Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 10
Teoria della giustizia, Rawls - Appunti Pag. 1 Teoria della giustizia, Rawls - Appunti Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 10.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Teoria della giustizia, Rawls - Appunti Pag. 6
1 su 10
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Capitolo III: La Posizione Originaria

Rawls sostituisce lo stato di natura classico di Hobbes, Locke, Rousseau, con la scelta razionale dei principi di giustizia compiuta nella posizione originaria (contrattualismo moderno). Nella posizione originaria gli uomini si trovano in date circostanze, hanno conoscenze, interessi che vogliono tutelare e l'accordo su questi principi è il migliore modo che hanno per garantire tutto questo. Naturalmente nessuno può ottenere ciò che vuole, lo impedisce la semplice esistenza di altre persone. La cosa migliore è attuare una cooperazione tra le persone, con lo scopo di affermare la propria concezione del bene. Teoria sociale: individui razionali con certi scopi scelgono tra i vari corsi d'azione in base alle loro conoscenze del momento. La creazione di equilibrio è il fine ultimo, anche se non è detto che una situazione di equilibrio sia giusta. A differenza della teoria sociale, l'interpretazione filosofica.

Il testo ha lo scopo di caratterizzare le situazioni in modo che i principi che verrebbero scelti risultino accettabili da un punto di vista morale. La posizione originaria è questo, gli accordi raggiunti all'interno di essa sono equi, ciò spiega il fatto che possediamo un senso di giustizia. La giustizia come equità è una teoria dei nostri sentimenti morali. È possibile che i nostri sentimenti influenzino i nostri pensieri e azioni.

Esistono altre alternative a disposizione delle persone in posizione originaria? È possibile scegliere tra tutte le concezioni di giustizia. Non ne esiste comunque una migliore delle altre ma solo che è ognuna di esse ce ne può essere una migliore. Elenco: 2 principi di giustizia; concezioni miste; concezioni teleologiche classiche; concezioni intuizioniste; concezioni egoistiche. Ognuna di queste concezioni ha i suoi pregi e difetti, la decisione di una persona in posizione originaria dipende da un equilibrio di varie considerazioni.

La scelta + giusta è scegliere principi che valgano incondizionatamente prescindendo della circostanza. La società pur essendo un'impresa cooperativa x il reciproco vantaggio è cmq caratterizzata sia da identità, sia da conflitto di interessi. Vi è identità perché ognuno dalla cooperazione ricava una vita migliore rispetto se vivesse soltanto della propria attività, vi è conflitto perché gli uomini non sono indifferenti al modo in cui vengono ripartiti i benefici prodotti dalla loro collaborazione e ne preferiscono una quota maggiore. È perciò necessario avere dei principi sulla base dei quali scegliere il miglior assetto sociale per la determinazione della divisione dei benefici e per la sottoscrizione di un accordo sulle quote distributive appropriate. Questi principi definiscono il ruolo della giustizia, e le condizioni di sfondo delle giustizia. Le condizioni sono divise in 2 parti: circostanze oggettive rendonopossibile e necessaria la cooperazione umana; le condizioni soggettive sono aspetti rilevanti dei soggetti della cooperazione, ovvero benché i soggetti abbiano interessi e bisogni simili, ognuno di loro ha comunque un proprio piano di vita. Questi piani li portano ad avere obiettivi diversi e ad avanzare pretese conflittuali sulle risorse naturali e sociali disponibili. La diversità dei soggetti determina le circostanze di giustizia. Esse si danno in condizioni di scarsità moderata (riferita alle risorse economiche e sociali insufficienti per tutta la comunità). Se mancassero queste circostanze non ci sarebbero neanche le condizioni per la virtù della giustizia. Sappiamo però che nella posizione originaria queste circostanze sussistono. Vincoli formali al senso di giustizia: generali, universali, definitivi, ordinati, pubblici. Tali criteri eliminano e limitano le varianti dell'egoismo. L'egoismo è incompatibile con i punti di vista morale, esso.

Diventa una sfida alla concezione del giusto. L'egoismo rappresenta il punto di non accordo tra le parti.

Velo di ignoranza: ha il compito di stabilire una procedura equa, in modo che i principi su cui ci si accorda risultino giusti. Alla base della teoria troviamo la nozione di giustizia procedurale pura, ovvero la giustizia il cui esito dipende dall'applicazione di una procedura appropriata. Il fatto che nessuno conosca la propria posizione porta a enunciare principi generali e le parti devono essere pronte a convivere con le conseguenze dei principi che hanno scelto, qualunque sia la generazione a cui appartengono.

Qualcuno potrebbe obiettare che il velo di ignoranza è irrazionale in quanto le scelte andrebbero fatte sulla base di tutte le conoscenze. Ma visto che l'obiettivo è creare principi giusti ed equi, la conoscenza porterebbe a condizionare i principi al proprio vantaggio. Con il velo si ha una scelta unanime di una particolare concezione di giustizia.

