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CESARE BRANDI
Brandi sostiene che qualsiasi intervento verso l'opera d'arte dipende, tra cui il restauro, dal riconoscimento o meno
dell'opera d'arte come tale. Se negli anni abbiamo visto forte il dualismo fra conservazione/ricostruzione (
Ruskin/Viollet le duc), in Brandi questo dualismo va letto tra storicità e artisticità dell'oggetto di restauro. Quindi per
Brandi l'opera d'arte pone una duplice istanza: ISTANZA ESTETICA che corrisponde al principio base dell'artisticità
per cui l'opera è opera d'arte; ISTANZA STORICA prodotto umano attuato in un certo tempo e luogo e che in un
certo tempo e luogo si trova. A Brandi si deve il merito d'aver affiancato ad una solida teoria una prassi coerente e
riscontrabile nelle sue posizioni teoriche. Certo è che Brandi non è sempre stato valutato positivamente. C'era chi
come Amedeo Bellini lo paragonava a Bonelli non capendo però una differenza di base, il restauro di Brandi è un
restauro nel senso piu' generale del termine (pittura, scultura ...) quello di Bonelli, invece, è espressamente dedicato
all'architettura. Non mancano poi accuse d'astrazione, ritenendo le nuove teorie come praticamente inattuabili e
non rispondenti allo scopo, il che è assurdo visto che Brandi ha una forte componente pratica. A tutti gli effetti
niente è piu' sperimentato della teoria di Brandi, il problema però è quello di estenderne la sperimentazione non
solo in pittura e scultura, ma anche in architettura e urbanistica per ovviare alla qualità dei restauri che in questo
campo sono abbastanza scadenti.
LA TEORIA DEL RESTAURO: UNA SINTESI ANTOLOGICA
Per Brandi un'opera ha essenzialmente un valenza Storica (perchè realizzata in un preciso periodo) ed una Estetica
(basilare il lato artistico per cui un'opera d'arte viene definita tale) la piu' importante perchè da singolarità all'opera.
Detto ciò il restauro è riconoscere l'opera d'arte, nella sua esteticità e storicità, e permettere la trasmissione di tali
valori in futuro. L'unico intervento legittimo sarà quello della conservazione, l'opera d'arte ha un'anima e il restauro
deve permettere che la scatola di quest'anima resti intatta, conservando l'unità potenziale dell'opera, il suo
significato e lo scorrere del tempo. Nel campo dell'architettura si può parlare di Restauro Strutturale, semplificando
non poco le cose, infatti Brandi parla di una differenza tra Struttura e Aspetto chi non fa questa differenza è portato
a confondere il restauro con il ripristino il rifacimento, questo perchè si potrebbe pensare che per recuperare una
forma basterebbe ricostruirla con lo stesso materiale, tuttavia così facendo perderemmo il vissuto storico della
forma in se, in questo caso si parlerebbe di falso (è la storia a dare valore). Tempo e Spazio sono fattori che contano
in un'opera e a differenza della materia non possono essere ricostruiti. Tempo inteso in tre modi: 1 - Tempo in cui
l'opera è stata pensata; 2 - Intervallo di tempo tra processo creativo e di come l'opera viene configurata nella nostra
mente; 3 - Il momento stesso in cui l'opera viene configurata nella nostra mente. Il restauro non può intervenire su
questi fattori, può solo rafforzare il terzo per permettere la trasmissibilità dell'opera.
Per ciò che riguarda il rapporto tra aggiunte e rimozioni, la conservazione dell'aggiunta storica deve ritenersi sempre
legittima mentre le rimozioni devono essere sempre giustificate e devono lasciare traccia sull'opera stessa. Quando
si parla poi di Unità dell'opera d'arte si parla dell'immaginarcela come unica, una, intatta nella nostra mente; in tal
senso il restauro può anche essere inteso come ritrovamento dell'unità tramite i suggerimenti dei frammenti
ritrovati, questo porta però ad una integrazione ammissibile solo se riconoscibile a prima vista. Se il monumento è
allo stato di rudere allora non bisogna far altro che conservare e consolidare le strutture, visto che la sua anima è già
sparita. Divenendo rudere un'opera può raggiungere un valore ambientale, pittoresco, in tal senso è necessario
scegliere se lasciarlo nel suo stato o creare attorno ad esso un Involucro "Paesaggistico".
DIFFERENZA TRA ARTE IN PITTURA E ARCHITETTURA
Arte in pittura è quando l'opera è autonoma, si inserisce nello spazio in cui viviamo senza però parteciparne, in
architettura invece l'arte partecipa allo spazio, e un tutt'uno, per questo è impensabile spostare una qualsiasi opera
d'architettura dallo spazio in cui è stata costruita poichè pensata anche in relazione allo spazio.
Si può dire che Brandi ritiene un errore grossolano individuare il restauro come riproduzione, rimettendosi nei panni
dell'artista originario, altresì non esclude l'aspetto creativo anche se coerentemente lo considera un procedimento
esterno al campo del restauro, appartiene alla nuova unità che si sarà in tal modo raggiunta.
