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DIBATTITO ULTIMO CAPITOLO DI BALTHASAR

dal professore su blackboard): nell’esperienza dell’amore noi abbiamo la possibilità

di accogliere l’altro che si rivela così come è, posso amare solo se conosco.

Conosco una persona nella misura in cui la amo, c’è qualcosa che già la rende

amabile ai miei occhi. Riuscirò ad amarla sempre di più quando la vedrò nei suoi

limiti e mancanze. La conoscenza d’amore è più ampia e più profonda rispetto a

quella teoretica. Balthasar dice che vale anche per la nostra esperienza di

conoscere Gesù, non solo in termini razionali ed emozionali, ma attraverso

un’esperienza d’amore che nello stesso tempo è conoscenza.

Cristiani Anonimi

APPUNTI DIBATTITO RAHNER (fornito dal professore su blackboard)

Punti di forza e di debolezza dell’articolo, cosa convince e cosa no:

Punto di debolezza: nella teologia islamica esiste il concetto di “fitra” significa che per

loro tutti nasciamo musulmani e sta poi all’educazione che si riceve da infedele o

secondo la fede che ha naturalmente ricevuto, è un discorso non uguale ma affine a

quello di Rahner. Perché se secondo la teologia cristiana esistono cristiani anonimi,

perché non potremmo allora dire che esistono induisti, buddisti… anonimi.

Rhaner dice che quanto scrive non è a vantaggio di coloro che vengono definiti

cristiani anonimi, ma dei cristiani che sono convinte della loro fede, ma si trovano nella

dispersione del vivere cristiano, quello che oggi si chiama secolarizzazione.

Non è detto che incontrare un cristiano invogli a diventare come lui.

Nella prospettiva di un redente di un’altra religione, magari non gradisce sentirsi dire

che è un cristiano anonimo, senza saperlo. Forse questo modo di pensare non sembra

rispettare l’altro in quanto altro, la questione di fondo è la salvezza, ed è come dire tu

ti salverai perché senza saperlo sei cristiano.

L’articolo inizia dicendo che è impossibile, secondo Rahner, che noi teniamo insieme il

fatto che gesù è salvatore universale e ha portato messaggio di salvezza per tutti e

pure i cristiani sono sempre di meno.

I cristiani per Rahner sono quelli che credono in cristo e vivono la vita della chiesa,

perché oggi c’è l’idea che si possa essere cristiano anche senza partecipare alla vita

della chiesa. La chiesa cattolica nel 1965, non è la realtà che ha inglobato tutte le

erosione del mondo ,poiché non c’è salvezza al di fuori della chiesa, come considerare

le altre persone? La dottrina tradizionale della teologia cattolica diceva che queste

persone si perdono, mentre invece già appariva fin dall’antichità la possibilità di

salvezza a coloro che non sono nella chiesa, che non conoscendo cristo seguono una

vita come se fossero da cristiani.

La definizione di “CRISTIANO ANONIMO” è come se fosse una difesa della teologia che

registra la sconfitta del fatto che nonostante il cristianesimo si sia diffuso ovunque,

non tutti vi hanno aderito. Potrebbe essere una categoria consolatoria, siccome siamo

piccoli e pochi, consoliamoci che in verità siamo tanti.

Se già le persone sono cristiane senza saperlo non c’è più bisogno che la chiesa

evangelizzi, le persone troveranno salvezza perché naturalmente inserite in cristo, la

risposta di Rahner è no, il compito della chiesa è far prendere coscienza a queste

persone che hanno già un legame strutturale con Cristo e non lo vivano in maniera

anonima, ma che trovino la pienezza di questa adesione attraverso una vita più

consapevole della chiesa.

Adesione ascendente e discendente:

Nella fase ascendente si parte dal battesimo, che è l’incorporazione a Cristo, poi ci può

essere una consapevolezza sempre maggiore fino ad arrivare alla santità. Coloro che

non hanno ricevuto il battesimo possono essere a vario titolo in questo spettro di

appartenenza che va da una appartenenza molto flebile ad una sempre più vicina, per

cui sono cristiani anche senza aver ricevuto il battesimo.

Oggi ci sono cristiani battezzati che vivono un livello minimale di adesione e sono

comunque nella parte della adesione consapevole, quindi ascendente, ma è come se

si fossero fermati al battesimo.

Nei cristiani discendenti non solo coloro che non hanno ricevuto il battesimo, ma

anche coloro che pur avendo ricevuto il battesimo vivono come se non lo avessero

ricevuto.

Emerge ancora di più il cuore dell’argomentazione, cosa determina l’anonimicità o la

consapevolezza: è il grado di consapevolezza dell’uomo di essere in Cristo e quanto

l’uomo sia disposto o no a ricevere la grazia. La grazia è Dio stesso che si dona agli

uomini perché possano aderire a lui.

Per Rahner la salvezza è data a coloro che hanno la consapevolezza dell’appartenenza

piena a Cristo? Rahner ipotizza la salvezza per tutti, il fatto di non avere ancora la

consapevolezza di essere cristiani non li pone fuori dalla salvezza, sono comunque

appartenenti a Cristo, se cristo è l’unico mediatore di salvezza significa che occorre

essere di cristo per salvarsi, se Cristo è l’unico salvatore occorre passare attraverso

Cristo. Quindi o si passa attraverso cristo perché si è cristiani consapevoli, o perché

pur senza saperlo si è cristiani.

