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COGNITIVO

Collins, Brown e Newman svilupparono sei metodi da applicare durante le diverse fasi dell'

apprendistato cognitivo;

- i primi tre (modeling, coaching, scaffolding) sono il fulcro dell'apprendistato e sono legati all'area

cognitiva e metacognitiva;

- i due successivi (articulation and reflection) sono sviluppati al fine di favorire la tecnica del

problem-solving;

-l'ultimo passo (exploration) è pensato per aiutare a condurre l'apprendista all'indipendenza e per aiutare

ad identificare e risolvere eventuali problemi.

Modelling

Il metodo del Modelling prevede che il maestro illustri e svolga un compito in presenza dell'apprendista,

il quale può così costruire un modello concettuale grazie all'esperienza (per esempio, un docente di

matematica potrebbe illustrare a voce alta ogni singolo passaggio durante lo svolgimento di un compito,

fungendo da modello all'apprendista).

Coaching

Qui invece, l'esperto osserva i compiti svolti dall'apprendista, dando suggerimenti e feedback mirati allo

sviluppo delle conoscenze e al miglioramento delle prestazioni .Il maestro assiste continuamente

secondo le necessità del ragazzo.

Scaffolding

In questo metodo, vengono strutturate le strategie e i metodi utili all'apprendista per migliorarne

conoscenze e rinforzare l'apprendimento e questo può avvenire per manipolazione, in maniera attiva o

tramite il lavoro di squadra,il maestro fornisce un appoggio all'apprendista, uno stimolo e pre-imposta il

lavoro.

Articulation

Questa fase evidenza l'importanza dell' indagine, del pensare ad alta voce e il ruolo critico degli

studenti; attraverso l'indagine, gli insegnanti pongono domande agli studenti per permettere loro di

comprendere meglio il loro grado di conoscenza e per formare migliori modelli concettuali; il pensare a

voce alta, obbliga gli studenti ad articolare i propri pensieri mentre risolvono i problemi. Gli studenti

assumono un ruolo determinante nel momento in cui monitorano il lavoro svolto dai loro colleghi

durante le sessioni di gruppo.

Reflection

In questa fase l'apprendista ha la possibilità di comparare i propri processi e metodi di problem solving

con quelli di altri esperti o colleghi; un metodo utilizzato è quello di comparare le precedenti

performance di esperti e studenti, sottolineando gli aspetti comuni e quelli distanti, con lo scopo di

migliorarsi di volta in volta.

Exploration

Gli studenti devono risolvere i problemi in autonomia, in forma nuova, inoltre devono essere in grado di

insegnare ai loro colleghi strategie di problem-solving.

6) problem solving; un problema può essere definito come la situazione in cui si trova un essere vivente, il

solutore, il quale desidera passare da uno stato dato ad uno desiderato, ma non può farlo tramite

un'azione istintiva né mediante un comportamento appreso. Il termine inglese problem solving indica il

processo cognitivo messo in atto per analizzare la situazione problemica e escogitare una soluzione. Una

tale prima e generale definizione si può estendere anche a meccanismi d'intelligenza artificiale. Diversi

studi teorici hanno affrontato questo concetto. Oltre agli psicologi, che già a partire dai primi anni del

secolo scorso hanno individuato dei meccanismi messi in atto dalla mente umana per la risoluzione di

problemi di vario tipo, molti altri teorici si sono interessati alla questione ricorrendo a metodi e

conclusioni propri del loro ambito degli studi: neurologi, fisici, matematici, si sono cimentati nella

definizione dei processi risolutivi e nell'elaborazione di possibili strategie.

Il concetto della risoluzione dei problemi è vasto, caratterizzato da metodi diversi e da applicazioni le

più svariate. Le tecniche del problem solving sono impiegate nell'ambito dell'ingegneria, della

psicologia e sociologia, dagli adulti e dai bambini, nelle scuole o nelle aziende. Alcune di queste

tecniche sono più spontanee, altre più elaborate, alcune permettono di trovare una sola soluzione, altre

aprono la strada a soluzioni diverse. In modo più o meno consapevole e più o meno efficiente, ognuno

di noi affronta i diversi problemi della propria esperienza ricorrendo al concetto di problem solving.

L'apprendimento è un processo che accompagna le persone lungo tutto l'arco della loro vita, senza

limitarsi a un concluso periodo della formazione. La visione secondo cui la vita dell'individuo si divide

in una prima fase di apprendimento e in un secondo periodo di applicazione delle conoscenze

precedentemente acquisite è infatti da tempo superata. Questa situazione di apprendimento permanente

si spiega con la crescente complessificazione e con il continuo cambiamento del contesto sociale,

economico e tecnologico.

Se in una pedagogia tradizionale di trasmissione del sapere l'abilità mnemonica aveva un ruolo cruciale,

nel caso del lifelong learning altre competenze vengono messe in valore, tra cui il problem solving, il

pensiero critico, la creatività, la gestione costruttiva dei sentimenti. Tali competenze trasversali

permettono di affrontare in modo razionale e costruttivo le difficoltà, di reagire adeguatamente a nuove

situazioni e ai continui cambiamenti, di sviluppare la capacità di imparare.

