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Origene: difende il concepimento verginale contro Celso, definendolo fatto storico; Maria è modello di
vita verginale femminile come Gesù lo è di quella maschile
S. Efrem: Vergine senza macchia e senza ombra
S. Basilio: perpetua verginità, che pur non essendo indispensabile al progetto di Dio, tuttavia ne promana,
secondo il senso comune dei fedeli.
Gregorio Nisseno: analogia tra parto verginale di Maria e generazione eterna del Verbo
Occidente: S. Zeno di Verona (372): fu vergine prima, durante e dopo il parto; concepita per divino
intervento del Figlio e “attraverso l’orecchio” (per controbilanciare Eva)
S. Ambrogio: Maria è modello dell’assoluta perfezione per tutti i cristiani e per quanti si consacrano a Dio
nella verginità: “ella era vergine di corpo e di mente, caritatevole, umile”
Vergine nel parto: è “la porta chiusa” di cui ha parlato Ezechiele (44,1)
Agostino: verginità prima, durante e dopo il parto appartiene ai dati della fede. 3
Qual è la fede dei Padri sulla santità di Maria?
Origine: Maria risplende per la sua fede e la sua carità (“beata colei che ha creduto”, “una spada
trafiggerà la sua anima”)
S. Atanasio: Maria modello di tutte le virtù: “pura, di animo equilibrato, pregava Dio da sola a solo, non
gridava, non sparlava di nessuno, non si inquietava, non si vantava…”
Gregorio Nazianzeno: Maria è tutta santa, si colloca al vertice del cammino di perfezione
Epifanio di Salamina: Ella è piena di grazia sotto tutti gli aspetti
S. Giovanni Crisostomo: ne ammette delle deficienze sul piano personale (es. Nozze di Cana modo per
riceverne gloria personale dai commensali)
S. Ambrogio: Maria sotto la croce, donna che sa chi è colui che muore e sa perché lo ha generato; è la
madre del redentore che inaugura i tempi nuovi.
Agostino: polemica con Pelagio, che negava il peccato originale ma riconosceva la santità di Maria;
Agostino chiarisce che quello di Maria è un caso eccezionale per un intervento particolare di Dio. Poi
nacque polemica con Giuliano di Eclano: santità piena di Maria vs. trasmissione ereditaria del peccato
originale (parola equivoca di Agostino: “rinascita”, che avrà conseguenze per i secoli successivi circa la
negazione dell’Immacolata Concezione)
Qual è la fede dei Padri sull’assunzione di Maria al cielo?
Epifanio di Salamina: Pone per primo la questione della fine del destino terreno di Maria; non ha sentito
parlare di una tomba a Gerusalemme ne della sua morte, e non sa se sia morta, ma è convinto che
qualcosa di prodigioso è avvenuto. Lascia la cosa nel mistero: “è possibile che sia stata trasferita viva in
cielo”; tuttavia, non l’afferma in modo assoluto. Come si configura il culto a Maria nel Medio Evo?
Come si sviluppa la teologia mariana durante il Medio Evo?
Vedi elaborato
Quali sono i contenuti del movimento mariano dei secoli XVII e XVIII?
Secoli d’oro della Mariologia, dopo il Concilio di Trento.
L’oggetto teologico centrale è l’Immacolata Concezione, il cui dogma viene definito nel 1854, dopo
infuocate discussioni.
XVII: Di fronte alle negazioni protestanti si sente il bisogno e il desiderio di reagire esaltando la Vergine
Maria. Si moltiplicano le pubblicazioni, in particolare testi che confutano il libretto giansenista Avvisi
salutari della Vergine ai suoi devoti indiscreti (condannato dal Sant’Uffizio)
XVIII: S. Luigi Maria Grignion de Montfort: Trattato della vera devozione a Maria (1712); Il segreto di
Maria
S. Alfonso Maria de Liguori: Le glorie di Maria: persona vivente e attiva che interviene nella vita dei
peccatori per condurli ai sacramenti e alle opere di carità. 4
Che rapporto c’è tra la fede e la maternità di Maria?
“Madre di Dio” non si ravvisa nella Sacra Scrittura, ma sì il sillogismo: Gesù è Dio / Maria è madre di
Gesù… (S. Paolo: mandò suo Figlio nato da donna; non è costui il figlio di Maria?; Elisabetta: “la madre
del mio Signore”)
Prime affermazioni in Origene, ma anche nella più antica preghiera mariana che si conosca: sotto la tua
protezione ci rifugiamo, o Theotokos (III secolo)
Nestorio nega questa possibilità poiché nega che Dio possa aver assunto la natura umana in una sola
persona (Maria sarebbe madre soltanto della persona umana)
Cirillo Alessandrino parla invece dell’unione secondo l’ipostasi (la persona), ma la generazione è
avvenuta dal Padre prima di tutti i secoli
Riconoscere questa maternità divina distrugge anche le prime tre grandi eresie cristologiche: Arianesimo
(Cristo non è Dio ma un superangelo) – Nestorianesimo (due persone in Cristo, umana e divina) –
Monofisita (umanità di Gesù è solo apparente, ha solo natura divina e quindi una creatura umana non può
esserle madre)
Evidentemente, la relazione di figliolanza che si genera è soltanto di ragione, poiché il Figlio, essendo
Dio, non può ricevere alcun perfezionamento dalle creature; la relazione reale è tra la creatura e Lui (in
questo caso, grazie alla reale relazione di maternità di Maria verso di Lui). Certamente, siamo di fronte a
qualcosa di straordinario ed unico.