Rahner vuole mostrare come la categoria di cristiani anonimi non voglia mettere la

chiesa nella condizione di non evangelizzare, non basta agire da brave persone

occorre essere almeno consapevolmente aperti ad un mistero che ci trascende.

Perché Rahner usa la categoria di cristiano anonimo: rahner dice che non basta avere

fede in un Dio generico , ma ciò che salva è la fede in Gesù perché è la piena

rivelazione di Dio che si fa uomo. Un altro modo di chiamare i cristiani anonimi

sarebbe persone che realizzano pienamente la loro umanità. Questo è punto di forza e

debolezza, per Rahner essere cristiani significa essere pienamente uomini, perché

essendo Cristo Dio che si fa uomo è uomo perfetto, e il cristiano anonimo è colui che

vive la sua umanità in senso pieno, vive da donna e da uomo nel modo migliore

realizzando al meglio le sue capacità. Secondo la teologia cristiana la realizzazione

piena dell’uomo è data da cristo, c’è il rischio di un circolo vizioso: sei pienamente

cristiano se sei pienamente umano e sei pienamente umano se guardi a cristo. Se non

vedi cristo perché non ti viene presentato o testimoniato in modo sbagliato, allora non

hai la possibilità dei conoscerlo appieno. La coincidenza per Rhaner tra l’essere

cristiano e lo spirito dell’uomo nel mondo: essere cristiano significa essere pienamente

uomini, ecco perché allora la salvezza è offerta a tutti, quando uno realizza una

umanità bella troverai salvezza perché se sei pienamente uomo sei secondo cristo.

“Natura specifica”:essere aperto a Dio(Geist in welt)

Chiarisce che chi non aderisce all’apertura a Dio è in una posizione diversa rispetto a

quello del cristiano anonimo.

Fede e ragione

Rapporto tra fede e ragione, incarnazione del messaggio cristiano nella cultura del

tempo, abbiamo già detto qualcosa con l’inculturazione. Questo argomento va messo

in relazione con il modello estetico e antropologico—>ragione e fede sono due

modalità attraverso le quali poterci avvicinare alla verità, due approcci che vedono gli

uomini di ogni tempo alla ricerca del senso della loro vita. Il modello estetico ci ha

offerto l’opportunità di riflettere su una presenza della verità nella storia, che non è

solo teorica, ma che passa attraverso l’esperienza sensibile. Vedendo il rapporto tra

ragione e fede si affronta una prospettiva alternativa, un’altra via per la ricerca della

verità. Per aiutarci in questo percorso—> riferimento ad un’enciclica di San Giovanni

Fides et Ratio.

Paolo II del 1998 Questa ricostruzione storica che fa l’enciclica è

funzionale per darci alcune linee per comprendere il rapporto tra ragione e fede così

come si è strutturato nel tempo e lo possiamo considerare oggi.

Fede e ragione

1. Dall’armonia alla separazione: il modello dell’alternativa

Cf Giovanni Paolo II, Fides et ratio

Secondo la testimonianza degli Atti degli Apostoli, l'annuncio cristiano venne a

36.

confronto sin dagli inizi con le correnti filosofiche del tempo. Lo stesso libro riferisce

della discussione che san Paolo ebbe ad Atene con « certi filosofi epicurei e stoici »

(17, 18). […]. Poiché però la conoscenza naturale, nella religione pagana, era scaduta

in idolatria, l'Apostolo ritenne più saggio collegare il suo discorso al pensiero dei

filosofi, i quali fin dagli inizi avevano opposto ai miti e ai culti misterici concetti più

rispettosi della trascendenza divina.

Episodio che già abbiamo incontrato, Paolo all’areopago di Atene e l’avevamo

commentato come uno dei primi passi dell’inculturazione del messaggio cristiano nella

cultura greco-pagana.

Il messaggio cristiano quando si apre al mondo pagano, intercetta non tanto le altre

forme di religione (religione greco-romana, culti misterici…), ma decide di

interfacciarsi con i sapienti ed i filosofi del tempo, con la cultura alta del tempo, perché

il pensiero dei filosofi aveva opposto ad una spiegazione di tipo mitico e misterico

concetti più rispettosi della trascendenza divina. Il cristianesimo si trova più a suo agio

con le spiegazioni nei testi dei filosofi (qui fa riferimento ad epicureismo e stoicismo,

con i quali Paolo dialoga all’areopago, ma in generale con le correnti ellenistiche del

tempo che sono difficilmente riconducibili solo ad una forma filosofica, la filosofia in

età imperiale è eclettica). Fin dall’inizio il cristianesimo si mette in relazione con la

cultura filosofica pagana e cerca di introdurre il proprio discorso che è di natura

rivelata, all’interno di categorie che sono di natura razionale, quindi un rapporto tra

fede e ragione che fin dall’inizio sembra creare un organismo capace di vivere in

maniera adeguata.

Altri esempi che l’enciclica porta, ma che nominiamo soltanto:

Giustino(filosofo che si converte al cristianesimo e muore martire): il cristianesimo è

“l’unica sicura e proficua filosofia”—>presenta il cristianesimo come filosofia stessa

Clemente Alessandrino(scuola di Alessandria d’Egitto): il vangelo “la vera

filosofia&rdq

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Publisher
A.A. 2018-2019
75 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher khiara25 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Dezza Ernesto.