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A: C
B
carenza Status
Riconoscime
Costruzione
status acquisito
nto identità
di sè Contratto
Storia
oggettiva
A: C:
B: D
definizione compiment
attivazione Problema
problema o azione
ad agire risolto
I due piani narrativi sono :
Storia oggettiva: storia del destinante
Storia soggettiva: storia del soggetto
La mappa e l’agenda
L’agenda: organizzazione delle informazioni personali, progettuale prospettica disposta nell’asse del tempo
Mappa: mappa del mondo immagine dell’universo condiviso. Imparziale e oggettiva, statica. (fino a 20 anni
fa era una dimensione oggettiva)
Ciò che sta succedendo è l’incrocio tra mappe e agenda, le mappe si rivelano essere anche oggi
fondamentali, uno dei centri fondamentali di organizzazione del sapere, ricche, sempre più personali.
La fiaba funziona così, vi sono 2 piani narrativi: 2 storie, la storia soggettiva solitamente è la più importante:
A/D = fasi che tendono a ridursi a poco
B/C = fasi molto ricche
La storia dell’anti-soggetto dovrebbe essere esattamente la stessa storia
La storia es. Cappuccetto Rosso risulta normalissima anche dal punto di vista del lupo.
Le storie sono piene di trasformazioni, capovolgimenti utili per ragionare, ciò anticipa il concetto di
trasformazione decisivo nella storia narratologica di Claude Levi Strauss.
Le due matrici di base del modello fiabesco sono l’essere e il fare.
Il perno tra la storia oggettiva e la storia soggettiva è il momento del bando (contratto). Il meccanismo del
contratto diche che i valori oggettivi e oggettivi sono traducibili: se lui fa una cosa sul paino oggettivo poi ha
valori soggettivi.
Destinazione/prospetticità: forme alternative
Modello proppiano: armonia i valori del soggetto sono realizzati grazie alla sua adesione ai valori del
Destinante
Modello romantico: valori in contraddizione, i valori del soggetto sono realizzati prendendo posizione
contro i valori del destinante (sembra dire al modello della fiaba “basta ancdar d’accordo con l’autorità)
Modello due amici: valori in contraddizione ma l’affermazione dei valori del Soggetto è illusoria,
apparteniamo in partenza. (dimostra che la storia di chi si basa prima sulla soggettività e poi la storia
dimostra che taluni si illudono)
Una grande classe di testi è costruita su architetture, tra loro molto variabili ma tutte fondate du una
qualche messa in relazione di istanza di destinazione e istanza di prospetticità
Architetture destinazione/prospetticità = ADP
Un problema molto dibattuto è la soggettività degli oggetti (film Alien) : riflessione sul mostro immaginario
tra soggettivo e oggettivo. Messa in dubbio di un universo oggettivo e soggettivo.
Teoria della narrazione e teoria del segno
In molte prospettive semiotiche la teoria della narrazione ha grandi difficoltà a coordinarsi con la teoria del
segno.
Questo è un ostacolo decisivo anche nell’applicazione pratiche di metodi di analisi di molti testi narrativi.
Oggi pensiamo i segni in termini relazionali, relegando la nozione di segno come linguistico nel passato.
Teoria della narrazione, 17.05.16
“Matrix” il film
Macchine Vs uomini: cattivi che predominano e uomini che si ribellano.
2 film: li guida i ribelli, ci sono macchina anche buone. Il destinante prevede tutto. Costruzione artificiale del
soggetto che ha bisogno di qualcuno che lo comandi.
Rapporto di narrazione di tipo: soggettivo- oggettivo
LA principessa si Cleves
Principessa a corte con sentimenti nascosti segreti e eventi di corte. La dimensione soggettiva è percepita
come la dimensione della verità, mentre il piano oggettivo viene percepito come falso per cui il modello si
rovescia.
Il sistema narrativo è un sistema amodale, protonarrativo
Anche i bambini hanno uno sviluppo amodale a tale livello si costruiscono della strutture sintattiche che poi
devengono sintassi della lingua, musica ecc
La dimensione narrativa è una dimensione di pensiero
Daniel Stern separa:
storie raccontate
storie vissute: modo in cui l’esperienza è tradotta in struttura narrativa: connessioni logiche relazione
causa- effetto (3-4 mesi di vita)
evento → classe di eventi
capacità di collegare entità singole e riunire in classi. Meccanismo essenziale per noi. Compare nei primi
mesi di vita ed è fondamentale.
Gli adulti sono assolutamente programmati per far questo: giochi di ripetizione risultano fondamentali per
addestrare bimbi che la realtà funziona così: la realtà è ripetitiva.
Questo fatto risulta essere consolatorio ci dà la sensazione che nel mondo c’è ordine (problema che si pone
anche Beckett nel mondo vi è un ordine?)
La dimensione narrativa è un esperienza di modellizzazione dell’esperienza. Un’altra cosa fondamentale è il
rapporto topic-focus (figura-sfondo) →capacità di vedere una scena e tagliarne un pezzetto, staccarla dallo
sfondo e farla diventare un piccolo piano concettuale.
Es. il gesto deittico indicazione del TOPIC è stato osservato che quando tu indichi la cosa il bimbo si gira a
guardare la cosa e poi guarda la persona (topic-focus) (di che si parla-che si dice).
L’adulto segnala l’inizio di un episodio e poi la fine: così i bimbi riescono a percepire a realtà come episodi
chiusi (memoria episodica) piccole strutture narrative.
