Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 12
Teoria corso di Restauro Pag. 1 Teoria corso di Restauro Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Teoria corso di Restauro Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Teoria corso di Restauro Pag. 11
1 su 12
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il restauro di Vézelay e l'architetto Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc

Figlio di un alto funzionario, i suoi amici d'adolescenza furono l'autore Charles Augustin de Sainte-Beuve e Prosper Mérimée. All'inizio del 1830 sorse in Francia un movimento per il restauro del consistente patrimonio medioevale. Nel 1840 Prosper Mérimée, nelle vesti di Ispettore Generale dei Monumenti Storici, diede l'incarico a Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc per il restauro di Vézelay: questo lavoro segnò l'inizio di una lunga serie di restauri dell'allora architetto ventiseienne. Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc è stato uno dei maggiori animatori del cosiddetto "restauro stilistico", in opposizione all'intransigente fazione purista sostenuta dall'inglese John Ruskin: "restauro stilistico" dirà che questo metodo è improponibile perché genera dei falsi, proponendo un restauro romantico. Egli sostiene che l'architettura ha una somiglianza con la vita umana.

quindi nasce, cresce, ed è destinata a morire. Quindi interviene solo in modo di sostentamento tecnico ad una struttura architettonica. Un aiuto strutturale al monumento. Per Viollet-le-Duc, una conoscenza esperta delle tecniche artistiche e dello stile dell'opera da restaurare garantivano di per sé la perfetta ricostruzione di quanto era stato perduto. Se l'amicizia di Prosper Mérimée è fondamentale per la genesi professionale di Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc non deve essere sottovalutata l'influenza di Ludovic Vitet sulla sua formazione teorica sia per l'individuazione di un carattere autoctono del gotico francese e sia per il ruolo fondamentale che Vitet attribuisce alla critica, alla storia, alla filosofia in relazione alla riflessione sull'architettura: posizioni che saranno riprese e sottolineate da Viollet-le-duc, nei suoi Entretiens. Altro punto di incontro tra i due consiste nel considerare l'architettura.gotica come un'architettura che contiene regole proprie, che solo lo studio metodico può far emergere: "interrogheremo il monumento stesso, gli chiederemo di completare la sua storia, dopo aver tentato tuttavia di dimostrare che questo tipo di ricerca non ha niente di arbitrario né di chimerico, e che anzi, costituisce una scienza". Oltre che per il processo di conoscenza, Ludovic Vitet fornisce a Viollet-le-Duc le basi anche per il restauro e per la riconfigurazione critica dell'architettura gotica sottolineando che "occorre spogliarsi di ogni idea attuale, dimenticare il tempo in cui lo si vive per farsi contemporaneo di tutto ciò che si restaura, degli artisti che l'hanno costruito, degli uomini che l'hanno abitato. Occorre riconoscere a fondo tutti i processi dell'arte, non solamente nelle sue principali epoche, ma in ciascun periodo di ogni secolo, al fine di ripristinare un edificio sulla scorta di semplici frammenti, non

Mediante ipotesi o capriccio, ma attraverso un processo logico. Merito del restauro è di passare inosservato. "Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc considerava legittimi tutti gli interventi che miravano al ripristino di un'ideale unità formale propria dello stile del monumento. In questo modo, si invitava il restauratore a penetrare nella mentalità del costruttore originario, arrivando a riportare il monumento al suo stato ideale di completezza; ciò poteva essere fatto con la realizzazione di progetti integrativi che forse l'artista medievale non aveva neanche ideato, e che magari non erano neanche storicamente esistiti, ma che contribuivano a rendere più completo l'organismo architettonico. Secondo Viollet Le Duc il restauratore deve immedesimarsi nel progettista originario e integrarne l'opera nelle parti mancanti, perché mai realizzate, perché successivamente distrutte o degradate, perché alterate da nuovi interventi.

Per Viollet Le Duc, "Restaurare un edificio non è conservarlo, ripararlo o rifarlo, è ripristinarlo in uno stato di completezza che può non essere mai esistito in un dato tempo". Alcuni interventi di Viollet Le Duc: La basilica di St. Nazaire a Carcassonne si trova vicino ai bastioni della città medievale. La prima chiesa costruita su questo sito risale al VI secolo. Nel 1840, Prosper Mérimée classificò l'antica cattedrale come monumento storico. Nel 1844, Viollet le Duc si occupa del suo restauro e di quello di tutta la città medievale. Viollet le Duc ricostruisce la facciata occidentale, rinnova le vetrate, i pilastri della navata, i contrafforti e le murature del coro. Per conservare le sculture originali, i doccioni e i cornicioni che ornano le parti alte della chiesa sono smontati e riprodotti. La porta Narbonense: Nel suo studio del 1846, Viollet le Duc ripropone lo stato originale della porta Narbonense, in cui le coperture.

Sono decorate da un disegno di tegole colorate. Nello studio definitivo la rappresenterà con i tetti modificati alla fine del XIII secolo, ovvero coperti di ardesia. L'architetto intraprende il restauro della porta Narbonense a partire dal proprio studio archeologico realizzato dal 1846 al 1849, commentato così entusiasticamente da Prosper Mérimée: "Il lavoro grafico e la descrizione del signor Viollet le Duc sulla porta Narbonense è uno studio archeologico eccellente sull'arte della fortificazione del Medioevo".

La porta Saint Nazaire

Un nuovo preventivo, fissato nel 1862, segna una rottura con l'approccio precedente ai restauri: Viollet le Duc si allontana dalla prudenza e dal pragmatismo del progetto del 1853. L'esempio maggiore che illustra questo periodo è quello della porta Saint Nazaire, in parte distrutta, per la quale l'architetto propone una vera e propria ricostruzione.

