vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LINEAMENTI DI TEORIA DEL DIRITTO OGGETTIVO
Atto Normativo o Fonte Atto: l'atto normativo è espressione riflessa della libera volontà. L'atto si risolve nella formulazione di un testo di disposizioni nelle quali, tramite interpretazione, se ne desumono le norme.
Il potere normativo da luogo all'atto. Titolari di tale potesta sono i soggetti governanti posti in posizione di supremazia rispetto agli altri soggetti. E tali atti sono vincolanti ed imperativi.
L'atto formale si risolve nell'atto FINALE cioè la deliberazione di tale. Il prodotto che scaturisce dall'atto è inteso come il: COMPLESSO DI PROPOSIZIONI, DISPOSIZIONI, ENUNCIATI, TESTO O CONTESTO in cui si trovano uniti sotto forma di DOCUMENTO NORMATIVO.
Normazione Atipica: intervento di soggetti estranei al processo formativo che non può portare ad eventuali modificazioni ma che determina la sua possibilità di essere posto essere (vedi autorizzazioni da parte delle camere per gli atti aventi)
La forza di legge è espressa nella molteplicità delle sue manifestazioni immediate o riconosciute dagli ordinamenti positivi. Il diritto nasce dal fatto idoneo alla produzione di norme (fatto normativo tipico) in alternativa il riconoscimento verrà effettuato a posteriori a conclusione del fatto EX POST FACTUM. Il fatto istaurativo di un ordinamento è il fatto originario o rivoluzionario che si autolegittima e pone in essere immediatamente una nuova norma (vedi rivoluzioni). Caratteristica fondamentale è la ripetizione generalizzata nel tempo di molti con l'adesione. Questa caratteristica genera una norma obbligante nei confronti della società. Esempi lampanti sono: consuetudini, usi, convenzioni, patti, accordi, decisioni unilaterali. Tutti fatti normativi non redatti da un testo ma che entrano nell'ordinamento normativo per la loro adesione comune e ripetuta nel tempo da un determinato gruppo di soggetti. Antinomie: situazione di
incopatibilità tra due norme la quale applicazione dell’una esclude l’applicazione dell’altra.
Seguono 2 principi generali:
- Contrarietà: opposizione tra obbligo positivo e dovere
- Contraddittorietà: opposizione tra norma obbligatoria e norma facoltativa che implica una necessaria scelta tra le due.
Condizioni di Esistenza; appartenenza ad uno stesso ordinamento Identità dell’ambito temporale, spaziale, materiale, etc.
3 TIPI DI ANTINOMIE:
- totale-totale (è vietato fumare- è prescritto fumare)
- totale-parziale (è vietato fumare sigari e sigarette- è prescritto fumare sigarette e pipa)
- parziale-parziale (è permesso fumare- è vietato fumare il sigaro)
CRITERI DI RISOLUZIONE:
- CRONOLOGICO: LEX POSTERIOR DEROGAT PRIORI principio di teoria generale in base alla quale ogni norma è posta secondo una condizione temporale. La condizione risolutiva è l’entrata in vigore di una
normaincompatibile.Strumento Abrogazione( art 15 disp. Preleggi Cc.) : espressa,tacita oimplicita per una nuova disciplina della materia.L'abrogazione è l'istituto mediante il quale il legislatore determina lacessazione ex nunc (non retroattiva) dell'efficacia di una normagiuridica. Si distingue dalla deroga (posta in essere da una normaspeciale o eccezionale) in quanto una norma "derogata" resta in vigoreper la generalità dei casi, mentre una norma abrogata cessa diprodurre effetti giuridici. Si distingue dall'annullamento, che privaretroattivamente di efficacia una norma.L'abrogazione di una norma produce effetti solo per il futuro e operadal momento in cui entra in vigore la nuova legge (ex (sabilitonunc)dalla CORTE COST CON SENTENZA 49 DEL 70). In caso didichiarazione di illegittimità costituzionale della norma(annullamento, non abrogazione), al contrario, la cessazione diefficacia opera e travolge quindi tutti gli effetti
giuridici sortiex tunc, nel vigore della legge dichiarata incostituzionale, (con la sola esclusione di quelli stabilizzati in via definitiva: i casi decisi consentenza passata in giudicato e i diritti quesiti.) Vi sono alcune eccezioni ad es: In conformità con il principio del che porta a favor rei, ritenere retroattiva l'abrogazione di una norma penale: nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non (art. 2 cod. pen.). (vedi art 25 COST. costituisce reato "Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso." SPECIALITÀ: antinomia che comporta un contrasto tra una Norma Generale e una sua Parte Speciale disciplinata diversamente. Rapporto CONTENUTISTICO non Temporale. LEX GENERALIS POSTERIOR NON DEROGAT PRIORI SPECIALI. CRITERIO GRADUALISTICO- POSITIVO e GERARCHICO: criterio di antinomia esercitato dai soggetti predisposti autoritari a dichiarare l'invalidità.
annullamento, cassazione o disapplicazione. (in sostanza dai Giudici) vedi art.1 disp. Preleggi Cc. Gerarchia
CRITERIO COMPETENZA: anche questa affidata a organi predisposti con autorità decisionale. Situazione di concorrenza di poteri e applicabilità delle norme. Necessaria presenza di un TERZO imparziale che possa attribuire ad uno e quindi escludere l'altro la possibile applicazione o eventuale competenza legislativa di una determina norma.
