Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
I
“ l restauro storico mira a portare un oggetto al suo stato primitivo, come il restauro stilistico, ma escludendo le ipotesi ”
Si abbandonano i criteri stilistici ed analogici, l’intervento deve arrestarsi quando incominciano le ipotesi.
Luca Beltrami (1845-1933)
È un noto architetto civile che ha studiato al Politecnico di Milano ma ha frequentato anche l’Accademia di belle arti ,allievo di Boito, si ispira al Rinascimento, pur
preferendo lo stile gotico. Dal 1880 si dedicò allo studio, alla difesa, al restauro di monumenti. Si impegna nel campo della conservazione sostituendo
all’interpretazione soggettiva il ‘metodo della documentazione storicamente fedele’. Si adopera costantemente per la conservazione del patrimonio
monumentale, con l’intento di ristabilirne la ‘verità’. Nella pratica si lascia trascinare dalla creatività, in cui affiora il revival stilistico, arrivando a cancellare proprio
quella identità dell’opera con demolizioni, rifacimenti e ripristini, seppure documentati. Beltrami ha reso legittimo il restauro stilistico e non si preoccupa di
ricostruire ‘forme verosimili’. Per lui è più importante avere una percezione immediata dei valori morali del passato.
Palazzo Marino, Milano (1888-92) Beltrami realizza la facciata riprendendo lo schema compositivo che
appare sul fronte principale verso piazza San Fedele, secondo una
soluzione filologicamente corretta che “esclude ogni idea di introduzione
di nuovi motivi decorativi”.
Castello Sforzesco, Milano I primi interventi di restauro del Castello sono eseguiti negli anni 1893-1894 dall'Ufficio Tecnico
Regionale per la Conservazione dei Monumenti, istituito nel 1891 e diretto da Luca Beltrami, che
propone un restauro "filologico", basato sull'attento studio delle fonti grafiche e letterarie antiche.
Interventi realizzati:
- si riporta all'altezza originaria il torrione cilindrico est;
- si rialzano quello ovest e la Torre di Bona;
- si iniziano gli sterri del fossato; - si sistema parte della Corte Ducale e della Rocchetta;
- si demoliscono la Ghirlanda e la Cavallerizza.
Tra il 1895 e il 1897
- si ricostruiscono finestre, cornicioni, tetti e pavimenti; - si ripristinano le antiche sale, si scrostano i muri riscoprendo degli affreschi;
- si destinano gli ambienti della Corte Ducale e della Rocchetta a Istituti culturali e Musei artistici e archeologici, aperti al pubblico da metà del 1900.
Beltrami si oppone alla demolizione della struttura per via dell’idea di realizzare un nuovo quartiere e provvede a fare una ricerca documentaria molto
approfondita per redigere il progetto di restauro. Esegue un’opera di ripristino partendo dal piano ambientale e urbanistico per giungere poi a quello decorativo,
in poche parole esegue una ricostruzione integrale del castello. Effettua riparazioni, ricostruzioni, ripristina il cortile e le corti, in cui le aggiunte sono distinguibili,
ogni tanto però si fa prendere dalla fantasia e dunque cade nella tantezione del restauro di stile Ribattezza il castello ‘Sforzesco’ per sottolineare il recupero delle
fattezze del tempo.
Camera di Commercio (1915)
La facciata della Camera di Commercio è stata progettata da Luca Beltrami, intorno al 1915.L’edificio si sviluppa
su tre piani con aperture perfettamente simmetriche, ma con finiture differenti in ciascuno di essi: ad arco nel
primo, con timpani e balconi nel secondo, più semplici nell'ultimo. Il cornicione si conclude con due coppie di
vasi ornamentali per lato.
Gaetano Moretti (1860-1938)
È un architetto milanese, studiò al Politecnico. Proseguì sulla scia di Boito e Beltrami e lavora come architetto e restauratore sia in Italia che in America latina. Si
appassiona all’architettura e al disegno e dà una fondamentale importanza alla conoscenza approfondita dell’opera. Quando lavorava usava strumenti tecnici sia
tradizionali che moderni come il ferro e il cemento, riproponeva la ricostruzione di opere ‘com’erano e dov’erano’, si impegnava nel campo della conservazione
sostituendo all’interpretazione soggettiva il ‘metodo della documentazione’, segue senza troppa originalità le regole della reintegrazione stilistica nella versione
del restauro storico. San Sepolcro, Milano (1908)
Prima del restauro l chiesa era in stile barocchetto ma con il restauro vengono rimosse
queste forme per mettere in luce i resti dell’antica fabbrica. Viene anche fatto un lavoro
di ‘stonacatura’.
