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Lo Spirito Santo

SENZA VOLTO e NON PARLA. Non sta di fronte a noi, non ci rivolgiamo dandogli del TU ma ne parliamo, resta un EGLI. Un altro paradosso è che lo Spirito appare nel NOI del Padre e del Figlio, è colui che agisce e decide in essi e per mezzo di essi. I simboli oggettivi con cui viene rappresentato nel Nuovo Testamento sono: - il soffio: vitale - la colomba: scende su Gesù in occasione del suo Battesimo - le lingue di fuoco: sugli apostoli della Pentecoste Tutti questi simboli della natura esprimono una trascendenza soggettiva, che ci anima dall'interno pur superandoci. È proprio dello Spirito non il parlare ma il FAR PARLARE le persone da lui ispirate secondo il pensiero del Padre e del Figlio. In conclusione non dobbiamo cercare lo Spirito di fronte a noi ma in noi, esso abita nei cuori dei credenti e nella Chiesa per grazia, mentre abita nel Figlio per natura mettendoci in comunione con quest'ultimo. Lo Spirito è AMORE e DONO. Esiste un Credo occidentale.

(detto Simbolo degli apostoli) e un Credo orientale (o niceno-costantinopolitano) che recita:

Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti.

I 7 doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio.

Fino alla metà del IV secolo la divinità dello Spirito non fu messa in discussione, mentre lo era fortemente quella del Cristo (B.SESBOÙÉ, op. cit., 365).

Quali erano le questioni circa la divinità del Figlio e dello Spirito che vengono definite nei concili di Nicea (325) e di Costantinopoli I (381)?

Il primo concilio ecumenico cristiano, detto Concilio di Nicea, si tenne nel 325 allo scopo di risolvere delle divergenze sorte nella chiesa di Alessandria sulla natura di Cristo in relazione al Padre: è eterno come lui o è stato creato?

Esso sancisce la

CONSUSTANZIALITA del Padre e del Figlio ovvero nega che il Figlio sia stato creato e che la sua esistenza sia posteriore al Padre. Verso il 350 d. C. si iniziò a contestare la divinità dello Spirito fino ad ora mai messa in dubbio. I negatori della divinità dello Spirito furono chiamati pneumatomachi (dal greco pneuma = spirito) condannati dal primo Concilio di Costantinopoli (381).

Il primo Concilio di Costantinopoli (381) pone fine ai dibattiti sulla divinità dello Spirito aggiungendo al Simbolo di Nicea del 325 una sequenza concernente lo Spirito Santo che riassume il lavoro di Basilio di Cesarea. Il Simbolo confessa lo Spirito come colui che è santo per natura, come Signore allo stesso titolo che il Figlio e colui che comunica la vita divina, titoli propriamente divini. Esso inoltre proclama che lo Spirito procede (=esce ed è inviato nel mondo) dal Padre, è contato con il Padre e il Figlio, perché come loro è adorato.

Glorificato e chiarisce la sua missione nella storia della salvezza: ha parlato per mezzo dei profeti. La missione invisibile dello Spirito prepara e accompagna la missione visibile del Figlio.

Il termine 'Trinità' che riassume un dogma centrale della fede cristiana è assente dal Nuovo Testamento. Comincerà ad apparire notevolmente più tardi: a metà del II secolo in Oriente e all'inizio del III in Occidente. Lo stesso accade per il termine 'persona', per lo meno nel senso preciso. L'apparizione di un vocabolario nuovo andrà di pari passo con la prima presa di coscienza della difficoltà posta dalla dottrina cristiana (B.SESBOÜÉ, op. cit., 377).

