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Capitolo 1: Curve in Rn
Rm è uno spazio metrico con una distanza euclidea tra punti:
d(P, Q) = √(x2 - y1)2 + (x2 - y2)2 + ... + (xn - ym)2
ed è munito delle operazioni di somma e prodotto (anche per uno scalare) - detto prodotto è possibile definire una norma:
distanza(P, Q) = √[ x2 + x3 + ... + xn]
- Se d è una distanza in Rm, il triplo (Rm, d) verrà detto spazio metrico
la distanza verifica:
- i) di(P, Q) ≥ 0 , ∀ P, Q ∈ Rm ed il(P, Q) = 0 se e solo se P = Q;
- ii) di(P, Q) = di(Q, P) ∀ P, Q ∈ Rm;
- iii) di(P, Q) ≤ di(P, R) + di(Q, R) ∀ P, Q, R ∈ Rm − *
la distanza rappresenta la lunghezza del segmento P-P0.
Fissato un punto P0 possiamo rappresentare ogni altro punto P utilizzando le coordinate polari (ρ, ϑ) rispetto a P0 dove ϑ = d(P, P0) e ϑ ∈ [0, 2π), ϑ è l'angolo formato dallo segmento con la semiretta passante per P0 e l'asse delle ascisse:
{ x = x0 + ρ cos ϑ y = y0 + ρ sin ϑ }
Nel caso cirru: P0 = (0,0) a livello di multipli interi di π, rimoslo ϑ = arctan yx
In generale, fissati due parametri a, b > 0 e un punto P0 possiamo rappresentare ogni punto P utilizzando le coordinate polari ellittiche:
{ x = x0 + a ρ cos ϑ y = y0 + b ρ sin ϑ }
essendo ϑ = √ ((x−x0)2 / a2 + (y−y0)2 / b2) ∈ [0, 2π)
(a livello di multipli int. di π sarà dato da arctan (y−y0, x−x0))
∀ ϑ > 0 e ϑ ∈ [0, 2π) il punto P appartiene alle coniche:
(x-xo)2 (y-yo)2
────── + ────── = 1
ϑ2α2 ϑ2b2
Possiamo porre inoltre che:
→ ∀λ₁, λ₂ = ||v₁||||v₂||cosϑ (ϑ angolo compreso tra i 2 vett.)
≥ |λ₁|λ₂ v₁| = λ₂λ₁|v₁|/unϑ
Una curva parametrizzata e mi applicazioni f(t) con t parametro della curva, la cui immagine f(I) è detta
tracciato → una curva cui tracciato è detto curva piana
Se f: [a, b] è una curva, i punti f(a) e f(b) sono detti
punti iniziale e finale, se f(a) = f(b) la curva è detta
chiusa
curva è detta semplice se presi 2 punti distinti t1 e t2
dei cui almeno 1 subarco dell'arburquello risulta
ρ(t1) ≠ ρ(t2)
Una curva parametrizzata ρ(t) viene detta di classe
C₁ se le sue componenti risultano derivabili; di classe
C₀ tratt.testo divisi test di intervalli tale che ρ punti C₁ su ogni subarco.
Una curva è detta regolare se risulta di classe C₂ e se
ρ'(t) ≠ 0 ∀t e → regolare a tratti se risulta di classe C₁ a tratti. * VEDI PAG. 6 → REITA , VETTORE TANCHE, PUNTO REGUARE
Una curva di eq. polare ρ = g(ϑ) è regolare se e solo
se è di classe C₂ e g(ϑ) = g'(ϑ)2 + g''(ϑ)2 ≠ 0. Ψ' – assoluta
che ρ'(ϑ) ha come risata della derivata |1/(g'(ϑ)2 + g''(ϑ)2)|1/2
Se ρ: [a, b] è una curva parametrizzata di classe C₁
in [a, b] detta da curva e rettificabile e la lunghezza è:
L(ρ) = ∫ab ||ρ'(t)||dt
In generale la lunghezza di una curva di
TH. FOND. DELLA TEORIA DELLE CURVE IN Rn
Data una linea continua K: I ⊆ R → ℝn, ∃ (a,b)⊆I e Cn(t) curva in ℝ2. Un unico arco γ: I → ℝ2 di classe C2 regolare e parametrizzato regolabile attraverso curve. Dire con un punto arbitrario k.
