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Roberto Pane
Studia e si laurea in lettere a Firenze, fu il fondatore dell'ICR (istituto centrale del restauro), insegnò a Roma, Firenze, Bologna nelle accademie. Scrisse numerose opere di storia dell'architettura e di restauro come: "Teoria del restauro".
Il suo concetto di storia era assimilabile a quello di Benedetto Croce. Secondo Brandi l'opera era un intero, non si poteva restaurare la sua concezione, ma solo la sua materia, ri dando unità alla sua immagine. Così come il romanzo storico poteva avere più valore della storia stessa poiché interpretazione di una realtà, così il restauro critico poteva avere più valore di un restauro filologico.
Il restauro per lui è un atto critico, che si basa sul riconoscimento del valore di un monumento, in esso è da privilegiare l'istanza estetica perché è questa che da immagine. L'importanza va data anche all'ambiente del monumento, che deve essere preservato e valorizzato.
monumento.-La Lacuna: per risolvere questo problema si tentarono la tecnica della tinta unita, che però attirava attenzione sul mancante e non sull’opera, la tecnica del rigatino che era un’ottima maniera per denunciare l’aggiunta, un esempio poteva essere la torre di Salomon in Ungheria. Oppure la tecnica dell’astrazione cromatica, che non ridava unità all’immagine ma lavorava sulla lacuna. Importante esempio in restauro pittorico è quello della vergine col bambino di Baldini, che riscoprì la stratificazione ma fece in modo di far coesistere le tre fasi.- ”Teoria del Restauro” opera in cui spiega attentamente tutte le fasi e la concezione di restauro: 1. Il concetto di restauro e di opera d’arte: Il restauro è l’intervento atto a mettere in luce il prodotto dell’attività umana. Ci sono restauri per opere d’arte e restauri per opere industriali che è semplice
Rifacimento dell'apparato funzionale. L'opera d'arte è valutata sull'istanza storica, che è importante perché il monumento è il prodotto di un certo luogo e spazio e anche per l'istanza estetica, per cui il monumento è espressione d'arte. In tutto ciò è fondamentale conservare la materia fisica del monumento.
La materia dell'opera d'arte: si può conservare, di un monumento, la sua materia, che è espressione dell'autenticità del monumento, ma non si può mai arrivare a toccare la concezione. Differenza fra Struttura e aspetto, la struttura è ad esempio la cornice, l'aspetto è l'intero.
L'unità potenziale dell'opera d'arte: Lo strutturalismo dice che l'opera è un intero e non un totale, l'idealismo ci convince che l'immagine dell'opera non sia altro di ciò che appare.
L'opera non è un totale ma un intero, anche se lacunosa c'è sempre la possibilità di leggerla come totale, perciò si ha un'unità potenziale dell'immagine che è quel raggiungimento di un'immagine insiemistica che non mostra lacune. Torre di Salomon Visegrad.
4. IL tempo riguardo all'opera d'arte e al restauro: Brandi divide il tempo dell'opera d'arte in tre fasi che sono: Durata, Intervallo e attimo. La durata è il momento in cui il creatore dell'opera d'arte la concepisce e la crea; la durata è il momento che passa tra la costruzione dell'opera d'arte finita e la percezione dell'osservatore e infine l'attimo è il momento in cui l'osservatore percepisce l'opera. Il restauro è lecito che avvenga solamente nell'attimo poiché è il modo per non intaccare l'immagine né la concezione.
dell'opera stessa. Se questo avviene nella durata si ha un restauro di fantasia, poiché neanche l'artista aveva potuto terminare la concezione dell'opera; se il restauro avviene nell'intervallo si ha un restauro di ripristino perché non si è ancora data la possibilità all'osservatore di percepire completamente l'opera.
5. Restauro e istanza storica: Chiarisce in questo capitolo le azioni da fare nel restauro unicamente rispettando l'istanza storica, secondo alcune categorie di edifici o cose:
- Rudere: si deve mantenere come tale, va fatta conservazione perché è testimonianza di un processo storico;
- Patina: va mantenuta perché è testimone del tempo sul monumento, è la sua antichità;
- Aggiunte: vanno mantenute perché anche queste segnano il passaggio dei secoli e delle differenti culture sul monumento;
- Rifacimenti: sono segni del fare umano e in quanto tali vanno mantenuti;
6.
Restauro e istanza estetica: Chiarisce, sulle categorie edilizie precedenti, gli aspetti legati solamente all'istanza estetica:- Rudere: va mantenuto come tale perché ha un fascino e valore di antichità.