Campanile di San Marco, Venezia (1902-1912)
Crolla il camapanile di San Marco il 14 luglio del 1902 distruggendo anch ela Loggetta del Sandovino. Il Sindaco convoca un
Consiglio Comunale Straordinario per le 21 di quello stesso giorno, durante il quale è approvata all’unanimità la delibera,
proposta dal Sindaco Grimani, che prevede un primo stanziamento di mezzo milione di lire per la ricostruzione del
campanile e della Loggetta. La direzione dei lavori è affidata all'architetto e archeologo veneziano Giacomo Boni, direttore
degli scavi del Foro Romano, che nel 1885 aveva già eseguito dei sondaggi sulle fondazioni del campanile.Il recupero delle
macerie, che si protrae per sei mesi, è fatto con la massima attenzione, suddividendo i mattoni dai frammenti lapidei più
pregiati dell'apparato decorativo del campanile e della Loggetta che sono custoditi in Palazzo Ducale.I lavori di sgombero
terminano all'inizio del 1903, quando è demolito il mozzicone di campanile che ancora resta. Durante le operazioni di
sgombero della Piazza sono recuperati tutti i frammenti artistici del campanile e della Loggetta che si possono trovare:
statue, colonne, capitelli, bassorilievi ed altri reperti lapidei. Il Boni procede ad uno scavo in profondità attorno al masso di
fondazione per verificarne la solidità e saggiare la consistenza del terreno circostante.Nonostante l'eterogeneità del
materiale, di provenienze diverse, nel complesso le fondazioni e il circostante terreno risultano in buono stato e si può
escludere che sia lì la causa del crollo. Beltrami sottolinea la necessità che il nuovo campanile risulti più leggero del
precedente, suggerendo l’utilizzo del cemento armato per le strutture interne. Ciò eviterebbe gli inconvenienti alle rampe
che hanno determinato il collassamento della
vecchia torre. Il 12 giugno 1903, l'ingegnere
Beltrami rassegna le proprie dimissioni quindi viene nominata una commissione di
studio presieduta dall'architetto Gaetano Moretti che condivide le soluzioni di
Beltrami con un progetto che mantiene la tradiziona ma considera indispensabile
usare le tecnologie edilizie più moderne. Si decide di allargare il masso di fondazione
con delle interconnessioni strutturali tra la nuova base e quella vecchia in modo da
ottenere un unicum. Per i materiali ci fu uno studio approfondito per sceglierne uno
molto simile a quello originale, un’attenzione particolare è stata data alla scelta della
malta, una moderna malta di cemento. La costruzione raggiunge i 7 metri di altezza
grazie all’utilizzo di ferro e cemento per la staticità. Sulla soletta in cemento armato
è montato l'apparato lapideo in gran parte originale, essendo stati recuperati,
restaurati e ricomposti gli elementi in pietra d’Istria. Nel giugno del 1912 il cantiere
viene smaltellato.
Slide 9
Il restauro del XX secolo
Alois Riegl (1858-1905)
Era uno storico dell’arte di Vienna e poi diventa un professore. In seguito è nominato presidente della Reale e Imperiale Commissione per lo studio e la
conservazione dei monumenti storici e artistici dell’Austria-Ungheria, inoltre grazie a lui in Austria viene emanato la prima legge nazionale di tutela dei
monumenti. Pubblica anche dei testi come ’Il culto moderno dei monumenti’ nel quale afferma che il restauro rappresenta un campo che si distingue
completamente dalla storia dell’arte. Riegl si rifà alle teorie purovisibiliste e della Kunstwollen (volontà d’arte), secondo cui il fattore basilare della produzione
artistica è rappresentato dalle “volontà artistiche”. Kunstwollen è un termine introdotto da Riegl nella critica dell'arte antica per indicare il “gusto” di un
determinato periodo storico anche di un singolo artista e il fattore predominante di ogni creazione artistica. Il conseguente concetto di autonomia di ogni forma
d'arte faciliterà il riconoscimento della validità delle arti non classiche e la comprensione dell'arte tardoantica.
Purovisibilismo --> La creazione artistica, lungi dall’essere imitazione, è essa stessa creazione di realtà, che nel caso della pittura è visibile (pura visibilità).
Stimmung --> si riferisce all'aspetto psicologico dell'effetto che il monumento produce sull'osservatore moderno. Una sensazione di per sé indefinibile che si
esprime soltanto nel desiderio inappagabile di guardare un oggetto ‘antico’. L'osservatore non potendosi spiegare la sensazione che prova di fronte al
monumento, si convince che tale piacere sia dovuto al riconoscimento della sua bellezza o del suo interesse storico. È un impulso irresistibile e non una passione
storica ed estetica che ci spinge al culto dei monumenti.
La scienza può cogliere aspetti oggettivi della realtà, riconducendo la regolarità dei fenomeni a ‘leggi’ matematiche. Ma estranei alla scienza restano i valori, che
non sono oggetto di conoscenza, ma di partecipazione affettiva e di “saggezza morale”. Si viene a creare il ‘valore dell’antico’, o meglio della vetustà, che non è il
valore storico così come inteso dai cultori d’arte ma si tratta di un valore ‘sentimentale’, rappresentativo di una popolazione con precise idee etiche e politiche,
espressione del socialismo democratico cristiano.
Riegl si oppone duramente al restauro stilistico e alle opere di Viollet-le-Duc, che negano il rispetto di alcuni valori intrinseci di ciascun’opera. Di contro, compito
del restauratore è quello di favorire un confronto dialettico tra i vari valori.
Il culto moderno dei monumenti
Ogni monumento ha al contempo un valore storico e un valore artistico, ogni monumento d’arte è a sua volta yn monumento storico perché rappresenta un
certo stadio dell’arte figurativa, viceversa un monumento storico è anch eun monumento d’art eperchè contiene elementi artistici. È bene dunque parlare di
‘monumento storico-artistico’. A differenza del valore storico, che è valore in quanto memoria, il valore artistico è soggettivo e mutevole, è un valore relativo,
contemporaneo. Il valore dell’anZco si rispecchia in 3 classi di monumenZ:
1) monumenti intenzionali , pervenuti per volontà di chi li real