In quale ordine stanno i tre nomi del Padre del Figlio e dello Spirito Santo? "Il dogma della Trinità" viene elaborato nel corso dei primi secoli del cristianesimo. Quali erano le preoccupazioni maggiori dei teologi?

distinguere tra due tipi di Trinità: la Trinità economica e la Trinità ontologica. La Trinità economica si riferisce al modo in cui Dio si manifesta e agisce nel mondo, mentre la Trinità ontologica si riferisce alla natura stessa di Dio. La Trinità economica si basa sulle relazioni tra le tre persone della Trinità: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il Padre è colui che invia il Figlio nel mondo, il Figlio obbedisce al Padre e porta a termine la missione ricevuta, e lo Spirito Santo è inviato dal Padre per mezzo del Figlio. Queste relazioni si manifestano sia in modo discendente (Dio si muove verso di noi) che in modo ascendente (noi ci muoviamo verso Dio). La Trinità ontologica si riferisce alla natura stessa di Dio. Essa afferma che Dio è unico e costituito da tre persone distinte: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Questo mistero della Trinità va oltre la comprensione umana ed è soprarazionale. È importante sottolineare che la dottrina della Trinità non contraddice il monoteismo, ma ne approfondisce la comprensione. I tre nomi divini si presentano sempre nell'ordine Padre, Figlio e Spirito Santo. Tuttavia, è importante notare che c'è una certa reciprocità tra il Figlio e lo Spirito e un' immanenza reciproca tra il Padre e il Figlio. Inoltre, va sottolineato che c'è una sola potenza divina che opera attraverso questi tre nomi. Nell'ambito della chiesa antica, la dottrina della Trinità è stata oggetto di dibattito e approfondimento. Sono state sviluppate diverse teologie e formulazioni dottrinali per cercare di spiegare questo mistero centrale della fede cristiana.

Elaborato formalmente il dogma della Trinità. Due sono le questioni principali: il rapporto dell'unità con la Trinità e la natura di Dio. Da quando i teologi cristiani hanno affrontato la conciliazione dell'unità divina e della Trinità, si sono scontrati con due tentazioni maggiori. La prima veniva da un'evidenza: il cristianesimo non può rinunciare al monoteismo biblico, va armonizzata la novità cristiana con la filosofia greca. Perciò i 3 nomi divini furono riportati alla singolarità di un unico soggetto. Ad esempio, alcuni ritennero che Padre, Figlio e Spirito Santo sono i 3 diversi aspetti che Dio assume per manifestarsi all'uomo. La seconda tentazione conduce ad una forma di Trinità degradante: il Figlio è una creatura del Padre e lo Spirito è una creatura del Figlio. Rispetto a noi sono talmente superiori che possiamo chiamarli Dio, ma rispetto al Padre, unico Dio, sono creature.

Padri della Chiesa suppongono l' inferiorità e la subordinazione del Figlio e dello Spirito rispetto al Padre, badando soprattutto alle loro manifestazioni storiche. Le speculazioni dei primi difensori della Trinità ci permettono di definire l' identità dei 3 nomi divini a partire dal rispettivo ruolo storico, di comprendere la natura della relazione che siamo chiamati a stabilire con ognuno di essi. Ci viene chiesto di: ACCOGLIERE IN noi lo Spirito, APRIRCI AL Figlio e CONSIDERARCI FIGLI del Padre che ci ha adottato. Entrando nella rete di relazioni che uniscono le tre persone divine tra loro, partecipiamo alla vita divina. 7. La chiesa non ha compreso sempre se stessa allo stesso modo. Il Concilio Ecumenico Vaticano II, riprendendo la tradizione, ri-colloca la chiesa nel mistero di Cristo ( B.SESBOÛÉ, op. cit., 395; C. THÉOBALD, La lezione di teologia, EDB, Bologna 2014,17-31). [ Pagina docente:slides Dogma12.ppt] Quali sono gli

“spostamenti” che Vaticano II opera nell’insegnamento sulla Chiesa?

Riassunto slide 12:

Il Concilio Ecumenico Vaticano II

Le radici: i movimenti laico, liturgico, ecumenico, biblico.

Composizione dei Padri: 2856 invitati, 500 non poterono andare.