Le fortificazioni ovest

In base al

progetto e al preventivo proposto da Viollet-le-Duc nel 1853, i lavori di restauro delle fortificazioni iniziano dal fronte ovest del bastione interno, il più visibile dalla bastiglia Saint Louis. Cinque anni più tardi, vengono terminate sei torri e le cortine corrispondenti, dalla torre della Giustizia alla torre Mipadre. Nello stesso settore, il Genio militare restaura la cinta muraria esterna. Le fortificazioni nord La torre della Marquière Nel suo studio archeologico, Viollet-le-Duc si impegna con particolare attenzione alle proposte di trattamento delle torri del fronte nord, che chiama le "torri visigote", e che corrispondono di fatto alle false torri della fine dell'epoca romana. Egli distingue le due vedute restaurate secondo i diversi stati: tetti piatti, coperti di tegole canale, per illustrare lo stato originale, tetti a forte inclinazione ricoperti di ardesia, per illustrare lo stato della fine del XIII secolo. Al momento dei lavori,Viollet-le-Duc sceglie infine di riprodurre i tetti scoscesi, per conservare nellafortezza l'omogeneità del suo profilo d'epoca reale. Eugene Emmanuel Viollet Le Duc e il cantiere Le operazioni, interrotte durante l'inverno, sono dirette sul posto dal Guiraud Cals, di Carcassonne, assistente di Viollet-le-Duc e ispettore dei lavori: su di lui grava l'effettiva responsabilità del cantiere. L'architetto viene a Carcassonne una volta all'anno, di solito in giugno o luglio, dà le direttive e lascia, alla sua partenza, un numero sufficiente di dettagli per l'esecuzione della campagna in corso. Le altre questioni svengono regolate per corrispondenza tra l'ispettore e l'architetto parigino. I lavori sono affidati a imprese locali, tra le quali quella di Jean Magné, come pure ad artigiani specializzati: scultori e tagliatori di pietre (Nelli, Perrin, Sage, Dubois), fabbri e maestri vetrai (Fourniol, Cambey). I blocchi in

arenaria destinati al restauro dei bastioni e delle torri vengono estratti dalle cave locali mentre l'ardesia, che servirà alla realizzazione delle coperture dei tetti, si ricava dalla Montagne Noire.

Dal 1872 alla sua morte nel 1879, Viollet Le Duc interviene sulle tre torri del Mulino del Connestabile, di Vieulas e della Marquière. Nel febbraio 1883, il suo successore Paul Boeswillwald compila lo stato dell'avanzamento dei lavori: l'entrata, da destra e da sinistra, da 12 a 20 metri di cortine, tutto è stato restaurato.

"Alla morte di Viollet-le-Duc nel 1879, il suo assistente e ispettore dei lavori, Guiraud Cals, assume momentaneamente la responsabilità del cantiere. A partire dal 1880, Paul Boeswillwald, che era stato allievo di Viollet le Duc, continua e termina il restauro dell'antica piazzaforte, seguendo scrupolosamente i progetti dell'architetto. Il suo lavoro è segnato soprattutto dal rinnovamento del castello e del suo.

barbacane i cui lavori, iniziati 1890, termineranno all'inizio del 1910 con il restauro della fortezza. Paul Boeswillwald completa il grande cantiere di Carcassonne ricostruendo su una cortina del castello le bertesche in legno, le gallerie difensive medievali di cui Viollet le Duc aveva precedentemente ridefinito il principio. La città posta sotto la tutela del Ministero delle Belle Arti nel 1903, ha conosciuto un radicale cambiamento nello spazio di circa 60 anni. Ormai, i recinti, sgombri delle case che ne mascheravano le mura, le cinte, armate di nuovi spazi tra le merlature e le torri, dotate di caratteristiche coperture a tronco di cono realizzate in lastre di ardesia, restituiscono alla fortezza di Carcassonne la sua fisionomia medievale.

Capitolo 4 - Edouard-Jules Corroyer

Édouard-Jules Corroyer Allievo di Eugene Viollet-le-Duc. Nel 1862, costruì il municipio di Roanne e la chiesa di Vougy (Loira), poi il castello di Fleyriat (Ain). Interessato

all'architettura medievale, ha partecipato attivamente al restauro della cattedrale di Soissons. Nel 1878, gli fu affidato il compito di restaurare Le Mont Saint-Michel, su cui pubblicò diversi studi ma i più importanti sono "Description de l'abbaye du Mont Saint-Michel et de ses abords: précédée d'une notice historique" del 1877 e "L'Architecture gothique" del 1891 nel quale si tratta anche di Mont St. Michel. Il 14 maggio 1872, Viollet-le-Duc incaricò ufficialmente Édouard Corroyer di condurre uno studio completo dell'edificio per valutare "lo stato degli edifici dal punto di vista dell'arte o dal punto di vista del sistema, vale a dire la loro precedente destinazione d'uso". Corroyer trascorse diversi mesi a Mont Saint Michel effettuando rilievi, risalenti al 1873 e al 1874, delle varie parti dell'edificio. In seguito allo studio di Corroyer, il Dipartimento dei Monumenti Storici.decise di avviare i lavori nell'agosto del 1875 affidando gli stessi all'allievo di Viollet Le Duc. Édouard Corroyer nel 1875 parte con il restauro dalla piattaforma ovest. Nel maggio 1877 inizia
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
12 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/12 Tecnologia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vitocast01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Principi per il recupero del patrimonio costruito e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Giordano Paolo.