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In questo scenario irrompe il serpente che parla, che convince l’uomo e la donna a
sospettare e ad essere gelosi nei confronti di Dio. Il serpente sostituisce la conoscenza con la
superbia, il desiderio con il potere, la complessità con la confusione, la differenza con la
paura. Dalla Bibbia emerge che la libertà dell’uomo è limitata, insidiata e rovinata dal
desiderio di slegarsi dall’origine per poter disporre pienamente di se stesso. Ogni uomo in sé
quindi ha una libertà malata e questa libertà malata è l’illusione che egli riesce a definire da
sé il bene e il male. Dio, però non lascia l’uomo al suo destino e propone un percorso
educativo, che non viene imposto come legge, ma che lo conduce alla comunione divina.
Questo percorso è dato da 4 tappe:
1) Dio sceglie Abramo come suo alleato e depositario della sua promessa di giustizia presso
gli uomini
2) I contenuti dell’alleanza sono la legge e la terra, la legge è il decalogo, mentre la terra è
quella di Canaan
3) i profeti vedono il popolo far fatica a star dietro a tale alleanza e vedono il popolo
trascurare la legge quindi inizia il percorso che interiorizza la legge e da qui nasce la
promessa di una nuova alleanza.
4) la nuova alleanza si realizza con la vicenda di Gesù di Nazareth che dal monte con Mosè
annuncia la nuova legge cioè la legge del cuore. Secondo la legge del cuore, la legge
propone una strada verso la libertà e Gesù propone di percorrerla con amore mentre il cuore
è il logo sintetico della morale della nuova alleanza, infatti è ciò che esce dal cuore
dell’uomo che può contaminare o salvare l’uomo.
Confrontando i 2 testi, decalogo e beatitudini, secondo le beatitudini non c’è scampo per
quelli che intendono fare da sé. Per le beatitudini, non sono fonte di essa la ricchezza, la
sazietà, la gioia perché in sé queste non lo sono e il tutto sarebbe in contraddizione con la
Creazione. Viene presentata la morale del riconoscimento degli altri e dell’altro, e tale
morale è legata ad una promessa di un compimento futuro che sarà offerto a tanti come
dono. Si è davanti a 2 strade: la libertà che va oltre il proprio limite e si tratta di una libertà
dialogica che suppone un dialogo prima di tutto con Dio e con la sua volontà e poi con gli
altri e la libertà che resta entro i suoi limiti e le sue malattie, per farsi giusta da sé. La
ragione è una facoltà della libertà, ovviamente può conoscere il bene, ma a fatica riesce ad
attuarlo infatti il destino della libertà va oltre le possibilità umane.
La consegna: la libertà
Il fare e l’agire umano dipendono da chi è l’uomo, l’essere viene prima dell’agire quindi è
bene ciò che corrisponde all’essere dell’uomo, mentre è male ciò che nega il suo essere. L’
uomo per la Bibbia è la sua libertà, facendo un indagine fenomenologica si presentano 4
passaggi:
1) Il fare e l’agire umano: il paradosso della libertà umana è che quando si dice tempo
libero perché si può non fare nulla, ma subito si pensa a cosa fare, quindi la libertà è poter
fare o non fare si è cmq obbligati a scegliere. La libertà dunque è un’azione essa non può
non fare. La ricerca morale diventa la domanda su cosa dover fare e su cosa poter fare. C’è
un puoi, chiuso in ogni devi.
2) libertà e legami: non si può non scegliere e libertà non significa poter fare qualsiasi cosa.
Per la Bibbia, le relazioni possono limitare la libertà, ogni legame per un verso limita e per
un altro apre a tante possibilità e cosi il legame è la condizione della possibilità di essere
liberi. Ogni legame che la libertà incontra ha sempre due facce che non si eliminano a
vicenda ma sono sempre insieme, quindi i legami che sembrano condizionarci sono anche le
condizioni nelle quali la libertà può esercitarsi e crescere, ad esempio:
- io sono un corpo, in quanto tale provo emozione, sento cose diverse, non sono io che
scelgo il mio corpo e non sono io che scelgo gli impulsi fondamentali. Ciò che pone dei
limiti alla libertà è la stessa cosa che le permette di esprimersi, posso scegliere e agire solo
con il corpo ma questo non vuol dire che la libertà è schiava del corpo, anche se il corpo a
volte la condiziona anche pesantemente ( malattia, morte)
- nessuna libertà è sola, ma è inserita nel mondo che appunto la condiziona. Il mondo è il
luogo della libertà e della sua azione, anche se volessi non potrei vivere fuori dal mondo in
quanto sarebbe pura illusione, inoltre il mondo cambia di continuo e questo significa che la
libertà cambia anch essa quindi c’è un influenza reciproca
- il rapporto con gli altri è decisivo per tutti, ma anche problematico, mi trovo nel gioco
della vita senza averlo chiesto, in quanto sono gli altri che hanno deciso di mettermi al
mondo e quindi c’è stato qualcuno che si è preso cura di me e che mi ha permesso di vivere,
quindi gli altri possono essere un grande aiuto per la mia libertà o anche un freno, ma cmq
gli altri legano la nostra libertà.
