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Capitolo secondo: Parte storica
L'analisi scritturistica costituisce la prima fondamentale tratta della riflessione teologica. Nel tentativo di comprendere ed articolare il contenuto della fede, è necessario ascoltare la riflessione credente delle comunità cristiane, succedutesi alla chiesa apostolica, che si è per così dire "sedimentata" nelle definizioni dogmatiche conciliari. Quest'ultima gode infatti della garanzia di infallibilità, qualità ad esse donata dallo spirito santo che ne ha guidato il lavoro di formulazione. La conformità delle formule dogmatiche con il dato rivelato è assicurata dall'indefettibilità della chiesa che comunità di fede sotto la guida del magistero gerarchico in cui agisce il medesimo spirito.
In concreto l'epoca patristica appare importante nostri occhi poiché fu quella l'ambiente delle grandi controversie Cristologiche che, sorte a causa delle eresie.
1. I "padri apostolici"
Sotto quest'unica denominazione sono tradizionalmente riunite le seguenti opere: la lettura di clemente romano ai corinti, le lettere di Ignazio di Antiochia, la lettera di Barnaba, la Didachè, la lettera a Diogneto.
Dopo il nuovo testamento, queste opere sono le più antiche che possediamo e che i loro autori scrivono tra la fine del primo secolo e la prima metà del II.
Ciò che rende importanti tali opere teologiche è l'avere in comune con il nuovo testamento lo stesso ambiente culturale d'origine. È noto che la Didachè, composta probabilmente in ambiente siriaco nella prima metà del primo secolo, è anteriore all'opera Giovannea. Il linguaggio semplice riporta l'esperienza di Cristo che le prime comunità testimoniavano con la vita.
2. Clemente
I dati biografici certi di Clemente sono scarsi, fu il quarto vescovo di Roma, visse all'epoca dell'Evangelista Giovanni e dimostra una conoscenza precisa dei Vangeli sinottici, una traduzione, motivata da una Passio del V secolo, lo indicherebbe come martire. La nostra Lettera risalirebbe agli anni 95-58, al tempo degli imperatori Domiziano e Nerva e fu oggetto subito di grande autorità, tanto da essere letta pure nella liturgia domenicale.
L'opera è una lettera-omelia inviata alla comunità di Corinto disorientata da molti suoi membri desiderosi di novità ed impazienti nei confronti dei presbiteri. Lo scopo è quello di indurre i sediziosi a desistere di modo che a Corinto ritornino unità, pace e concordia.
La Cristologia di Clemente pone al centro della sua riflessione Cristo mediatore umile sulla linea profetica del giusto rifiuto. L'azione mediatrice di Cristo si concretizza nel suo essere unico gran sacerdote e protettore.
soccorso della nostra debolezza. Infatti è solo per mezzo di Cristo che Dio può compiere a nostro favore grandi miracoli e che noi possiamo contemplare Dio, pregarlo, lodarlo e glorificarlo. 2. Il pastore di Erma È l'opera di un anonimo autore che scrive nella prima metà del II secolo. Consta di cinque visioni, 12 precetti e 10 similitudini allegoriche sotto forma di un dialogo continuo, avente come oggetto le cose che concernono la salvezza, condotto tra l'autore stesso e la chiesa ed avente come argomento principale il sacramento della penitenza. Parlando del vero digiuno, nella quinta similitudine allegorica, l'autore mette a tema del suo dire il discorso Cristologico attraverso la parabola del servo fedele e stimato cui un padrone affida un podere da coltivare e che è fatto coerede del figlio a causa dell'ottimo lavoro svolto. Il testo stesso ci dona più avanti la chiave interpretativa di questo discorso: "il campo a questo".mondo; il padrone del campo chi creò tutte le cose,le perfezionò e leconsolidò; il figlio lo spirito santo; il servo al figlio di Dio..."Il nostro autore spiega come Dio abbia fatto abitare lo spirito santo in un uomo il quale,comportandosi in materia santa e perfetta ottenne dal creatore di " partecipare dellospirito santo" di modo che " ottenesse una tenda e non sembrasse aver perduta laricompensa del suo servizio". Lo status divino di Gesù sarebbe allora l'esito di una vitaperfettamente vissuta sotto l'egida della volontà di Dio, ecco perché questa anticaCristologia è stata giudicata da molti come adozionista, cioè interpretante l'uomo Gesù diNazareth adottato da dio come figlio solo al momento della restaurazione.
3. Ignazio di Antiochia
Anche le lettere di Ignazio ci rivelano una teologia viva, espressione di una fedepersonalmente vissuta e sofferta. Morto martire probabilmente
Tra i 107 ed il 110, e gliscrivere lettere come un diario di viaggio e spirituale durante il cammino verso Roma,dove l'attende la suprema testimonianza di Cristo. La riflessione Ignaziana è soprattuttosoteriologica e Pasquale: egli infatti interpreta la Pasqua come principio attuale di vita disalvezza per il cristiano e per la chiesa attraverso il battesimo il Eucaristia. L'eventoPasquale però è anche compimento della storia singolare di Gesù, sottolineataparticolarmente come l' oikonomia: il disegno di salvezza decretato da Dio nella storiache trova in Cristo il suo centro il culmine. Di qui somma valore che Ignazio attribuiscealla realtà umana del salvatore.
