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Cause dell'instabilità delle emulsioni
Una delle cause principali responsabili dell'instabilità delle emulsioni è dovuta all'azione della gravità che tende a separare le fasi che compongono il sistema in relazione alla legge di Stokes (differenza di densità, taglia e viscosità). Dalla legge di Stokes si deduce come il sistema sarà tanto più stabile quanto più le densità delle 2 fasi sono simili tra di loro e quanto maggiore è la viscosità della fase continua. Anche le dimensioni delle particelle sono importanti: più sono piccole minore è la velocità di sedimentazione. Dimensioni eccessivamente ridotte comportano tuttavia un sensibile aumento della superficie specifica totale della massa dispersa e quindi un aumento dell'instabilità. La massima stabilità si ottiene bilanciando i 2 fenomeni. La superficie, inoltre, (definita dal contatto tra la fase continua e le goccioline di fase dispersa)
èelettrostaticamente carica a causa: della natura polare di una delle 2 fasi, dei fenomeni di attrito, dell'adsorbimento di ioni presenti in soluzione (possono contribuire anche i tensioattivi che si dispongano all'Interfase se ionici). Pertanto, la stabilità dell'emulsione è legata essenzialmente al bilancio tra forze attrattive e repulsive. 51) Fattori che influenzano la stabilità fisica delle sospensioni Per la preparazione delle sospensioni è molto importante la determinazione delle dimensioni delle particelle, allo scopo di limitare la sedimentazione. In particolare, in accordo con il modello di stokes, le particelle più grandi sedimentano più velocemente, ma sono facilmente ridisperdibili per agitazione; le particelle più piccole sedimentano più lentamente ma tendono a formare fondi impacchettati non più ridisperdibili. Per evitare questa eventualità si ricorre a misure di potenziale Zeta in modo.delle forze di attrazione) tra le particelle e il liquido dispersante.La tensione interfacciale è la forza che agisce tra una particella solida e il liquido in cui è dispersa. Per migliorare la bagnabilità, è necessario abbassare la tensione interfacciale solido-liquido, utilizzando generalmente i tensioattivi. La suddivisione molto fine delle particelle può anche facilitare indesiderati fenomeni di adsorbimento; per questi motivi, ad eccezione delle sospensioni da ricostituire prima dell'uso, si ricorre alla flocculazione. Questa tecnica consiste nel far sì che le particelle si aggreghino come flocculi capaci di trattenere nel loro interno una parte di solvente. I flocculi precipitano più rapidamente ma, poiché costituiscono un sedimento abbastanza voluminoso, sono facilmente ridisperdibili e al fine di ottenerli si aggiungono piccole quantità di elettroliti (diminuiscono il potenziale Zeta e favoriscono l'attrazione al minimo secondario), tensioattivi o colloidi idrofili.
52) Sospensioni flocculate: definizione e metodi
di preparazione Una sospensione flocculata è una preparazione in cui si formano flocculi leggeri che lasciano uno strato di liquido sopra il sedimento; il sedimento è spugnoso e voluminoso e facilmente disperdibile per blanda agitazione. Le sospensioni flocculate hanno maggiore instabilità ma una volta formato il sedimento sono facilmente risospendibili, generando un sistema temporaneamente omogeneo. Per questo motivo si tende a preparare sospensioni tramite il processo di flocculazione controllato, il quale consiste nel trovare sperimentalmente la quantità di agente flocculante con cui si ottiene il massimo grado di sedimentazione. Una sospensione flocculata può essere preparata tramite l'aggiunta di agenti flocculanti quali: elettroliti di carica opposta a quella che circonda le particelle, in quanto diminuiscono la carica elettrica di superficie e le forze repulsive e abbassano il potenziale Zeta; tensioattivi ionici si comportano analogamente agli.Elettroliti e vengono adsorbiti sulla superficie solida neutralizzandone prima la carica e poi, per ulteriore adsorbimento, ne cambiano la polarità; colloidi idrofili agiscono come colloidi protettori impedendo alle particelle che sedimentano di formare un deposito compatto e ponti tra le macromolecole adsorbite. Una volta preparata la sospensione la flocculazione avviene all'interno di un veicolo strutturato.
53) Fattori che influenzano la biodisponibilità dei farmaci in sospensione
Le sospensioni non costituiscono mai la scelta d'elezione in campo farmaceutico poiché sono sistemi energeticamente molto instabili; tuttavia è importante che queste preparazioni rispondono a requisiti specifici in modo da garantire le prestazioni desiderate. Le caratteristiche della taglia della fase dispersa (in particolare la taglia granulometrica, il grado di flocculazione, eccetera) devono essere scelte con cura affinché il sistema presenti le caratteristiche chimiche.
