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La liofilizzazione
La liofilizzazione è una particolare tecnica di essiccamento nella quale si ha l'allontanamento del solvente da una soluzione o sospensione, previamente congelate, mediante sublimazione nel vuoto spinto. Questa tecnica è abbastanza costosa e per questo è limitata a prodotti biotecnologici o a preparazioni da allestire temporaneamente al momento della somministrazione. La liofilizzazione consta di tre fasi: congelamento; essiccamento primario; essiccamento secondario. Innanzitutto, la soluzione viene congelata per raggiungere una temperatura inferiore a quella eutettica così da formare cristalli con dimensioni tali da rendere più rapida l'operazione di sublimazione nella fase successiva. Una volta ottenuto il congelamento totale della soluzione, questa, all'interno di fiale, fialoidi o flaconi, verrà portata nell'iofilizzatore e grazie ad un sistema valvolare saranno raggiunti valori pressori inferiori al punto triplo dell'acqua.
In questo modo, attraverso il progressivo riscaldamento della piastra, inizierà la sublimazione e all'ottenimento della temperatura finale delle piastre (50-60 °C circa), nell'essiccamento secondario, potrà essere allontanata anche l'umidità residua. Successivamente si proseguirà con la rottura del vuoto, immissione di aria o gas inerte nell'apparecchio e raccolta del prodotto finito. In particolare, il liofilizzato, avido di solvente, occuperà lo stesso volume occupato dalla soluzione di partenza perché costituito da pori predittivi della precedente presenza dei cristalli di ghiaccio poi sublimati. Inoltre, la presenza di questi pori renderà il solido amorfo, così da consentire il rapido ingresso del solvente per un rapido passaggio in soluzione del solido, tale da rappresentare una strategia per l'ottimizzazione della velocità di dissoluzione di un farmaco. 18) Le macchine comprimitrici: principi di- Le macchine comprimitrici sono degli strumenti in grado di realizzare le compresse come forma farmaceutica e possono essere classificate in:
- Comprimitrici alternative, a punzoni singoli o a punzoni multipli
- Comprimitrici rotative
- Le parti fondamentali di cui sono costituite riguardano:
- Tramoggia di carico, la cui parte terminale è la scarpa
- Matrice, intesa come stampo nel quale il materiale sarà alloggiato
- Punzone superiore e punzone inferiore responsabili della trasmissione della forza di compressione
- Nelle comprimitrici alternative, il materiale di polvere o granulare passa dalla tramoggia, in continuo movimento, alla matrice. Il punzone superiore sarà l'unico a muoversi per imprimere la pressione tale da realizzare la compressa.
- Nelle comprimitrici alternative a punzoni multipli possono essere prodotte fino a 700.000 compresse.
compresse l'ora ma condividono con quelle a punzonisingoli lo stesso problema legato alla demiscelazione. Infatti, la tramoggia, essendo incontinuo movimento, vedrà depositare particelle più piccole verso il fondo conconseguente non riempimento omogeneo della matrice ed ottenimento di compressenon di qualità. Diverso è il caso delle comprimitrici rotative il cui funzionamento vedela tramoggia fissa e la matrice, insieme al punzone inferiore, muoversi per riempirsi dimateriale proveniente dalla tramoggia. Contemporaneamente al punzone superiore,quello inferiore si avvicinerà per ottenere il prodotto finale. Qui il problema dellademiscelazione non si pone, ma possono, tuttavia, verificarsi fenomeni di picking(adesione delle particelle ai punzoni) e sticking (deterioramento delle macchine ogrippaggio). Nonostante ciò tali problemi possono essere facilmente bypassatirimandando all'impiego di agenti glidanti, per ovviare al picking, o
l'integrità strutturale della compressa stessa. Possono essere di natura polimerica o cellulare e devono essere in grado di formare un legame solido tra le particelle. Gli agenti disgreganti sono utilizzati per favorire la disgregazione della compressa una volta ingerita, al fine di permettere il rilascio dell'attivo nel tratto gastrointestinale. Gli agenti lubrificanti sono impiegati per ridurre l'attrito tra le particelle durante il processo di compressione, facilitando così il movimento delle stesse e prevenendo il fenomeno del "sticking", ovvero l'adesione delle particelle alle superfici delle matrici di compressione. Infine, gli agenti di rivestimento sono utilizzati per conferire alla compressa proprietà organolettiche, proteggere l'attivo dalla luce, dall'umidità e dagli agenti esterni, nonché