vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ERBERTO CARBONI
Grafico che nasce come cartellonista ma anche lui si apre a tutta la comunicazione.
Inizia a lavorare nel periodo fascista per la Bertolli e Barilla.
1. Barilla: Carboni va a definire la sua identità visiva. Disegna il logo iniziando a
scegliere la tonalità di azzurro (che poi diventerà blu) e definisce lo stile Barilla
(bianco, giallo, azzurro). Un po’ come Villani inizia a produrre, non solo affissioni
ecc, ma anche altri prodotti comunicativi, come per esempio il packaging. Il
primo è il pacchetto con la finestrella: prima la pasta era venduta sfusa,
quindi per venderla bisognava dimostrare che la pasta interna al
pacchetto era uguale a quella che veniva venduta sfusa, una volta
accettata questa idea si elimina la finestrella e si ha il colore blu della
scatola con la riproduzione della pasta sul pacchetto.
2. Rai: ha disegnato il suo primo logo e il monoscopio (= la schermata che
appariva in assenza di programmi tv). Le sigle di apertura e di chiusura
delle trasmissioni Rai:
musica: identità anche sonora, sigla
integrazione della comunicazione (identità sonora + iconica)
DOPOGUERRA
Col dopoguerra arrivano vari cambiamenti:
1) Arrivo delle grandi agenzie internazionali
Modello italiano si confronta con un modo di lavorare e un’organizzazione
completamente nuove e diverse (soprattutto USA) e con idee della pubblicità
differenti.
Ciascuno ha una funzione, c’è una netta divisione dei compiti
(copywriting, art direction, rapporti agenzia-cliente ecc). L’organizzazione
interna è ben definita;
Idea della pubblicità diversa da quella italiana: per gli americani la pubblicità
doveva rifarsi a criteri di scientificità, non solo di creatività (scientific
advertising), con tanto di incasellamenti sociali, dati e ricerche specifiche.
La pubblicità doveva derivare da ricerche e studi sul pubblico che avvenivano
prima e dopo delle campagne, anche per verificarne i risultati effettivi. La
definizione degli obiettivi era conseguenza di numeri e percentuali.
Le agenzie internazionali come avamposto culturale: american way of life.
Il modo di vedere e di affrontare le cose si fa americano
Maggiore attenzione al cliente: concetto assolutamente nuovo per il
mercato italiano. Il cliente viene posto al centro (VS prodotto al centro)
Arrivano anche le grandi multinazionali americane che hanno una propria
idea di creatività.
2) Sganciamento dal mondo dell’arte
Prima i cartellonisti erano pittori e artisti (es: Depero). Dal dopoguerra c’è un
ripensamento anche da parte dell’arte, un pensiero critico da parte degli artisti
nei confronti della pubblicità. L’attenzione al cliente, il consumo e la produzione
di massa rendono forse l’arte un prodotto di massa? Di qui si sviluppa la critica.
3) Dall’arte alla grafica
Dalla critica degli artisti e dallo sganciamento tra pubblicità e mondo dell’arte,
nasce la grafica
4) Dalla réclame all’advertising
Dall’arte e dalla creatività dei singoli artisti, dalla creatività “libera” a una
pubblicità più in senso americano; il che implica maggiore scientificità dei
prodotti comunicativi.
ARMANDO TESTA
Primo che in Italia fa sue idee della pubblicità americana: i suoi manifesti sono
pensati, non solo per lo spazio urbano, ma per essere in commistione con tutti
gli altri media. Le città non sono l’unico centro della vita degli individui. I
manifesti, i contenuti, devono essere pensati come “transmediali”, devono
poter essere usati su varie piattaforme.
Primo cartellonista che poi apre agenzia di carattere internazionale.
Pirelli, Carpano (anni 50)
Digestivo autoretto Punt e Mes (anni 60)
- torna lo sfondo bianco, torna il rosso
- minimal, pulizia
- pochi colori netti, poco testo, molto visuale, figure retoriche visive, minimal
Altri cambiamenti nel dopoguerra:
5) Cambiamenti nel linguaggio pubblicitario e nello stile:
Utilizzo di una nuova lingua: per esempio “Camminate Pirelli”
Frasi iniziano ad essere usate nel linguaggio comune
Slogan “l’ora dei pavesini” è degli anni 50
Linguaggio più asciutto e conciso
Lavoro sulla memorabilità: trovare frasi memorabili / ricordabili
6) Ci sono alcune marche che lavorano sui testimonial, sulle icone:
Omino coi baffi di Bialetti: diventa quasi più importante del nome
“Bialetti” e viene messo anche nella moka. E’ un personaggio che nasce
sulla stampa e che ritorna in tv con Carosello (scena riparazione
lavandino -> pubblicità moka “sembra facile” diventa tormentone).
Vespa Piaggio: lavora attraverso l’icona anche questo brand. Nel 1951
produce un calendario disegnato (donne, contesto internazionale come
sfondo – piramidi, Parigi ecc.. – Vespa). Vespa esce dai confini nazionali.
Nel film Vacanze Romane è presente la Vespa come simbolo di libertà e di
evasione.
7) Alcuni lavorano sulla sponsorizzazione di trasmissioni ed eventi:
Martini: dagli anni 20 inizia a lavorare sulla sponsorizzazione di trasmissioni
radiofoniche e concerti di musica classica (Martini&Rossi). Inizia un legame
col mondo della cultura proponendosi a un pubblico vasto, perché via radio.
