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6.1. LA CHIESA NEL NUOVO TESTAMENTO
Esistono tre livelli di indagine per capire come è presentata la chiesa nel Nuovo Testamento:
- Riflessione esplicita sulla Chiesa cercando la terminologia all'interno degli scritti o ricerca delle immagini, delle metafore con cui è descritta la comunità dei credenti (lettura parziale)
- Scritti che riflettono una concreta situazione ecclesiale = gli scritti del Nuovo Testamento sono considerati documenti ecclesiali perché c'è una relazione tra gli autori e le comunità cristiane, specialmente evidente con le lettere di Paolo, il quale dà indicazioni alle comunità di credenti ricordando loro l'insegnamento di Gesù
- Intenzione di Gesù in rapporto alla Chiesa (livello più antico) = si parla della Chiesa come corpo di Cristo perché il corpo vive se ogni membro svolge il proprio compito, perciò la Chiesa è anche coscienza di sé che trova
Espressione in una teoria e comprensione della propria realtà. La questione "Gesù ha fondato la Chiesa?" trova diverse risposte tra due estremi fondamentali:
- Apologetica cattolica (tra il XIX e il XX secolo): Sostiene che Gesù ha fondato la Chiesa e ne ha stabilito la struttura fondamentale, istituendo l'autorità di Pietro e collocando il battesimo al centro della sua missione.
- Indagine storica (dal XIX secolo): L'apologetica cattolica ha subito una critica perché l'indagine storica sul Nuovo Testamento ha avanzato un sospetto: forse le parole "tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa" non sono mai state dette da Gesù, ma sono una proiezione di una convinzione nata dopo la missione di Gesù, alla luce della fede pasquale. Nei Vangeli, infatti, Gesù parla del Regno di Dio ma non parla della Chiesa perché il Regno di Dio è imminente. È necessario capire
Quale ermeneutica, quale criterio interpretativo del Nuovo Testamento è in atto: non si deve isolare l'intenzione di Dio nello stato puro, ma coglierla nel contesto di ciò che l'ha preceduta, ovvero l'ambiente giudaico, e che l'ha seguita, ovvero la nascita della comunità cristiana a partire dall'esperienza dei discepoli.
Se si vuole capire l'intenzione di Gesù si deve pensare la sua parola, la sua azione, la sua missione in un contesto concreto, che è quello di Israele. Gesù ha annunciato il Regno di Dio, ma nella tradizione di Israele non è una potenza astratta di Dio che si manifesta nel mondo, è per il popolo di Israele: il regno si manifesta in un luogo concreto.
Gesù rifiuta l'interpretazione politica zelota del suo messaggio, che lo vede come guida di un movimento di liberazione dal dominio romano. Nonostante questo rifiuto, il suo messaggio va comunque destinato in modo concreto.
All'Israele storico. Questo è simboleggiato dalla Chiamata dei Dodici, che richiama le tribù di Israele. Quando Gesù si presenta con 12 discepoli allude alla storia del popolo di Israele, alla sua identità religiosa e storica. Ai tempi di Gesù le tribù del nord avevano perso la loro identità, esistevano solo la tribù del sud e la tribù sacerdotale di Levi. Quando Gesù si presenta insieme ai 12 e annuncia il Regno di Dio, non si riferisce a una realtà presente ma a una realtà del passato che costituiva l'aspettativa di Israele. Il Regno di Dio è quindi una profezia, un annuncio che entra in relazione con le attese di Israele.
Le convinzioni sull'attesa del Regno al tempo di Gesù erano diverse:
- I farisei si identificano come i fedeli osservanti della legge, che intendevano estendere la norma a tutto l'agire dei credenti, per avvicinarsi al Regno di Dio
- I monaci di Qumran
- Il dono della propria vita
- L’espiazione dei peccati = “questo è il mio corpo che è per voi” il rifiuto che ha posto il popolo a Gesù non è l’ultima parola: Gesù dona la sua vita perché questo rifiuto possa essere perdonato
- La nuova fede che nasce dalla comunione con Gesù
l'interruzione della comunione di mensa con gli apostoli non è definitiva in quanto è possibile guardare oltre la morte di Gesù: "non mangerò più questa Pasqua, finché essa non si compia nel Regno di Dio" (Luca 22, 16). Nonostante il rifiuto di Israele si esprima nella morte, Gesù è fiducioso che il Regno di Dio si compirà comunque aldilà della morte.
