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CAPITOLO 5 ASCOLTARE LA PAROLA DI DIO
Giacomo, dice: “ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare è lento all’ira. Siate di quelli che mettono in
pratica la parola, e non ascoltatori soltanto illudendo voi stessi.
L’ascolto e la parola di Dio: Giacomo esorta coloro che preferiscono polemizzare gli uni contro gli altri, ad
evitare reazioni scomposte, a vincere la collera, a imparare ad essere uomini saggi e miti.
- Ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira: l’ascolto è una dote molto importante,
che fatica soprattutto nei nostri giorni ad emergere, infatti il dialogo nelle nostre comunità cristiane si
fa sempre più difficoltoso, anche la preghiera rischia di trasformarsi in un monologo che vede l’uomo
parlare con se stesso, mentre Dio è costretto nel ruolo passivo di ascoltatore ed esecutore delle
richieste umane. L’ascolto, non è un atteggiamento automatico, richiede esercizio e volontà,
capacità di accoglienza a partire da ciò che viene detto; l’apertura all’altro inizia quando si diviene
capaci di misurare le proprie parole e si evita di cadere nell’irascibilità. L’ascolto, la misura del
parlare e la capacità di tenere a freno l’ira sono norme di grande saggezza e buone abitudini per il
cristiano.
- Liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete la parola che è stata piantata in
voi:il cristiano è chiamato a liberarsi anche dall’impurità e dalla malizia, per essere pronto ad
accogliere la parola di Dio. Giacomo invita ad accogliere con docilità la parola, questo vuol dire
avere un cuore semplice e puro, uno sguardo limpido e sereno, un’esistenza coerente con la scelta
di seguire Cristo fatta il giorno del battesimo. L’accoglienza è finalizzata a dare ospitalità alla parola
di Dio, la parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Le parabole dei semi sono
utili e si accostano a quanto Giacomo dice: così come l'acqua non ritorna al cielo senza aver irrigato
i campi, così la parola di Dio non torna a dio senza aver compiuto ciò per cui è stata mandata.
Esecutori della parola di Dio: dopo l’ascolto e l’accoglienza, il discepolo di Gesù è chiamato a mettere in
pratica la parola che ha ascoltato e a costruire la sua casa su questo solido fondamento capace di resistere
ai venti e alle piogge violente.
Il cristiano che ascolta la parola di Dio senza tradurla in gesti concreti di carità è paragonato a un uomo che
si illude e si inganna, convinto di avere la coscienza a posto. Come una persona che si guarda allo specchio,
all’inizio studierà tutti i dettagli, poi si guarderà sempre poiù frettolosamente.
L’uomo non deve affrontare in maniera superficiale e sbrigativa situazioni impegnative, la fretta nasconde
l’impazienza e la mancanza di amore verso se stessi.
La parola del signore si comporta come uno specchio, nel quale ciascuno può riflettersi e scoprire la verità.
Capitolo 6: METTERE IN PRATICA LA PAROLA DI DIO
La parola ascoltata e accolta, chiede di essere realizzata nell’operosità della vita.
LA LEGGE PERFETTA DELLA LIBERTà
La parola di Dio è legge perfetta, legge di libertà. Nella sua esortazione, Giacomo insiste in modo particolare
affinchè il cristiano superi l’eccessivo verbalismo e diventi esecutore della parola ascoltata. Chi ascolta la
parola del signore si deve comportare nello stesso modo, è la parola ad indicargli l’inizio della sua fatica, il
percorso da seguire e la metà da raggiungere:la santità e la comunione con Dio. Ascoltare e mettere in
pratica l’opera di Dio è un’opera che richiede impegno, concentrazione riflessione attenta, calma interiore e
dedizione, costanza nella fatica sacrificio e impegno.
Il valore della legge: siamo abituati a considerare il valore normativo della legge, essa ci obbliga a fare
qualcosa oppure contiene divieti e restrizioni. Per un cristiano, la libertà non è mai liberazione da obblighi e
imposizioni, è una libertà che promuove la vita, vince il male e afferma il bene. Legge e libertà non sono in
contreaddizione, è libero chi è capace di obbedienza, perchè ha capito che il suo fondamento è nell’ascolto
docile degli insegnamenti del signore e nel seguire la logica della gratuità. Giacomo ci offre una nuova
definizione della legge: agire in conformità alla legge della libertà, significa adempiere la legge regale, la
legge data dal re, il signore Gesù. La legge della libertà, la legge perfetta è l’amore, è la legge annunciata è
praticata dal redentore che ha dato la vita per i suoi amici.
L’ITINERARIO DELLA PAROLA DI DIO
L’ascolto e la meditazione della parola di Dio è un impegno che va atteso e preparato con cura, sapendo che
al centro non ci sono le nostre attese e i nostri bisogni, ma c'è Dio.
1. Primo passo dell’itinerario: l’attenzione. Si parte dall’attenzione che si deve prestare alla parola di
Dio. Per vivere in profondità questa dimensione, occorre uno sforzo di concentrazione sull’oggetto
posto davanti a noi è una tensione dinamica verso di esso.
2. Il secondo passo dell’itinerario: l’ascolto. Il secondo passo consiste nell’ascolto attento e profondo,
sincero e umile della parola di Dio. L'ascolto richiama il fermarsi attento e paziente, libero da ogni
superficialità dinanzi alla parola di Dio. Ascoltare significa accogliere un altro, in questo caso Dio, il
luogo ove esercitare l’ascolto è il cuore.