migliorare la stabilità e la biodisponibilità del farmaco. La scelta degli eccipienti dipende dalle caratteristiche del principio attivo, dalle proprietà desiderate della compressa e dalle esigenze tecnologiche e biofarmaceutiche del prodotto finale.buonacomprimibilità oltre a conferire proprietà meccaniche ai preparati finali. I disaggreganti servono a dare una rapida disgregazione della compressa una volta che questa abbia interagito con i fluidi acquosi. La scelta dei glidanti ricade, invece, sulla possibilità di migliorare le proprietà di scorrimento dei granuli o della polvere per favorire il riempimento della matrice in modo omogeneo ed ottenere compresse uniformi in peso. L'importanza di questi eccipienti interessa, però, anche la comprimibilità in grado di conferire alle particelle, diminuendo la forza d'attrito che si crea quando questi sono a contatto. Esistono anche i lubrificanti per evitare il grippaggio delle macchine comprimitrici. Mentre i glidanti vanno aggiunti al granulato prima che venga compresso, è complicato stabilire se bisogna o meno aggiungere il lubrificante, per cui la scelta dipenderà dal meccanismo della compattazione. Per quanto riguardale compresse effervescenti, invece, essendo destinate allo scioglimento in acqua, non verranno aggiunti né glidanti, né lubrificanti, in quanto grassi e quindi non solubili in acqua. Tuttavia, i glidanti possono essere aggiunti per ovviare al fenomeno di picking (adesione delle particelle ai punzoni) e i lubrificanti per ovviare allo sticking (deterioramento delle macchine o grippaggio) particolarmente frequenti in caso di utilizzo delle macchine comprimitrici rotative. Stabilizzanti, conservanti non sono sempre presenti e se aggiunti sono necessari affinché non si verifichi la degradazione del principio attivo; i coloranti sono scelti allo scopo di conferire un aspetto riconoscibile alla compressa o, ancora, gli aromatizzanti in caso di miglioramento della palatabilità, come nelle compresse masticabili.
20) Ruolo degli eccipienti nella produzione delle compresse, esempi e modalità di utilizzo
Per trasformare le polveri o i granuli in compresse, occorre
aggiungono scorrevolezza alle polveri, facilitando il processo di compressione. I disaggreganti, invece, favoriscono la disgregazione della compressa una volta ingerita. Per ottenere una compressa di qualità, è quindi necessario utilizzare una combinazione di questi eccipienti.servono ad aggiungere colore al prodotto, rendendolo più attraente e distinguibile. Gli aromatizzanti, invece, vengono utilizzati per conferire un piacevole odore al prodotto, migliorando così l'esperienza dell'utente.Assumono un'elevata importanza, specie nei bambini e negli anziani perché permettono un rapido riconoscimento, consentendo una rapidità nel ricordare la frequenza di assunzione, al fine di migliorare la compliance da parte del paziente. Gli aromatizzanti, infine, non hanno particolare importanza nelle compresse da deglutire, a differenza di quelle destinate allo scioglimento nella cavità buccale, come quelle masticabili, a elevato contenuto di gomme e zuccheri, migliorando così la palatabilità.
21. compresse: metodiche di preparazione caratteristiche fisico-tecnologiche e controlli F.U.
La fabbricazione di una compressa si attua, a seconda del materiale in questione, o attraverso compressione diretta o per granulazione a secco o per granulazione a umido. La compressione diretta è quella più semplice e sfrutta la polverizzazione del principio attivo e degli eccipienti dopo opportuno mescolamento, nel quale, per un buon risultato, le
particelle dovrebbero avere uguali dimensioni e densità. Il materiale deve però avere buone caratteristiche di scorrimento, elevata densità apparente ed una scarsa friabilità. Talvolta si aggiungono dei diluenti che sono facilmente comprimibili e che conservano queste proprietà anche mescolati con altre sostanze, tra cui il lattosio, il fosfato bicalcico, la cellulosa microcristallina. La granulazione è invece un'operazione nella quale i costituenti della polvere vengono fatti aderire gli uni agli altri per la formazione di particelle con diametro maggiore, definiti granuli, che saranno poi destinate a compressione per la realizzazione delle compresse. Lo scopo è quello di ottenere sostanze dotate di importanti peculiarità tra cui: miglioramento delle proprietà di flusso e di omogeneità nella composizione della miscela; ridotta sensibilità alle variazioni di umidità ambientale e aumento della.prodotto non richiede umidità.