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L'asma

L'asma è caratterizzata da un'ampia infiltrazione di eosinofili e linfociti nel lume e nella parete bronchiale con vasodilatazione, aumento della permeabilità capillare e distruzione dell'epitelio bronchiale. Si osserva anche ipertrofia della muscolatura liscia, formazione di nuovi vasi, fenomeni infiammatori acuti e cronici che sono irregolarmente distribuiti in tutto il tratto respiratorio compresi piccole vie aeree e parenchima.

I farmaci antiasmatici sono classificati in: simpaticomimetici, metilxantine, antagonisti muscarinici, glucocorticoidi, cromoglicato bisodico, inibitori dei leucotrieni, anticorpi anti IgE. Tra i simpaticomimetici i più importanti sono gli agonisti dei recettori beta2 adrenergici disponibili come aerosol, per nebulizzazione con durata di 12 ore o più responsabili di tremore, tachicardia e aritmie in caso di sovradosaggio. Le metilxantine inibiscono la fosfodiesterasi oltre ad antagonizzare i recettori adenosinici.

disponibili per via orale hanno una durata d'azione di 8-12 ore ea dosi elevate possono dare convulsioni mentre a dosi abituali dare tachicardia e ipertensione lieve. Gli antagonisti muscarinici inibiscono i recettori muscarinici disponibili per via inalatoria e danno in parte aumento della frequenza cardiaca. I glucocorticoidi inalatori e quelli sistemici agiscono nei confronti dei recettori specifici citosolici con durata d'azione di ore e possono causare candidosi per via aerosolica e tossicità multipla per quelli sistemici in terapia cronica. Il cromoglicato bisodico (via aerosolica) e gli antagonisti dei leucotrieni (via orale) rispettivamente interferiscono con i canali del cloro e antagonizzano i recettori dei leucotrieni con durata d'azione di ore e tossicità minima. Gli anti IgE hanno azione specifica verso le IgE e per via parenterale hanno durata di 2-4 giorni con tossicità nel sito di iniezione. L'impostazione terapeutica prevede nel

Periodo critico l'associazione di farmaciantiinfiammatori e beta2 adrenergici o nelle forme più marcate corticosteroidi con beta2 agonisti in modo da riportare in tempi brevi la pervietà bronchiale. Il trattamento deve essere proseguito con entrambi i farmaci fino alla stabilizzazione del quadro clinico per poi continuare con la sola terapia antiinfiammatoria in quanto la flogosi delle vie aeree può persistere per lunghi periodi. Tuttavia un problema dei beta2 agonisti è relativo alla desensibilizzazione recettoriale con progressiva riduzione dell'effetto farmacologico in caso di trattamenti prolungati. Questi rischi sono maggiori per individui con varianti genetiche del recettore beta ma se l'esposizione all'agonista è sospesa può essere ripristinata la normale funzionalità recettoriale.

49) Le benzodiazepine: classificazione, farmacocinetica, farmacodinamica, usi clinici, effetti collaterali e principali interazioni

Le benzodiazepine si legano tra la subunità α e quella γ di un sito allosterico del recettore GABA A a livello del SNC facilitando l'apertura del canale del cloro mediata dal GABA. Questi farmaci trovano applicazione nel trattamento di stati di ansia acuti, attacchi di panico, disturbo d'ansia generalizzato, insonnia e disturbi convulsivi. Le benzodiazepine vengono assorbite quasi completamente dopo somministrazione orale e si legano alle proteine plasmatiche con un intervallo compreso tra il 70 e il 99%. Tali molecole sono poi ampiamente metabolizzate da enzimi appartenenti alla famiglia del citocromo P450 e sulla base della diversa velocità di eliminazione possono essere classificate in tre gruppi: benzodiazepine a breve durata d'azione (t½ < 6 ore); benzodiazepine a durata d'azione intermedia (t½ = 6-24 ore); benzodiazepine a lunga durata d'azione (t½ > 6-24 ore). I metaboliti ottenuti sono poi

escreti per viarenale. Dosi relativamente basse possono provocare sonnolenza, alterazione dellacapacità di giudizio o con un'importante amnesia anterograda dose-correlata. A dosi più elevate si può avere letargia, astenia grave e tendenza alla dipendenza. Le più comuni interazioni tra farmaci che coinvolgono le benzodiazepine sono con altri farmaci ad azione depressiva sul sistema nervoso centrale che portano ad effetti additivi. Effetti additivi possono essere previsti in caso d'uso concomitante di bevande alcoliche, oppioidi, analgesici, anticonvulsivanti.

