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Gli anticorpi monoclonali impiegati per la terapia dell'artrite reumatoide
Rituximab, adalimumab, certolizumab, infliximab sono gli anticorpi monoclonali utilizzati per la terapia dell'artrite reumatoide.
Rituximab è un anticorpo chimerico monoclonale diretto contro il recettore CD20 dei linfociti B. Il depauperamento dei linfociti B che ne consegue si verifica attraverso una citotossicità cellulo-mediata e consente una riduzione dell'infiammazione. Rituximab viene somministrato con due infusioni endovenose a distanza di due settimane nell'artrite reumatoide moderatamente o gravemente attiva in combinazione con metotrexato. Il pretrattamento con glucocorticoidi somministrati per IV 30 minuti prima di rituximab riduce l'incidenza e la gravità delle reazioni avverse, come eruzioni cutanee.
Il TNF-α sembra essere la citochina con il ruolo principale nell'infiammazione da artrite reumatoide e pertanto, di interesse terapeutico è la sua inibizione da parte di adalimumab, certolizumab e infliximab.
Nella fattispecie, adalimumab si legaselettivamente al TNF e ne neutralizza la funzione biologica bloccando la sua interazione con i recettori del TNF di membrana cellulare, p55 e p75. Questo farmaco viene somministrato per via sottocutanea; in presenza di metotrexato la formazione di anticorpi diretti contro l'anticorpo monoclonale umano è diminuito. Durante la terapia con adalimumab si osserva un aumento del rischio di infezioni batteriche e infezioni da riduzione dell'attività dei macrofagi. Il certolizumab neutralizza il TNF-α legato a membrane; viene somministrato per via sottocutanea con effetti sfavorevoli simili all'adalimumab. L'infliximab ha un meccanismo d'azione analogo a quello di adalimumab; si somministra per via endovenosa e in associazione con metotrexato si ha diminuzione della frequenza di comparsa di nuove erosioni osteoarticolari. Tuttavia, gli effetti collaterali sono gli stessi visti per gli altri anticorpi monoclonali.
oltre a raricasi di leucopenia, epatiti e vasculiti. 3) Descrivere il meccanismo che sottende all'azione antiaggregantepiastrinica dell'acido acetilsalicilico e della ticlopidina. Effetti collaterali, l'intervallo delle dosi indicate per quest'uso e interazioni con altri farmaci. Il trombossano A2 è un derivato dell'acido arachidonico che modifica la forma della piastrina e causa aggregazione. La biosintesi piastrinica COX-1 dipendente di TXA2 è aumentata durante l'attivazione ed è irreversibilmente bloccata per acetilazione dall'aspirina somministrata a basse dosi. Nella terapia antiaggregante le dosi utilizzate di aspirina rientrano tra 75-300 mg/die e gli effetti collaterali spiacevoli riguardano il prolungamento del tempo di sanguinamento, piastrinopenia, dolore gastrointestinale, disturbi gastrici o eruzioni cutanee. L'acido acetilsalicilico diminuisce la velocità di eliminazione del metotrexato aumentandone la tossicità.soprattutto a carico del sangue; inoltre, assunto in concomitanza con altri anticoagulanti orali (warfarin) causa aumento del rischio di sanguinamento. La ticlopidina, invece, riduce l'aggregazione piastrinica inibendo la via dell'ADP nelle piastrine. Gli effetti sfavorevoli di questo farmaco prevedono nausea, diarrea e in alcuni casi emorragie, porpora trombotica trombocitopenica. Il dosaggio della ticlopidina è pari a 250 mg per due volte al giorno; tuttavia, dosi inferiori a 500 mg/die possono essere efficaci con minori effetti avversi. Come quanto visto per l'acido acetilsalicilico è bene fare attenzione all'assunzione del farmaco con altri antiaggreganti piastrinici o anticoagulanti orali e parenterali in quanto potrebbe presentarsi maggiormente il pericolo di emorragia. 