Abbiamo finora assunto che le persone nella posizione originaria siano razionali, ma nella posizione in cui si trovano, pur sapendo di avere dei piani di vita razionali, non conoscono i propri interessi e scopi e quindi nemmeno la loro concezione di bene. Come decidere allora? Per scegliere correttamente i principi di una società giusta, secondo Rawls, è necessario mettersi nei panni di chi sta peggio. Il criterio che permette di raggiungere tale obiettivo è la regola del maximin. Essi assumono che è meglio in qualunque caso avere più beni sociali primari, sanno poi in linea generale di dover difendere i propri diritti, ampliare le loro opportunità. Perciò la persona razionale ha comunque un insieme di preferenze. La cosa particolare è che le persone in posizione originaria non soffrono l'invidia, come se avessero dei piani di vita indipendenti. Rawls vuole dimostrare che quando i principi scelti verranno messi in pratica, essi condurranno ad.assetti sociali in cui l'invidia non esiste. In questo modo la concezione della giustizia elimina le condizioni che fanno emergere atteggiamenti distruttivi. Ognuno nella posizione originaria pensa al suo scopo e non ha idee di favorire o svantaggiare nessun altro. Il fatto che nella posizione originaria i soggetti assumono posizioni disinteressate rispetto agli altri sembra far rientrare tale teoria in una teoria egoistica. Non è detto infatti che le persone che accettano i principi accordati, nella quotidianità poi, manifestino lo stesso disinteresse avuto nella posizione originaria. Inoltre la combinazione del velo di ignoranza e il disinteresse reciproco porta comunque l'uomo a tener conto del bene altrui. Verranno proposti infatti principi etici e concezioni di giustizia generali, che quindi non possono essere considerati egoistici. Perché scegliere i 2 principi: il fatto di non sapere la propria posizione porterà a scegliere un principio di giustizia checomporti una distribuzione eguale, quindi uguali libertà x tutti, nonché equa opportunità e uguale divisione del reddito e ricchezza. Puè volendo mantenere uguale libertà ed uguaglianza, se le differenze sono in grado di far star meglio tutti, rispetto all'inizio, perché non farlo? Le parti non ammetterebbero le disuguaglianze se le percepissero come svantaggi. Come detto le parti vedono se stesse come persone libere con interessi non sanno che forme particolari prenderanno questi interessi. Ma sanno che le libertà fondamentali necessarie x la loro protezione sono garantite dal primo principio. Sono persone che possono rivedere e modificare i propri scopi e nutrono una lealtà continuativa e leale verso essi. È attraverso un accordo con i 2 principi che verranno garantiti gli interessi come persone libere. Sembra quindi che i 2 principi costituiscano una concezione della giustizia plausibile. Nella posizione originaria le partisceglieranno la regola del maximin, ovvero la regola che consente di ottenere il maggior risultato utile dalla peggiore situazione possibile. Tale regola vale solo in condizioni connotate da certe caratteristiche speciali. La posizione originaria possiede queste caratteristiche e i 2 principi sono aderenti ad essa. Date 3 differenti distribuzioni di beni sociali primari, la parte razionale sarà portata a scegliere la distribuzione in base alla regola del maximin. La scelta è giustificata dal fatto che il soggetto non sa la sua posizione nella società. L'individuo rinuncia a correre il rischio a fronte di una distribuzione alternativa più allettante, in quanto non sono disposte a perdere le proprie libertà fondamentali, per cercare vantaggi sugli altri. Utilità: soddisfazione dei desideri. Il principio classico dell'utilità applicato alla struttura di base richiede che le istituzioni devono essere tali da massimizzare la somma assoluta valutata in.

Base alle aspettative degli individui. Il totale si ottiene valutando ogni aspettativa a seconda del numero delle persone e poi sommando. Quindi quando il numero di una società raddoppia, anche l'utilità raddoppia. In contrsto il principio di utilità media spinge la società a massimizzare quella media di utilità. Quale dei 2 principi di utilità verrebbe scelta nella posizione originaria? Quello dell'utilità media, xè le parti si preoccupano di curare I propri interessi e nn hanno alcun desiderio di massimizzare iltotale di soddisfazioni. Quindi l'alternativa utilitarista + plausibile rispetto ai principi di giustizia è quella media. Come raggiungere tale principio? Il soggetto deve scegliere in quale società entrare afar parte, ogni società possiede le stesse risorse e la medesima distribuizione di doti naturali. Chesocietà scegliere? Se il sogg è in grado di conoscere con precisione le

volta, supponiamo che il soggetto non conosca il genere di ruolo che le sue doti gli permetteranno di svolgere. In questo caso, egli prende una decisione cercando di massimizzare il proprio benessere. Per fare ciò, calcola le sue prospettive considerando come utilità alternative quelle dei membri rappresentativi della società in questione. Le sue aspettative sono definite dalla somma di utilità valutate in base agli individui rappresentativi. In questo modo, sceglie la società che offre prospettive migliori. Ma se non fossimo a conoscenza nemmeno delle nostre preferenze, e quindi il velo di ignoranza fosse totale, che società sceglieremmo? Ancora una volta, supponiamo che il soggetto non conosca il genere di ruolo che le sue doti gli permetteranno di svolgere. In questo caso, egli prende una decisione cercando di massimizzare il proprio benessere. Per fare ciò, calcola le sue prospettive considerando come utilità alternative quelle dei membri rappresentativi della società in questione. Le sue aspettative sono definite dalla somma di utilità valutate in base agli individui rappresentativi. In questo modo, sceglie la società che offre prospettive migliori. Ma se non fossimo a conoscenza nemmeno delle nostre preferenze, e quindi il velo di ignoranza fosse totale, che società sceglieremmo?

Volta il sogg sceglierà la società con maggior utilità media, in cui stanno bene, un po' tutti, a differenza di quella classica, in cui si rischia di più. Oggi l'utilità è intesa come scelta.

Dettagli
Publisher
A.A. 2005-2006
10 pagine
7 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia Politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Carter Ian.