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CAPITOLO VI

SVUOTAMENTO DELLA DOMANDA = atteggiamento irragionevole di fronte all’interrogativo

ultimo (nota: irragionevole è una posizione che pretende di spiegare un fenomeno in modo non

adeguato a tutti i fattori implicati). Lo svuotamento della domanda si può mettere in atto in tre

modi:

1. Negazione TEORETICA delle domande: gli interrogativi vengono definiti senza senso.

2. Sostituzione VOLONTARISTICA delle domande: se non applichiamo l’energia

stimolatrice all’esperienza elementare essa si riduce in un’affermazione di sé che prende

spunto da a) una prassi personale, b) un sentimento utopico, c) un progetto sociale.

3. Negazione PRATICA delle domande: tendiamo a impostare le nostre vite in modo che le

domande non sorgano tralasciando il problema > ci anestetizziamo di fronte a esse

realizzando un “equilibrio” totalmente razionale.

CAPITOLO VII

RIDUZIONE DELLA DOMANDA = atteggiamento irragionevole di fronte all’interrogativo

ultimo. Questo atteggiamento prende seriamente la realtà dello stimolo costitutivo della

ragione ma lo riducono:

1. Evasione ESTETICA o SENTIMENTALE: ci si arresta a metà strada > accettiamo le

domande, le misuriamo con il sentimento ma non c’è un impegno personale dell’io. La

ricerca del senso della vita si riduce a una questione di bellezza, assume una forma

estetica.

2. NEGAZIONE disperata: ci si distrugge per la difficoltà della risposta > negazione della

possibilità di rispondere alle domande dovuta alla difficoltà della risposta, ed è

l’atteggiamento più drammatico perché è una decisione dell’uomo. La disperazione che

nasce dal rinnegamento è visibile in:

l’impossibile aspirazione = ci si sente smarriti sulla soglia della vera conclusione,

- realtà come illusione.

-

3. ALIENAZIONE: le domande ultime diventano strumento del potere > la vita ha senso

positivo ma si nega che possa averlo per la singola persona. L’ideale della vita risiede in

un’ipotetica evoluzione nel futuro a cui tutti dovremmo concorrere come unico

significato. Quest’ottica considera le domande fondamentali come stimolo

all’edificazione del progresso = meccanismo dell’evoluzione della realtà sociale, tuttavia

le domande fondamentali costituiscono la mia persona e la loro soluzione deve riguardare

me. È impossibile far consistere la risposta a quelle domande in una realizzazione che

riguardi la collettività senza dissolvere l’identità dell’uomo e senza alienarlo: l’io

dovrebbe distruggersi affinché l’evoluzione della realtà avvenga.

CAPITOLO VIII

CONSEGUENZE degli atteggiamenti irragionevoli = l’uomo perde il controllo di sé e della

interezza dei suoi fattori. Le conseguenze sono:

1. La ROTTURA con il PASSATO: la perdita del significato tende all’annullamento della

personalità e senza saperne il significato resta una cosa estranea a noi. Lo smarrimento

del significato porta a una depressione della personalità, ed essa sfoca il senso del

passato. L’uomo laddove il significato del suo vivere fosse smarrito reagirebbe quindi

l’unico nesso con la realtà sarebbe la reattività e essa intesa come criterio di un rapporto

taglia i ponti con il passato.

2. INCOMUNICABILITÀ e SOLITUDINE: 1. Incomunicabilità = lo sfumarsi del senso del

passato riduce notevolmente il dialogo e la comunicazione umana – tagliando con il passato

si verifica l’inaridimento dell’io. Il dialogo e la conversazione sorgono dall’esperienza, la

cui profondità è nella capacità di memoria. Nota: a) l’esperienza è custodita nella

memoria, b) l’esperienza deve essere giudicata dall’intelligenza/cuore altrimenti la

comunicazione diventa solo un blaterare parole. 2. Solitudine = l’incomunicabilità come

difficoltà di dialogo rende ancora più tragica la solitudine che l’uomo prova di fronte al

proprio destino. La solitudine non è l’essere soli ma è l’assenza di significato. In tale

situazione l’individuo diviene sempre più vulnerabile dentro il tessuto sociale, in balia

delle forse più incontrollate dell’istinto e del potere: questo è l’esito più pericoloso della

solitudine.

3. PEDITA della LIBERTÀ = nel momento in cui l’individuo resta in balia delle forze più

incontrollate dell’istinto e del potere si identifica la scomparsa della libertà. La LIBERTÀ

è la soddisfazione di un desiderio, si annuncia come realizzazione di un’aspirazione.

Precarietà della libertà: disegniamo un cerchio, esso rappresenta tutta la realtà

sperimentabile; nella figura emerge un triangolino = TU, IO che prima non c’era ma a un

certo punto appare; se il triangolino fosse nato come totalmente parte della realtà in

divenire non avrebbe alcun diritto di fronte a essa perché la realtà potrebbe farne quello

che vuole. Solo la Chiesa difende il valore assoluto della persona, per avere questo diritto

l’uomo ha dentro di sé qualcosa per cui può giudicare il mondo in cui nasce. L’uomo singolo

è libero da tutto il mondo solo se suppone che quel triangolino che lo rappresenta non sia

totalmente costituito dalla biologia di suo padre e sua madre, ma bensì possegga qualcosa

che non discende dalla tradizione biologica e che sia in diretto rapporto con l’infinito,

una X posta al di fuori del cerchio al di sopra del flusso della realtà = DIO. È un

paradosso: la libertà è la dipendenza da Dio, e la coscienza vissuta di questo rapporto

si chiama religiosità, e dunque la libertà sta nella religiosità.

