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AL SEPOLCRO, DOPO LA

VANGELO DI GIOVANNI 20,1-10 e 20,30-31 

RESURREZIONE DI GESÙ

Capitolo 20 4° passaggio su 6 dove appare il discepolo amato.

Gv 20,1-10

1 Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e

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vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo,

quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove

3 4

l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme

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tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli

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posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i

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teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a

8 9

parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti

10

non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. I discepoli perciò se ne

tornarono di nuovo a casa. […]

Gv 20,30-31

30 31

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma

questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la

vita nel suo nome.



V.1 “Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando

era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro”: il primo giorno della settimana è

la domenica; l’incontro quindi avviene in un giorno feriale e non di festa (al momento il giorno

festivo che per noi è rappresentato dalla domenica, era il sabato).



V.2 “Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo”: ci si riferisce al discepolo che

Gesù amava; inoltre vi è una complementarità tra Pietro e il discepolo.



Pietro è visto come il capo del gruppo

Il discepolo è colui che ha un rapporto personale più intenso



con Gesù due funzioni che non per forza si devono

sovrapporre: nei Vangeli vengono ben distinti i ruoli dei

soggetti, dal tipo di rapporto che questi hanno con Gesù.

(es. la donna o il centurione non hanno ruoli importanti, non hanno delle responsabilità eppure

sono più vicini a Gesù).

L’altro discepolo, pur arrivando per primo al sepolcro rispetto a Pietro non entra, ma lo aspetta:

perché? Arriva prima probabilmente perché è più giovane, ma non entra nel sepolcro perché

riconosce che Pietro è più autoritario, è giusto che sia lui il primo ad entrare.



V. 8 “Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e

credette”: l’altro discepolo è colui che per primo è arrivato al sepolcro, vede (elemento essenziale

per credere) e crede prima di Pietro. Quest’ultimo ha più autorità, ma ciò nonostante chi capisce

per primo è il discepolo.

Altro elemento di complementarietà: il discepolo non è il capo, ma capisce per primo e crede.

TEOLOGIA DUE 9 | 51

Questo perché a differenza di Pietro ha un rapporto personale profondo con Gesù, lo ha ascoltato,

si è fidato di lui anche alla luce delle Scritture.



Ulteriore elemento di verifica: la fede non è solo stare accanto a

Gesù, si deve capire, verificare e poi solo se vi è un rapporto

profondo può nascere qualcosa di più (fede o amore).

IL RUOLO CENTRALE NEL VANGELO È QUINDI RAPPRESENTATO DAL DISCEPOLO AMATO, in quanto

modello di chi è vicino a Gesù e modello di umanità. Ciò mette ben in evidenza l’antropologia

umana ed ecclesiale (es. rapporto tra Pietro e discepolo).



Nella comunità cristiana vi sono entrambe le figure



Pietro rappresenta le strutture di giuda, l’organizzazione e i servizi



Discepolo è al centro dell’organizzazione in quanto ha un rapporto personale con Gesù

(funzione di relazione, la quale deve essere organizzata).

- Prima lettera ai Corinzi: scritta da San Paolo tra il 54 e 56 d.C.

- Vangelo di Gv: scritto dopo, circa verso il 100 d.C. e parla di fatti avvenuti prima della

lettera; esso raggiunge la sua redazione finale quando esistono già le comunità cristiane

organizzate. Vi è un rapporto tra atto istituzionale e carismatico?

Il cuore dell’esperienza ecclesiale è la relazione personale con Gesù e con coloro che hanno avuto

una relazione con lui (questo perché tante volte si incontra Gesù senza che gli altri lo sappiano).

Il rapporto tra Pietro e il discepolo consente quindi di effettuare un confronto tra funzione

istituzionale e relazione personale. L’organizzazione è sempre in funzione delle relazioni.

Il testo richiama il discepolo come “colui che Gesù amava” come modo per vedere nella relazione

personale con Gesù il cuore della sua esperienza. La caratteristica dominante presentata

dall’evangelista nel suo Vangelo è quindi la relazione personale con Gesù.

Nel capitolo 13 della Lettera ai Corinzi di San Paolo viene presentato l’inno alla carità. È

importante capire il rapporto che vi è tra istituzione e carità: esse devono necessariamente stare

insieme, così com’è il rapporto tra amore e verità visto in precedenza.

ESEMPIO La società non sta in piedi solo con le Leggi, chiede che esse debbano essere ispirate.

Nella società occidentale gli aspetti prevalenti sono quello giuridico ed economico; è anche vero

che però una comunità (così come la famiglia) che pensa di poter restare in piedi solo grazie a

questi aspetti è volta verso un fallimento. Questo perché uno dei pilastri fondamentali, una delle

virtù sociali più importanti è l’amicizia. La società senza rapporto reciproco tra gli uni con gli altri è

una società fragile. Anche in essa è necessario prendersi cura gli uni degli altri, e per fare ciò sono



rilevante importanza gli aspetti economici e giuridici. Amicizia legame sociale.

Noi siamo abituati a considerare l’amicizia come un’esperienza da bambini, nel momento in cui si

diventa grandi si capisce che non si può più vivere solo di questo. Il fatto è che invece i bambini

sono compagni di gioco, non amici. Diventano tali in seguito, perché ci deve essere una scelta, una

relazione amicale coltivata. Di conseguenza, al contrario di quello che si è abituati a pensare,

l’amicizia è una cosa da grandi, è una virtù da grandi la quale però viene insegnata sin da piccoli.

Per i Vangeli, Gesù è risorto con il corpo pertanto lo riconoscono non dal suo aspetto fisico, ma

all’intero di una relazione: quando parla, quando chiama, in un momento di comunione (es. cena).

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GESÙ SI MANIFESTA DI NUOVO AI

VANGELO DI GIOVANNI 21, 1-25 

DISCEPOLI SUL MARE

Capitolo 21: 5° passaggio di 6 dove appare il discepolo amato.

Gv 21, 1-8

1 2

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si

trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e

3

altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te».

Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4 5

Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse

6

loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete

dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande

7

quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena

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udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri

discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se

non un centinaio di metri.



V.2 “figli di Zebedeo”: Giacomo e Giovanni. È forse il discepolo amato? Non si sa,

probabilmente viene citato indirettamente.



V.3 “Simon Pietro”: dal testo sembra essere non solo il capo del gruppo ma anche colui che

organizza la vita del gruppo.



V.4 “i discepoli non si erano accorti che era Gesù”: i discepoli non si accorgono fisicamente che

è Lui, ma lo riconoscono nei suoi gesti.



V.7 “è il Signore”: seconda e ultima volta in cui parla il discepolo amato. Egli riconosce che è

Dio, e questo non perché il discepolo è il più intelligente, ma perché ha un rapporto singolare con

Lui, è appunto il primo a riconoscerlo. Pietro ora non interpreta l’autorità, ma è entusiasta del

fatto che il discepolo abbia riconosciuto il Signore. Pietro si getta infatti in mare per raggiungere

Gesù. Vi è dunque un incontro con chi è origine e senso dell’esistenza; la ricerca nella propria

esperienza del senso, della verità per il cristianesimo si configura in una persona, Dio è il senso e

l’origine del mondo.

Gv 21, 9-14

9 10

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate

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un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di

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centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a

mangiare». E nessuno dei discepoli osa-va domandargli: «Chi sei?», perché sapevano

Dettagli
A.A. 2023-2024
51 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher appuntiunicatt di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia 2 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Stercal Claudio.