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ALLA FINE IRRESISTIBILE).

è

Fuggire le domande non vivere intensamente da uomo ragionevolmente. L’ideale

dell’atarassia, l’ideale di una conquista di sé totale che porta all’uomo, secondo alcuni

è

pensieri a dominare se stesso e la realtà inadeguata e illusoria e prima o poi

barcollerà.

!

Evasione estetica o sentimentale

!

Ma l’accettazione delle domande non può essere solo un evanescente e

disimpegnato estetismo di un loro riverbero ma richiede un impegno personale dell’Io.

!

La negazione disperata

!

Succede però che taluni uomini tanto più queste domande si fanno evidenti nella loro

esistenza cercano una disperata negazione di queste. Accade a volte che la ricerca

del perché sia accompagnata da un senso di smarrimento e dall’incompletezza che

opprime, e ogni speranza ci pare essere impotente.

Perché l’uomo si raffronta col suo “dramma”. Ma questo no che rispondiamo a queste

domande alla fine si rivela ingiusto verso la nostra natura.

!

Risolvere la realtà come illusione oppure considerare il “nulla” come essenza, dire di

è è

NO, non risponde alla totalità dell’esigenza, l’unica risposta a questo totale e vera

riconoscere la pienezza di intelligenza e di amore nella realtà.

!

INTRODUZIONE nuovo capitolo: Lo smarrimento del significato della realtà e della

propria esistenza come conseguenza dello svuotamento della riduzione delle

domande porta conseguenze culturalmente gravi.

!

L’uomo si trova in queste situazione come il conducente che perde il controllo della

propria macchina, perde quindi il controllo di sé e della interezza dei suoi fattori.

! è

La prima conseguenza la rottura col passato (chi taglia col passato, taglia con la

proprie origine)

La seconda la solitudine dell’uomo nel suo concreto.

è

La terza l’eliminazione della libertà proprio come caratteristica antropologica e

sociale.

!

La personalità dell’uomo acquista personalità e consistenza come personalità ed

esigenza come intuizione e perfezione e affermazione del significato. Lo smarrimento

del significato, porta una depressione della personalità: la depressione della

personalità sfuoca il senso del passato.

!

Se guardando al passato vediamo azioni prive di significato ci sentiremmo smarriti e

questa vuotezza porta ad una scarsa comprensione del proprio passato e anche della

cultura propria. Ciò che non ha significato non rimane e non viene mantenuto. Questo

è

porterebbe a concludere che il passato qualcosa che si può distruggere.

Oggi si ha addirittura la distruzione del passato come un ideale, ma in verità se si

sfoca il senso del passato, il presente si inaridisce così come anche il futuro.

!

! è è è

La mia libertà sempre un presente ma il contenuto nel passato e la ricchezza nel

sappiamo

passato. Uno scrittore della letteratura clandestina sovietica scrisse: “non

bene che la falsità delle rivoluzione sta che esse sono forti nel condannare e nel

distruggere ma sono assolutamente nell’essere debole e astratte nel costruire e nel

creare”.

Incomunicabilità e solitudine

!

Lo sfocarsi del senso del passato riduce in modo vorticoso la comunicazione umana.

è

La comunicazione l’Humus su cui l’uomo getta e radici del dialogo.

è

Quando la memoria di un uomo ridotta a pezzi, il popolo diventa un agglomerato di

gente costretta all’incomunicabilità perché impedita di ricordare.

La comunicazione e il dialogo hanno dunque radici dell’esperienza e del significato

è

vero attribuito ad esso. L’esperienza custodita dalla memoria.

L’incomunicabiità rende più tragica la solitudine che l’uomo prova di fronte al proprio

destino. L’uomo che non riesce a trovare un significato prova una solitudine terribile.

!

Quando uno ha coscienza di ciò che accade a lui, anche se tutti gli altri fossero

è

distratti e incomprensivi egli non sarebbe affatto solo. L’incomunicabilità un

problema grande dell’uomo moderno che esaspera la solitudine personale.

!

Perdita della libertà

! è

Nella situazione di solitudine, l’individuo si trova in balia dell’istinto, la scomparsa

della libertà.

La risposta a cosa sia la libertà (o l’amore...) richiede sempre il metodo che abbiamo

visto all’inizio.

Questa risposta non può avvenire dalla mentalità comune (affermazioni per sentito

è

dire...), ma quando l’intelligenza si applica e intuisce un metodo adeguato per la

conoscenza della realtà (come diceva st. Agostino nel de civtate dei: “Intellectus

è

cogitabundus initium omnis boni” - l’intelletto che pensa l’inizio di ogni bene).

La parola libertà individua una determinata esperienza. Sperimentalmente noi ci

sentiamo liberi con la soddisfazione di un desiderio. Vogliamo fare una cosa?

possiamo farla.

La libertà si annuncia esperienza della nostra esistenza come realizzazione del

è

bisogno o aspirazione, come compimento. Ma essere liberi non fare ciò che pare e

è

piace. Ma la capacità del fine, della totalità, felicità.

