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DOMANDA

I restanti atteggiamenti irragionevoli, prendono seriamente la realtà dello stimolo costitutivo della ragione ma loriducono: in parte arrestandosi a metà strada, distruggendosi per la difficoltà della risposta e rendendo strumento del potere le domande sacre in cui si la nostra vita.

4. Evasione estetica o sentimentale: ossia accettiamo le domande, le calibriamo e le misuriamo com il sentimento ma non c'è impegno personale dell'io. La ricerca del senso della vita si riduce a una questione di bellezza, assume una forma estetica.

5. Negazione disperata: negazione della possibilità di risposta alla domande dovuta alla difficoltà della risposta. Costituisce l'atteggiamento più drammatico perché si gioca tra il si ed il no, la pura opzione dell'uomo. La disperazione che nasce dal rinnegamento è visibile in: L'impossibile aspirazione (speranza impotente): ci si arresta smarriti sulla soglia.

della vera conclusione, siamo prigionieri di un interrogativo che rinnova in continuazione la ferita•

Realtà come illusione: la realtà non si fa da se, e neanche l'uomo. L'uomo è il livello della natura in cui questa prende coscienza di se è che non consiste in se. Questa esperienza rappresenta la soglia della scoperta del fatto della creazione, che le cose sono fatte di Altro. Di fronte alla percezione "nulla dietro di me" ci sono due ipotesi: o le cose non si costituiscono da se e sono da Altro oppure sono illusioni e nulla. Tra queste, l'ipotesi più corrispondente alla realtà è la•prima

Nulla come essenza: esisti e dunque dipendi da qualcosa di Ultimo, per negarlo devi rinnegare te stesso. Rinneghi la natura

Alienazione: la vita ha senso positivo, ma si nega che abbia verità per la persona. L'ideale della vita risiede in un'ipotetica evoluzione nel futuro a cui tutti dovremmo concorrere

come unico significato. La dinamica spirituale ed il meccanismo dell'evoluzione della realtà sociale vengono indicati con il termine progresso. Quest'ottica considera le domande fondamentali come stimolo all'edificazione di questo progresso, con cui la natura di costringe a servire il suo progetto irreversibile. Le domande fondamentali costituiscono la mia persona, e la loro soluzione deve riguardare me. Una risposta non è data se non data a me e per me. È impossibile far consistere la risposta a quelle domande in una realizzazione che riguardi la collettività senza dissolvere l'identità dell'uomo e senza alienarlo: l'io dovrebbe distruggersi affinché l'evoluzione della realtà avvenga. Ma eliminare il fattore principale non è risolvere. Vedere con i nostri occhi le cose che vediamo costituisce una soluzione ragionevole. Osservazioni: A) Che esista un nesso profondo tra la mia persona e il mondo è

Una verità affermata soprattutto nell'ideacristiana di merito. In esso l'uomo si adegua al suo destino e ci cresce nella misura in cui la sua azione muove il mondo ed è per il mondo, lo edifica ed edifica l'umanità. L'umanità muove il mondo, edifica l'umanità se offerta a Dio, ossia è compiuta in funzione del disegno di Dio sul mondo. Oggigiorno ci si dice che lo scopo di tutte le nostre energie consiste nel dissolversi per il progresso del futuro. B) Chi gestisce il progresso verso il futuro? I potenti che nascono da un'alienazione, un'eredità. Si tratta sempre di

CAPITOLO 8: "CONSEGUENZE DEGLI ATTEGGIAMENTI IRRAGIONEVOLI"

L'uomo perde il controllo di sé e dell'interezza dei suoi fattori.

  1. Rottura col passato: lo smarrirsi di significato comporta l'annullamento della personalità. Senza che si afferri il significato, una cosa resta estranea, non possiamo possederla. Lo
smarrimento del significato comporta una depressione della personalità che sfoca il senso del passato. Senza sapere il significato di un oggetto l'unica cosa possibile da farsi sarà giocarci. Ma ciò non è applicabile qualora si parli del mondo: in quel caso l'uomo reagisce, ed il criterio del nesso tra l'uomo e la realtà è la reattività. Se questa prende il sopravvento, taglia il legame con il passato bloccando il nesso con la storia e tutto ciò che è stato convogliato fino a quel momento. Oggigiorno questa alienazione generalizzata col passato è diventata un ideale. Ma se sfociamo il legame col passato, ed il presente è pura reattività, allora si inaridisce anche la fecondità del futuro, in quanto esso è fabbricato dal presente stesso. La reattività del presente mi costringe a riconoscere che per reagire ora devo usare ciò di cui sono stato dotato nel

passato.

2) Incomunicabilità e solitudine:

Incomunicabilità: la rottura col passato riduce il dialogo e la comunicazione umana. Difatti il passato è l'humus in cui getta le radici il dialogo. Senza la comunicazione non possiamo ricordare l'impegno con il presente e la responsabilità come prospettiva per il futuro. Il dialogo e la comunicazione sorgono dall'esperienza, la cui profondità sta nella capacità di memoria: più esperienza ho, più sono in grado di parlare e comunicare e di trovare una connessione a quello che ho dentro di me. L'incapacità di comunicare viene tradotta in disimpegno della vita come esperienza, che fa chiacchierare e non parlare: è pari al pettegolezzo. Esperienza custodita dalla memoria, posso comunicarti perché la mia esperienza è custodita e protetta in me. Esperienza giudicata dall'intelligenza, altrimenti la comunicazione è costituita da

parole blaterate. L'intelligenza giudica l'esperienza confrontandone il contenuto espressivo con l'esperienza elementare e le esigenze costitutive della nostra umanità.

