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A
n →∞
≤ a a a a a … …+
( ) ( ) ( )
+a + +a +a + + +a +a + + + ¿ (
1 1 2 2 3 3 4 4 5 5
k
2
∑
a a …+a a
+a + +a + ¿+…=2 =S
n
n n n n n+ 1 k
2 2 2 2 2 2
+1 +1 −1 n=1
1
S ≥ T
ossia, k 2
2 k ∞
∑ S
S
a
Se si suppone che la serie converge, allora anche e l’estratta devono
k
m 2
n
n=0 T
convergere. Quindi la sequenza delle è limitata e quindi convergente perché crescente.
k ∞
∑ a
Osservazione. Dalla dimostrazione si può facilmente dedurre che se entrambe le serie e
n
n=1
∞
∑ n
2 a convergono, allora vale la disuguaglianza
n
2
n=0
∞ ∞ ∞
∑ ∑ ∑
n
a ≤ 2 a ≤2 a
n
n n
2
n=1 n=0 n=1 ∞ 1
∑
Definizione. Si chiama armonica generalizzata la serie dove p è numero reale.
p
n
n=1
Teorema sulla serie armonica generalizzata. Se p>1 la serie armonica generalizzata è
p≤ 1
convergente se invece allora la serie armonica generalizzata è divergente positivamente.
Dimostrazione. Poiché il termine generale è positivo e tende a zero da destra, per p positivo, è
possibile sfruttare il criterio di condensazione per dimostrare la convergenza o la divergenza della
serie in tale caso (la tesi è banale per p non potisivo). Infatti, per il criterio di condensazione, le serie
∞ 1
∑ p
n
n=1
e ∞ ∞
n
2 1
∑ ∑
=
p n( p−1)
2
n
( )
2
n=1 n=1
hanno lo stesso carattere: Quindi la serie armonica generalizzata converge se solo se converge la
seconda serie, che è una serie geometrica e converge se e solo se la ragione è <1 (ossia, se p>1).
Teorema. La serie
∞ 1
∑ α β
n log n
n=2 β β> 1
(con α e numeri reali) converge se α>1 oppure se α=1∧ , diverge
per α oppure α β ≤ 1 .
<1 =1 ∧
Dimostrazione. Per il criterio di condensazione di Cauchy, si ha
∞ ∞ ∞
n
1 2 1
∑ ∑ ∑
≤ ≤ 2 D)
(
α β α β α β
n log n n log n
n n
( ) ( )
2 log 2
n=2 n=1 n=2
Per le proprietà delle potenze e dei logaritmi, si ha:
∞ ∞ ∞ ∞ ∞
n
2 1 1 1 1 1 1
( )
∑ ∑ ∑ ∑ ∑
= = = =
n α n β nα β n(α β β β n(α β β n
−n −1 ) −1)
2 2 2 log 2) 2 n log 2 log 2 2 n log 2 β
( )
(2 ) (log ) (n (α −1)
2 n
n=1 n=1 n=1 n=1 n=1
β> 1
Quest’ultima serie converge se α>1 oppure se α=1∧ , diverge
per α oppure α β ≤ 1 . Applicando il criterio del confronto alle disuguaglianze (D) si ha la
<1 =1 ∧
tesi. ∞
∑ a
Criterio di confronto con la serie armonica generalizzata. Sia una serie a termini non
n
n=1
p
lim n a
negativi e supponiamo che esista il limite dove p è un numero reale. Osservato che
n
n →∞
p
lim n a =c non può essere negativo, se
n
n →∞ ∞
∑
p
1¿ 0 ≤ lim n a e p>1, allora a converge
<+∞
n n
n →∞ n=1
∞
∑
p
2 lim n a 0 e p ≤1, allora a diverge positivamente
¿ >
n n
n→∞ n=1
Dimostrazione ε 0
1) Per la definizione di limite, fissato un , per n sufficientemente grande, si ha
> 1
a M
p <
M
. Posto risulta . La serie armonica generalizzata
n a c+ ε =c +ε
< n
n p
n
∞ ∞
1
∑ ∑
p>1
M a
converge per e per il criterio di confronto, converge anche .
n
p
n
n=1 n=1
c ε 0 c−ε
2) Sia , fissato un tale che . Per n sufficientemente grande, si può
<+∞ > >0 1
a M
p >
M c=+∞
scrivere . Posto risulta . Se , possiamo
n a c−ε =c−ε
> n
n p
n 1
a M
p >
sicuramente scegliere, per definizione di limite infinito, un M tale che e .
n a M
> n
n p
n
∞ ∞
1
∑ ∑
p≤ 1
M ∞ a
Poiché per e per il criterio di confronto, risulta .
=+ =+∞
n
p
n
n=1 n=1
( ) =
lim a 0
a a ∀ ∈
≥ n N n
Definizione. Sia una successione tale che 0 e .
n n n
Se esiste un p > 0 tale che
a ] [
= = ∈ +∞
p
n
lim lim n a c 0
,
n
1
n n
p
n 1
( )
a n
si dice che la successione è infinitesima di ordine p rispetto a .
n
Criterio dell’ordine di un infinitesimo ( )
∞ a
∑ a
Sia una serie a termini non negativi e supponiamo che la successione sia infinitesima
n
n
n=1 ] [
∈ +∞
p
lim n a 0
,
n
n
di ordine p per definizione risulta . Valgono le seguenti implicazioni:
∞
( ) ∑
> ⇒
p 1 la serie a converge
n
=1
n
∞
( ) ∑
≤ ⇒
p 1 la serie a d iverge positivame nte
n
=1
n
Dimostrazione. Si tratta di un corollario del criterio di confronto con la serie armonica
generalizzata. ≠ +∞
p
lim n a n
Infatti se p > 1 essendo per ipotesi la tesi segue dalla prima implicazione del
n
( )
∞
∑
≠ +∞ > ⇒
p
lim n a e p 1 la serie a converge
n n
n
suddetto teorema : .