4) Farmacodinamica, farmacoterapia e tossicologia dei glicosidi digitalici. Interazioni farmacologiche. I glicosidi digitalici esplicano molteplici effetti cardiaci, diretti ed indiretti.cuore possono causare aritmie cardiache. I glicosidi cardiaci sono farmaci che agiscono sul cuore aumentando la contrattilità cardiaca. Questi farmaci sono utilizzati nel trattamento dello scompenso cardiaco e delle aritmie. A livello molecolare, i glicosidi cardiaci inibiscono l'ATPasi Na+/K+ dipendente ad un sito della subunità α. Questo porta ad un aumento della disponibilità di calcio libero nelle proteine contrattili durante la sistole, aumentando così la contrazione del sarcomero cardiaco. Dal punto di vista elettrico, i glicosidi cardiaci possono causare un breve prolungamento del potenziale d'azione seguito da un periodo di accorciamento, probabilmente a causa di un aumento della conduttanza al potassio. A concentrazioni elevate, possono comparire dei post-potenziali depolarizzanti oscillatori che seguono i potenziali d'azione normalmente evocati. Questi post-potenziali possono causare aritmie cardiache. In conclusione, i glicosidi cardiaci hanno effetti sia meccanici che elettrici sul cuore, portando ad un aumento della contrattilità cardiaca ma anche al rischio di aritmie.valore soglia provocano un potenziale d'azione che si accoppia al potenziale normale precedente con possibile conseguenza di tachicardia che, se lasciata progredire, potrà degenerare in fibrillazione potenzialmente fatale. A livelli tossici, la digitale può inoltre aumentare il flusso degli impulsi efferenti simpatici o dare a livello gastrointestinale anoressia, nausea, vomito, diarrea o a livello centrale allucinazioni o disturbi visivi. A regimi posologici la somministrazione di digitalici può variare dai 62,5 µg/die ai 250 µg/die impiegati nell'insufficienza cardiaca. È bene fare differenza tra dose digitalizzante e dose di mantenimento. Alla dose digitalizzante si ricorre quando si ha necessità di dare rapida insorgenza d'azione (dose di attacco di 1000 µg seguito da 250 µg ogni 6 ore) mentre alla dose di mantenimento (125-250 µg/die) si ricorre per la terapia di mantenimento, considerando il quantitativo.I digitalici sono farmaci utilizzati nel trattamento di alcune patologie cardiache, come l'insufficienza cardiaca congestizia. Il loro meccanismo d'azione consiste nell'inibire la pompa sodio-potassio presente nelle cellule cardiache, aumentando così la concentrazione di ioni calcio intracellulari e migliorando la contrattilità del cuore.
Tuttavia, l'uso dei digitalici può comportare alcuni effetti indesiderati. Ad esempio, possono verificarsi disturbi del ritmo cardiaco, come aritmie, soprattutto se la concentrazione di digitalici nel sangue supera i livelli terapeutici. Inoltre, possono verificarsi disturbi gastrointestinali, come nausea, vomito e diarrea.
È importante prestare attenzione alle interazioni farmacologiche dei digitalici. Ad esempio, l'assunzione concomitante di amiodarone, chinidina, eritromicina o verapamil può aumentare la concentrazione di digitalici nel sangue, aumentando così il rischio di effetti tossici. Al contrario, l'associazione con corticosteroidi, tiazidi o diuretici dell'ansa può ridurre i livelli ematici di potassio, aumentando il potenziale di tossicità cardiaca.
I digitalici non dovrebbero mai essere associati a tolbutamide, in quanto possono spiazzarla dal legame con le proteine plasmatiche, compromettendo così l'efficacia di entrambi i farmaci. Inoltre, l'associazione con resine che legano gli acidi biliari può ridurre la biodisponibilità dei digitalici.