112. I padri del II secoloConclusa l'epoca apostolica assistiamo al progressivo svilupparsi delle comunità cristianein ambiente greco. Questo fatto si traduce in impegni di chiarificazione e giustificazionedelle dottrine cristiane confronti degli interlocutori,
imbevuti di cultura ellenistica. Le personalità ecclesiali in prima linea impegnate nel dialogo con il pensiero greco furono i padri apologisti. Non vanno dimenticati i primi scrittori antieretici impegnati a preservare il proprium del cristianesimo dalle interpretazioni settarie di gruppi che, sulla base della matrice culturale ellenistica, riducevano il fatto cristiano ad una via di salvezza dalla materia verso la divinità, percorribile grazie alla conoscenza (gnosis) e allaverità. Due soli nomi maggiormente significativi del compimento della teologia cristiana del II secolo: Giustino ed Ireneo di Lione. 1. Giustino Questo martire e filosofo assunse della filosofia greca numerose categorie interpretative: tra di esse gioca un ruolo primario quella dell'economia (oikonomia) che vede la storia di Gesù come evento centrale e realizzativo del piano salvifico di Dio per l'uomo. Tale disegno divino comporta comunicazione vitale di Dio, l'assoluto senza origine.all'uomo per mezzo del logos creatore, mediatore e quindi rivelatore del padre. 2.Ireneo di Lione Alla base di tutta la teologia di Ireneo è la dottrina della ricapitolazione di tutto in Cristo. Gesù è colui che verifica sotto un medesimo capo tutte le cose rinnovando l'universo intero nelle sue parti visibili ed invisibili e riconducendo l'umanità peccatrice alla primitiva somiglianza con Dio. Presupposto di tale miserabile processo alla totale condivisione da parte di Cristo della nostra storia attraverso l'assunzione di una vera carne. Di qui due conseguenze: - riguarda il c.d. interscambio che l'incarnazione causa a favore degli uomini. Dio cioè diviene un uomo per fare di noi ciò che lo stesso è, in una parola: ci divinizza. - concerne il rapporto tra la verità dell'umanità di Cristo, presente in Gesù e insieme con la divinità, ed il suo essere un'unica persona. La forte posizione Ireneana,in conclusione, si costituisce come baluardo nei confronti di un cristianesimo erroneamente interpretato sulla base del pensiero greco separate Dio e cosmo. Ireneo, rifiutando la vanificazione della carne di Cristo, manifestazione storica di Dio, afferma come nel cuore del fatto cristiano vi sia una storia singolare con un nome ben preciso: Gesù Cristo, presenza stessa di Dio vivificante e salvante il mondo. 3. I padri del III secolo Il compito della riflessione patristica nel III secolo fu quello di dare inizio all'indagine sulla costituzione di Cristo. Sull'avvio di tale riflessione influì la preoccupazione di ovviare agli errori di un interpretazione gnostica del mistero trinitario che annullava qualsiasi differenza tra le persone del padre, di figlio e dello spirito santo, considerate come semplici modi di essere della monarchia (= unico principio) divina, affermando che è il padre ha di incatenarsi e a soffrire. Le scuole teologiche più fiorenti delperiodo sono tre: a) Alessandria, centro di brillante vita intellettuale già prima del cristianesimo, in cui si sviluppò la c.d. scuola alessandrina; b) Roma, che acquistò importanza culturale quando il latino, sostituendo il greco, divenne la lingua ufficiale della chiesa romana; c) Cartagine che ricevette l'annuncio del vangelo da Roma e questo è certo manteneva 12 rapporti strettissimi con l'urbe.- La scuola di Alessandria
- Clemente alessandrino
Difendere ed approfondire la fede per mezzo della filosofia; combattestrenuamente lo gnosticismo non attraverso una critica puramente negativa, bensì opponendo alla falsa una vera gnosi che evidenzi l'accordo della fede (pistis) con la conoscenza (gnosis), pur riconoscendo alla fede una superiorità sulla scienza. Per raggiungere tale scopo il nostro autore pone come punto di partenza di tutta la sua teologia il Logos che è il principio primo di spiegazione religiosa dell'universo. Esso forma, con il padre e lo spirito santo, la trinità, è il creatore del mondo, il rivelatore progressivo di dio attraverso l'antico testamento. Il logos è pure il maestro, il salvatore della razza umana ed il creatore della vita nuova dell'uomo che può essere deificato.
2. OrigeneE gli muove dall'idea di Dio che diviene comprensibile all'uomo per la mediazione del logos, cioè di Cristo ( di qui l'accusa di subordinazionismo)
il quale è legato al corpo umano di Gesù attraverso l'anima, sost