fisiche e farmacologiche adatte per l'uso al quale è destinato. L'effetto terapeutico del principio attivo è influenzato dal grado di finezza delle particelle in sospensione (particelle più fini risultano più solubili ed assorbibili). È fondamentale, inoltre, che le sospensioni siano preparate con piccole differenze di densità tra fase dispersa e fase disperdente nonché l'uso di agenti capaci di aumentare la viscosità della fase disperdente. Un accurato controllo della viscosità non trova giustificazione solo in ragioni di biodisponibilità ma anche per permettere al prodotto di fluire liberamente dall'ago della siringa (in caso di sospensione iniettabili), di semplificare il prelievo della dose dal flacone (uso orale) e aderire sufficientemente alla superficie di applicazione (uso esterno). Le particelle che sedimentano sul fondo del contenitore non devono formare un sedimento compatto, ma devono
esserefacilmente disperse a formare una sospensione omogenea in seguito ad agitazione. Pertanto, si utilizzano agenti flocculanti quali elettroliti, tensioattivi e colloidi idrofili. Inoltre, la bagnabilità delle superfici rappresenta un obiettivo essenziale da raggiungere in tecnologia farmaceutica in quanto le particelle che costituiscono la fase dispersa devono essere completamente bagnate dal liquido per potervisi disperdere. Dunque, l'utilizzo di agenti bagnanti risulta necessario in quanto in grado sia di diminuire l'angolo di contatto (Angolo che il liquido forma con la superficie del solido nel punto di contatto) sia capace di ridurre la tensione interfacciale all'interfaccia solido-liquido. 54. Metriche di valutazione negli studi di farmacoutilizzazione e il concetto di Dose Definita Die (DDD) La farmacoutilizzazione permette di comprendere meglio l'efficacia nell'utilizzo di farmaci, ossia la consapevolezza che una terapia farmacologica preveda o meno.undeterminato rapporto qualità/prezzo. Gli studi di farmacoutilizzazione si riferiscono a statistiche sull'uso di farmaci e analisi sull'appropriatezza d'uso di specifici gruppi di farmaci. La differenza fondamentale tra le 2 tipologie di studio è nel grado di dettaglio e di approfondimento che può essere raggiunto dai loro risultati. Le statistiche sull'uso dei farmaci sono analisi semplici che consentono di elaborare le graduatorie dei farmaci più prescritti e venduti e i trend dei consumi di farmaci in funzione del tempo. Negli studi di appropriatezza, invece, i dati vengono analizzati in maggior dettaglio, valutando per esempio la distribuzione per età e sesso dei soggetti trattati con un determinato gruppo di farmaci, o la quantità di farmaco ricevuta nell'arco di un determinato periodo. La principale fonte di dati per gli studi di farmacoutilizzazione è rappresentata dalle cosiddette banche dati amministrative.
In cui vengono registrate tutte le ricette per farmaci erogati a carico del Servizio Sanitario Nazionale. La metodologia adottata è denominata ATC/DDD: Classificazione Anatomica Terapeutica e chimica e la Dose Definita Giornaliera. Nel sistema di classificazione ATC, i farmaci sono suddivisi in gruppi sulla base degli organi o apparati su cui agiscono e delle loro proprietà chimiche, farmacologiche e terapeutiche. La DDD è definita come la dose media di mantenimento di un farmaco assunto giornalmente da un paziente adulto, con riferimento all'indicazione terapeutica principale del farmaco stesso. Tramite la DDD, i dati si esprimono come numero di giornate "convenzionali" di terapie prescritte e, quindi, sono direttamente confrontabili farmaci che vengono utilizzati a dosi diverse o anche farmaci con differenti indicazioni. È importante considerare la DDD come strumento tecnico per misurare le prescrizioni dei farmaci, non attribuendogli un significato improprio.
Né di dose raccomandata, né prescritta.
55. Forme farmaceutiche semisolide per applicazione cutanea: classificazione secondo F.U.
La Farmacopea Ufficiale classifica le forme farmaceutiche semisolide per applicazione cutanea in:
- creme;
- unguenti;
- gel;
- cataplasmi;
- paste;
- impiastri medicati.
Le creme sono preparazioni semisolide multifasiche che, in base alla fase esterna, possono essere distinte in: emulsioni O/A o A/O.
Gli unguenti, invece, sono formulazioni monofasiche nella cui base possono essere dispersi uno o più principi attivi.
In relazione alla capacità di assorbire o interagire con l'acqua, gli unguenti si raggruppano in: idrofobi; emulsionanti l'acqua; idrofili.
I geli sono sistemi dispersi di natura colloidale nei quali si forma un reticolo tridimensionale in grado di trattenere la fase disperdente.
Tali geli sono ottenuti grazie all'impiego di agenti gelificanti e, a seconda della natura della fase disperdente, si differenziano in: idrogeli; lipogeli.
arole solide o semisolide che vengono applicate esternamente sulla pelle per scopi terapeutici. I cataplasmi e le paste sono entrambi utilizzati per trattare una varietà di condizioni, come infiammazioni, dolori muscolari o articolari, e per favorire la guarigione delle ferite. I cataplasmi sono solitamente composti da una base di amidi o mucillagini, che agiscono come veicoli per le molecole attive. Queste molecole possono essere estratti di erbe, oli essenziali o altre sostanze terapeutiche. Il cataplasma viene applicato direttamente sulla pelle e può essere coperto con una garza o una benda per mantenerlo in posizione. Le paste, d'altra parte, sono solide o semisolide e possono essere composte da una varietà di ingredienti, come erbe, oli, polveri o altre sostanze terapeutiche. La pasta viene applicata sulla pelle e può essere massaggiata o lasciata in posizione per un determinato periodo di tempo. Entrambi i cataplasmi e le paste possono essere utilizzati per alleviare il dolore, ridurre l'infiammazione e promuovere la guarigione. Tuttavia, è importante consultare un professionista sanitario prima di utilizzare qualsiasi tipo di cataplasma o pasta, per assicurarsi che sia adatto alle proprie condizioni e che non ci siano controindicazioni o effetti collaterali.