Esistono anche altri farmaci utilizzati nel trattamento dell'insufficienza cardiaca congestizia, diversi dai digitalici. Ad esempio, le biperidine aumentano la contrattilità miocardica incrementando l'afflusso di calcio al cuore durante il potenziale d'azione. Inoltre, inibendo la fosfodiesterasi, si ha un aumento dei livelli di AMP ciclico, che a sua volta migliora la contrattilità cardiaca.
unaumento di cAMP ed incremento della contrattilità. La tossicità comprende nausea,vomito, aritmie e trombocitopenia e, ad eccezione dell’inamrinone ( ritirato dalcommercio in Italia), si usano per l’insufficienza cardiaca acuta o per esacerbazioni diquella cronica. La dobutamina appartiene alla categoria degli agonisti β adrenergici efunge da agonista β1-selettivo. Questo farmaco provoca un aumento della gittatacardiaca e riduce la pressione di riempimento ventricolare. Sono stati segnalatitachicardia e un aumento del consumo di ossigeno miocardico. Infusioni intermittentidi dobutamina possono trarre beneficio in pazienti con insufficienza cardiaca cronica. Idiuretici, invece, nel trattamento dell’insufficienza cardiaca, hanno il compito di ridurrela pressione venosa e il precarico ventricolare con conseguente riduzione dellaritenzione di sale e acqua e dell’edema ed i suoi sintomi., A questa categoriaappartengono furosemide,
spironolattone e aldosterone che può causare fibrosimiocardica e vascolare e disfunzione barorecettoriale. I β bloccanti(metoprololo,carvedilolo) bloccano competitivamente i recettori β1 con conseguente rallentamentodella frequenza cardiaca e abbassamento della pressione arteriosa. Il loro utilizzo,tuttavia, può causare broncospasmo, bradicardia, blocco atrioventricolare.
6) Farmaci ad azione antiemetica: classi di appartenenza, meccanismid’azione, effetti indesiderati ed interazioni farmacologiche.
Gli antagonisti selettivi per i recettori 5-HT3 hanno elevate proprietà antiemetiche,mediante principalmente il blocco dei recettori 5-Ht3 periferici. A questa categoriaappartengono l’ondansetron, graniosetron, palonosetron. Per questi farmaci non sonostate riportate interazioni farmacologiche di rilevo; tuttavia possono dare cefalea,vertigini, stipsi e leggero prolungamento dell’intervallo QT. Gli antagonisti sui recettoriper le tachichinine
di tipo N1 hanno proprietà antiemetiche mediate dal blocco dei recettori NK1 centrali. Tra questi, l'aprepitant può dare astenia, vertigini, diarrea e può inibire il metabolismo di farmaci substrati del CYP3A4 come diversi antineoplastici, mentre inibitori di questa isoforma possono aumentare in maniera significativa i livelli plasmatici di aprepitant. Anche i butirrofenoni possiedono proprietà antiemetiche, attribuibili però al blocco dei recettori dopaminergici centrali. Il droperidolo può dare effetti indesiderati di tipo extrapiramidale, ipotensione arteriosa e prolungare l'intervallo QT e per quest'ultima azione deve essere impiegato solo in pazienti che non hanno risposto adeguatamente ad altri agenti. Il prolungamento del tratto QT è potenziato se tale butirrofenone è dato insieme a farmaci quali chinidina, amiodarone, fluorochinoloni, SSRI. La difenidramina è un antagonista sui recettori H1.
Il dell'istaminae, a causa delle sue proprietà sedative, è usata in associazione ad altri antiemetici per il trattamento dell'emesi indotta dai chemioterapici. Infine, il dronabinol appartiene alla classe dei cannabinoidi e anche se non sono stati definiti i meccanismi specifici, è usato come agente antiemetico con fenotiazine dando sinergia e attenuando gli effetti avversi di entrambi. Il dronabinol non ha interazioni farmacologiche di rilievo, anche se può potenziare gli effetti di altri farmaci psicoattivi e dare euforia, disforia, sedazione, allucinazioni, xerostomia.
7) Contributo del circolo entero-epatico all'azione terapeutica di alcuni farmaci e sua importanza nella risposta terapeutica. Riportare e discutere tre diversi esempi di farmaci soggetti al circolo entero-epatico.
Il circolo entero-epatico è un percorso che seguono alcuni farmaci, una volta assorbiti dall'organismo, che ne permette il passaggio dal fegato all'intestino.
e dall'intestino di nuovo al fegato, in modo da prolungare la permanenza nei tessuti, potenziandolo effetto terapeutico ma a