Se il processo di apprendimento comune implica un automatico ricorso a procedure innate o

precedentemente acquisite davanti a un problema analogo a un altro già noto, il problem solving è una

sequenza di operazioni cognitive al termine della quale si arriva invece ad una soluzione

precedentemente sconosciuta.

È facile ricorrere all'esempio di risoluzione di un problema matematico. Se lo studente si limita alla

meccanica applicazione di formule apprese e di ricette preconfezionate, sarà in grado di risolvere solo

problemi eguali ad altri già noti. Nel caso del problem solving, invece, non solo ci si trova davanti a un

problema che non è direttamente riconducibile a uno analogo, ma non si è in possesso in anticipo della

formula che fornisce il risultato corretto. Tale formula sarà trovata al termine di un percorso di ricerca in

varie tappe, dalla riduzione del problema in parti più semplici e più facilmente risolvibili all'assunzione

di nuovi punti di vista e di diverse direzioni possibili.

Il concetto di problem solving implica un ragionamento strutturato e finalizzato alla risoluzione di una

situazione complessa, che non puo' essere ottenuta con la automatica applicazione di procedure già note

né con un approccio meramente istintivo o intuitivo.

Secondo gli psicologi della Gestalt, un problema complesso è costituito da molteplici elementi in

relazione tra loro, formanti una rete che risulta a prima vista indecifrabile. Obiettivo del solutore è

dipanare questa matassa, penetrarla in profondità e raggiungere la consapevolezza dei rapporti tra gli

elementi del problema, detta in inglese insight, fino ad averne una visione d'insieme. Raggiunta questa

consapevolezza, il solutore diviene in grado di trasformare e ristrutturare i rapporti tra gli elementi del

problema, riorganizzarli in un'ottica prima sconosciuta e trovare la chiave di lettura che può produrre

una soluzione. Si veda Prospettive sul problem solving di A. Antonietti, C. Angelini.

Gli ostacoli maggiori al processo cognitivo di risoluzione di un problema sono, per la scuola della

Gestalt, legati alla rigidità degli schemi mentali del solutore e all'incapacità di cogliere il problema nella

sua dimensione globale. Per esempio alcuni aspetti possono apparire immutabili o destinati a una

funzione fissa, mentre la soluzione richiede una trasformazione o una diversa utilizzazione; un

approccio solutorio sperimentato con successo in passato può essere riproposto meccanicamente in

situazioni non adatte; una visione eccessivamente schematica e semplificatoria può nascondere la reale

complessità della rete di relazioni tra gli elementi.

Con il problem based learning (PBL, apprendimento basato sui problemi) l'insegnante presenta un

problema e poiché non vi è dato un contenuto, l'apprendimento diventa attivo nel senso che si scopre e

si lavora con i contenuti che si ritengono necessari per risolvere il problema.

L'approccio scientifico alla risoluzione dei problemi è sviluppato secondo uno schema puramente

intuitivo:

- percezione dell'esistenza di un problema

- definizione del problema

- analisi del problema e divisione in sottoproblemi

- formulazione di ipotesi per la risoluzione del problema

- verifica della validità delle ipotesi

- valutazione delle soluzioni

- applicazione della soluzione migliore

I metodi per risolvere i problemi sono numerosi e diversissimi, visto l'enorme campo della loro

applicazione. In Come risolvere i problemi di matematica. Logica ed euristica nel metodo matematico

(Feltrinelli Editore, 1983), il matematico ungherese George Polya scrive che la soluzione dei problemi si

ottiene seguendo quattro stadi: comprendere il problema, escogitare un piano, eseguire il piano,

controllare i risultati. Proponendo questa sequenza, egli si rifà al metodo sperimentale proposto da

Galileo nell'ambito scientifico.

Volendo allargare il discorso all'ambito più generale dell'apprendimento, è possibile raggruppare le varie

strategie in aree più vaste. Ne La rappresentazione dei metodi di problem solving, P. Perego, S. Ignazi e

A. Antonietti propongono diverse prospettive che riassumono i vari metodi di risoluzione di problemi: la

produzione di una grande quantità di idee, per poi selezionare le più valide, per esempio il

brainstorming; la combinazione e permutazione degli elementi, alla ricerca di corrispondenze inattese e

rivelatrici tra situazioni diverse; la ricerca di analogie tra un dato problema e un altro già noto; l'analisi

del problema nella sua globalità e sotto diversi punti di vista; infine, l'utilizzo di soluzioni intermedie

che trasformano gradualmente il problema permettendo di avvicinarsi alla soluzione a tappe.

Benché non sia possibile in questa sede descrivere in modo dettagliato tutte le competenze che facilitano

l'applicazione dei diversi metodi del problem solving, visto che queste variano molto a seconda

dell'ambito e del singolo problema che ci si trova ad affrontare, possiamo tuttavia citare alcune attitudini

generali.

In primo luogo, le competenze metacognitive permettono di applicare con successo le strategie del

problem solving: ad esempio la capacità di analizzare e valutare la propria attività cognitiva, o meglio,

della consapevolezza dei vari aspetti del lavoro mentale. Una persona capace di individuare il tipo di

ragionamento a cui è più portata, le difficoltà incontrate durante il processo risolutivo e i benefici

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Publisher
A.A. 2013-2014
86 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessypierm di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e metodologia del movimento umano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Quarato Marco.