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La comunione dello Spirito Santo
Devo legare la comunità cristiana al tema dello spirito e ritroviamo il tema della comunione, uno dei pilastri del Vaticano II.
Quando Paolo parla alla comunità cristiana, spesso ritroviamo il tema dello Spirito. In questi estratti lo spirito gioca sempre un ruolo importante. Nel parlare della comunità usa un esempio e la definisce come un tempio. Se c’è un punto sulla terra dove Dio manifesta la sua presenza, quel punto è il tempio. Il tempio vuol dire che ora non è più un edificio ma Dio prende dimora in mezzo alle persone. La comunità è il luogo della dimora di Dio.
Dio non è una realtà inaccessibile, ma Paolo da un supporto alle diverse visioni che abbiamo visto. Nella visione piramidale chi era più in alto era più vicino a Dio. Paolo sostiene che questo è il concetto dell’antico testamento. Il tempio non è un luogo e se non è
un luogo non è una questione di spazi. Dio dimora in una comunità e non in un luogo. Scompare il concetto piramidale. Quella presenza di Dio è lo spirito. Con la resurrezione c'è un nuovo modo per lui di essere presente ed è eternamente presente all'interno della comunità. Per tre citazioni Paolo parla all'insieme della comunità. Il luogo dove Dio si manifesta diventa il corpo di ciascuno. Se Dio abita nell'individualità vuol dire che ogni uomo ha la possibilità di accogliere Dio all'interno di sé. Sorge una domanda: chi non è credente, si salva oppure no? La comunità cristiana non è il luogo dove Dio si chiude dentro ma Dio fa percepire la sua presenza dentro la vita delle persone anche in modo più ampio di come la comunità cristiana può percepire. In questa visione non c'è nessun uomo che Dio non può raggiungere. Dio si rendeLa Chiesa è presente dentro la vita delle persone per farle andare oltre. La Chiesa si muove su tre linee, tre tematiche.
Creare la comunione all'interno dei credenti: idea legata alla comunione. Rispetto a una dimensione dispersiva, lo Spirito invece unisce. Se unisce, non unisce solamente nell'attualità ma la comunione si estende nel tempo.
Quella comunione che lo Spirito suscita nella Chiesa, si estende nel tempo ed è quello che nella teologia si chiama tradizione. Tradizione: quella comunione di fede si estende nel tempo e quindi si vive nella stessa fede degli apostoli.
Rinnova e santifica con i suoi santi doni il cammino verso il compimento. Questi sono i tre grandi campi che derivano dai testi di Paolo che abbiamo visto.
SPIRITO E COMUNIONE
2 Cor 13,13: è un saluto trinitario perché parla di Gesù Cristo, di Dio, dello Spirito. Parla della trinità perché ad ogni persona della trinità lui lega in qualche modo una
caratteristica. Paolo a conclusione della lettera fa questo saluto che è una sorta di riassunto. L'ordine è diverso: Cristo, Padre, Spirito perché in questo modo l'amore di Dio è centrale. Sono salvato in forza dell'amore di Dio che mi ha raggiunto in modo gratuito. Tutti noi che viviamo nella stessa fede, viviamo nella comunione. Ognuna di queste tre caratteristiche valgono di fatto per tutti e tre. In quell'amore di Dio sono già presenti le altre due caratteristiche. La comunione dello Spirito è la risposta all'amore di Dio. Ognuno dei termini, in qualche modo, fa riferimento anche agli altri.
Comunione dello Spirito senso oggettivo: lo Spirito è l'oggetto della comunione. Ti auguro di vivere la comunione all'interno dello Spirito. La tua fede è unione allo Spirito vitale di Dio.