Sia ρ(t) = (ρ₁(t), ρ₂(t), ..., ρm(t)), t ∈ I, è una curva di classe C1, ∀ to ∈ I, si intende definita p(to) = (ρ₁(to), ρm(to)), se to è un punto interno a I e ρ'(to) ≠ 0, da curva γ(t) = P(to) + ρ'(to)(t - to) t ∈ ℝ che sia per tangente la retta di eq parametrica:
- γo:
- x1 = ρ₁(to) + ρ'(to)(t - to)
- xm = ρm(to) + ρm(to)(t - to)
è la retta tangente alla curva nel punto P(to), è infatti la retta limite per h → 0 delle rette racchiuse passanti per punti P(to) e P(to + h), h ≠ 0, di eq parametriche:
- γh:
- f(x1 = ρ₁(to) + ρ1(to+h) - ρ1(to)(t - to)
- xm = ρm(to) + ρm(to+h)/h - ρm(to) (t - to)
Il vettore ρ'(to) che individua la retta tang. al trabegno in P(to), è detto vettore tangente.
Se to ∈ I è tale che ρ'(to) ≠ 0, si dice che P(to) è un punto regolare della curva
T(to) = ρ'(to)/‖ ρ'(to) ‖ è il versore tangente alla curva in P(to)
z = f(x₀, y₀) + ∂f/∂x(x₀, y₀)(x - x₀) + ∂f/∂y(x₀, y₀)(y - y₀)x - x₀ = 0
=> una funzione f(x,y) è differenziabile in (x₀, y₀), punto interno al suo dominio, se e solo se risulta verificabile:f(x,y) è derivabile parzialmente in (x₀, y₀), alla formula di Taylor, cioè è verificato il limite(vedi bene sull'altro libro)
lim(x,y)→(x₀,y₀)[√((x-x₀)² + (y-y₀)²)=0
=> la differenziabilità implica la continuità;
=> TH. CONTINUITÀ FUNZ. DIFFERENZIABILI DIM.
=> la differenziabilità implica l'esistenza delle derivate lungo una qualunque direzione;
=> TH. DEL GRADIENTE DIM.
=> se f(x,y) è differenziabile in (x₀, y₀) allora ∀ vettore v ∈ R² arbitrario ∂f/∂v(x₀, y₀) = ∇f(x₀,y₀) ⋅ v = ||∇f(x₀, y₀)||cosθessendo θ l'angolo tra i vettore v e ∇f(x₀, y₀), quindi didf/dvsarà massima quando θ=0 cioè quando v=∇f/||∇f|| => ∂f/∂v = ||∇f||
=> se non nullo il gradiente di una funzione differenziabileindica verso e direzione di massimo pendio del grafico nel punto
=> TH. DEL DIFFERENZIALE DIM.
=> arbitrario che se f(x,y) è di classe C¹ sull’aperto Aallora f(x,y) risulta differenziabile e continua in A
=> TH. DI DERIVAZIONE DELLE FUNZ. COMPOSTE 1ᵒ DIM.
CAP. 4 INTEGRALI DI FUNZ. DI PIÙ VARIABILI
1) INTEGRALI CURVILINEI
Data una curva γ di classe C1 e una sua parametri-zzazione ϕ : [a,b] poniamo per definizione
∫ab f (γ(s)) ds = ∫ab f (ϕ(t)) ||ϕ'(t)|| dt = integrale curvilineo
Se non dipende dalla parametrizzazione scelta per la curva ma dagli estremi punti suddetti, il secondo integrale indica l’area (o il segno) della sup. regolare costruiscono la regione tra 0 e 0 e il grafico della funzione
2) INTEGRALI DOPPI
Un sottoinsieme D ⊂ R2 è detto dominio normale rispetto a x o y se esiste un intervallo [a,b] ⊂ [c,d] e 2 funzioni α(x) e β(x) o γ(y) e δ(y) continue in [a,b] o [c,d] con α(x) ≤ β(x) o γ(y) ≤ δ(y) ∀ x o y ∈ [a,b] o [c,d] tali che {x∈[a,b], α(x)≤y≤β(x)} o {y∈[c,d], γ(y)≤x≤δ(y)}.
L’area di D è ∫ab β(x) - α(x) dx = ∫cd δ(y) - γ(y) dy.
Considerata una partizione P = {D₁, D₂, Dₖ} del dominio in domini normali, si definiscono l’integrale sup e inf di f(x,y) in D cu S(P,ε) ≤ S(f) ≤ ε il passaggio a 0 viene detto integrale doppio ∫∫D f(x,y) dxdy che indica il volume della regione tra il dominio nel piano xy e il