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INTRODUZIONE 1: CREDERE NEL MONDO ATTUALE
Dubbio e fede:la situazione dell’uomo di fronte al problema di Dio
Chi oggi prova a parlare della fede cristiana, di fronte a persone che per professione o per
convenzione non hanno familiarità con il pensiero o il linguaggio ecclesiale ,avvertirà quanto sia
difficile tale impresa. Vi è un’analogia con il clown, del libro “La città secolare” di Cox. La storia
narra di un circo colpito da un incendio; il direttore mandò il clown a chiamare aiuto ,ma tutti
presero le grida del pagliaccio unicamente per un trucco del mestiere. Cox narra questo racconto per
delineare la situazione del teologo al giorno d’oggi: nel clown che non riesce a far si che il suo
messaggio sia veramente ascoltato da parte degli uomini, vede l’immagine del teologo. (non viene
mai preso sul serio, è come se avesse un’etichetta e imprigionato nel suo ruolo) L’impresa del
teologo è dunque difficile per l’interpretazione, ma anche per la condizione di insicurezza in cui
versa la sua fede, l’incredulità che si oppone alla sua volontà di credere. Si accorgerà che in
entrambi i gruppi- credenti e non credenti- sono presenti le stesse forze: dubbio e fede. Il credente
non vive senza problemi, ma è costantemente minacciato dal rischio di precipitare nel nulla;
nemmeno il non credente conduce un esistenza perfettamente chiusa in se stessa: per quanto possa
atteggiarsi a positivista, che già da un pezzo si è lasciato alle spalle ogni tentazione soprannaturale,
l’incertezza se il positivismo abbia davvero l’ultima parola non l’abbandonerà mai. Dunque non si
sfugge al dilemma di essere uomini. Nessuno può sfuggire completamente al dubbio, ma nemmeno
alla fede; questa interminabile rivalità tra dubbio e fede è la struttura fondamentale per l’uomo per
poter trovare la dimensione definitiva della sua esistenza. Il dubbio diventa il luogo della
comunicazione che porta il credente ad aprirsi con il dubbioso e viceversa.
Il salto della fede: tentativo provvisorio di una definizione essenziale della fede
Il “Simbolo apostolico” vuol essere tanto un’iniziazione al cristianesimo quanto una sintesi dei
contenuti essenziali. Ora ci si sposta verso la parola “credo” che è il nucleo fondamentale del
cristianesimo. Questa parola a seconda che l’individuo sia più o meno credente risulta più o meno
nascosta; questo perché per l’uomo Dio è e sarà sempre l’uomo essenzialmente Invisibile, colui che
sta fuori dal suo campo visivo. Quindi l’uomo non fissa i limiti del mondo solo in base a ciò che 149
può vedere e toccare, ma cerca una seconda forma di accesso alla realtà, alla quale dà il nome di
Fede; quindi quello che non può essere visto non è l’irreale ma anzi è l’autentica realtà che sorregge
ogni altra realtà. Credere vuol dire aver deciso che nel cuore stesso dell’’esistenza umana c’è un
punto che non è visibile e percettibile, ma dove si incontra l’invisibile, che rappresenta una
necessità della sua esistenza stessa. Tale atteggiamento si acquisisce tramite un cambiamento di
mentalità, “conversione”. Se questa conversione non avviene non esiste la fede. La fede sempre ha
rappresentato una rottura o un salto avventuroso, perché esprime il rischio di accettare un valore
invisibile; non è mai stata un adattamento spontaneo, ma una decisione che chiama in causa il
nucleo più profondo dell’esistenza.
Il dilemma della fede nel mondo odierno
Oggi la fede si presenta nelle vesti di un tempo, che sembri incarnare il passato. Oggi la fede
sembra vincolarsi all’impostazione di ieri, rievocandola come un valore perenne; la tradizione
appare come ciò che è superato, sorpassato da eventi, mentre il progresso è come l’autentica
promessa insita nell’essere: per questo una fede basata sulla tradizione appare all’uomo come
qualcosa di superato, basando i suoi progetti e le sue prospettive sul futuro. Questo comporta che lo
scandalo della fede, il divario tra Dio e non-Dio viene occultato dallo scandalo dato dal contrasto tra
ieri e oggi, tra tradizione e progresso.
I limiti della moderna concezione della realtà e il posto della fede
Nei diversi periodi evolutivi lo spirito umano presenta diverse forme di porsi di fronte alla realtà.
