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LEZIONE 26/11/2015

P.26 A DIOGNETO Documenta dopo il nuovo testamento la presentazione del Cristianesimo come

una novità. CAPITOLI 5-6: realizzano un confronto con la cultura dell’epoca, compare il cristianesimo,

ma viene presentato nelle sue strutture dal paragrafo settimo. PARAGRAFO 5: I cristiani all’epoca

non si distinguono né per la voce, né per i costumi8, né per come si comportano quindi sono

pienamente inseriti nella società in cui si trovano. Non abitano città proprie né usano un gergo che si

differenzia, inoltre il Cristianesimo non è una filosofia, può utilizzare filosofie diverse per dire la propria

verità e non è scoperta del pensiero di uomini dotati di caratteristiche particolari; il cristianesimo è un

incontro fra Dio e gli uomini (paragrafo 7). Non si distinguono in nulla, ma hanno dei valori diversi, non

sono dei valori che si identificano nel contesto in cui vivono, non condividono fino in fondo tutti i criteri

della società. V5: vivono nella loro patria ma come forestieri...--> Credono che la società in cui vivono

non sia definitiva, ma che sia un cammino, questo ha permesso di prendere le distanze ai cristiani, e

a vivere in più società comprendendo che ci sono dei valori ulteriori. PARAGRAFO 6: riferimento alla

famiglia: Non gettano i neonati fa riferimento a figli con handicap; 8 la carne non è l’unico criterio,

nella linea di San Paolo, non è il disprezzo della carne, ma il disprezzo di chi vive SOLO secondo la

carne, che non è l’unico criterio per impostare la propria vita; nella carne ma secondo lo spirito. 9

riferimento alla vita civile, tema del pellegrinaggio verso la terra celeste, rispetto al cristianesimo

antico, nel nostro sentiamo meno la prospettiva ultraterrena; nei cristiani c’era molto questa tensione,

e c’erano anche delle azioni pratiche in quanto uno sentiva vicina la resurrezione, la vita ultraterrena e

si mettevano in gioco la propria vita in vista del compimento; non c’è però il fanatismo del martirio. 10

già nell’antichità i cristiani seguono le leggi civili, obbediscono ma con la vita superano le leggi,

rapporto tra giustizia e carità, una società non sta in piedi solo sul diritto, c’è una dimensione di carità

che deve far parte di ogni esistenza civile. La carità non è evocata con un principio solo per i più

buoni, ma l’amore per gli altri è un principio civile. V.11accenno alle persecuzioni, come Gesù, il

quale voleva bene a tutti ma nonostante questo veniva messo a morte, voler bene non sottrae alla

morte. L’amore non sempre viene ricambiato. V.12 è un’esemplificazione di persecuzioni, la

persecuzione è iniziata con Gesù ed è divampata prima nel mondo giudaico e successivamente negli

altri; la contrapposizione al cristianesimo c’è stata in ogni epoca e cultura, in modi diversi; tutt’oggi

sono presenti, il motivo Gesù lo indica nel capitolo 16 del vangelo di Giovanni, lo definisce come un

odio senza ragione, i Cristiani vogliono bene ma questo accresce le contrapposizioni senza un motivo

preciso. È probabile che nell’esperienza umana ci sia un rifiuto del bene e si può reagire con violenza,

in questi paragrafi si esemplifica l’esperienza cristiana attorno al 200.

PARAGRAFO 6: Paragrafo più noto in cui l’autore sceglie l’immagine di ANIMA E CORPO, indicando

8 caratteristiche del rapporto. Sintetizza il paragrafo 5.

1° caratteristica, l’anima è diffusa in tutte le parti del corpo, come i cristiani nelle città della terra,

quindi ovunque; non è possibile distinguere l’anima dal corpo. 2° l’anima abita nel corpo ma non è nel

corpo; è ovunque ma non si identifica nel corpo, vi abita ma si può distinguere, il principio che muove

il corpo è l’anima, è invisibile ma è efficace (come spirito in San Paolo). 3°l’annima è invisibile ed è

racchiusa in un corpo visibile, si vedono gli effetti dell’anima ma essa non si vede, come i cristiani che

non si distinguono dal mondo ma la loro presenza è efficace. 4° la carne odia l’anima;

contrapposizione tra corpo e spirito, la difficoltà del rapporto si esprime in una contrapposizione.

5°V.6 nonostante la contrapposizione l’anima ama la carne che la odia. 6°. V.7 fino a che l’anima è

presente la persona è in vita, un rapporto di odio e amore ma l’anima sostiene il corpo, i cristiani sono

nel mondo come in una prigione ma essi sostengono il mondo. 7° principio: l’anima immortale abita in

una dimora mortale: l’anima sopravvive al corpo; il rapporto con Dio è maturo solo nella pienezza

della nostra esperienza. Anche i cristiani vivono come stranieri.

8° caratteristica: Il rapporto faticoso tra anima e corpo RAFFINA L’ANIMA, non sono solo un male, ma

la lotta per il bene produce un effetto positivo, lo raffina, costringe a scegliere, fa la propria

esperienza. I cristiani non cedevano alla persecuzione pensando fosse una sciagura ma

interpretavano la lotta contro il male come una rieducazione. QUESTE CARATTERISTICHE

INDICANO IL VALORE CHE L’AUTORE DÀ AL RAPPORTO TRA ANIMA E CORPO. L’idea che ci sia

una affinità tra l’esperienza del singolo e la collettività. V.10 Dei cristiani si può dire: nonostante le

criticità hanno la consapevolezza che il luogo della loro vita e dell’incontro con Dio è il mondo, anche

servire il mondo e la contrapposizione raffina l’esperienza.

