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FONTI CRISTIANE

Le epistole di San Paolo, risalenti tra il 52 ed il 67 d.C.;

Le epistole di Giacomo, Giuda, Pietro e Giovanni, tra il 60 ed il 90;

I vangeli canonici: Marco, databile prima del 70 d.C., Matteo, Luca, entrambi tra il 70 e l’80 d.C. e Giovanni tra l’80 ed il 90;

Gli Atti degli Apostoli, risalenti tra il 70 e l’80 d.C.

Testimonianze extra-bibliche di Gesù (FONTI NON CRISTIANE)

Le prime testimonianze non cristiane sono assai poche di fronte all'abbondanza delle fonti cristiane che trattano dell'origine del

cristianesimo. Giuseppe Flavio

Le prime chiare testimonianze storiche sulla persona di Gesù ci sono tramandate dallo storico (37 – 100 d.C.

circa), il quale parla nelle sue opere storiche più volte della figura di Gesù, collocando intorno all'anno 30 d.C. l'attività e la morte

di quest'ultimo, per mano di Ponzio Pilato su denuncia delle autorità giudaiche dell'epoca.

La testimonianza più interessante dello storico Giuseppe Flavio è contenuta nel capitolo noto con il nome di Testimonium

Flavianum dell'opera Antichità giudaiche, nel cui passo è semplice evidenziare che a parlare è uno scrittore che crede alla divinità

di Gesù, alla sua risurrezione, alla sua qualità di Messia annunciato dai profeti.

Giuseppe Flavio era un giudeo non convertito al cristianesimo e mai avrebbe potuto scrivere tali cose e per tale motivo

l'autenticità del passo è stata messa in dubbio, ritenendolo apocrifo, opera di una mano cristiana che avrebbe ritoccato un passo

dell'antichità; ma attraverso un'attenta analisi del passo i critici moderni sono concordi nell'affermare che il Testimonium

Flavianum è autentico nella sua testimonianza storica di Gesù sebbene abbia subito delle aggiunte cristiane.

Cornelio Tacito

Altro grande storico fu (56/57 – 118) nella sua opera principale, gli Annales, documenta la prima persecuzione

dei Cristiani sotto Nerone nel 64 d.C., ove la setta viene fatta risalire al Cristo, da qui condannato a supplizio da Ponzio Pilato.

Egli ci informa che la comunità cristiana di Roma era costituita da un ingente numero di membri sottolineando come i cristiani

costituivano nella società imperiale un gruppo a sé, estraniato dalla vita pubblica e dalla religiosità comune, elemento di coesione

sociale. Il rifiuto di adesione alla religione dello stato era visto come un atto di sovversione politica, esattamente come la tendenza

a rifiutare costumi ed istituzioni tradizionali e ad estraniarsi dalla vita pubblica.

Le poche parole di Tacito riferite a Gesù Cristo, mostrano che egli è ben informato a riguardo facendoci pensare che egli

attingesse a notizie di prima mano, comunemente riconosciuto come storico tra i più scrupolosi.

Plinio il Giovane nipote di Plinio il Vecchio (111 – 113 d.C.), ci ha lasciato una raccolta di epistole, le quali risalgono al periodo

del suo governato in Bitinia e tra queste particolare rilievo assume la corrispondenza con il governatore Traiano nella quale Plinio

chiede istruzioni su come comportarsi con i cristiani della Bitinia e del Ponto.

In tal caso gli accenni su Gesù ed i suoi seguaci sono contenuti all'interno di questa corrispondenza tra il potere romano centrale

e le sue ramificazioni provinciali. Plinio ci scrive che i Cristiani, fatti risalire a Cristo erano soliti svegliarsi all’alba ed adorarlo come

un Dio.

Anche la testimonianza di Svetonio ci lascia accenni sui cristiani non facendo alcun riferimento al Gesù storico; riferendosi

quest’ultimo all’età di Claudio ove i Cristiani erano mal visti e considerati Giudei, delineando i diversi tumulti tra la comunità

cristiana ed ebraica.

Dagli scritti degli scrittori latini il riferimento a Cristo è chiaro, tuttavia, non si mette in discussione la sua verità storica, ovvero

la sua esistenza fisica, essi mostrano le accuse che normalmente venivano mosse ai Cristiani; a quei tempi se Cristo non

fosse veramente esistito non sarebbe stato difficile dimostrarlo ma nessuno ne mostra alcun dubbio e tale silenzio ne dimostra

l’esistenza storica.

vangeli apocrifi

I sono quelle scritture religiose che non rientrano nel canone cristiano, nell’elenco dei libri sacri perché non

garantiscono una verità seppur consigliati da autori antichi come importanti nella formazione dei fanciulli. Si chiamano “apocrifi”

cioè nascosti o segreti perché si pensava fossero tramandati segretamente oppure perché riferivano dottrine segrete di Gesù e

per questo bollati di inautenticità. Non essendo considerati degni di fede ci sono giunti frammentari; oggi sono abbastanza studiati

perché tramandano il clima della religiosità risalente alla prima generazione cristiana. Vi offrono un punto di vista diverso ma non

hanno fondamento storico, datati nel 150 d.C., in essi non vi sono testimoni oculari; tuttavia è possibile riscontrare notizie utili

come i nomi dei genitori di Maria (Gioacchino ed Anna) ed è possibile conoscere grazie ad essi i movimenti ereticali sorti nei primi

secoli del Cristianesimo che altrimenti sarebbero a noi sconosciuti. (es. vangelo apocrifo è il vangelo di Giuda)

Quindi i testi che trattano del Gesù storico sono rinvenibili nelle scritture del NT e più specificatamente nei soli Vangeli (termine

Vangelo ad indicare l'annuncio della buona novella, cioè il messaggio di Gesù), considerati libri storici perché riportano

testimonianze attendibili sulla vita e la predicazione di Gesù tuttavia essi non possono essere considerati fonti storiche vere e

proprie perché la loro finalità non è quella di offrire un quadro completo e fedele della vita di Gesù; essi sono una testimonianza di

fede, scritti per trasmettere la fede in Gesù Cristo.

