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Principi fondamentali della realtà sociale

2) PRINCIPIO DEL BENE COMUNE 3) PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ 4) PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ Questi principi devono essere apprezzati nella loro unitarietà, connessione ed articolazione. Hanno un carattere generale e fondamentale, poiché riguardano la realtà sociale nel suo complesso. Per il loro carattere universale, la Chiesa li indica come il fondamentale parametro di riferimento per l'interpretazione e la valutazione dei fenomeni sociali. 1) PRINCIPIO DI PERSONALITÀ Questo principio si basa su quello che è un dogma cristiano per cui "l'uomo è l'immagine vivente di Dio stesso". La persona non può mai essere pensata come assoluta individualità edificata da sé stessa, ma come un elemento unito in armoniche relazioni con altri elementi. Inoltre, l'uomo è stato creato come unità di anima e corpo. Dunque, l'uomo ha due caratteristiche: è un essere MATERIALE, legatoal mondo attraverso il corpo, ed è un essere SPIRITUALE aperto alla trascendenza ed alla scoperta di una verità più profonda, cioè un'apertura verso l'infinito e verso tutti gli esseri creati. Una società giusta può essere realizzata soltanto nel rispetto della dignità trascendente della persona umana. L'uomo, infatti, nella sua interiorità trascende l'universo ed è l'unica creatura ad essere stata voluta da Dio per sé stesso. Dunque, sia una visione dell'uomo come persona cioè soggetto attivo e responsabile del proprio processo di crescita insieme alla comunità di cui è parte. La radice dei diritti dell'uomo è da ricercare nella dignità che appartiene ad ogni essere umano. I diritti dell'uomo sono da considerare:
  1. UNIVERSALI perché presenti in tutti gli uomini
  2. INVIOLABILI perché inerenti alla persona umana ed alla sua

dignità3) INALIENABILIà in quanto nessuno può privare un suo simile di tali diritti.

2)PRINCIPIO DEL BENE COMUNE: Secondo una prima accezione per bene comune si intende l'insieme di quelle condizioni che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente. L'agire morale del singolo si realizza compiendo il bene, così l'agire sociale giunge a PianezzaàComerealizzando il bene comune.

Il bene comune, infatti, può essere inteso come la dimensione sociale e comunitaria del bene morale. Il bene comune impegna tutti i membri della società. Nessuno è esentato dal collaborare a seconda delle proprie possibilità. È un bene difficile da raggiungere in quanto richiede la capacità e la ricerca costante del bene altruico come se fosse proprio.

Tra le varie implicazioni del bene comune, rilievo maggiore, probabilmente, assume

Il principio della destinazione universale dei beni si basa sull'idea che Dio ha creato tutto ciò che c'è sulla terra per l'uso di tutti gli uomini e popoli, senza privilegiare nessuno. Sulla base della destinazione universale dei beni, la proprietà privata viene vista come un mezzo e non come un fine. Infatti, l'insegnamento della Chiesa è quello di vedere e riconoscere la funzione sociale di qualsiasi forma di possesso privato, con l'idea che le cose esteriori possono essere utili non solo a colui che le possiede, ma anche agli altri e in particolare ai poveri, a coloro che si trovano in situazioni di marginalità e, in ogni caso, alle persone a cui le condizioni di vita impediscono una crescita adeguata.

Il principio di sussidiarietà stabilisce che tutte le società di ordine superiore devono porre in atteggiamento di aiuto rispetto a quelle minori. Dal punto di vista dello Stato, ad esempio,

La sussidiarietà si sostanzia da un lato "in senso positivo" come aiuto economico, istituzionale e legislativo, dall'altro con come una sé con una serie di implicazioni in negativo che impongono allo Stato di astenersi da quanto restringerebbe l'iniziativa soggettiva. Questo principio, dunque, si impone affinché ogni persona, famiglia o corpo intermedio, abbia da offrire qualcosa alla comunità. Allo stesso tempo il mancato o inadeguato riconoscimento dell'iniziativa privata concorrono a smorzare il principio di sussidiarietà. Consequenza della sussidiarietà è la partecipazione che si esprime in una serie di attività attraverso le quali i cittadini contribuiscono alla vita culturale economica, sociale e politica della comunità in cui vivono.

4) PRINCIPIO DELLA SOLIDARIETÀ: La solidarietà conferisce particolare risalto alla socialità della persona umana, all'uguaglianza ed al

comune cammino di uomini e popoli verso una convinta unità. Come oggi vi è una consapevolezza tanto diffusa del legame di interdipendenza tra gli uomini. Maie dei popoli grazie al moltiplicarsi delle vie e dei mezzi di comunicazione a seguito dei progressi tecnologici. A fronte, però, di tale fenomeno di interdipendenza persistono in tutto il mondo fortissime disuguaglianze tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. Dunque, il processo di accelerazione dell'interdipendenza deve essere accompagnato da un impegno sul piano etico-sociale altrettanto intensificato, al fine di evitare le nefaste conseguenze di una situazione di ingiustizia di dimensioni planetarie destinata a ripercuotersi anche sui paesi più sviluppati.