DIO E IL VERBO: PARAGRAFO 7; Se i cristiani sono come l’anima e il corpo, perché? Il motivo che

l’autore mette al centro è perché DIO è così, si è rivelato come un padre buono per la salvezza e non

la condanna. Il fondamento del cristianesimo è un pensiero non elaborato, ma il cristianesimo è vero

se Gesù è il figlio di Dio. 2Il fondamento è in Dio, del quale il testo suggerisce qualche elemento

fondamentale, diverso da Corinzi 15. Per esempio la rivelazione che viene da Dio, invisibile, ma

signore creatore di tutto (tema dell’idolatria, che il Dio cristiano è all’origine di ogni cosa, anche della

libertà di ogni uomo; è lui che scende dal cielo, questa è una convenzione per indicare l’origine divina

di Dio.) alcune caratteristiche: è la verità, è la parola, parola santa e incomprensibile, cioè che non si

può racchiudere, non significa che non si capisce nulla, ma che non si può afferrare completamente

perché è più grande. Il testo sottolinea molto il tema del rapporto personale: la parola l’ha riposta nei

cuori. Colui che Dio ha mandato è il FIGLIO, non è servo, angelo, ma è Gesù, non semplicemente un

angelo, è la rivelazione attraverso il figlio del padre. (Gnosticismo immagina una gerarchia di

rivelatori, interpreta una gerarchia angelica come una serie di mediatori, non riconoscendo in Gesù la

divinità).

Sottolinea la partecipazione di Cristo alla creazione, è Dio stesso che nel figlio si fa conoscere, questo

è l’elemento decisivo per il cristianesimo. Dio stesso si rivela in Cristo, ulteriore passo del testo è “per

quale motivo?”, non per la tirannide o per sottomettere l’uomo, ma lo mandò come chi salva, per

persuadere, a Dio non si addice la violenza, la rivelazione è di AMORE (san paolo tema della carità).

7. Chiude il paragrafo dicendo che la rivelazione è come la rivelazione di un Dio che ama, ricorda il

comportamento dei cristiani di fronte alle persecuzioni è un segno della sua presenza.

8: quando l’uomo parla di Dio proietta su Dio ciò che desidera per se, in questo testo si affronta

l’obiezione, chi si poteva attendere un Dio così? Chi fra tutti gli uomini poteva attendere un Dio così

prima che lui venisse? .

L’ultimo e vero sacrificio è quello di Dio, non degli uomini. Nessuno sapeva chi fosse Dio prima di

Gesù.

2 4 mette al centro l’idea che per il cristianesimo è Dio che si rivela agli uomini mediante la fede, si

mostrò amico degli uomini e magnanimo, un Dio buono. Il Dio dei cristiani è buono. 81011

Ribadisce la bontà di Dio sorprendente rispetto alle attese dell’uomo quindi difficilmente produzione

dell’umano. Introduce anche il tema della PARTECIPAZIONE, Dio consente all’uomo di partecipare a

ciò che Dio è per natura, Dio è buono e l’uomo può parteciparvi.

Paragrafo 9: risponde a una delle domande dell’indice. Perché i cristiani sono apparsi ora e non

prima? Perché Gesù così fondamentale si è rivelato ora e non prima? La risposta che davano gli

antichi è indicata in questo testo. 1 prova a spiegare il senso del male, fare esperienza di sé anche

nella fatica e ingiustizia, per comprendere il senso, la qualità e la salvezza che si trova nel rapporto

con l’altro. 2bontà e potenza, sono ciò cui la storia predispone. Incontro tra Gesù e Pietro, anche

Pietro ha sbagliato e Gesù l’ha lasciato sbagliare per l’esperienza della salvezza, non la condanna;

questo vale per l’intera esperienza dell’uomo.

3 46 dinamica dell’incontro, fare esperienza di sé anche nella fatica, debolezza e fragilità per

sperimentare la bontà e la salvezza che viene dall’alto. (Sostenitore, padre, ecc… ) Sono termini

vicini alla cultura greca, però il tentativo è quello di tentare il senso della comunione con Dio.

PARAGRAFO 10: Manca un quinterno, mancano le considerazioni finali e il congedo, il 10° è quindi

per noi l’ultimo paragrafo che apre una conclusione. Cosa propone a Diogneto: propone un percorso

fatto di 4 passaggi: la conoscenza, la gioia, l’amore e l’imitazione; ciò che l’autore del testo propone è

la conoscenza, conoscere Dio come è interpretato dai Cristiani, l’ipotesi dell’autore è che possa dare

Gioia, amare il Dio dei cristiani e infine possa portarlo ad imitarlo. L’esito è l’imitazione della persona

conosciuta e amarla. Il cristianesimo è l’incontro personale con Dio per essere amati e condividere la

sua esperienza. 1 2 riassume le cose dette; propone una sintesi dei paragrafi precedenti; secondo

passaggio conoscere Dio può produrre gioia in chi lo incontra. Altro passaggio una gioia per essere

amati da Dio che produce la reciprocità dell’amore, il senso della storia umana, comprendere quanto

si è amati da Dio e ricam

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
12 pagine
9 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilaria.vitale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Stercal Claudio.