- Patina: tecnicamente è un'aggiunta e andrebbe tolta ma si mantiene poiché dà un fascino aggiunto al monumento che segna il passaggio del tempo.
- Aggiunte: l'istanza estetica prevede in alcuni casi la rimozione di queste aggiunte che danneggiano l'immagine del monumento che in fasi precedenti si considera migliore, qui va fatto un giudizio di valore e va deciso se mantenere l'istanza storica o dare più importanza all'immagine del monumento.
- Rifacimenti: vanno tenuti così perché potrebbero avere un grande valore estetico come ad esempio il campanile di S.Marco a Venezia.
tutelato o meno.
Renato Bonelli (1911-2004)
Nasce ad Orvieto e studia architettura a Roma. Scrive "architettura e restauro". Fede parte dell'associazione Italia Nostra come segretario generale.
Secondo Bonelli, si deve sempre anteporre il valore artistico a qualsiasi altro valore, infatti il primo compito del restauratore è di riscoprire la qualità artistica dell'opera d'arte. Il suo compito è anche quello di dare vera forma al monumento, che può anche essere una forma che esso ha raggiunto nei secoli e non quella iniziale.
Critica la carta del restauro italiana del 1932 perché privilegia l'istanza storica ma il monumento non può essere visto solo come documentazione storica perché è anche espressione di un mondo spirituale.
Definisce tre categorie di edifici:
- architetture: che sono opere d'arte in senso proprio;
- edilizia diffusa: che sono un tentativo di espressione di qualità.
tecnica e deve riportare all'unità formale, che è sempre messa davanti all'unità storica. Da molta importanza all'architettura minore riprendendo il concetto di Benedetto Croce del binomio poesia/prosa. Valutare sempre fenomeni storici ed estetici ma anche economici e sociali. Sostenitore della tecnica caso per caso, non crede in una tecnica univoca, infatti non si può essere sempre coerenti. Tempio malatestiano a Rimini, ricostruzione con anastilosi perché è l'unico modo di rispettare le ragioni estetiche e il rigore geometrico. Post guerra si trova a rivoluzionare la teoria del restauro poiché chiarisce la necessità di conservare la memoria, non si può ricostruire tutto con tecniche nuove seppur sia sostenitore del moderno. 1965 Venezia. Dibattito fra antico e nuovo, è fortemente convinto nella continuità dell'architettura e nella stratificazione. Ne parla in "Città antiche"
“Nei centri storici il nuovo può coesistere nell’antico secondo alcuni limiti volumetrici e di linguaggio. Invece c’è chi sostiene che ci sia una forte discontinuità fra antico e nuovo e che se il nuovo deve esistere deve potersi esprimere senza limiti.
Fa forti contributi per la stesura della carta di Venezia:
- estende il concetto di monumento anche per gli intorni dell’architettura
- i monumenti devono essere rifunzionalizzati.
Centro antico di Napoli 1971: opera in cui discute tematiche quali importanza del rapporto antico nuovo, dell’importanza della collaborazione pluridisciplinare, parla di speculazioni postbelliche nel centro che è quello originale greco-romano e di come evitarle e agisce in maniera economica e puntuale su molti monumenti cercando di salvaguardare l’ambiente monumentale per ciascuno di essi.
Loggia Rucellai anni 70: libera le stratificazioni per dare luce alla geometria
albertiana.Tipico esempio in cui il valore formale originario è maggiore del valore delle stratificazioni.
Carlo Scarpa (1906-1978): Fu designer, architetto e restauratore. Studiò e insegnò a Venezia, dove si formò anche dall'aspetto di allestimento museale, in cui brillò particolarmente per alcuni progetti. Le sue influenze provenivano dall'architettura giapponese e da Wright. Ogni sua idea la mostrava attraverso disegni e schizzi che mostravano il modo in cui le sue idee si traducevano su carta. Il suo progetto più riuscito in campo di restauro fu Il museo del Castelvecchio a Venezia. Il palazzo nasce con funzione militare nel 1300 su committenza di Cangrande della Scala e subisce numerose modifiche nel corso dei secoli, soprattutto in epoca napoleonica quando viene restaurato secondo chiave neoclassica. Nel XVIII secolo diviene sede dell'Accademia militare della Serenissima, fin quando poi negli anni 20 del 900 venne abbandonata la
suafunzione militare e dal 58 venne incaricato Scarpa del progetto di restauro. Fu da subito