Acquista un palazzo davanti al Duomo di Milano in cui decide di fare degli
eventi, sulla Terrazza Martini, come la presentazione di libri e film.
L’intuizione sta nel valore che hanno queste azioni: l’obiettivo è quello di
dare una serie di caratteristiche al brand. Far sì che venga bevuto da
persone del set ma anche da persone comuni per l’identificazione.
ERA TELEVISIVA
3 gennaio 1954 -> hanno inizio le prime trasmissioni televisive italiane. Con
la televisione cambia tutto rispetto al pubblico, rispetto alle sue aspettative e al clima
culturale.
Le missioni della RAI:
Informare;
Divertire;
Educare -> meta-obiettivo: trasmissioni servivano soprattutto a educare gli
italiani e costruire il popolo. Educarlo anche ai consumi.
Ciascuna trasmissione doveva asservire almeno a un obiettivo, compresa l’area
della pubblicità.
Funzione socializzante e nuove ritualità
Funzione di socializzazione: non tutti avevano la televisione, bisognava
aggregarsi a casa di qualcuno o a teatro / cinema. Gli italiani iniziarono a
riconoscersi come pubblico diverso da quello del cinema.
Il pubblico cambia anche per il fatto di poter vedere tutti in contemporanea
la stessa cosa in luoghi diversi.
Miniaturizzazione immagine rispetto al cinema -> cambia rapporto col
contenuto dell’immagine
Popolo italiano: classi sociali diverse, interclassismo -> tutti insieme
Creazione nuove ritualità: appuntamento col programma, ogni giorno preciso.
Ritualizzazione del consumo televisivo. Fruizione routinaria (scansione della
quotidianità grazie alla presenza di determinati programmi).
La paura per la televisione:
Io pensavo con spavento, mentre gli altri parlavano, alle responsabilità di chi avesse
dovuto dirigere una simile spaventosa macchina. Tra breve, senza dubbio,
l’apparecchio sarà letteralmente ovunque, ove ora sono radioriceventi, in parrocchia,
nello stabilimento dei bagni, nelle trattorie, nelle case più modeste. L’Italia sarà, in un
certo senso, ridotta ad un’immensa piazza, il foro, dove saremo tutti e ci guarderemo
in faccia. Praticamente il controllo sulla vita culturale sarà di pochi uomini»
L. Barzini, Occhio di vetro, “La Stampa” 5 gennaio 1954.
C’è paura per questo nuovo mezzo, la tv per molti è una “spaventosa macchina che
produce un mostro” e per altri “Praticamente il controllo sulla vita culturale sarà di
pochi uomini”. C’è paura per l’egemonia della televisione sulla cultura,
sull’unificazione del pensiero, sulla nascita dell’uomo medio, l’uomo a una dimensione
costruito da chi detiene il potere. Ad aver paura sono soprattutto PCI e DC perché la
televisione è una cosa nuova, un’innovazione vista come il male assoluto. Per esempio
la DC pensa che la tv possa sostituirsi ai valori cristiani.
La pubblicità entra nella TV solo 3 anni dopo perché propagava l’ideologia del
consumo sia per il PCI che per la DC. Per loro la TV non faceva altro che allontanare le
persone dai loro obblighi quotidiani, dai valori.
La tv: una nuova tecnologia:
Funzione pedagogica -> tv come educatore collettivo (in tutti i programmi,
anche i quiz)
Sviluppo e organizzazione di una nuova tecnologia: aspetti tecnici /
organizzativi nuovi messi alla prova (es: diretta);
TV monopolistica: RAI unico monopolista delle trasmissioni televisive. Questo
modello permette di osservare un rovesciamento della logica di produzione
capitalista. Non si parte dal pubblico, dai gusti loro, ma dal produttore. Non ci si
pone il problema delle esigenze e dei gusti di chi guarda perché la missione va
al di là di questo.
Esempi di funzione pedagogica:
a) Video “L’amico degli animali” (1956): l’esotico è portato in studio sia con le
parole che con animali veri e propri; la narrazione continua dalla puntata
precedente; ci sono dei personaggi principali come la Signorina BiancaMaria,
AndaLù e l’emologo. Si tratta di Paleotelevisione, bisogna educare a prescindere
dal pubblico. Poco sguardo in camera -> solo dagli anni 70 con tv commerciali. Si
nota già la serialità dal momento che riprende la puntata precedente e rimanda
anche a storie precedeni. Cerca coinvolgimento, o meglio, non si tratta di un
rapporto a senso unico (“Tanti mi hanno scritto che”) ma il pubblico viene
riconosciuto. Il set è un’aula scolastica (cattedra, carta geo) per sottolineare la
funzione pedagogica e renderla immediatamente evidente. C’è costruzione di
una narrazione.
b) Video “Non è mai troppo tardi” (1960): lotta contro analfabetismo, imparare
a leggere e scrivere grazie alla tv. Vengono sottolineati vari valori, tra i quali:
lavoro, umiltà, famiglia, forza di volontà, rispetto, gratitudine nei confronti
dell’insegnante. C’è la presenza di un pubblico in studio, un pubblico semplice e
ciò dà uno spaccato perfetto dell’Italia del tempo.
Il palinsesto della Paleotelevisione
1) Struttura schematica e rigida -> orari ben definiti, fasce orarie definite.
Programmazione non riguarda tutta la giornata ma determinate fasce orarie.
Anche nella pubblicità si riflette la rigidità (non &