Ogni impostazione umana ha a che fare con la fede e finisce per ostacolarla; nessuna si identifica
con essa, ma allo stesso tempo, nessuna è del tutto neutrale nei suoi confronti. Dunque oggi l’uomo
ha rinunciato a cercare l’essenza nascosta delle cose e si limita alla sua concreta prospettiva; dunque
il metodo delle scienze naturali è basato sulla limitazione del fenomeno controllabile. Con esso
l’uomo si costruisce da solo il suo mondo. Qui emerge il pensiero che sottolinea la problematica
umana dell’orientamento delle scienze naturali; basato su degli stadi:
1 STADIO-la nascita dello storicismo: tenta di conoscere come si sia arrivati all’impostazione
mentale delle scienze naturali; oggi risulta riconoscibile come vero unicamente ciò che noi stessi
abbiamo fatto. Questa formula segna davvero la fine dell’antica metafisica e l’inizio dello spirito
tipicamente moderno. Per l’antichità l’essere stesso è vero e conoscibile in quanto l’ha fatto Dio che
è l’intelletto per eccellenza; egli l’ha fatto in quanto l’ha pensato. Siccome ogni essere è pensiero
ogni essere è pure logos: verità. Da queste idee si trae una nuova conseguenza: noi siamo in grado
di conoscere solo ciò che noi stessi abbiamo fatto perché conosciamo solo noi stessi. Al posto
dell’equivalenza “ verità=essere” subentra “verità=fattualità”; è conoscibile solo ciò che noi stessi
abbiamo fatto. A questo processo si collega quel sovvertimento dei valori dell’antichità in una
nuova era in cui però nel mondo risulta conoscibile solo in quanto fabbricato dall’uomo il quale non
è più in grado di guardare al di sopra di se stesso.
2 STADIO-la svolta verso il pensiero tecnico: al posto delle equivalenze” verità-essere e verità-
fattualità” subentra nel nuovo programma in cui la verità è la fattibilità: la verità con cui l’uomo ha
a che fare non è ne la verità dell’essere ne quella delle sue azioni da lui compiute; è invece un
cambiamento del mondo ,della sua conformazione,una verità proiettata nel futuro e relativa
all’azione. La tecnica diventa così un vero potere e dovere dell’uomo. La riduzione dell’uomo ad un
factum ( fattualità ) è la premessa per comprenderlo come un faciendum ( fattibilità ) che da ciò che
è va condotta ad un nuovo futuro.
La fede vista come star- saldi e comprendere 150
Contrapponendo il binomio concettuale star-saldi a quello sapere-fare si riallaccia un’ affermazione
biblica, concernente la fede, che abbraccia una vasta gamma di significati: l’idea di verità, di
stabilità, di fondamento sicuro, come anche i significati di fedeltà, di confidenza, di aver fiducia, di
credere in qualcosa. La fede in Dio assume l’aspetto di un mantenersi uniti a Dio, tramite il quale
l’uomo acquista un solido appoggio per la sua vita. La fede viene intellettualizzata: invece di
esprimere il fondamento sicuro dell’affidabile parola di Dio, viene messa in relazione con
l’intelletto. In questo modo, di volerla dimostrare nel senso del sapere applicato al fattibile, nulla si
può trovare. Quindi esistono due forme di atteggiamento difronte alla realtà che non sono
riconducibili l’un l’altra: il pensiero calcolante che è ordinato al fattibile e il pensiero riflettente che
medita sul senso delle cose. La fede è una forma diversa di atteggiamento spirituale che si colloca
accanto all’altro sapere come quello di autonomo e di specifico .
La ragione del credere
La parola amen in ebraico ha la stessa radicale da cui deriva anche la parola fede. Amen ripete ciò
che la fede significa: il fiducioso poggiare su un fondamento che sostiene, non perché l’abbia fatto
e controllato io, bensì perché io non l’ho fatto e ne sono in grado di controllarlo.
L’atteggiamento della fede cristiana si esprime in quanto parola amen, in cui si intrecciano i
seguenti significati:fiducia,abbandono,fedeltà,stabilità,verità.
Io credo in te
Il tratto essenziale della fede cristiana è il suo tratto personale. La fede cristiana è qualcosa di più di
un’opzione per un fondamento spirituale del mondo,la sua formula centrale non dice io credo in
qualcosa ma io credo in te; è l’incontro tra l’uomo-Gesù e in tale incontro percepisce il senso del
mondo come persona. La fede cristiana vive del fatto che esiste un Senso che mi conosce e che mi
ama così da potermi affidare a lui con l’atteggiamento del bambino, il quale sa che tutte le sue
domande trovano sicurezza nel “tu” della madre.
INTRODUZIONE 2 LA FORMA ECCLESIALE DELLA FEDE
Avvertenza preliminare sulla storia e sulla struttura del simbolo apostolico
La forma fondamentale della nostra professione di fede si è configurata tra il II e III secolo. Circa
la sua origine locale, si tratta di un testo proveniente da Roma; il suo ambiente di origine però è la
liturgia, e precisamente l’amministrazione battesimale. Questa si ispira a sua volta alle parole di
Gesù risorto; e poi consegue un triplice dialogo con domanda e risposta.
Limiti e importanza del testo
il simbolo esprime il fondamento comune della fede in Dio uno e trino. È la risposta all’appello
lanciato da Gesù. È una professione di fede in lui quale vicinanza di Dio ,in lui come vero futuro
dell’uomo. Esprime anche l’inizio del destino di divisione fra oriente e occidente.
Il testo esprime pure la tendenza uni formatrice di derivazione politica, propria della chiesa
d’occidente e il destino d’estraniamento politico cui la fede va incontro la sua utilizzazione come
strumento di unità dell’impero. Emerge che la fede ha e deve a che fare con il perdono che orienta
l’uomo a riconoscere se stessa come creatura capace di ricevere e dare perdono.
Professione di fede e dogma 151
La fede ha il suo posto nell’atto di conversione ,nella svolta dell’essere che passa dall’adorazione
del visibile e del fattibile al fiducioso abbandono all’invisibile. La fede è una svolta che da quel
momento in poi st