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La radice della pace
La pace è un concetto complesso e indissolubilmente legato alla giustizia. Non può esserci pace senza giustizia a ogni livello. La radice della pace è religiosa, risiede nel cuore dell'uomo, nel rifiuto delle idolatrie. Non può esserci pace senza conversione. I veri profeti hanno sempre polemizzato duramente contro i falsi profeti che promettevano la pace troppo facilmente, ribadendo che la pace non è possibile senza una profonda e radicale conversione.
I falsi profeti ragionavano in questo modo: noi siamo gli eletti, nulla ci può accadere, il Signore può intervenire solo a nostro favore. Per i veri profeti, la pace è legata a una dimensione morale, a una prassi e a una precisa responsabilità. I falsi profeti avallavano la politica dei governi, mentre per i veri profeti questa era mancanza di fede. I veri profeti non si limitano a denunciare la guerra, ma anche le molte forme di ingiustizia. Non si fa guerra per fare giustizia, ma si fa giustizia per fare pace.
giustiziaingiustizia e delle idolatrie che la generano.per evitare la guerra e rendere vera la pace.A Israele è stata promessa una terra che era già abitata: impossessarsene voleva dire combattere.Israele pensò che la guerra fosse una via indispensabile per rimanere se stesso. Il primo stadio fu "Dio combatte con noi". Israele èAll'epoca dell'esilio si comprende che questa strada è fallita:sconfitto ed esiliato. Nel secondo stadio si pensa che Dio stesso opererà il trionfo senza gli eserciti"Dio combatterà per noi". Il trionfo definitivo di Dio passa attraverso la nondi Israele.violenza della Croce, il trionfo passa attraverso l'apparente sconfitta."Vi dono la pace, vi do la mia pace, non quella del mondo". C'è pace e pace, quella del mondo eL'antitesi non è fra pace materiale e spirituale, ma fra pace evangelica equella del Cristo.mondana. Il mondo rifiuta
La pace del Cristo perché il mondo riconosce solo ciò che è suo el'annuncio evangelico lo disturba. Il Nuovo Testamento parla della pace come pienezza, come superamento di ogni disgregazione. La stabilità e compiutezza ecco le due caratteristiche della pace. La pace è sempre minacciata, vulnerabile, parziale, incompiuta: caratteristiche della pace sognata. Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama. Nella notte di Natale gli angeli hanno cantato "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama". La pace fra gli uomini è la contropartita terrestre della gloria che Dio ha nei cieli. Questo mostra che la comunità cristiana, se intende dare gloria a Dio, deve essere segno e strumento di pace fra gli uomini. La pace di Natale è offerta ad ogni uomo. L'espressione "agli uomini che egli ama" indica che la pace è universale. Dio ama ogni uomo senza
differenze. L'universalità e la gratuità della pace. E, infine, la pace è dono della venuta di Gesù. Non è la conquista degli uomini, sia pure di buona volontà. Si dice a volte che la guerra è giusta e necessaria. Il cristiano non potrà mai parlare di guerra di Dio. La gloria di Dio non risplende nella vittoria sui nemici, ma nella pace con loro. La gloria di Dio non è la gloria dei generali. "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio". L'operatore di pace è chi la costruisce. Operare la pace esige un altro prezzo: pace è indissolubilmente legata alla giustizia. La pace non è soltanto in mano dei politici, ma in quelle dei cercatori di Dio. La pace richiede un'autentica rivoluzione culturale, sociale e religiosa, richiede fede. Le logiche ovvie (rispondere all'amore con l'amore, alla
Forza con la forza, alla violenza con la violenza), comuni, non sono in grado di portare la pace. Sono un vicolo cieco. La pace esige che in ogni situazione si risponda sempre con l'amore.
I vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano. Benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi fanno del male. Se qualcuno ti percuote su una guancia, porgigli anche l'altra. Se amate quelli che vi amano che merito ne avrete?
Fu detto occhio per occhio, dente per dente, io vi dico di non resistere al male. Se uno ti colpisce alla guancia destra, volgigli anche la sinistra. Vi dico amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano.
Queste parole di Matteo e Luca sembrano appartenere a una comunità cristiana palestinese che viveva in un ambiente sollecitato alla ribellione armata contro Roma. Si andava diffondendo la convinzione che bisognasse combattere con le armi per liberarsi dal dominio di un popolo.