Senso soggettivo: lo Spirito è il soggetto che crea la comunione. Lo Spirito suscita tra di voi la
comunione. Volutamente si mantengono entrambi i sensi e in base ai contesti si sceglie quale senso applicare. Questa frase è come semantenesse uniti i due significati ma senza spiegare. L'alternativa è andare a cercare nel NT in che modo viene utilizzata la parola "comunione". Nei testi di Paolo questa parola ha valore flessibile: i due significati ricorrono ma addirittura ne aggiunge un terzo.
- Comunione come partecipazione alla vita divina
- Comunione come comunione ecclesiale
- I due aspetti vengono uniti in un rapporto quasi sacramentale
La comunità di fede è il luogo dove il credente esprime il suo rapporto con Dio. La fede parte da una dimensione personale ma se è autentica è inevitabile che ti porti a fare delle scelte. Nella vita di fede è Dio che viene incontro e salva. È lui che sta al centro del rapporto di fede. Ridurre la fede ad azione sociale caritativa. La dimensione comunitaria diventa prendere
Possesso della realtà della parrocchia. La comunione che suscita lo Spirito unisce in una dimensione unitiva che apre all'esterno. Diventa quindi una riduzione ad un'esperienza psicologica. Lo stile di Cristo diventa lo stile con il quale il credente vuole vivere la sua vita.
A) Comunione come partecipazione alla vita divina: 1 Cor 1,9: il significato di comunione è evidente che sia il significato oggettivo. La comunione diventa quindi partecipazione alla vita del Figlio. Se si dice Figlio si fa riferimento ad un significato teologico. Entri dentro un rapporto di comunione con il Figlio. È un gioco di comunione. È una dimensione molto teologica ed astratta.
Gesù sottolinea l'esperienza umana. Con questa esperienza si entra nel legame tra padre e figlio. Paolo applica a quell'esperienza umana di Gesù due titoli pasquali: Cristo, Signore Nostro. Il presupposto è che colui che sta parlando sta leggendo la storia come promesse.
Lui è il compimento di tutte le promesse dell'AT. Lui è il signore e questa è la prova che tutto questo si realizza dentro di lui. Quello che lui ha detto ha una forza particolare non per il contenuto ma per chi lo ha detto. Le parole e le cose che lui ha fatto diventano la nostra salvezza.
1 Cor 10, 16-17: Paolo parla di comunione ma questa passa attraverso un'esperienza concreta. Se non passasse attraverso l'esperienza sarebbe solamente filosofia.
1 Gv 1,2: lo scopo di tutto l'annuncio del vangelo è creare comunione. La fede è personale ma non è mai individuale. Parte da una risposta di ciascuno ma è sempre una dimensione ecclesiale. L'annuncio è personale ma ti spinge ad essere insieme ad altri. Nel momento in cui la risposta è affermativa ti ritrovi all'interno di una comunità.
La Chiesa è il luogo dell'azione divina, e in essa lo Spirito costituisce il legame permanente.
Grazie al quale la vita del Maestro si prolunga in quella dei discepoli. È lo Spirito che realizza il principio della "corrispondenza". Grazie allo Spirito i discepoli renderanno testimonianza al Maestro, lasciandone trasparire la presenza nella loro comunione. La Chiesa secondo Giovanni appare la Chiesa dell'amore perché è la Chiesa dello spirito che genera la comunione dei discepoli fra loro e con Dio. Il ruolo autorevole dell'apostolo risiede esattamente e unicamente nel fatto che il suo insegnamento trasmette il Vangelo originale, riguardante il Cristo incarnato, permettendo e garantendo la piena comunione con il Signore. La comunione nella fede è fondamento di nuovi rapporti umani ispirati alla carità e si visibilizza nella comunione fra le diverse forme in cui l'unico servizio del Vangelo si realizza nella storia. Non si realizza un semplice passaggio di beni, ma si esprime l'unità della fede, la comunione nell'amore.
