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MICRO- pratica clinica
Per il livello MACRO le valutazioni chiave a livello istituzionale prevedono l'ammissione dei farmaci al regime di rimborsabilità a carico del SSN, la determinazione dei prezzi dei farmaci, regolamentazione del comportamento prescrittivo dei medici di base e definizione dei prontuari ospedalieri regionali. A livello MESO, l'utilizzo degli studi di valutazione economica a livello aziendale porteranno all'introduzione di un nuovo farmaco, ad interventire nel prontuario ospedaliero, definire linee guida locali o i criteri generali di politiche d'acquisto. Per il livello MICRO, invece, le decisioni cliniche faranno riferimento al singolo paziente in termini di scelta della terapia, dell'indagine diagnostica, ecc.
4) Relazioni tra la velocità di dissoluzione e l'assorbimento dei farmaci, strategie tecnologiche per modulare la velocità di dissoluzione, esempi di applicazioni pratiche di tali strategie. La dissoluzione del...
Il principio attivo in genere rappresenta la tappa limitante il processo di assorbimento in quanto tappa più lenta rispetto a quella di disaggregazione. L'espressione che indica da cosa dipende la velocità con cui un solido va in soluzione è quella di Noyes-Whitney:
dQ/dt = A × D × (Cs - C)/h × V
Da questa formula è possibile evincere 2 parametri sui quali poter agire al fine di migliorare la velocità di dissoluzione, ossia la superficie specifica del solido e la concentrazione alla saturazione o solubilità apparente. La superficie specifica deve essere aumentata, mediante macinazione, frantumazione o micronizzazione, in relazione al grado di finezza desiderato, così come anche la solubilità apparente che può aumentare orientando la scelta verso un solido amorfo piuttosto che cristallino. Un solido amorfo può essere ottenuto mediante liofilizzazione e a questa tecnica si rimanda, ad esempio, per la preparazione.
di farmaci da allestire estemporaneamente al momento della somministrazione (come per le penicilline). Oltre alle caratteristiche chimico-fisiche del medicinale, è fondamentale volgere l'attenzione verso le caratteristiche della sua formulazione. Gli eccipienti, infatti, devono poter essere inerti dal punto di vista biofarmaceutico ma non dal punto di vista tecnologico, in modo da garantire le prestazioni desiderate del medicinale. I disaggreganti migliorano il passaggio del farmaco in soluzione smascherandolo dagli altri costituenti della preparazione; il co-solvente aumenta la velocità di dissoluzione così come i bagnanti che riducono l'angolo di contatto tra il solido e il liquido. Tra le strategie formulative, atte a migliorare l'assorbimento dei farmaci agendo sulla velocità di dissoluzione, figura la complessazione dell'attivo con le ciclodestrine. Il β-nimedex vede l'imesulide organizzata nelle ciclodestrine per formare un complesso.che meglioveicolerà il suo passaggio in soluzione oltre che la sua presentazione alla superficie della barriera biologica. Le capsule Molly di moment o moment Act, invece, vedono l'ibuprofene in soluzione oleosa incapsulato all'interno di opercoli di gelatina. Una volta ingerita la capsula, la gelatina si scioglierà immediatamente raggiunto il pH acido e l'attivo, già in soluzione oleosa, a contatto con l'enorme volume dei fluidi gliastici vi passerà facilmente, dando una rapida insorgenza d'azione. 5) Le polveri: densità, porosità, caratteristiche di scorrimento e analisi granulometrica. Loro influenza sulle caratteristiche delle varie forme farmaceutiche Le polveri definiscono un sistema polidisperso costituito da particelle di dimensioni comprese tra 1000 e 10μm. Considerando le particelle nel loro insieme, si evincono 3 proprietà importanti: densità, porosità, flusso. La densità non èaltro che un rapporto massa/volume che, a seconda del contributo del volume, può essere distinta in vera (volume intero del solido), granulare (volume vero e intracellulare), apparente (volume vero, intra e interparticellare). La porosità indica la percentuale di spazio corrispondente al volume occupato dai pori mentre il flusso è una conseguenza di un equilibrio stabilito tra forze di coesione (tra particelle uguali) e forse di adesione (tra particelle diverse). Considerando le particelle singolarmente, invece, la caratteristica fondamentale è quella relativa alla loro dimensione che può essere stabilita mediante analisi granulometrica. Tale analisi può essere condotta mediante l'impiego di setaccio pipetta di Andreasen (fenomeno della sedimentazione) in modo da definire con certezza le dimensioni delle polveri non solo ai fini di un'importanza biofarmaceutica ma anche ai fini tecnologici (ripartizione nelle bustine per esempio). A volteLe dimensioni sono predittive della sede in cui andranno ad agire ed è questo il caso delle polveri inalatorie le quali con dimensioni inferiori a 10 μm raggiungeranno le vie aeree inferiori e che non dovranno mai essere inferiori a 5 μm per evitare il rischio di inalazione. In genere all'interno delle polveri sono presenti diverse componenti in diverse proporzioni e, pertanto, la densità tra queste dovrà essere quanto più simile possibile onde evitare la segregazione delle particelle. Una buona porosità permetterà al solvente di penetrare facilmente attraverso questi pori e, dunque, migliorare la velocità di dissoluzione del farmaco soprattutto nell'ipotesi di preparazioni da allestire estemporaneamente prima di procedere alla loro somministrazione. Infine, buone caratteristiche di scorrimento avranno un valore aggiunto per l'ottenimento delle compresse nel migliorare il trasferimento delle polveri dalla tramoggia di carico.