Solitudine: l'incomunicabilità rende più tragica la solitudine che l'uomo prova di fronte al proprio destino come assenza di significato (solitudine = assenza di significato). Nella vita comune non abbiamo intelligenza del significato: basta un minimo torto per far crollare la fiducia. Se invece si avesse coscienza del motivo adeguato del nostro stare con altri, anche se questi fossero distratti o incomprensivi, non saremmo soli. L'incomunicabilità diventa un clima sociale esasperante in cui l'uomo diventa sempre più vulnerabile di fronte alle forze più incontrollate dell'istinto e del potere: scomparsa della libertà.

Perdita della libertà: L'inizio della libertà sta nell'ascesi, ossia applicazione che l'uomo

fa delle sue energie in unlavoro su se stesso, intelligenza e volontà. Un'intelligenza che si applichi è l'inizio di ogni bene, ma senza un metodonon possiamo usarla: allora utilizziamo le parole per identificare una determinata esperienza (di cui l'aggettivo è ladescrizione veloce e sommaria ed il sostantivo una tentata definizione derivante dall'aggettivo). Per descrivere cosa siala libertà dobbiamo quindi parlare della nostra esperienza di essere liberi.La libertà si annuncia come realizzazione di un bisogno, di un'aspirazione. È il compimento totale di sé, di raggiungereil proprio destino."Tu sei io, io sono tu": pienezza del mio essere, il cui significato sei tu. La libertà è quindi la capacità di Dio. La fede èil gesto di libertà fondamentale. La preghiera è l'educazione del cuore, spirito all'autenticità umana e alla libertà.libertà non è ancora compiuta, ma è tensione al compimento, al divenire. Precarietà della libertà: a livello umano questo mondo si chiama umanità. Ma si tratta di un concetto astratto, che inconcreto è definito società, nel quale vige un certo ordine garantito e mantenuto dal potere, ossia espressione prevalente di un determinato istante di un flusso storico. 2000 anni fa l'unico uomo che possedeva tutti i diritti era il civis romanus, e ciò era definito dal potere. Secondo Gaio, gli strumenti che il civis romanus poteva possedere erano: Utensili che non si muovono e non parlano Utensili che si muovono e non parlano: animali Utensili che si muovono e parlano: schiavi Fondamento della libertà: solo la chiesa difende nel suo valore assoluto la persona, dal concepimento fino all'ultimo respiro. In questo caso si tratta di una libertà senza fondamento, il singolo uomo è libero da.

Tutto il mondo che non può costringerlo. Se ammettiamo che nel concepimento non si possegga solo qualcosa di biologico dal padre e dalla madre, ma vi sia qualcosa di più che sia in diretto rapporto con l'infinito e con l'origine del mondo, ciò è Dio, l'anima. Solo ammettendo questa ipotesi io posso considerarmi libero. Il paradosso sta però nel fatto che la libertà è dipendenza da Dio. La coscienza di questo rapporto si chiama religiosità. Per cui la libertà risiede nella religiosità.

CAPITOLO 9: "PRECONCETTO, IDEOLOGIA, RAZIONALITÀ E SENSO RELIGIOSO"

  • Preconcetto: Si tratta dell'impervasare del pregiudizio. Si limita ad aspetti noti o scontati. Occorre distinguere:
  • Senso giusto del termine pregiudizio, laddove venga usato secondo il suo significato etimologico: di fronte a qualcosa postaci dalla natura, reagiamo secondo l'idea che si forma nella nostra mente di tale oggetto.
Sorge•inevitabilmente un preconcetto di fronte a qualsiasi cosa. Senso cattivo del termine, laddove utilizziamo la reazione come criterio di giudizio e non solo come condizionamento da superare in un'apertura di domanda. È il superamento del preconcetto che rende possibile attingere•un significato che ecceda ciò che già si conosce. Autodifesa sociale del preconcetto: l'attaccamento alla mentalità comune funge da ostacolo Ideologia Costruzione teorico-pratica costruita sul preconcetto, ossia basata su un aspetto della realtà anche vero ma preso in modo assoluto per uno specifico fine o progetto politico. Ragione Avvenimento singolare della natura in cui si rivela come esigenza operativa a spiegare la realtà in tutti i suoi fattori, così che l'uomo sia introdotto alla verità delle cose. In questo modo la realtà emerge nell'esperienza e la razionalità ne illumina i fattori. La razionalitàè la trasparenza dell'esperienza umana, trasparenza critica che avviene secondo uno sguardo totalizzante della nostra esperienza umana. Inoltre bisogna ricordare che razionalità non coincide con misurabilità e dialettizzazione. Senso religioso e razionalità.
Dettagli
A.A. 2022-2023
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher leonardo2003kart di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Carron Julian.