Suscitata dallo Spirito Santo, che rende viva e presente la memoria di Cristo. Questi due aspetti sono tra loro inseparabili e il loro rapporto è necessario per la comunione tra i credenti. La comunione di cui vive la comunità cristiana si alimenta grazie alla comunione con Dio. C'è un rapporto diretto e personale con ognuno. Quel principio attivo è un principio continuamente attivo che unisce a Dio e unisce tra i fedeli. Il rapporto con Dio si manifesta nella comunione che si vive con gli altri. La comunione vissuta tra i fratelli dice il tipo di rapporto che si ha con Dio. Se manca questo terzo concetto, i primi creano una disarmonia e un problema fortissimo all'interno della fede. La fede alimenta la scelta di vita. La fede non è mai individuale, implica la libera scelta della persona ma nel chiamare questa persona, la fede spinge quella persona a vivere quella fede. Se si considera solo la visione comunitaria, la vita cristiana diventa unicamente etica.
ovvero fare delle buone azioni. Il tipo di carità che si esprime riceve vita, forma e caratteristiche dal tipo di fede che si ha con Cristo. I vangeli insistono sullo Spirito Santo. Cristo è spinto dallo Spirito. Tutti i vangeli terminano con la resurrezione, ma Luca non è contento e di conseguenza scrive gli Atti. Il primo episodio degli atti è la Pentecoste dove lo Spirito scende sui 12. Da quel momento gli apostoli incominciano ad annunciare. Luca cambia, quindi, la visione dove tutto diventa visione dello spirito. Quando si riceve il battesimo si entra a far parte della Chiesa e attraverso questo continua ad agire in ogni battezzato. Luca ha una visione universale sulla storia. Questo concetto che c'è qualcosa di più grande delle capacità dell'uomo. Quando descrive la prima comunità, ogni tanto fa dei sommari dove riassume alcune caratteristiche positive e fondamentali della comunità. Quando invece racconta
precisa e dettagliata della vita della comunità cristiana descritta nel libro degli Atti degli Apostoli. At 2,42: erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. In questi versetti abbiamo il tema dell'eucarestia e delle preghiere. Luca quando parla della comunione, il termine è ambiguo e si può interpretare in almeno tre modi diversi. - V.41: allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone. (persone che si aggiungono) - V.44: tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune. (insieme di beni) - V.46: ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore. Utilizza il termine in generale in modo da far capire che è una realtà viva. Quella comunità cristiana vive e si esprime in comunione. Sta dando una visione estremamente precisa e dettagliata della vita della comunità cristiana descritta nel libro degli Atti degli Apostoli.a è un dono di Dio che si manifesta attraverso il legame tra Dio e il credente e tra i credenti stessi. La Chiesa è considerata come un sacramento di comunione, cioè un segno visibile dell'amore di Dio che si manifesta nella comunità dei credenti. Nell'Atti degli Apostoli si può osservare come la comunione ecclesiale sia una realtà dinamica, in cui tutti gli elementi che la compongono svolgono un ruolo importante. La comunione ecclesiale non è solo un concetto teorico, ma una realtà viva e concreta in cui i credenti si uniscono in preghiera, condividono i sacramenti e si sostengono reciprocamente nella fede. La comunione ecclesiale implica anche un impegno attivo nella vita della comunità, nella condivisione dei beni materiali e spirituali e nella testimonianza della fede. È attraverso la comunione ecclesiale che i credenti possono sperimentare la presenza di Dio e la sua grazia nella loro vita. In conclusione, la dinamica della comunione ecclesiale è strettamente legata al legame tra Dio e il credente e tra i credenti stessi. La Chiesa è considerata come un segno visibile dell'amore di Dio che si manifesta nella comunità dei credenti. Nell'Atti degli Apostoli si può osservare come la comunione ecclesiale sia una realtà viva e concreta in cui i credenti si uniscono in preghiera, condividono i sacramenti e si sostengono reciprocamente nella fede. La comunione ecclesiale implica anche un impegno attivo nella vita della comunità, nella condivisione dei beni materiali e spirituali e nella testimonianza della fede.