Pagano. La comunità cristiana si sottrae a questa mentalità giudicata incompatibile con la scelta di Gesù. Il gruppo cristiano-palestinese ha scelto la via del rifiuto della violenza armata. "Tutti quelli che mettono mano alla spada, periranno di spada" "La violenza non appartiene alla logica di Dio". Gesù ha rotto il cerchio nel quale gli uomini si dibattono: all'amore si deve rispondere con l'amore, alla violenza con la violenza. Gesù afferma invece l'amore sempre. Questa prassi di Gesù non è semplicemente un rifiuto alla violenza, ma sostituzione della violenza con la prassi. Dio è amore e perdono, ed è da questa esperienza dell'amore, del servizio e della solidarietà attiva che scaturisce la non violenza. Perché Dio è amore, ne deriva che solo l'amore è la vera forza alternativa e costruttrice, la vera forza di pace, risolutrice dei conflitti. Tre
Sono le radici da cui partire per comprendere nel giusto senso la via della pace proposta da Gesù: una radice teologica (Dio è amore sempre), una nuova valutazione della storia (è l'amore che vince: è il crocifisso per amore che risorge); una concezione dell'esistenza come vocazione alla solidarietà. Per l'Apocalisse le guerre e le catastrofi che travagliano l'umanità sono il frutto di quei falsi valori che gli uomini abbondantemente coltivano. L'Apocalisse vede la causa di tutto questo nell'idolatria e nella menzogna, in una filosofia pagana dell'esistenza, in un'impostazione della vita e della società su falsi valori. I segni di questa idolatria sono: il lusso sfacciato, le organizzazioni commerciali a servizio del consumismo e dell'accumulo della ricchezza, lo spregio della vita umana, la violenza, la persecuzione, lo stato totalitario, la volontà di dominio universale. Sono i...
Che provoca i giudizi di Dio è la carenza di valori umani. Tratti di Babilonia. I giudizi divini (guerre, catastrofi e rovina) hanno lo scopo di fare comprendere all'uomo il vicolo cieco in cui si è. L'Apocalisse si accorge che laincamminato. Purtroppo però gli uomini non comprendono. La violenza si manifesta come a tre livelli: il livello dell'organizzazione politica e sociale (Babilonia, lo stato idolatra); il livello delle ideologie (anche religiose); la presenza di satana, l'antagonista di Dio e dell'uomo. Gesù ha costruito la pace con la croce, cioè sul perdono, sulla gratuità, non sulla stretta e severa giustizia. La prima è che nella visione paolina si scorgono delle condizioni. La seconda è che questa grandiosa unità degli uomini può avvenire soltanto in un movimento in avanti, non in forza di un semplice avvicinamento di un popolo all'altro. Non dunque un cammino orizzontale, ma verticale.
La fraternità si genera in rapporto a qualcosa da costruire, non soltanto intorno all'unità della famiglia umana, qualcosa da spartire. La terza è l'orizzonte obbligato entro il quale il cristiano deve muoversi. Non un popolo sopra gli altri popoli e neppure gli uni accanto agli altri. È l'unità la logica che deve guidare i rapporti tra i popoli, è una logica di pari dignità e solidarietà, di netto superamento degli orizzonti nazionali e degli interessi di parte. Nella Bibbia la pace si evolve di pari passo con la maturazione dell'esperienza religiosa. Da come si ragiona di pace si può dedurre come si ragiona su Dio. Non è pensabile la pace se non in una società dove si fa spazio a una profonda conversione culturale, sociale e religiosa. E si richiede fede. Le logiche ovvie non sono inGrado di portare la soprattutto l'inseparabilità fra pace e giustizia. Le modalità della pace sono un vicolo cieco. La giustizia sono due:
- La sua universalità, la giustizia è tale solo se riguarda tutti gli uomini.
- La sua indivisibilità, la giustizia è tale solo se riguarda tutti i diritti fondamentali della persona.
Il vangelo aggiunge che la giustizia è responsabilità di ogni uomo. È solo da un uomo giusto che viene la pace. Il vangelo non crede che un uomo che nel proprio ambito vive ingiustamente, possa poi, in un ambito di responsabilità politica e sociale, impegnarsi veramente per la giustizia e la pace.
VI RICCHEZZA E POVERTÀ
"Nessuno può servire due padroni, non potete servire Dio e il denaro". La ricchezza è valutata - sempre religiosamente - in tre direzioni:
- In rapporto a Dio, il discorso cade sul pericolo dell'idolatria.
- In rapporto all'uomo.
stesso che si affanna per accumularla, il giudizio sulla "vanità" in rapporto agli altri uomini, specialmente i poveri, l'accusa è di ingiustizia e oppressione.
Per l'Antico Testamento una ricchezza da cercare è il benessere, prosperità, la sicurezza, una ricchezza da combattere è la ricchezza che rende arroganti, l'accumulo ingiusto, l'oppressione. Per la Bibbia il ricco è simultaneamente chi possiede molto, dimentica Dio e trascura il povero.
Parallelamente c'è una povertà da cercare ed è sobrietà, dipendenza da Dio, e una povertà da fuggire ed è la miseria, la schiavitù, l'emarginazione.
La fede nel Dio creatore porta a concludere che tutte le creature sono buone; non è pensabile un discorso biblico sul disprezzo della ricchezza in quanto legata alla materialità dell'uomo. Le cose sono dono di Dio, da godere. Nel quadro della creazione,
il povero, creato da Dio, emerge di fronte al ricco in tutta la sua dignità. Ogni uomo è