PARTE I TESTI BIBLICI

La sacra scrittura è il riferimento essenziale di ogni riflessione di fede. Infatti, la Bibbia è innanzitutto testimonianza ed annuncio del regno di Dio. Tuttavia, la rivelazione biblica haanche una rilevanza sociale, in quanto propone un messaggio da vivere nell'esistenza quotidiana. La Bibbia non offre un discorso organico ed omogeneo sulle realtà sociali, cioè un'esplicita dottrina sulla società, ma varie visioni legate alla cultura ed al momento storico vissuto dai diversi autori. La Bibbia conosce il proprio centro nella vicenda di Gesù di Nazareth che assume così il ruolo di criterio interpretativo ultimo ed unitario della scrittura stessa. Infatti, ogni pagina della Bibbia, per essere pienamente compresa, va riferita a Cristo. L'obiettivo è quello di individuare il giudizio che la Bibbia può portare sulla nostra vicenda storico-sociale. Il messaggio biblico, infatti, è momento FONDATIVO, per formulare giudizi etico-sociali, ed è momento RIVELATIVO, in quanto non dice come la società debba essere strutturata e con quali modalità, ma offre la possibilità di sottoporre.A verifica, ogni concreta società esistente, mostrandone i limiti e la direzione del cammino da percorrere, in vista di un suo migliore compimento.

ANTICO TESTAMENTO

Nell'antico testamento emerge la rivelazione che Dio fa di sé stesso al popolo di Israele, che risponde alla ricerca umana del divino.

Il libro dell'Esodo narra che il Signore abbia udito e compreso il grido del proprio popolo per la loro sofferenza. Dunque, egli è sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e dargli un futuro migliore attraverso l'acquisto della libertà e della terra che Dio gli ha donato.

L'alleanza con il suo popolo, poi, si concretizza con il decalogo dei 10 comandamenti che esprimono l'appartenenza a Dio. I 10 comandamenti indicano le condizioni più sicure per un'esistenza libera dalla schiavitù del peccato e contengono un'espressione privilegiata della legge naturale.

Dal decalogo, poi, emerge un impegno che non solo

sette anni sabbatici, quindi ogni 49 anni). Durante l'anno sabbatico, il popolo di Israele doveva lasciare riposare la terra, non seminando né raccogliendo i frutti. Questo periodo di riposo era un segno di fiducia in Dio, che avrebbe provveduto al sostentamento del popolo anche senza il lavoro agricolo. L'anno giubilare, invece, era un anno di grande festa e gioia per tutto il popolo. Durante questo anno, venivano ristabiliti i diritti di proprietà delle terre, le persone schiave venivano liberate e i debiti venivano perdonati. L'anno giubilare rappresentava un momento di rinnovamento e di ristabilimento dell'equilibrio sociale ed economico. Queste disposizioni, insieme ad altre norme sulla giustizia sociale e sulla solidarietà, facevano parte del diritto del popolo di Israele. Esse miravano a creare una società basata sulla giustizia, sulla condivisione e sulla cura degli altri, in particolare dei più deboli e bisognosi. In conclusione, la fedeltà a Dio nel popolo dell'alleanza si esprimeva non solo attraverso l'osservanza dei comandamenti, ma anche attraverso la pratica della giustizia e della solidarietà sociale. L'anno sabbatico e l'anno giubilare erano due istituzioni che contribuivano a promuovere questi valori all'interno della società israelitica.

Cinquant'anni fa è stata promulgata una legge che prescrive il riposo, il condono dei debiti e la liberazione generale delle persone e dei beni. Lo sviluppo di tale legislazione ha cercato di assicurare l'equilibrio e l'equità nelle relazioni dell'essere umano con gli altri e con la terra dove viveva e lavorava. Bisogna inoltre dire che in un mondo come il nostro, segnato da conflitti e dalle disuguaglianze, l'impegno per la giustizia e per la pace sono un aspetto fondamentale per la celebrazione del giubileo.

NUOVO TESTAMENTO

Nel nuovo testamento Gesù si pone sulla linea del compimento, non solo perché adempie ciò che era stato promesso ed era atteso da Israele, ma anche nel senso più profondo: che in lui si compie l'evento decisivo della storia di Dio con gli uomini. Infatti, egli proclama: "Chi ha visto me ha visto il Padre". In sostanza, Gesù esprime definitivamente chi è Dio e come Egli si comporta con gli uomini.

L'amore che anima il rapporto tra Gesù e gli uomini è quello sperimentato dal figlio nell'unione intima con il padre. L'amore di Dio per gli uomini, poi, è da vedere nel sacrificio fatto da Egli sacrificando il figlio come vittima per l'espiazione dei peccati. Il comandamento dell'amore di Dio deve ispirare, purificare ed elevare tutti i rapporti umani nella vita sociale e politica. In particolare, ispirare un nuovo modello di unità del genere umano basato sulla solidarietà.

LA GENESI

La Genesi è il primo libro della Bibbia. La Genesi è il libro della generazione, della creazione del mondo e dei patriarchi. La Genesi 1-11 viene generalmente definita come eziologia metastorica, cioè in questi testi si parla di un qualcosa che ci dice perché noi siamo così, perché esistiamo. È un discorso che vale per ogni epoca storica, vale per sempre. La Genesi 12-50 parla dei

patriarchi.L'antropologia e la Dottrina Sociale della Chiesa devono avere un fondamento: se l'uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio, allora la sua dignità e i suoi diritti devono essere rispettati e promossi.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
13 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher emma.r8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Bonelli Massimo.