Maria ha anche assunto appieno il compito materno che va molto più in là della concezione-gestazione-
nascita: ha assunto l’educazione di suoi figlio, la formazione della sua anima, come pure quella del suo
corpo (pratica all’obbedienza, alla sofferenza…)
Maria era consapevole del legame del suo Figlio e Dio ma ha imparato a “viverlo” mano a mano e
l’amore materno si è talvolta convertito in adorazione.
Qual è il rapporto tra Maria e le tre Persone divine?
La teologia ha coniato a questo proposito il termine maternità divina.
Rispetto al Padre: ha conseguito una singolare somiglianza con il Padre, avendo generato – nel tempo e
secondo la natura umana – ciò che Egli aveva generato dall’eternità
Rispetto al Figlio: anche se la sua maternità si genera nell’ordine corporeo, come le altre madri anch’essa
è madre della Persona di Gesù in quanto anima e corpo.
Rispetto allo Spirito Santo: Gesù fu concepito per opera dello Spirito Santo che agì come causa efficiente
nella formazione del suo corpo nel seno della vergine. 5
In che modo il Concilio di Efeso (431) risolve il dibattito sulla Theotokos?
Fa sua la tesi di S. Cirillo e condanna Nestorio: unità di Cristo secondo l’ipostasi, secondo la persona e di
conseguenza Maria è Theotokos.
Ovviamente, prima di ogni cosa definisce il carattere personale divino dell’uomo Cristo, infatti il termine
“Madre di Dio” non è per glorificare la persona di Maria ma per mettere in luce la verità sulla persona del
Figlio, quindi è prettamente cristologica.
In definitiva Maria ha dato la natura umana al Verbo di Dio, alla seconda Persona della Trinità, che è Dio.
E generandolo secondo la natura umana gli è Madre.
Gesù è insieme vero Dio e vero uomo. Dicendo Maria Madre di Dio diciamo che Gesù è vero Dio e vero
uomo, e in lui la divinità e l’umanità sono unite nella stessa persone.
Qual è il contenuto cristologico del dogma della verginità di Maria?
Concilio Lateranense (649): Maria fu vergine prima, durante e dopo il parto, e ciò presuppone che: 1.
Gesù non ebbe un padre umano (avendo concepito miracolosamente e verginalmente); 2. Figlio nato
senza lesioni dell’integrità corporale della madre; 3. Rimase vergine durante tutta la sua vita terrena.
Concepimento verginale: Fermo restando che Gesù avrebbe potuto anche avere un padre umano
(Ratziner, Suarez), S. Tommaso: “non era conveniente che la dignità di Dio venisse trasferita a un altro,
anche per la proprietà dello stesso Figlio”; “poiché venne concepito senza corruzione della mente anche
doveva avvenire senza corruzione della madre”
Durante il parto: S. Tommaso si rifà a Is 7,14: “La vergine concepirà E partorirà”. Poiché egli venne a
togliere la nostra corruzione, non era opportuno che nascendo corrompesse la verginità della madre (come
anche dice S. Agostino), anche come forma di onore per la madre. Poi: “tale è il parto che si addice a
Dio”, e ammette che la compenetrazione dei corpi è possibile per miracolo.
Dopo il parto: S. Tommaso: poiché Unigenito del Padre quale figlio assolutamente perfetto, così
conveniva che fosse anche l’unigenito della madre come suo frutto perfettissimo; corromperebbe il
santuario che formò la carne di Cristo; comprometterebbe la dignità e la santità di Maria che si sarebbe
dimostrata ingrata se non si fosse accontentata di un Figlio così grande; Giuseppe sarebbe da considerare
un profanatore…
Posizioni dei principali teologi medievali sull’Immacolata Concezione?
S. Anselmo d’Aosta e il suo discepolo Eadmero che scrisse un tratta sull’argomento dove afferma che la
fede popolare è universale su questo punto, e che questa sapienza è più saggia di quella dei dotti.
S. Bernardo e Pietro Lombardo la negarono forti dell’eredità agostiniana anche per le modalità di
trasmissione del peccato orginale.
Anche S. Alberto Magno e S. Tommaso furono dello stesso parere (Tutti hanno peccato)
Guglielmo di Ware e Duns Scoto; nella sua Opus Oxoniense: scioglie tutte le ragioni sia favorevoli sia
contrare alla sentenza maculista, entrambe sono ugualmente possibili (lo sa soltanto Dio), però sembra
probabile attribuire alla Vergine ciò che è più eccellente… e asserisce che in cielo si trova la B.V.M. che
mai fu nemica in atto per ragione del peccato attuale né per ragione di quello originale: lo sarebbe stata se
non fosse stata preservata. 6
Ci fu lo scontro tra Francescani (favorevoli, più vicini al popolo) e Domenicano (contrari, poiché più
sensibili alle argomentazioni teologiche), ma nel XV secolo la tesi era comune a quasi tutti gli ordini
religiosi, con il favore del Concilio (illegittimo) di Basilea 1439.
Sisto IV, francescano, 1477, promulga la Cum praecelsa con la quale approva la festa dell’Immacolata
Concezione, già celebrata in molti luoghi. Quindi aderirono anche le Università (Parigi, Oxford,
Cambridge, Tolosa, Bologna…)
Dopo varie altre vicissitudini, Alessandro VII, 1661, determina l’origine precisa della festa contro false
interpretazioni; molte diocesi, re e popoli si misero sotto la protezione dell’Immacolata, quindi fu tut