3. Il terzo passo dell’itinerario: la meditazione. Il terzo passo ci conduce alla meditazione della scrittura.
Infatti le parole si fissano nel cuore, e ritornano continuamente nella riflessione. La meditazione è un
esercizio che richiede dedizione. La meta da raggiungere è la comprensione non a speculativo, ma
sapienzale, della parola di Dio.
4. Il quarto passo dell’itinerario: l’azione. Mettere in pratica la parola di Dio. Il cristiano che si accosta al
testo sacro non si deve limitare, pertanto, a leggerlo oppure ad ascoltarlo frettolosamente, ma deve
approfondirne il significato, meditarlo, lasciando che la sua vita sia illuminata dalla parola di Dio. Il
cristiano, guidato dallo spirito santo, è chiamato a vivere l’obbedienza come relazione di amore che
da senso e qualità alla sua vita e alla testimonianza che offre nella città degli uomini.
5. Il quinto passo dell’itinerario: la memoria. L’ultimo passo si collega all’esercizio della memoria. Per la
Bibbia lo smemorato è la persona indaffarata che si occupa contemporaneamente di più cose, senza
riuscire a venire a capo di nulla. Con la sua mente non riesce a concentrarsi su nulla, ma preso
dall’ansia si illude di riuscire a controllare tutto. La nostra società ormai è caratterizzata dal non
utilizzo della memoria. Il primo luogo ove esercitare la memoria è nel rammentare i gesti e le parole
di Gesù presenti nel Vangelo e divenire memoria di lui nel lasciare che cristo abiti in noi. Memoria e
preghiera si fondono in un unico atteggiamento eucaristico e diventano espressioni di supplica, gridò
di intercessione, canto di lode, contemplazione delle meraviglie compiute dal creatore.
SEZIONE 2
CAPITOLO 1 LA COMUNITÀ DI GIACOMO
Ora l’obiettivo si sposta sul rapporto tra il discepolo di Gesù e la comunità cristiana. La comunità a cui fa
riferimento l’autore della lettera, è una comunità formata da fedeli che hanno superato le prove e hanno
accolto la parola di Dio. Accanto a questo però essi, fanno emergere tratti non coerenti con la vita cristiana,
litigi invidia superficialità non fare del bene trascura malati orfani e vedove etc.
LO STATUS DEL CREDENTE
Giacomo descrive tre tipologie di membri della comunità che contrastano con il volto del cristiano che è
andato componendo.
- Il dubbioso: è fragile davanti alle prove della vita, cade sotto il peso della tentazione. È l’uomo
esitante e oscillante nei suoi giudizi, chiuso nel groviglio dei suoi ragionamenti, che non riesce mai a
decidere in modo autonomo e responsabile. L’uomo dubbioso non getterà mai l’ancora della nave in
Dio.
- L’indeciso è paragonato ad una persona che vuole amare contemporaneamente due cose opposte.
Egli è incapace di amare Dio con tutto il suo cuore, di ascoltare la sua parola, di mettere in pratica i
suoi insegnamenti. Nel cristiano la fede è il dubbio convivono insieme, infatti la fede in Gesù non
esonera dai dubbi e non allontana dalle prove ma , unita alla speranza, è un’ancoraggio sicuro per la
no9stra vita alla quale aggrapparci per non essere fluttuanti come le onde del mare.
- Instabile.
Per Giacomo l’atteggiamento che si oppone al dubbio risiede nella ricerca e nell’acccoglienza della
sapienza. La sapienza immette l’uomo nell’agire divino e nella comprensione del suo disegno di amore, dà
alla sua vita un sapore nuovo, lo spinge a cercare il bene e la verità. La sapienza è dono da chiedere a Dio.
LO STATUS ECONOMICO
Il secondo gruppo di fedeli che si trova nella comunità è costituito da ricchi e poveri, in conflitto tra loro. Il
povero non accampa diritti, non cerca privilegi, ma confida in Dio che custodisce la sua vita. L’immagine del
ricco contrapposta al povero costituisce un motivo ricorrente nella Bibbia. Giacomo mette in guardia i fedeli
dal rischio di basare la propria sicurezza sulla ricchezza, in una prospettiva di Fede questo atteggiamento
conduce sulla via delle tenebre e della morte. All’autore preme inoltre il fatto che non si respiri un clima di
rivalità dettato alle disparità sociali ed economiche.
Un’altra categoria che Giacomo ci tiene a tutelare è quella degli orfani e delle vedove, rilevandone l’urgenza
di soccorrerli. Questa situazione è ancora attuale, infatti ci esorta a compiere il passo successivo,
intervenendo in favore delle fasce più deboli della società e della popolazione.
Nella comunità di Giacomo posto speciale è riservato ai malati, membri a pieno titolo della chiesa, e che
hanno il diritto di chiamare a se i presbiteri per pregare e ricevere l’unzione con l’olio.
Chiudendo il capitolo, possiamo dire che le esortazioni di Giacomo, sono ancora attuali, non hanno perso
per nulla il loro valore, la regola di amare il prossimo come se stessi, richiamo esplicito al comandamento
nuovo della carità di Gesù, mantiene inalterata la sua valenza.
CAPITOLO 2 COMBATTERE I FAVORITISMI PERSONALI
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