La risurrezione rivela il senso finale della sua storia e rinnova la missione di Gesù di annunciare la conversione a Israele: è il segno divino che Gesù non era stato sconfitto o smentito da Dio, è stato invece riconosciuto da Dio, che l'ha richiamato alla vita. È proprio a coloro che l'hanno rifiutato che va riproposta la missione di Gesù: i primi discepoli sentono da subito di dovere di predicare la conversione a Israele.
Con la consapevolezza della distinzione della Chiesa rispetto a Israele,
La missione non si rivolge poi solo a Israele ma anche ai pagani esterni. La comunità cristiana è la forma nuova del popolo di Dio, nata dalla trasformazione che la morte e risurrezione di Gesù ha compiuto nel popolo. La Chiesa, tuttavia, mantiene legami profondi con la tradizione di Israele e conferma la convinzione che il popolo di Dio sia cominciato con il popolo di Abramo.
6.2. LA CHIESA IN PAOLO
È il battesimo nell'unico Signore che ci tiene insieme come comunità e che ci conferisce una nuova identità, al di là della nostra appartenenza: "in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi". Essere parte della comunità significa aver trovato nell'unico Signore dal quale siamo stati battezzati il principio che ci tiene insieme: è questa la novità che si manifesta nell'identità della Chiesa.
Quando gli
Apostoli scompaiono, la comunità continua a crescere di dimensione e vede una serie di tensioni relative all'eredità degli apostoli. A questi problemi, le lettere pastorali a Timoteo e a Tito danno una risposta. Queste lettere sono indirizzate non a comunità ma a collaboratori di Paolo che gli succedono nella guida delle comunità cristiane. Prende infatti forma il ministero pastorale con i presbiteri e gli episcopi, i quali ereditano il compito degli apostoli all'interno delle comunità cristiane. Queste comunità sono ora insediate in modo stabile nella società, perciò anche rapportandosi con l'autorità pubblica diventa un problema. Alcuni agnostici si oppongono all'esperimento apostolico perché in nome di un Dio spirituale rifiutavano la realtà materiale della creazione, vietavano il matrimonio e alcuni cibi. Secondo queste correnti religiose si era verificato un inquinamento del messaggio.
Cristiano che ha di fatto distrutto un presupposto fondamentale, la fede nel signore creatore.
6.3. LA CHIESA POPOLO DI DIO
Nell'inizio della Chiesa è possibile coglierne l'elemento fondatore che permette di riconoscerla e di descriverla. Gli Atti degli Apostoli, l'opera unitaria che tratta della storia di Gesù e della Chiesa, del modo in cui Paolo e gli apostoli hanno realizzato la missione affidata, parla della Pentecoste: il miracolo della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, che non avevano il coraggio di proclamare la risurrezione di Gesù. Lo Spirito Santo rende gli apostoli testimoni della risurrezione perché dona loro coraggio e fa sì che il loro discorso sia compreso in diverse lingue.
Pietro invita a pentirsi e a farsi battezzare nel nome di Gesù: qui nasce la comunità dei credenti in Gesù che forma la Chiesa. L'annuncio di Gesù morto e risorto che è stato proclamato da Pietro produce
una comunione e stabilisce un legame tra chi predica il vangelo e chi accoglie questa predicazione, formando così la Chiesa, la comunità dei credenti. Questo annuncio, detto apostolico, presenta diverse caratteristiche: a. È interpersonale = non è solo una comunicazione informativa, è un'esperienza condivisa da Pietro agli ascoltatori attraverso la parola b. Fa riferimento alla storia di Gesù = la Chiesa nasce quando l'annuncio racconta la storia di Gesù da parte degli apostoli che l'hanno conosciuto direttamente c. Stabilisce un legame con il Risorto presente = la comunione è con il Signore che è risorto e che quindi è presente all'interno della comunità La comunione, l'incontro tra chi accoglie l'annuncio e chi lo presenta, non si esaurisce, ma dura nel tempo grazie a vari strumenti: - La Sacra Scrittura = lo strumento dell'oggettivo, la mediazione necessaria che permette diaccedere e comprendere la storia di Gesù - I sacramenti = lo strumento di una comunione integrale, che si manifesta e si realizza non solo tramite una conoscenza intellettuale, ma attraverso il linguaggio dei simboli - I carismi e i ministeri = lo strumento della dimensione interpersonale della comunione, di col