Criteri di storicità

Gli studiosi hanno individuato 5 criteri per distinguere all'interno dei Vangeli ciò che proviene da Gesù, da ciò che proviene dalla

tradizione orale della Chiesa primitiva ed ancora per distinguerlo dall'opera degli evangelisti.

Criterio dell'imbarazzo o contraddizione secondo il quale è molto improbabile che la Chiesa primitiva abbia creato materiale

che le causasse imbarazzo facendosi portavoce di un mito come quello della risurrezione e dell'esistenza di Gesù se questi fatti

non fossero veramente accaduti. Le conseguenze drammatiche cui portò l'annuncio di Gesù morto e risorto da parte della Chiesa

erano ben accette dai primi cristiani perché testimoni di un fatto inaudito e sconvolgente dell'evento di Gesù per cui valeva la

pena incorrere nel pericolo della persecuzione e del martirio.

Criterio della discontinuità, un importante e valida prova della storicità dei Vangeli e dell'esistenza di Gesù è data appunto

dalla discontinuità che Egli ha dimostrato nei confronti dell'ambiente giudaico nel quale ha vissuto. Ad esempio la nuova

immagine che da di Cristo chiamandolo Abbà (Padre), la sua predilezione per i deboli ed i poveri... sono tutti elementi che

contrastano con la mentalità del tempo ed allo stesso tempo provano la sua esistenza storica.

Criterio della molteplice attestazione secondo il quale un fatto è vero se è riportato da più fonti o meglio da tutti i Vangeli.

Fatti uguali sono riscontrabili nei diversi Vangeli e le diversità nella narrazione di un fatto è da ricollegare alla personalità del

redattore, alla sua cultura, alle sue proprietà redazionali nonché alla sua intenzione teologica.

Criterio della coerenza secondo il quale sono considerati veri i fatti o detti di Gesù che sono coerenti con il suo insegnamento,

la sua prassi e la sua immagine; questo criterio è utilizzabile successivamente ai primi 3 dal momento che necessita di un certo

quantitativo di materiale storicamente attestato.

Criterio del rifiuto e dell'esecuzione consiste nel valutare il fatto storico della fine violenta di Gesù per mano dei capi giudei e

romani per comprendere che cosa nei comportamenti e nelle parole di Gesù fu causa della sua morte.

Cronologia e tratti essenziali della figura di Gesù

Gesù di Nazareth nacque a Betlemme o a Nazareth di Galilea durante il regno di Erode Grande tra il 6 o 7 a.C. da una famiglia di

contadini giudei. Attratto dal movimento di Giovanni il Battista iniziò il suo ministero verso la fine del 27 o gli inizi del 28 d.C.nella

valle del Giordano e che durò 2 anni e qualche mese.

Il 6 aprile del 30 d.C.(giorno della preparazione della Pasqua)vista la crescente ostilità delle autorità giudaiche Egli celebrò la

cena pasquale e nella notte fra il 6 ed il 7 aprile viene arrestato nel giardino dei Getsemani e giudicato dapprima da alcuni giudei

e venerdì 7 aprile di buon mattino Gesù condotto dinanzi il tribunale di Pilato venne condannato a morte fuori da Gerusalemme e

morì sul fare della sera a 36 anni.Gesù fu condannato con la pena della crocifissione secondo la legge romana perché ha preteso

di essere il Messia, un pretesto questo.

L'aspetto più originale di Gesù si coglie attraverso i suoi comportamenti poco consueti e fortemente provocatori i quali suscitano

forte perplessità e scandalo.

( Gesù ha un amore profondo verso Dio che lo impegna totalmente al servizio degli altri, profonda inoltre è la stima che Egli nutre

verso le donne, l'accoglienza che Egli ha nei confronti dei peccatori o in generale degli impuri espulsi dalla società, al contempo

però non disdegna né odia i ricchi con i quali ha buoni rapporti, non ha programmi politici ma compie semplicemente la volontà di

Dio che chiama Padre ed a cui si affida, a differenza dei farisei Gesù insegna con autorità attorno ad una cerchia di discepoli )

Gesù Cristo profeta escatologico

Gesù è il profeta escatologico perché con lui si ha la venuta del Regno di Dio, etimologicamente la parola “profeta” è di origine

greca e significa letteralmente “parlare davanti a” o anche “parlare a nome di”; il profeta quindi è colui che è inviato da Dio a

parlare davanti al popolo e in nome di Dio.

Gli elementi per cui la folla riconosce Gesù come un profeta sono anzitutto i segni/miracoli che Gesù compie e l'autorevolezza

con cui si impone nella sua predicazione.

Gesù eccede il titolo di profeta

Gesù eccede il titolo di profeta in quanto il suo modo di essere profeta è singolare perché anzitutto Egli predica il Regno di Dio

identificando sé con la venuta del Regno, inoltre, i profeti parlano a nome di Dio mentre Gesù parla a nome proprio e con

un'autorità senza pari, importante è infine il rapporto che Gesù ha con il Padr

Dettagli
A.A. 2013-2014
11 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher frog17-votailprof di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia dogmatica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof Sabetta Antonio.