JOHN RUSKIN
John Ruskin non è un architetto, nonostante ciò, pochi pensatori hanno influenzato come lui la progettazione ed il
restauro. Con Ruskin il restauro va ad insediarsi nell'uomo come aspetto della sua vita. Una delle novità introdotte da
Ruskin è sicuramente la mancata divisione degli argomenti e delle materie, infatti queste vengono trattate tutte
assieme e comparate fra loro e vedendo ogni elemento che significato assume nei differenti ambiti. Tutto alla fine
viene confrontato con il valore fondamentale, ovvero la dignità umana.
Per quanto riguarda il concetto di arte, arte può essere qualsiasi cosa possa dare piacere nell'essere guardata, ogni
cosa è arte a suo modo, infatti Ruskin rifiuta i preconcetti, i pregudizi, in questo senso estende il campo dell'arte ad
ogni cosa. Il modello di riferimento è la natura che tuttavia non va copiata in quanto nessuna mimesi può essere
definita arte. L'armonia della natura è un qualcosa che ci compiace senza tuttavia capire il perchè ci piace, la natura è
come un sentimento, va assunta così senza particolari spiegazioni, basta il solo fatto di intuirla. Arte è qualcosa che
entra a far parte della natura senza disturbarne l'ordine, arte è quando si entra a far parte della natura e si diventa
parte di essa (come le rovine).
L'architettura per Ruskin ha due aspetti fondamentali, la proporzione e l'astrazione. La Proporzione per essere
compresa bisogna paragonarla all'armonia musicale in cui una nota domina le altre, e così in architettura un elemento
domina gli altri. Per far si che diventi arte ed entri a far parte della natura c'è bisogno che ogni singola parte sia in
rapporto con le altre. Per ottenere la proporzione bisogna scegliere un aspetto della natura da imitare per poi ottenere
la nostra struttura. Per l'Astrazione si entra nella sfera dell'arte, astrazione perchè l'arte è indipendente dall'intelletto
che non produce arte. Arte che è prodotto dell'immaginazione che non è coerente e non ha alcun riscontro con la
realtà, l'immaginazione però deve essere controllata dall'autocoscienza. L'immaginazione è qualcosa che arricchisce
la mente ma che non deve evadere per rimanere funzionale e per questo è necessario il controllo dell'autocoscienza.
Detto questo bisogna parlare di un'altra fondamentale componente per Ruskin, la Pratica. Una buona pratica per
Ruskin è quella che risponde ai criteri d'unità delle parti (architettura, restauro, economia) e c'è una una tecnica in
particolare che ha bisogno di questa unità per essere funzionale, cioè il disegno, il quale ha una funzione conoscitiva
in quanto attraverso il disegno si comprendono le funzioni i rapporti tra le parti e l'armonia. Detto ciò dobbiamo dire
che per Ruskin l'Architettura è il mezzo con cui l'uomo deve continuare l'opera di Dio, inoltre sostiene che essa trae i
propri fondamenti nel sentimento che si manifesta nella poesia. Quando Ruskin parla di sentimento parla di rispetto
per la natura (nei materiali e nella costruzione) e di coscienza per la storia di ciascun popolo e di ciascun uomo.
Uomini diversi hanno bisogno di architetture diverse. Architettura che va vista come un realtà organica, che si
inserisce nell'armonia della natura e la rispetta. Architettura che va progettata con uno sguardo al futuro per far si che
duri più a lungo possibile, suggerendo a chi dovrà intervenire in futuro le giuste scelte per la Conservazione,
conservazione che diventerà un tema fondamentale in Ruskin tanto da sfociare in una teoria politica. Dalla teoria della
conservazione si passa alla sua idea di Restauro, un'idea negativa in quanto il "restauro è la peggiore delle
distruzioni" perchè modifica la realtà dell'oggetto. L'uomo deve sapere che la battaglia contro al tempo è una battaglia
persa, l'unica cosa che si può fare è cercare di imprimere parte di sè nell'opera in modo da lasciare un segno della
sua presenza sulla terra. La fine arriva per tutti, tutto può essere recuperato ma il recupero non avrebbe senso perchè
l'essenza, lo spirito e l'arte sarebbero già scomparsi da tempo.
WILLIAM MORRIS
William Morris fu studente ad Oxford e allievo di John Ruskin che ne influenzò in gran parte le idee. A lui si deve la
creazione dell'Arts and Crafts Exhibition Society che poi prenderà il nome di Morris & Co.. Più che parlare di
un'idea di tutela, con Morris è giusto parlare di una vera e propria Protezione dei Monumenti. Le prime espressioni
delle sue idee vanno ricercate nella lettera pubblicata su un noto quotidiano inglese "The Athenaeum" dove si nota un
vero e proprio attacco nei confronti del restauro previsto per l'abbazia di St. Mary The Virgin. Morris più che di
restauro parlerà di vera e propria distrazione accusando architetti e clero d'essere senza speranza per l'ignoranza che
li acceca. Ciò che lui suggerisce è che venga istituita una società che protegga i monumenti. Questa lettere è un vero
e proprio incipit delle idee di Morris: Tutela al posto del Restauro; monumento come bene pubblico; necessità di
creare un'associazione di tutela. Dodici giorni dopo questo articolo fu fondata da Morris la S.P.A.B. (Società per la
protezione delle costruzioni antiche) che redasse un vero e proprio manifesto, una società che comprendeva che con i
restauratori dell'epoca non si sarebbe fatto altro che negare ai posteri la possibilità di