- non si può non rispondere alla domanda perché sono al mondo, ma ci sono diverse risposte
infatti.
3) Libertà tentata; superare la tentazione: la libertà sente fortemente la voglia di essere
assoluta, quindi sciolta da ogni legame, ma è comunque sempre legata anche se mai
totalmente schiava. Il corpo, il mondo, gli altri vengono avvertiti come prigione dalla quale
si vuole evadere per sentire una autonomia assoluta, a volte si tende a distruggere, a isolarsi,
ma ci si rende conto che il male genera altro male e la libertà non è distruggere se stessi o
gli altri ma è ascoltare quello che può rivelare.
4)libertà come amore: libertà definita come legame, quindi come la facoltà dell’amore. Per
la morale cristiana il bene è la costruzione di legami positivi, mentre il male è la rottura con
sé, con gli altri, con Dio. Il cammino della morale si identifica con il cammino della libertà
cioè bisogna resistere alla tentazione di trasgredire per camminare verso la libertà vista
come la forza che crea legami buoni. Bisogna amare fino a donare la propria vita, e ciò
diviene possibile in forza all’amore ricevuto, si può imparare ad amare perché si scopre di
essere amati ed è la Storia della Salvezza che racconta di questo amore ricevuto.
Luogo della libertà: coscienza morale
La Bibbia ci dà un modello ottimistico della coscienza che è basato sulla responsabilità
personale. In questa responsabilità c’è un etica della speranza. La nostra esperienza, mostra
la fatica che contraddice l’ottimismo della Bibbia, infatti ci rifacciamo a 2 citazioni che
mostrano il problema: la prima è che la coscienza è il caos delle chimere, dei tentativi, il
campo di battaglia delle passioni, ogni uomo confronta con disperazione, le volontà del suo
cervello e le azioni della sua vita, la seconda è che il cielo stellato sopra di noi è la legge
morale in noi, le si vede davanti e le si connette con la coscienza della nostra esistenza. Tale
ambiguità della coscienza perdura ancora oggi. Per arrivare a una forte identità morale
dell’uomo, si percorrono 3 tappe:
- nell’antichità prevale la cultura della vergogna quindi la cosa più importante è non perdere
il rispetto da parte della pubblica opinione. Da ciò si passa alla riflessione su se stessi e ad
ogni azione compiuta consegue una lacerazione interiore. E’ la stessa parola “ coscienza”
che allude a questo percorso ed essa che si collega alla conoscenza del bene e del male.
- illuminismo è segnato da un profondo rispetto per la propria interiorità
- la modernità la situazione della coscienza oggi è di fronte a una duplice tendenza, da un
lato si tende ad una soggettivazione dell’individuo, nel senso che esiste solo il soggetto,
dall’altro lato le scienze umane/ psicologiche evidenziano i condizionamenti e spingono a
oggettivare la coscienza privandola della libertà. I 3 fati che hanno rotto l’ottimismo
illuministico dell’uomo capace di una libera assunzione di responsabilità sono la svolta
copernicana che vede l’uomo come un granello di polvere nell’immensità dell’universo, la
teoria dell’evoluzione che vede l’uomo come animale perfetto e la psicologia profonda che
vede l’uomo come giocattolo dell’inconscio. Si arriva alla negazione della moralità se si
sottrae l’uomo al principio interiore che dà senso all’agire, di dare un contenuto etico alle
scelte. La riduzione soggettivistica ISOLA la coscienza dal contesto circostante, quella
oggettivistica CANCELLA la coscienza per sostituirla con un meccanismo che annulla ogni
specificità dell’agire umano. La coscienza morale è frutto quindi di un percorso in cui il
soggetto non deve perdere la propria interiore soggettività e un percorso in cui il
soggetto si formi nel continuo confronto con la realtà che lo circonda. La coscienza è
dunque il pilastro fondamentale dello strutturarsi della moralità, il soggetto agisce con
libertà e quindi con responsabilità, è il luogo liberto dove si decide e si lega un progetto di
vita nelle relazioni, con Dio, gli altri, se stesso tenendo insieme anche se con fatica sia la
soggettività che l’ oggettività, quindi è come un cantiere su cui lavorare. Per la teologia,
bisogna ripercorrere 3 aspetti, Dio, la persona e il mondo, per scoprire e conoscere meglio la
potenza della coscienza umana, pur nella debolezza di esso. La bibbia vede la coscienza
come è il possibile luogo di libertà e di agire morale, quindi luogo in cui si incontra l’unità
della persona ( intelligenza, sentimenti, passioni), contatto liberante con la realtà e infine per
la Bibbia l’uomo può arrivare alla relazione diretta e viva con Dio.
La risposta della fede
La risposta della fede è la relazione personale con Gesù. La croce di Cristo è la massima
espressione dell’amore di Dio biblico che diventa evidente, è la risposta di Dio all’ esistenza
umana, in quanto la croce di Gesù rivela il senso profondo dell’essere umano ed è la
risposta di Dio alla distruttività della storia della libertà umana. La croce ci rivela il
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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