La nostra mente analizza l’esperienza e la divide in episodi.
Broner studiò il gioco del dare e prendere che prevede 4 ruoli:
1) Oggetto
2) Iniziatore
3) Ricevente
4) Agente
L’adulto è l’iniziatore- agente; il bambino il ricevente.
Quando il bambino ha 10/12 mesi scambia le persone con i ruoli: fa lui iniziatore-ricevente e l’iniziatore
agente (prende l’oggetto e lo dà al papà). È in grado di cambiare oggetti ed è in grado di giocare con più
persone.
Il bimbo sa separare i ruoli dalle persone sa distinguere il livello di attanti e attori.
Capacità fondamentali: si sta impadronendo della grammatica narrativa, il concetto di ruolo è al livello
astratto.
Principio di agentività (bimbo di 2 mesi)
Le cose succedono e sono il risultato dell’agire di qualcuno, scatta poi la rappresentazione
dell’interiorità di questo qualcuno. (IDEA che il mondo sia guidato dall’ intenzionalità).
Il bimbo inizia a capire che vi osno più soggetti che si aiutano.
Arriva inoltre presto a rappresentare una prototrama: soggetto che pende verso un obiettivo.
Sintonizzazione degli affetti:
i bimbi pensano: “se io ho un’emozione ( e ad esempio sorriso) l’adulto mi imita o davvero capisce
come mi sento?!”(Colgono la realizzazione dei significati ma non colgono il significato?!)
Traduzione intersemiotica
Se si cambia sul piano del significante allora mi ha capito!, (sbatto al mano /papà dice “bum bum”)
Il bambino capische che l’adulto lo ha capito.
Fondamentale per lo sviluppo delle capacità semiotiche del bambino.
Questo sviluppo non è riferito a un sistema semiotico preciso ma ad una dimensione transmediale (a-
modale) base semiotica che poi genera diversi sistemi semiotici (linguaggio, gestualità ecc) tale livello è a-
modale ma protonarrativo.
Teoria dell’oggetto di transizione (Willcot)
Entità: punto di partenza delle nostre capacità di costruzione simbolica. È un oggetto fisico materiale. Il
bimbo lo vede o tocca ma contemporaneamente esiste nella sua immaginazione.
Oggetto fisico + ricettacolo di emozioni.
(sta per la mamma che non c’è)
È : - tattile, presente, materiale
- virtuale, appartenente al livello delle fiabe.
Capacità di maneggiare l’ambiguità tra il reale e il non- reale.
Gli psicologi dicono che uno dei problemi per il bimbo è capire l’interno è l’esterno, capire dove finiscono: i
confini, dove finisco io e dove iniziano gli altri.
Dove finisce la determinazione del mio comportamento? E quello che viene da fuori? (modelli della società)
Saussure divide :
sociale (Lange)
individuale (parole)
Le cose nel mondo avvengono secondo modelli fissi, secondo gli psicologi è fondamentale per noi
apprendere dei modelli di comportamento, però che la narrativa abbia lo scopo di insegnare modelli di
comportamento è un ipotesi molto dubbia.
Eco in “Lector in fabula” riprende la funzione di SCRIPT e riconosce che sia un aspetto fondamentale per la
costruzione del testo narrativo che poi però non viene rispetto, ci vuole una rottura, il sistema narrativo
funziona solo con una incertezza nelle aspettative.
L’idea degli psicologi connettivisti è stata ripresa da studiosi americani che hanno cercato di migliorare
chiedendosi “a cosa servono i testi narrativi?”
Questa tendenza europea di staccare la narrativa dalla realtà non va bene bisogna ricondurre la narrativa
alla realtà, la narrativa parla della realtà secondo gli americani, i testi parlano di cose reali.
Brunell sostiene che non è così: i testi narrativi sono storie di devianza, ogni storia è costruita su una
deviazione, un rigetto ad un modello costituito. (anche Brunell semplifica coì facendo un po’ rozzamente).
Il problema è un problema di significato: tra il piano della fiction e il piano della realtà.
Ma i racconti parlano della realtà?
Levi Strauss riprende una distinzione di 3 livelli:
1) REALE: trovo in un racconto riferimenti a cosa tali e quali nella realtà, il reale è dove abbiamo tale
corrispondenza, riferimento diretto.
2) SIMBOLICO: nel racconto vi è un riferimento alla realtà ma non è diretto ma metaforico: rottura tra
piano del Sign.te e Sig.to
3) IMMAGINARIO: qui non abbiamo corrispondenza, i componenti del racconto non hanno alcun
rapporto con il reale.
Immaginario non è solo il mondo della fantascienza ecc. es i giornali sono pieni di immaginativo (se il Pd
fosse alleato con……ecc)
Propp ci ha dimostrato che la forma della fiaba potrebbe essere rappresentazione della vita. La forma
conta: non vi è una corrispondenza tra i termini ma vi è di tipo relazionale, corrispondenza di rapporti non
di entità.
Dalle storie capiamo come funzionano le relazioni, le corrispondenze di relazione.
Teorie della narrazione, 23.05.16
“La pazza gioia” Virzì
Teoria della narrazione e teoria del segno : un problema (foto1)
Oggi abbiamo un’idea del segno che è un chiarimento del concetto di Saussure. Levi Strauss
applica molto bene il modello del segno in man