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Pertanto in associazione con Amoxicillina evita l'inattivazione dell'antibiotico consentendone il corretto dispiegamento della sua attività battericida.

L'utilizzo, dunque, è nel fenomeno della resistenza batterica e l'associazione acido clavulanico-amoxicillina è disponibile sia per via orale che per via parenterale. L'associazione acido clavulanico-amoxicillina può interagire con altri farmaci. Con l'allopurinolo, infatti, aumenta la probabilità di avere una reazione allergica alla pelle; con il warfarin può aumentare il valore di INR (rapporto internazionale normalizzato) e quindi può essere necessario effettuare esami del sangue aggiuntivi. Inoltre l'associazione acido clavulanico-amoxicillina può influenzare il meccanismo d'azione del metotrexato, usato nel trattamento di diverse forme tumorali.

78. Diuretici risparmiatori di potassio: meccanismo d'azione, indicazioni terapeutiche,

controindicazioni e precauzioni d'uso, interazioni con altri farmaci. ¿I diuretici risparmiatori di potassio prevengono la secrezione di antagonizzando¿gli effetti dell'aldosterone a livello dei tubuli collettori. Può aversi inibizione sia per antagonismo diretto a livello dei recettori per i mineralcorticoidi sia per inibizione¿diretta del trasporto di attraverso canali ionici nella membrana luminale. Questi¿farmaci sono molto utili negli stati di eccesso di mineralcorticoidi o iperaldosteronismo¿dovuti ad ipersecrezione primaria o ad iperaldosteronismo secondario (derivante da scompenso cardiaco, cirrosi epatica, sindrome nefrosica). I diuretici risparmiatori di potassio possono provocare iperkaliemia grave in pazienti sensibili e, pertanto, sembra che i pazienti con insufficienza renale cronica siano altamente vulnerabili e non dovrebbero essere sottoposti a trattamento con questi diuretici. La somministrazione¿di per via orale

dovrebbe essere interrotta se si somministrano questi farmaci¿krisparmiatori di potassio. L'uso concomitante di altri farmaci che inibiscono il sistemarenina angiotensina (beta bloccanti, ACE-inibitori, sartani) aumenta la possibilità diiperkaliemia. I pazienti con affezioni epatiche possono presentare insufficientemetabolismo di spironolattone e quindi la dose dovrà essere calibrata. Forti inibitori diCYP3A4 (ad esempio eritromicina, diltiazem,succo di pompelmo) possono aumentarele concentrazioni ematiche di eplerone ma non di spironolattone.

79. Calcio-antagonisti (calcio bloccanti): classificazione e meccanismod'azione. Indicare quali sono le molecole ed attività esclusivamentevascolare e quelle che presentano anche effetti cardiaci e definirne gliimpieghi terapeutici. Interazioni con altri farmaci.

I calcio antagonisti hanno come substrato i canali del calcio di tipo L e legandosi adessi durante lo stato inattivato prolungano la durata di questo

stato e impediscono pertanto l'ingresso di calcio all'interno della cellula. Questi farmaci sono classificati in: diidropiridine (es. nifedipina); benzotiazepine (es. diltiazem); fenilalchilamine (es. verapamil). Mentre le benzotiazepine e le fenilalchilamine agiscono prevalentemente a livello dei canali L del muscolo cardiaco come inotropi negativi, le diidropiridine agiscono molto più selettivamente a livello dei canali L della muscolatura liscia delle arteriole e sono, dunque, vasodilatatori. Il verapamil e il diltiazem trovano applicazione nel trattamento delle tachicardie sopraventricolari, nella profilassi dell'angina e nell'ipertensione; le diidropiridine invece sono utili nell'ipertensione. I farmaci calcio-antagonisti subiscono un parziale metabolismo di primo passaggio a livello epatico, operato principalmente dal CYP3A4 pertanto, la somministrazione concomitante di calcio-antagonisti con inibitori (come eritromicina) o induttori (come rifampicina) del CYP3A4 può influenzare la concentrazione plasmatica dei calcio-antagonisti.

fenobarbital) di questa isoforma enzimatica interferisce nelle attività di questi farmaci. Il verapamil e il diltiazem, in associazione con altri cardiodeprimenti ed ipotensivi potenziano i loro effetti a livello cardiovascolare; le diidropiridine, invece, hanno conseguenze additive se dati con altri vasodilatatori.

80. Basi razionali della associazione tra falli di calcio e vitamina D punto effetti indesiderati della vitamina D punto bifosfonati meccanismo d'azione, impiego clinico. Descrivere almeno 3 bifosfonati tra quelli comunemente impiegati.

Durante l'infanzia e l'adolescenza un apporto adeguato di calcio è essenziale per raggiungere il picco di massa ossea che costituisce la condizione necessaria per ridurre la probabilità dell'insorgenza di osteoporosi durante la vita adulta. L'assorbimento del calcio avviene principalmente nell'intestino e nel caso di una carenza nell'assorbimento o nel caso di un inadeguato apporto con la dieta,

È importante dare un supplemento di calcio per prevenire l'osteoporosi. A tale scopo è importante anche il ripristino dei valori normali di vitamina D per il ruolo attivo che essa svolge nel favorire l'assorbimento del calcio. Dunque, l'associazione tra sali di calcio e vitamina D riduce in modo ancor più significativo l'incidenza di fratture. Nella terapia con vitamina D va sempre controllata la calcemia in quanto il rischio maggiore è l'ipercalcemia, oltre alle possibilità di causare ipercalciuria e calcificazione dei tessuti molli. I bifosfonati sopprimono l'attività degli osteoclasti in parte attraverso l'inibizione della sintesi di farnesilpirofosfato e trovano applicazione nella prevenzione e nel trattamento dell'osteoporosi, nel trattamento dell'ipercalcemia o delle metastasi ossee. L'alendronato è usato da oltre 15 anni e si è dimostrato efficace nel ridurre il rischio di fratture.