50) FANS: inibitori selettivi della COX2 (COXIB): classificazione, farmacocinetica e farmacodinamica, dosi terapeutiche, effetti collaterali e tossici, linee guida all'uso dei COXIB in terapia.

I COXIB definiscono una classe di FANS sviluppata con l'obiettivo di ridurre la tossicità gastrointestinale associato ai FANS non selettivi, attraverso l'azione selettiva nei confronti

La COX2 è un enzima coinvolto nella produzione di prostaglandine, che sono mediatori infiammatori. I farmaci COXIB appartengono a due classi principali: derivati sulfonamidi (celecoxib, valdecoxib) e derivati metilsulfonici (rofecoxib ed etoricoxib). In generale, questi farmaci vengono ben assorbiti a livello gastrointestinale e raggiungono picchi di concentrazione plasmatica tra 2 e 4 ore. I derivati metilsulfoni vengono eliminati più lentamente rispetto ai derivati sulfonamidi e tutti i COXIB subiscono metabolismo ossidativo da parte dei CYP450. Le dosi terapeutiche medie giornaliere variano da 50 mg (parecoxib) a 400 mg (celecoxib) e la tossicità di questi farmaci è relativa agli eventi avversi cardiovascolari, alla lieve gastrolesività e alla tossicità renale. I COXIB sono stati registrati in Europa per il trattamento sintomatico dell'artrite reumatoide e dell'artrosi. Hanno una minore gastrolesività rispetto ad altri farmaci, ma aumentano il rischio di complicanze cardiovascolari e, pertanto, non devono essere utilizzati di routine per il trattamento dell'artrite reumatoide.

dovrebbe sostituire i classici FANS solo quando l'indicazione è chiara e in pazienti con storia di ulcera gastroduodenale; si preferiscono ai FANS nei pazienti ad alto rischio gastrolesivo o cardiovascolare; in ultimo dovrebbero essere usati alla dose più bassa possibile e per il più breve periodo di tempo possibile. 51) Farmacoterapia della contraccezione ormonale: forme farmaceutiche, associazioni tra farmaci, farmacocinetica e farmacodinamica degli ormoni usati sull'apparato riproduttivo e sugli altri tessuti bersaglio. Tossicità acuta e cronica ed interazioni. Due tipi di preparati vengono utilizzati per la contraccezione orale: l'associazione di estrogeni e progestinici; la terapia continua con progestinici senza l'impiego concomitante di estrogeni. La somministrazione delle associazioni estro progestiniche si effettua secondo 2 modalità: il "metodo combinato" con assunzione quotidiana, per 3 settimane, a partire dal quinto.giorno del ciclo mestruale, di una pillola del contenuto costante delle 2 componenti ormonali e il "metodo sequenziale" del solo estrogeno dal quinto al 14° o 19° giorno del ciclo ovarico e dell'associazione estroprogestinica per altri 10 o 5 giorni. Le preparazioni per uso orale sono tutte ben assorbite e la farmacocinetica di ciascuno dei 2 composti non è significativamente modificata dalla somministrazione contemporanea dell'altro composto. Sono disponibili inoltre per via transdermica o vaginale con lunga durata d'azione. Le associazioni estro progestiniche esercitano i loro effetti in larga parte attraverso l'inibizione selettiva della funzione ipofisaria con conseguente inibizione dell'ovulazione. I principali effetti di queste formulazioni riguardano: depressione della funzione ovarica, ipertrofia della cervice, stimolazione a carico della ghiandola mammaria, lievi aumenti della gittata cardiaca, stimolazione sul SNC, alterazioni.