CAPITOLO IX

PRECONCETTO = imperversare del pregiudizio. Il pregiudizio può avere un giusto senso se lo si

legge alla luce del proprio significato etimologico ovvero di fronte a qualcosa postaci dalla natura

reagiamo secondo l’idea che si forma nella nostra mente di tale oggetto. Invece, può avere un

cattivo senso laddove lo utilizziamo come criterio di giudizio e non solo come condizionamento

da superare in un’apertura di domanda.

IDEOLOGIA = costruzione teorico-pratica edificata su un preconcetto, ossia basata su un

aspetto della realtà anche vero ma preso come tale in modo assoluto per uno specifico fine o

progetto politico.

SENSO RELIGIOSO e RAZIONALITÀ = il senso religioso è espressione più autentica della

razionalità, in quanto non cessa di tendere a rispondere all’esigenza del significato. Solo nella

dimensione religiosa possiamo intuire la dinamica strutturale della ragione:

Perché pone l’esigenza di significato.

- Perché apre la soglia a tutto ciò che è diverso/altro.

-

La ragione quando si accorge di non riuscire a rispondere alle domande tramite i principi tratti

all’esperienza e capendo che la sua opera resterà incompiuta, allora cercherà altri principi che

supereranno ogni possibile uso dell’esperienza. Questa costrizione di ricerca di altri principi è

implicata nell’esperienza, e ne costituisce un fattore: negare questo passaggio vuol dire negare

l’esperienza stessa e ricadere nell’ideologia e nel preconcetto.

CAPITOLO X

ITINERARIO DEL SENSO RELIGIOSO: Come si destano le domande ultime?

Se l’uomo si accorge dei fattori che lo costituiscono osservando sé stesso in azione, allora per

capire come si destano le domande ultime occorre osservare la dinamica umana nel suo impatto

con la realtà, la quale aziona un meccanismo rivelatore di alcuni fattori che si susseguono

cronologicamente:

1. Lo STUPORE della “presenza” = tutto inizia con l’incontro/impatto con la realtà che

suscita in noi lo stupore per la presenza delle cose che si impone e che non viene fatta

da noi. Lo stupore e la meraviglia di questa realtà che si impone alla persona, questa

presenza che lo investe, è all’origine dell’umana coscienza. Il primo sentimento dell’uomo

è quindi, quello di trovarsi di fronte ad una realtà che esiste indipendentemente da lui e

da cui dipende, questa è la percezione originale di un DATO. Questo termine implica

un’attività davanti al quale l’individuo è passivo e si limita a ricevere, constatare e

riconoscere: il DATO = DONO rappresenta il primo contenuto dell’impatto con la realtà.

Il primo sentimento dell’uomo di fronte a questa presenza che viene data è lo stupore

che si tramuta in attrattiva, solo in un secondo momento entra in gioco la paura come

riflesso del pericolo che quell’attrattiva non permanga.

Un’altra parola che chiarisce ulteriormente il significato del “dono” è ALTRO = la natura

dell’uomo è quella di essere posseduti da un’originale dipendenza ovvero quella di essere

creato. La prima originale intuizione dell’uomo è lo stupore del dato e dell’io come parte

di questo dato, solo dopo ci si accorge di sé stessi.

2. Il COSMO = l’uomo, una volta accortosi di questo “essere reale” si accorge che questa

realtà è cosmica e che dentro vi è un ordine. Lo stupore originale implica un senso di

bellezza, l’attrattiva della bellezza armonica.

3. Realtà PROVVIDENZIALE = l’uomo, non solo si accorge che questa presenza è bella e

consona a sé nel suo ordine, ma constata anche che essa si muove secondo un disegno che

può essere a lui favorevole.

4. L’IO DIPENDENTE = quando l’uomo è risvegliato nel suo essere dalla presenza ed è reso

grato e lieto, in quanto questa presenza può essere benefica e provvidenziale, egli prende

coscienza di sé come IO e riprende lo stupore originale con una profondità che stabilisce

la portata della sua identità. L’evidenza più grande e profonda che si percepisce è che la

PERSONA NON SI FA DA SÉ = scoperta di sé stesso come dipendente da altro e questo

tu-che-mi-fai nella tradizione religiosa viene chiamato DIO. Il TU è una realtà

misteriosa che mi genera come un IO, sorge quindi un dialogo tra queste due entità che

si chiama preghiera.

5. La LEGGE del CUORE = l’IO si accorge allora di possedere insita dentro di sé la

percezione del bene e del male, questa “legge” scritta nel cuore di ognuno non viene da

noi ma da una sorgente altra che risiede nel nostro essere emettendo la vibrazione del

bene e il rimorso del male: è una voce dentro di noi.

L’esperienza di tutte le cose potrà diventare potente nell’impatto con il reale: l’unica condizi

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher clizia02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Alberto Stefano.