SEGUE UN SENSO ORIZZONTALE. Dopo la riforma del titolo V molti problemi di competenza Regione-Stato
Da Notare il PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ CHE HA APERTO UN VARCO SUL CRITERIO DI COMPETENZA: il principio di sussidiarietà stabilisce che le attività amministrative vengono svolte dall'entità territoriale amministrativa più vicina ai cittadini (i comuni), ma esse possono essere esercitate dai livelli amministrativi territoriali superiori (Regioni, Province, Città metropolitane, Stato) solo se
Questi possono rendere il servizio in maniera più efficace ed efficiente.
LE LACUNE NEL SISTEMA: l'ordinamento, in quanto non completo, presenta degli spazi vuoti chiamati lacune. Mancanza di norme per discipline concrete. Esistono nel sistema delle lacune ONTOLOGICHE, chiamate anche critiche, ma non devono esistere quelle lacune DIACRITICHE, ossia lacune all'atto della risoluzione di concrete questioni. È opera del giudice quella di costituire la norma applicabile per la risoluzione della fattispecie a partire dalle espressioni normative poste dalle fonti positive dell'ordinamento.
Il dogma della completezza ha origini DEONTOLOGICHE. Un ordinamento è completo o non rispetto ad un tipo ideale di ordinamento. Eventuali lacune sono da ritenersi LACUNE IDEOLOGICHE che possono essere colmate solo con l'intervento del legislatore. L'ordinamento, deontologicamente inteso, è un sistema completo al suo interno, cosa che non è al di fuori di esso poiché.
Questo non riesce a qualificare quindi determinare tutte le fattispecie reali possibili. Se ci dovesse essere una inesistenza di una norma positiva di un determinato oggetto o comportamento ci troviamo difronte a una LACUNA ONTOLOGICA, cioè una lacuna che deve essere colmata o da una NORMA GENERALE PERMISSIVA oppure da una NORMA GENERALE NEGATIVA. Vi sono anche altri metodi per colmare tali lacune ad esempio con norme integrative.
Conclusioni: L'ORDINAMENTO è dunque irrimediabilmente incompleto sul piano ontologico (quello dell'essere) data l'estrema difficoltà di prevedere e disciplinare tutti i casi possibili ma tende a completarsi sul piano deontologico (quello del dover essere) in quanto sono vietate le c.d. LACUNE DIATRICHE, che consistono nell'impossibilità di risolvere giudizialmente un caso dubbio.
I PRINCIPI GENERALI: I principi sono fonti di norme non solo norme giuridiche di contenuto generale che esprimono valori ai quali si conformano altre.
norme giuridiche dell'ordinamento ed influiscono direttamente sul comportamento e sull'esercizio dei poteri in maniera inesauribile. Sono principi impliciti ricavati dall'interprete mediante ragionamento. Sono definiti criteri di valutazione generale che danno origine ad un diritto necessariamente non scritto piuttosto assimilabile alle fonti fatte.L'USO DEI PRINCIPI GENERALI SI PRESENTA COME MEZZO ESTREMO DI RICORSO AL FINE DI INTEGRARE L'ORDINAMENTO. Il ricorso a analogie eArt 12 preleggi: Nell'applicare la legge non si può attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore.
Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato.
Principi generali rappresentano una forma di autointegrazione dell'ordinamento (forma di produzione).
L'eterointegrazione invece è il processo con il quale un ordinamento attinge da un altro ordinamento norme al fine di colmare le lacune e disciplinare quelle determinate fattispecie (forma di recezione-produzione sulla normazione).
FINE PARTE PRIMA
TEORIA DELL'INTERPRETAZIONE
La teoria dell'interpretazione ha come scopo principale quello di esporci ciò che l'interpretazione è.
Assume una sostanziale differenziazione da quella che viene definita dottrina che invece ha lo scopo di fornire enunciati su ciò che l'interpretazione deve essere.
Sono state definite nel tempo diverse forme di interpretazione e di teorie relative a quest'ultima.
TEORIA RESTRITTIVA O LIMITATIVA: Nella pratica forense si ritiene che leggi e enunciati chiari non abbiano bisogno di un'interpretazione. Seguivano la dicitura latina: INTERPRETATIO CESSAT IN