corticosurrenali, aumento trigliceridi e HDL con riduzione delle LDL, aumento rischio tromboembolico. Per quanto concerne la tossicità acuta è possibile avvertire cefalee lievi, nausea, perdite ematiche; per la tossicità cronica, invece, può verificarsi malattia tromboembolica venosa, malattia cerebrovascolare, disturbi gastrointestinali, aumento del rischio di cancro endometriale, ovarico. Il concomitante uso di contraccettivi orali con antibiotici aumenta il circolo enteroepatico degli estrogeni; inoltre la somministrazione contemporanea di potenti induttori degli enzimi microsomiali epatici (rifampicina per esempio) aumenta il catabolismo epatico di estrogeni e progestinici. Piccole dosi di progestinici di soli progestinici sono invece somministrate per via orale o sottocutanea in pazienti nei quali è controindicato l'impiego di estrogeni e gli effetti collaterali comprendono cefalee, aumento di peso, riduzione reversibile della tolleranza.

glucidica.Dopo un rapporto sessuale a rischio di concepimento la gravidanza può essere evitata mediante somministrazione di estrogeni, progestinici o entrambi in associazione ad antiemetici poiché nel 40% dei casi può manifestarsi nausea e vomito. Farmaci induttori di CYP3A4 possono ridurne l'efficacia. 52) Meccanismo d'azione generale degli antimetaboliti pirimidinici. Impiego clinico degli analoghi delle pirimidine e terapie combinate, tossicità ed interazioni. Il meccanismo d'azione degli antimetaboliti pirimidinici prevede l'inibizione della timidilato sintasi, enzima responsabile della sintesi de novo del timidilato per cui la sua inibizione provoca inibizione della replicazione del DNA. L'impiego clinico di questi farmaci è rivolto al trattamento dei tumori del colon retto, gastrici mammari o tumori polmonari non a piccole cellule (anche metastatici). La somministrazione contestuale di acido folinico (soprattutto per il trattamento dei tumori del colon retto) permette di aumentare l'efficacia degli antimetaboliti pirimidinici riducendo la tossicità. Alcune terapie combinate prevedono l'associazione di antimetaboliti pirimidinici con altri agenti chemioterapici come l'oxaliplatino o l'irinotecan. È importante considerare le interazioni farmacologiche con altri farmaci che possono influenzare l'efficacia o la tossicità degli antimetaboliti pirimidinici.

53) Classi di chemioterapici alchilanti: meccanismo d'azione, attività farmacologiche e citotossiche. Meccanismi di resistenza ai

mpio di farmaci chemioterapici utilizzati nel trattamento del cancro. Questi farmaci agiscono attraverso un meccanismo di alchilazione, che coinvolge l'aggiunta di gruppi alchilici alle molecole di DNA delle cellule tumorali, interferendo con la loro replicazione e causando la morte delle cellule cancerose. I chemioterapici alchilanti possono essere classificati in diverse categorie: 1. Nitrosuree: sono composti contenenti un gruppo nitroso (-NO) che agisce come agente alchilante. Esempi di nitrosuree includono il carmustina e la lomustina. 2. Aziridine: sono composti contenenti un anello aziridinico, che è un gruppo alchilante molto reattivo. Esempi di aziridine includono il tiazotepa e l'etoposide. 3. Metansolfonati: sono composti contenenti un gruppo metansolfonico (-SO3CH3) che agisce come agente alchilante. Esempi di metansolfonati includono il busulfano e il treosulfano. 4. Mostarde azotate: sono composti contenenti un gruppo azotato (-N) che agisce come agente alchilante. Esempi di mostarde azotate includono il ciclofosfamide e il melfalan. L'uso di farmaci alchilanti nella chemioterapia può causare effetti collaterali significativi, poiché questi farmaci possono danneggiare anche le cellule sane. Tuttavia, sono spesso utilizzati perché sono efficaci nel trattamento di diversi tipi di tumori.
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A.A. 2019-2020
12 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bennystefa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Farmacologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Biologia Prof.