particolarmente in donne con osteoporosi postmenopausale e in individui con osteoporosi indotta dall'uso dei glucocorticoidi. Il risedronato è efficace nel ridurre il rischio di nuove fratture vertebrali e nel ridurre i parametri biochimici di riassorbimento osseo in modo costante durante tutto il periodo di trattamento. L'ibandronato è usato nell'osteoporosi, nelle metastasi ossee da tumore della mammella e nell'ipercalcemia maligna. Questo farmaco, a differenza degli altri, è disponibile anche per via endovenosa per dosi di 3 mg ogni 3 mesi. Lo zolendronato è il bifosfato più potente disponibile in terapia e il suo utilizzo è stato approvato per il trattamento delle metastasi ossee nei pazienti con tumori della prostata o della mammella o nell'osteoporosi (5 mg/e.v./anno). 81. Tiazolidinedioni: meccanismo d'azione, indicazioni terapeutiche, effetti indesiderati, interazioni con altri farmaci. Indicare quali sono lemolecole dicomune impiego clinico. I tiazolidinedioni agiscono come agonisti del recettore nucleare γ attivato dai proliferatori dei perossisomi (PPAR-γ), coinvolto nella regolazione dell'espressione di geni implicati nel metabolismo dei carboidrati e dei lipidi. L'effetto principale di questi farmaci è l'incremento della captazione di glucosio insulino-dipendente da parte delle cellule muscolari scheletriche con conseguente riduzione dell'insulino-resistenza a livello dei tessuti periferici. I TZD rappresentano la classe di farmaci antidiabetici orali più costosa e sono approvati per l'uso in monoterapia o in combinazione con metformina, sulfaniluree, induttori della secrezione di insulina non sulfaniluree o inibitori delle α-glucosidasi. Ad oggi sono disponibili due tiazolidinedioni: pioglitazone e rosiglitazone. Gli effetti indesiderati includono ritenzione idrica, edema, anemia, aumento di peso, edema maculare, fratture ossee.

Pazienti di sesso femminile e il rischio cardiovascolare aumentato nel rosiglitazone rispetto al pioglitazone. Entrambi i tiazolidinedioni sono metabolizzati dal CYP2C8 e CYP3A4 pertanto, la biodisponibilità di altri farmaci, compresi i contraccettivi orali contenenti estrogeni, metabolizzati da questi enzimi può essere influenzata dalla terapia con questi antidiabetici. La concomitante somministrazione di rosiglitazone con nitrati, insulina o bloccanti del sistema renina angiotensina può aumentare il rischio cardiovascolare e terapie di combinazione dei TZD con sulfaniluree ed insulina possono portare ad ipoglicemia.

82. Venlaflaxina e mirtazapina: meccanismo d'azione, indicazioni terapeutiche, effetti collaterali e tossicità, interazioni con altri farmaci. La venlaflaxina rinforza la neurotrasmissione bloccando la ricaptazione della serotonina e dalla noradrenalina a livello presinaptico con un'affinità circa 30 volte maggiore per il trasportatore.

della serotonina rispetto a quello della noradrenalina. Questo farmaco trova impiego nel trattamento dei pazienti con depressione severa con melanconia o refrattari ad altre terapie antidepressive o nel trattamento della depressione atipica caratterizzata da ritardo psicomotorio, iperinsonnia, aumento di peso corporeo. Gli effetti collaterali della venlaflaxina sono rappresentati da nausea, sonnolenza, insonnia, vertigini, costipazione, nervosismo e può interagire con farmaci quali: inibitori delle MAO, inibitori del reuptake di serotonina, triptani, antidepressivi triciclici per aumento della trasmissione serotoninergica. La paroxetina e la fluoxetina sono inibitori del CYP2D6 di cui la venlafaxina è substrato, pertanto, dati insieme si ha aumento della concentrazione della venlafaxina. La mirtazapina appartiene alla classe degli antidepressivi triciclici e il meccanismo d'azione è ascrivibile al potenziamento della trasmissione noradrenergica e serotoninergica, pertanto,

è usata nel trattamento della depressione maggiore, dei disturbi d'ansia (specie se misti ad insonnia) e nei disturbi alimentari come anoressia e bulimia. L'effetto collaterale più pronunciato è la sedazione ma possono manifestarsi anche disturbi gastrointestinali, xerostomia, stipsi, vertigini, ipotensione ortostatica, aumento di colesterolo e trigliceridi e raramente agranulocitosi e neutropenia (tossicità). La concomitante somministrazione di mirtazapina con farmaci quali antidepressivi SSRI, triptani aumenta il rischio della sindrome serotoninergica; la concentrazione ematica di mirtazapina può essere aumentata da eritromicina, ketokonazolo e dati insieme mirtazapina e warfarin può aumentare l'effetto anticoagulante del warfarin.

83. Antipsicotici classici: meccanismo d'azione, effetti indesiderati (con particolare approfondimento dei sintomi extrapiramidali e delle disfunzioni ormonali). Interazioni con altri farmaci.

antipsicotici classici causano il blocco dei recettori dopaminergici D2 a livello del
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Publisher
A.A. 2019-2020
9 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

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