Presenza di osservatori non cattolici e uditori e uditrici.

Annuncio: 25 gennaio 1959

Fase preparatoria: maggio 1960-settembre 1962

I periodo: 11 ottobre - 8 dicembre 1962

Morte di Giovanni XXIII :3 giugno 1963

Elezione di Paolo VI : 21 giugno 1963

II periodo: 29 settembre – 4 dicembre 1963

III periodo: 14 settembre – 21 novembre 1964

IV periodo : 14 settembre – 8 dicembre 1965

Il papa la cui firma è presente sotto tutti i documenti del Vaticano II è Paolo VI.

Nel 1963 è eletto papa e assicura che suo obiettivo primario è la continuazione del concilio sulle orme del predecessore Giovanni XXIII.

Apre il II periodo con importanti riforme procedurali:

  • l’ammissione di laici come uditori,
nomina di quattro moderatori dell'assemblea-una più articolata regolamentazione dei lavori-Nella sua prima enciclica, Ecclesiam Suam, spiega l'urgenza che la chiesa realizzi una migliore autocomprensione di se stessa , punti ad unanecessaria autoriforma, e faccia dell'incontro e del dialogo la via principale dell'annuncio evangelico.Il Concilio Ecumenico Vaticano II emanò 16 documenti, di differente genere letterario e autorità: - 4 Costituzioni - Sacrosantum Conciulim - Lumen Gentium - Dei Verbum - Gaudium et Spes - 9 Decreti - Inter Mirifica - Unitatis Redintegratio - Orientalium Ecclesiarum - Optatam Totius - Perfectae Caritatis Nuova sezione 1 Pagina 4 - Perfectae Caritatis - Optatam Totius - Christus Dominum - Apostolicam Actuositatem - Ad Gentes - Prebyterorum Ordinis - 3 Dichiarazioni - Gravissimum Educationis - Nostra Aetate - Dignitatis Humanae TEMILa liturgia e la sua riformaL'identità, la struttura e la missione della chiesaLa rivelazione cristiana e la sua trasmissione

relazioni tra la chiesa e le religioni non cristiane

Le relazioni tra la chiesa e le confessioni non cattoliche

L'educazione

La formazione dei preti, dei vescovi e dei religiosi

Il ruolo dei laici e delle laiche

La libertà religiosa

L'opzione preferenziale della chiesa per i poveri

I laici: si intende qui l'insieme dei cristiani ad esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano. Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. I laici costituiti nell'unico corpo di Cristo sotto un solo capo, sono chiamati a contribuire come membra vive, con

elle loro competenze e dei loro carismi per il bene comune della comunità ecclesiale. Inoltre, i pastori devono favorire la formazione dei laici, affinché possano crescere nella conoscenza della fede e nella capacità di annunciare il Vangelo. I laici, in quanto membri della Chiesa, sono chiamati a vivere la loro vocazione specifica nel mondo, testimoniando il Vangelo nelle diverse realtà in cui si trovano. Devono essere presenti e attivi nella società, portando la luce del Vangelo nelle situazioni quotidiane, come la famiglia, il lavoro, la politica, la cultura. La partecipazione dei laici all'apostolato della Chiesa non è un'opzione, ma un dovere. Essi devono essere consapevoli della loro responsabilità di annunciare il Vangelo e di essere testimoni di Cristo nel mondo. Devono essere pronti a dare ragione della loro speranza a coloro che incontrano, con umiltà e rispetto. In conclusione, l'apostolato dei laici è una parte essenziale della missione della Chiesa. Essi sono chiamati a vivere la loro fede in modo autentico e a portare il messaggio di salvezza a tutti gli uomini. La Chiesa ha bisogno dei laici per portare avanti la sua missione nel mondo, per diffondere il Vangelo e per costruire il Regno di Dio.
Dettagli
A.A. 2020-2021
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Desiree_marciano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia dogmatica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof Terribile Manuela.