! è È

La libertà il compimento totale di sé. la capacità di compiersi cioè di raggiungere il

è è

proprio destino così la libertà l’esperienza della verità di se stessi. La fede il gesto

è

di libertà fondamentale e la preghiera la costante educazione del cuore e dello

spirito all’autenticità umana, alla libertà. è

Fede e preghiera sono riconoscimento pieno di quella Presenza che il mio destino e

è è

la dipendenza dalla quale la mia libertà. Esistenzialmente questa libertà non

è

ancora compiuta ma tensione al compimento, tensione progressiva aderente alla

realtà.

!

Fondamento della libertà

!

La libertà dell’uomo non inizia quando esso inizia a vivere ma dall’anima, infusa

direttamente da Dio (come diceva St. Pio X). La libertà dipende da Dio. Paradosso: la

libertà che dipende.

La libertà si identifica con la dipendenza da Dio a livello umano, cioè quella

è

riconosciuta e vissuta. La schiavitù invece negare/censurare questo rapporto.

La religiosità autentica si riscontra in qualsiasi rapporto poiché essa costituisce un

è è

limite al possesso, una sfida al possesso. Infatti la religione qualcosa del cuore,

è

connessa con l’amore e “l’antipotere” l’amore. Infatti l’amore ha se pre fatto paura

così come la religione a tutti i potenti della storia che erano “contro la libertà”.

!

Puntualizzazioni sul preconcetto

!

Avevamo detto all’inizio che la nostra ricerca della risposta adeguata era limitata da un

preconcetto, dall’imperversare di un pregiudizio. Ciò però non significa che l’uomo

è

non debba sapere: anzi, quanto più uno ha personalità ed ricco di sapere, tanto più

sa determinare una chiara immagine dalla realtà e rimanere “impressionato”.

(Quindi uno ha un preconcetto delle cose nel senso positivo).

è è

Il senso negativo del preconcetto, invece, quando esso preso come criterio di

è è

giudizio a priori ed esso come un ostacolo all’apertura della domanda. L’uomo

libero solo se si estranea da questo preconcetto negativo.

!

Sull’ideologia e sulla ragione

! è

L’ideologia la costruzione teorico-pratica sviluppata su un preconcetto, cioè

prendendo la realtà unilateralmente e pretendendo di uniformarla alla “propria

è

filosofia”. Ma la chiusura alla realtà un gravissimo errore.

!

Il preconcetto si limita ad aspetti noti o scontati e l’ideologia tende ad retribuire

un’aureola di redenzione e salvezza a visione e prassi ben determinate, dominabili e

manovrabili: scientifiche, dicono. Come abbiamo già visto, l’atteggiamento scientifico

non può esaurire l’attenzione all’esperienza, perché non esistono solo fenomeni

rilevabili dall’approccio scientifico e quindi si rischia di non cogliere dalla realtà in tutti

i suoi fattori, poiché l’esperienza avviene secondo uno sguardo totalizzante della

nostra esperienza umana. Come abbiamo già visto, razionalità non coincide con

misurabilità esatta ma ciò di cui posso fare esperienza autentica.

AGGIUNTA DI DIEGO: Per molto tempo gli illustri pensatori hanno provato in tutti i

modi a fondare la loro filosofia cercando di dimostrare o che questa potesse essere

completa senza l’esistenza di Dio, ma sappiamo che Kant, ad esempio, ad un certo

punto non riuscì più a far stare in piedi la sua filosofia senza un essere superiore

(ma senza successo).

!

Lo stupore della presenza

!

È proprio lo stupore, la meraviglia di questa realtà che mi si impone di questa

è

presenza che mi investe, l’origine del risveglio dell’umana coscienza.

è

Questa presente evidente ed inesorabile, anche se non può essere dimostrata

è

scientificamente infatti l’attaccamento alla vita lo stupore alla vita il primo

è

sentimento dell’uomo e la religiosità non altro che lo svilupparsi dell’attrattiva.

L’attrattiva sorta alla ricerca del significato che si trova andando a fondo nella realtà.

!

Non c’è niente di più adeguato dell’essere “posseduti” da un’originale dipendenza:

è

infatti la natura dell’uomo quella di essere stato creato.

è

La prima originale intuizione quindi lo stupore che l’io ha della propria esistenza e da

qui si origina il concetto della vita come dono.

!

Il cosmo

! è

L’uomo quindi dopo essersi accorto di se stesso si accorge che questa realtà

è

cosmica, dal greco cosmos cioè ordine, quindi ordinata. Quindi vi una bellezza

armonica.

!

Realtà provvidenziale

!

Non solo nella realtà c’è un ordine ma l’uomo constata che egli stesso si muove

secondo un disegno che può essergli favorevole.

è

Quindi nella realtà vi una provvidenza.

!

L

Dettagli
A.A. 2013-2014
17 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilMignoloColProf di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Introduzione alla teologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Carron Julian.