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VARIETA’ DI RAPPORTO:
• Soggetto- oggetto (attrezzi piccoli e grandi)
◦ Soggetto- compagno/i
◦
VARIETA’ DI APPORTO SENSORIALE:
• Controllo visivo totale/parziale/assente
◦ Ambiente chiuso, all’aperto, in acqua
◦ Limitazione o disturbo dei recettori dell’orecchio
◦ A piedi scalzi/con scarpe più o meno pesanti
◦ Con/senza guida ritmica (del docente/dell’allievo)
◦ Rotolamento 71
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Camminare
E’ il primo degli schemi motori che il bambino esegue dopo aver conseguito la stazione eretta,
ed è una delle più naturali espressioni del comportamento motorio.
L’esecuzione di questo schema e la sua osservazione può aiutare l’educatore a comprendere
meglio i vari livelli della motricità individuale: dagli eventuali ritardi nello sviluppo al profilo
della personalità.
Al termine della scuola dell’infanzia il bambino acquisisce una buona padronanza di questo
schema che costituisce la base di partenza delle prime esperienze motorie.
Lo sviluppo del camminare ed il raggiungimento della posizione eretta favoriscono l’instaurarsi
di alcune forme di movimento strettamente dipendenti quali: l’arrampicata, la salita, e la
discesa, la corsa, il salto.
Nei riguardi della camminata, la genesi dei movimenti va riscontrata negli spostamenti laterali
che il bambino esegue quando si regge ad un sostegno, lasciando gradualmente la presa con
una mano per poter afferrare un oggetto distante. La prima metà del secondo anno di vita
viene spesa nel perfezionamento di tale abilità: inizialmente sono possibili al massimo un paio
di passi, i quali vengono eseguiti goffamente, pestando quasi sul terreno e privati ancora
dell’azione degli arti superiori che rimangono notevolmente abdotti in avanti alto per il
mantenimento dell’equilibrio. Sembra quindi che egli impari prima a correre che a camminare
dato che la camminata lenta richiede un assetto ed un equilibrio superiori.
Elementi che influiscono sullo sviluppo della camminata sono:
- la costituzione morfologica
- l’ambiente
- l’ereditarietà
- l’equilibrio: condizionato dall’uso delle braccia, dalla la base di sostegno, dai punti appoggio,
dall’ampiezza della falcata
18 mesi – 2 anni: la cadenza è di 170 passi al minuto (adulto 140/145); aumenta la lunghezza
del passo.
12 mesi – 2 anni: cambia la posizione del piede, da extraruotato e a piena pianta, ad una
posizione di allineamento parallelo alla direzione di marcia.
16 mesi ½: oltre che camminare avanti esperimenta il camminare obliquamente e all’indietro.
Dopo i 30 mesi: cammina anche in punta di piedi. A 3 anni: la deambulazione è come quella
dell’adulto. 75
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Correre
Il modo di correre del bambino di 5-6 anni è caratterizzato in genere da sbandamenti laterali,
dai piedi “sventolanti” in diverse direzioni, da un’andatura poco armonica e scarsamente
economica, fatta di passi irregolari, molto frequenti e di limitata ampiezza.
I bambini in questa fascia di età tendono a correre sempre al massimo delle loro possibilità, per
una tendenza agonistica quasi fisiologica, avulsa da qualsiasi consapevole controllo della spesa
energetica.
Nel bambino, verso i 9-10 anni, si affina tale schema motorio in quanto migliorano le capacità
coordinative speciali (differenziazione motoria spazio-temporale) e si sviluppano le capacità
condizionali.
Inoltre migliorano importanti fattori psicologici, quali la fiducia e la sicurezza motoria, il
controllo consapevole dell’azione volontaria.
I primissimi veri movimenti di corsa, ove cioè sia possibile evidenziare fasi alternate di volo e di
appoggio, risalgono ai 2 anni e ½ di vita, e si manifestano con movimenti goffi, poco elastici e
con ampie approssimazioni delle fasi ritmiche.
Il passaggio dalla deambulazione alla corsa è naturale e avviene quasi subito con l’aumento
della cadenza dei passi.
1 anno ½ : possiamo vedere una corsa irregolare.
2-3 anni : appoggia sul calcagno, poi sul mesopiede, infine sulle teste metatarsali; ha difficoltà
a fermarsi e a girarsi in fretta.
4-5 anni: controlla bene tutti i movimenti grazie ai progressi nell’equilibrio, nella forza e nel
controllo della partenza, della fermata e del girarsi.
5 anni: stile di corsa corretto.
6-12 anni: Sulla base dello sviluppo delle capacità coordinative, in questo periodo, notiamo un
decisivo miglioramento delle abilità motorie primarie. Via via, vengono superate le difficoltà
della corsa veloce (sbandamento laterale dei piedi, mancanza di fase aerea vera e propria,
scartamento longitudinale dei passi e azione equilibratoria degli arti superiori in abduzione)
che, al di là della notevole importanza della maturazione nervosa, consistono soprattutto
nell’impossibilità di controllo motorio per i movimenti eseguiti in tempi brevi. Solo a partire
dagli 8 anni, si potranno apprezzare i primi tentativi di accelerazione con azione finalmente
rotonda e soprattutto più economica.