=
n 1
≠
p
lim n a 0
≤
p 1 n
Se invece essendo per ipotesi la tesi segue dalla seconda implicazione del
n
( )
∞
∑
≠ ≤ ⇒
p
lim n a 0 e p 1 la serie a diverge positivame nte
n n
n
suddetto teorema : .
=
n 1
SERIE A SEGNI ALTERNI ∞ n
∑
a
{ } a
Definizione. Sia una successione a termini positivi. La serie si dice serie
(−1 )
n n N n
∈ n=0
a segni alterni.
Per le serie a segni alterni sussiste il seguente risultato che fornisce una condizione sufficiente di
convergenza. ∞ n
∑ a
Criterio di Leibniz. La serie a segni alterni è convergente se la successione
(−1 ) n
n=0
a S
{ } di numeri reali è non negativa, decrescente ed infinitesima. Inoltre, indicate con e
m
n n N
∈ ∞ n
∑ a
S, rispettivamente, le somme parziali m-esime e la somma della serie , si ha:
(−1 ) n
n=0
∣ ∣
S ≤a L1)
−S (
m m+1 a ,
{ }
Dimostrazione. Per la decrescenza di si ha:
n n N
∈
S a ≤ S
( )
=S − −a
2(m 2m 2m+1 2m+2 2m
+1)
S a ≥ S
( )
=S + −a
2m+1 2m−1 2m 2m+1 2m−1
S S
{ } { }
Di conseguenza, è decrescente e è crescente. Per il teorema sui limiti
2m 2m+1
m N m N
∈ ∈
delle successioni monotone, si può porre
lim S S
=inf =S
2m 2m P
m m
¿
lim S m S
= =S
2m 2m D
+1 +1
m a ≥ 0
Essendo ,
n
S ≤ S
=S −a
2m+1 2m 2m+1 2m
Quindi
S ≤ S ≤ S
1 2m+1 2m S S
La sottosuccessione delle somme parziali è limitata inferiormente, pertanto è un
2m P
numero reale. Possiamo allora scrivere:
S S a S S
( )
−a =lim −lim =lim =¿
2m 2m+1 2m 2m+1 2m P
m m m
S S
=lim =lim ¿
D 2m+1
m m
S=S S → S
{ }
=S
A questo punto, posto , mostriamo che . Infatti, fissato un ε>0, si ha:
D P m
∣ ∣
N tale che k N , k ≥ ν si ha S ε
∃ν ∈ ∀ ∈ −S <
P P 2m
∣ ∣
N tale che N , k ≥ ν siha S
∃ν ∈ ∀k ∈ −S <ε
D D 2m+ 1
Si ha: { ∣ ∣
S ε per n=2k ,k ≥ ν
−S <
2m P
∣ ∣
S −S =
m ∣ ∣
S per n=2k k ≥ ν
−S <ε +1,
2m+1 D
∣ ∣
S −S <ε
Prendendo n opportunamente grande, è , quindi la serie di partenza converge a S.
m
¿
S ≤ m S S ≤ S
=S =S=S =inf
Infine, osserviamo che, per ogni m, . Se m=2k,
2m+1 2m+1 D P 2m 2m
m
0 ≤ S ≤ S ( )
−S −S =− −a =a =a
2k 2k 2k 2k+1 2k m+1
+1 +1
Se m=2k+1,
0 ≤ S−S ≤ S −S =a =a
2k 2k+2 2k+1 2k m
+1 +2 +1
Da queste due relazioni si deduce la (L1).
Esempio.
Consideriamo la serie a segni alterni:
1 1 1 1 1
−
− + − + + + − +
n 1
1 ... ( 1
) ...
p p p p p
2 3 4 5 n
∈
con p R 1 1 1 1
> = =
lim 0
( ) p
p +
n n 1 + ∞
p
n
n
Se p > 0 risulta e
Conseguentemente per il criterio di Leibnitz tale serie è convergente. ( )
1 −
= p
n
p
n
Se invece p < 0 la serie non converge poiché la successione diverge positivamente e
quindi non è infinitesima.
1 =
1
p
n
Se infine p = 0 la successione converge quindi a 1.
Concludiamo l’esempio osservando che la serie:
1 1 1 1 1
−
− + − + + + − +
n 1
1 ... ( 1
) ...
2 3 4 5 n
si chiama serie armonica a segni alterni ed è un caso particolare della serie che abbiamo considerato
con p = 1 .
Da quanto stabilito in precedenza possiamo affermare che la serie armonica a segni alterni è una
serie convergente.
Si osservi, inoltre, che la (L1) fornisce una stima dell’errore che si compie qualora si
approssimi la somma della serie con la somma parziale n-esima, ossia l'errore commesso non supera
∞ n
(−1)
∑
il termine successivo trascurato (preso in modulo). Ad esempio, si consideri la serie: ,
n
n=1
10 n
(−1)
∑
s ≈−0,6456
calcolando la somma dei primi dieci termini, si ott