punto di vista tecnologico. Alcuni esempi di eccipienti utilizzati nelle polveri sono il lattosio, il mannitolo e il talco. Una volta preparate, le polveri devono essere sottoposte a controlli di qualità per garantire la conformità ai requisiti farmaceutici. Questi controlli includono la determinazione della dimensione delle particelle, la densità apparente e la distribuzione granulometrica. Le polveri possono essere impiegate in diversi settori farmaceutici, come ad esempio nella produzione di compresse, capsule o aerosol.punto di vista tecnologico. I diluenti, leganti o talvolta bagnanti, conservanti, antiossidanti possono essere utilizzati e le particelle che costituiscono le polveri devono rispondere a dei requisiti specifici. Infatti, la densità tra le particelle deve essere molto simile ed evitare, dunque, il raggiungimento del potenziale di demiscelamento e la segregazione delle stesse particelle; le dimensioni intermedie così da assicurare buone caratteristiche di scorrimento e rapido passaggio in soluzione; forma pressoché sferica; moderata superficie specifica. I controlli di qualità sulle polveri interessano l'uniformità di massa, l'uniformità di contenuto, proprietà di flusso, dimensioni e uniformità delle unità di dosaggio. In particolare, nel valutare l'uniformità delle unità di dosaggio sarà applicato il saggio sulla variazione di massa per polveri monodose monocomponenti e per quelli
- multicomponentiintendendo i liofilizzati; il saggio sull' uniformità di contenuto sarà invece attuato per le polveri monodose multicomponenti diversi dai liofilizzati e per le polveri multidose.
- Le polveri quale intermedio per la preparazione di forme farmaceutiche solide: allestimento, caratteristiche e controlli.
Le polveri possono essere intese come intermedio per la preparazione di forme farmaceutiche quali capsule, compresse, granulati. L'allestimento delle polveri vede innanzitutto una polverizzazione, per raggiungere il grado di finezza desiderato, e poi un mescolamento, per realizzare un prodotto quanto più omogeneo possibile in ogni suo punto. Successivamente, le polveri possono essere compresse direttamente mediante mezzi meccanici per ottenere le compresse, o bene impaccate all'interno delle capsule. In questi casi però, difficilmente le polveri presentano le caratteristiche desiderate e, pertanto, è bene rimandare.
All'impiego di eccipienti quali glidanti, leganti, disaggreganti, diluenti o lubrificanti. Tuttavia, generalmente, la granulazione definisce una tappa obbligata in quanto i granulati ottenuti definiranno una massa più scorrevole e meno voluminosa costituita da granuli con elevata densità apparente e ridotto volume occupato con una migliore tendenza alla compattazione. Dunque, i granulati potranno essere forniti come tali o usati per la produzione di capsule o compresse. Nonostante le polveri siano un intermedio di lavorazione è necessario condurre test per controllare le caratteristiche di scorrimento mediante metodo dinamico (velocità di scorrimento) o statico (angolo di riposo); le dimensioni con l'uso di setacci o pipetta di Andreasen; omogeneità del contenuto.
8) Polverizzazione su piccola e larga scala: criteri di scelta della metodica
La polverizzazione indica un processo meccanico di riduzione delle dimensioni delle particelle di un solido.
Esistono diversi livelli di particelle nelle dimensioni, quindi, a seconda di quello che vogliamo ottenere e per gli usi a cui è previsto, ci si può orientare verso: - una frantumazione se la dimensione è nell'ordine di alcuni mm; - macinazioni per dimensione compresa tra 100 e 10 μm; - micronizzazione con dimensioni colloidali o inferiori a 10 μm. La cosa importante da sottolineare è che non esiste alcun apparecchio meccanico che porti da solo da un frantumato ad un micronizzato, per esempio, per cui, questi passaggi sono intervallati da step in ordine decrescente di grandezza. La polverizzazione avviene per taglio, urto, compressione e sfregamento. A seconda del tipo di materiale sarà scelta un'apparecchiatura in grado di esercitare specifiche forze: per esempio forze di taglio per i materiali fibrosi; forze di compressione per prodotti cristallini; forza d'impatto per materiali friabili; forza attrito, componente più o meno rilevante in.tutti i processi di polverizzazione. La scelta dellametodica dipende anche dalle facoltà di intervento durante la