Camminare, Correre, Saltare (Indicazioni per il loro sviluppo):
VARIETA’ DI ASSI E PIANI:
• Longitudinale
◦ Trasverso
◦ Misto
◦
VARIETA’ DI SUPERFICI:
• Ristrette
◦ Sopraelevate
◦ Instabili/ soffici
◦ Inclinate
◦ Irregolari
◦
VARIETA’ DI RAPPORTO:
• Soggetto- oggetto (attrezzi piccoli e grandi)
◦ Soggetto- compagno/i
◦
VARIETA’ DI APPORTO SENSORIALE:
• Controllo visivo totale/parziale/assente
◦ Ambiente chiuso, all’aperto, in acqua
◦ Limitazione o disturbo dei recettori dell’orecchio
◦ A piedi scalzi/con scarpe più o meno pesanti
◦ Con/senza guida ritmica (del docente/dell’allievo)
◦ 77
Saltare
L’acquisizione di questo schema presuppone un certo livello di coordinazione dinamica e di
controllo.
A 7-8 anni i movimenti delle gambe e delle braccia risultano poco coordinati, specialmente nei
momenti, anche se piccoli, di volo.
Occorre dapprima utilizzare un’attività ludica che preveda il saltare in basso, prima del saltare
in lungo o in alto: questo permette ai bambini di superare eventuali blocchi psicologici presenti
sia nella fase di caduta che nella fase di volo.
In presenza di tali difficoltà i momenti aerei devono essere brevi e assistiti dall’insegnante
attentamente. Giochi che prevedano il saltare in basso sul materassino o altre superfici
morbide sono utili per attenuare l’impatto sulla superficie più dura.
La corretta combinazione del correre con il saltare risulta generalmente carente tra i 6 e gli 8
anni, dopo i 9 anni questa capacità migliora notevolmente, consentendo al bambino di
misurarsi con se stesso e con i compagni in attività ludiche in cui sia presente il salto e la
rincorsa in successione.
Inversamente a quanto registrato nei movimenti di salita e discesa, ove il grado di
coordinazione dei secondi segue sempre quello dei primi, l’abilità motoria di salto si manifesta
prima nel saltare in basso, poi in lungo, ed infine, in alto. Un vero e proprio salto in alto sarà
possibile alla fine del terzo anno di vita, quando il bambino sperimenterà i primi tentativi di
saltare, da fermo, alcuni oggetti situati sul terreno.
2 anni: con l’aiuto salta in basso circa 50 cm su un piede.
2 ½ -3 anni: salta in lungo partendo su un piede e arrivando su due.
5 anni: salta in alto l’altezza del proprio “cavallo”.
6-12 anni: Solo verso la fine del periodo si potrà assistere ad un miglioramento dell’abilità del
salto, ancora incidono in maniera considerevole la capacità di controllo dell’equilibrio in fase di
volo e la scarsa capacità di forza che, nonostante un relativo incremento, non permette ancora
l’utilizzazione della componente verticale. Pertanto, appare più opportuno l’esercizio al salto in
lungo piuttosto di quello in alto. Al contrario, il salto in basso progredisce assai velocemente
con l’abbandono della esecuzione raccolta. All’età di 8-9 anni è già stata assunta quella quasi
ottimale di circonduzione delle braccia per avanti-alto, atteggiamento ad arco in fase di caduta,
e atterraggio ammortizzato sui soli arti con le braccia in fuori-alto. 78
Afferrare, lanciare, calciare
Sin dai primi mesi di vita il bambino esercita la prensione o atto dell’afferrare come movimento
riflesso sia palmare che plantare. Con la crescita l’atto diventa cosciente e volontario.
L’afferrare e il lanciare sono schemi motori che si sviluppano con l’incremento dei processi
coordinativi generali, legati in particolare al rapporto tra campo visivo e motricità delle mani.
Soltanto intorno agli 8 anni il lanciare diviene uno schema coordinato e fine, sia per precisione
che per fluidità.
E’ utile sottolineare che lo schema dell’afferrare non è legato semplicemente ai movimenti di
prensione dell’oggetto, ma, come nel caso del gioco della palla, dipende dall’orientamento del
corpo nello spazio e dalla capacità di anticipazione nel tempo.
Quanto detto vale anche per il calciare, schema popolarissimo sin dalla tenera età e
sicuramente utilizzato più degli altri nel gioco della palla.
Lanci e prese dai 6 ai 12 anni: I movimenti di lancio e di presa costituiscono la base di gran
parte dell’attività ludica di tutto il periodo della fanciullezza. A partire dal primo anno di scuola
primaria sono stati i preferiti per il rafforzamento della lateralità, ma anche per
l’apprendimento alla scrittura e alla lettura, in quanto sviluppano la coordinazione
oculo-manuale. Ricordiamo, inoltre, come l’esercizio di presa solleciti la funzione coordinativa
dell’anticipazione motoria contribuendo allo sviluppo della capacità di adattamento motorio.
Per quanto riguarda le abilità motorie secondarie, ricordiamo l’importanza che riveste
l’accoppiamento dei movimenti degli arti inferiori e quelli superiori, comuni a tutte quelle
andature combinate che, in questo periodo, vengono conseguite spontaneamente. Ad esempio,
il passo saltellato con circonduzione della braccia sul piano sagittale ed il più complesso passo
galoppato laterale con circonduzione degli arti superiori sul piano frontale.
Afferrare, Lanciare, Arrampicarsi (Indicazioni per il loro sviluppo)
VARIETA’ DEGLI ATTREZZI:
• Piccoli (fune, cerchio, palla, clavetta, nastro, bacchetta, appoggi)
◦ Grandi (asse d’equilibrio, trave, corde, pertiche, quadro, spalliera, scale.. ecc.)
◦ di fortuna (pigne, astucci, gomme, sedie, muretti, alberi, ecc.)
◦
VARIETA’ DI PRESE
• A una-d