfondo a certe edizioni dei tg, come quelle straordinarie o notturne, con tutti quei giornalisti impegnati nella "ricerca" della notizia o nella chiusura dell'articolo. Allo stesso modo, richiama il centralino delle Forze dell'Ordine, Polizia o Carabinieri, spesso visto in televisione o ancor di più immaginato. Nello specifico, tutta quella gente al telefono, dietro ad un computer, in piedi con dei fogli in mano a vagare tra una scrivania ed un'altra, esplicano la funzione di dare al telespettatore ma soprattutto a coloro che hanno dei familiari scomparsi, la rassicurante sensazione che durante il giorno c'è qualcuno che lavora ininterrottamente alla ricerca di queste persone alla stessa maniera delle istituzioni pubbliche, ed inoltre, grazie anche alle decine di schermi posti alle pareti del centralino e collegati con diverse reti televisive, si ha un "effetto piazza" sempre molto richiesto alla televisione.

tv generalista. Naturalmente la vista del centralino non svolge solo il compito sopradetto, ma serve anche a dare "aria" all'ambiente scenico che altrimenti sembrerebbe l'angusto studio di una tv locale. Per completare, segnaliamo la presenza di un megaschermo alla destra dello studio, e quindi alla sinistra della conduttrice, a cui quest'ultima si rivolge quando ci sono dei collegamenti con le case o le piazze dei paesi delle persone coinvolte oppure con qualche esperto che si trova in un altro studio della Rai.

In "Chi l'ha visto?" le telecamere utilizzano prevalentemente due tipi di inquadrature, il primo piano e il campo medio. Il primo è utilizzato per i momenti più intensi del programma, specialmente quando si vuol enfatizzare il coinvolgimento della conduttrice mentre racconta la storia dello scomparso o fa domande ai familiari interessandosi al caso in modo indagatorio-distaccato, ovvero senza mostrare una facile commozione.

con lacrimazione aggiunta che in un simile programma risulterebbe scontata e banale, ma nello stesso tempo facendo domande incalzanti come farebbe un commissario di Polizia. Il campo medio invece lo troviamo all'inizio e alla conclusione del programma oltre che in vari momenti della serata, ad esempio quando la telecamera con una panoramica orizzontale segue la conduttrice mentre si sposta dal centro dello studio a dietro la scrivania e viceversa. Il montaggio delle sequenze ha un ritmo lento ma le inquadrature variano spesso evitando la monotonia, con dei collegamenti esterni, inquadrature del megaschermo dello studio o finezze come l'inquadratura della scheda sullo scomparso attraverso il monitor del computer di uno dei centralinisti. Una delle colonne portanti del programma è costituita dai servizi sulle persone scomparse. Essi raccontano la storia della persona sin da quando conduceva una vita tranquilla, spesso parlando della sua infanzia, sino al giorno della scomparsa.
  • foto prese dall'album dei ricordi del malcapitato,
  • filmati amatoriali che lo ritaggono, forniti dalla famiglia,
  • filmati girati dal programma sui luoghi dell'accaduto,
  • filmati con attori che mettono in scena i fatti narrati, impersonando i protagonisti,
  • immagini di repertorio che completano il filmato (campagne buie, passi nell'oscurità, case diroccate e tutto ciò di pertinente con la storia),
  • interviste a familiari e conoscenti.
  • Il contributo dato da questi servizi è fondamentale in quanto "spettacolarizzano" un programma che altrimenti si ridurrebbe ad una semplice elencazione di persone e fatti, e pur tenendo conto del fatto>giovane età. La televisione deve essere intrattenimento, deve saper coinvolgere il pubblico, farlo emozionare, ridere, piangere. Deve offrire contenuti interessanti, originali, che stimolino la curiosità e la voglia di conoscere. Non può limitarsi a mostrare tragedie e drammi, ma deve anche raccontare storie di successo, di speranza, di gioia. Deve essere un mezzo di comunicazione che unisce, che fa sentire le persone parte di qualcosa di più grande. La televisione può essere un potente strumento di educazione e di formazione, ma per farlo deve essere capace di coinvolgere e di emozionare. Non bisogna dimenticare che la televisione è fatta per il pubblico, e quindi deve saper ascoltare i suoi desideri e le sue esigenze. Solo così potrà continuare a essere un mezzo di comunicazione rilevante e di qualità.
    Dettagli
    Publisher
    A.A. 2007-2008
    6 pagine
    5 download
    SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

    I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Novadelia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Sociali Prof.