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Parkinson

Parkinson è quella di usare nella fase complicata più farmaci contemporaneamente come l'inibitore periferico delle COMT, entacapone o amantadina (in grado di bloccare il trasportatore della dopamina). La levodopa è generalmente associata ad un inibitore della DOPA-decarbossilasi periferica ma non dovrebbe essere usata dall'inizio della terapia in quanto responsabile di fluttuazioni nella risposta al farmaco. Nelle prime fasi della malattia è consigliabile l'uso di un inibitore delle MAO con un agonista dopaminergico e in quelle avanzate aggiungere la levodopa. È inoltre possibile associare gli inibitori delle COMT alla levodopa.

Principali classi di farmaci immunosoppressori

Le principali classi dei farmaci immunosoppressori sono: glucocorticoidi; inibitori della calcineurina; analoghi della sintesi delle basi puriniche e pirimidiniche; anticorpi monoclonali. I

glucocorticoidi si legano a recettori specifici presenti a livello citosolico per regolare l'espressione genica. Alcuni di questi sono somministrati per via orale e altri anche per via parenterale con emivita che varia dai 30 ai 300 minuti. I glucocorticoidi vengono usati nella maggior parte delle malattie autoimmuni (come artrite reumatoide e lupus eritematoso, morbo di Crohn, anemia emolitica) ed in pazienti trapiantati. I loro effetti tossici sono relativi all'aumentata suscettibilità alle infezioni, osteoporosi, alterazioni metaboliche, cataratta e compaiono maggiormente in caso di terapia cronica. L'uso concomitante di barbiturici, carbamazepina con glucocorticoidi può prolungare il loro metabolismo e con i fans è possibile riscontrare un incremento del rischio di sanguinamento. Gli inibitori della calcineurina interferiscono nella attivazione dei linfociti T per carenza di IL-2 e possono essere dati per via orale o endovenosa e subire metabolizzazione.

delle terapie immunosoppressive. Questi farmaci, come adalimumab e infliximab, agiscono bloccando il TNF-α, un importante mediatore infiammatorio. Gli effetti collaterali di questi farmaci possono includere infezioni opportunistiche, reazioni allergiche e reazioni infusionali. È importante monitorare regolarmente i pazienti che assumono questi farmaci per valutare l'efficacia del trattamento e per rilevare eventuali effetti collaterali.
  1. Classi antiaritmici di classe III. Caratteristiche farmacodinamiche e farmacocinetiche, impiego terapeutico, tossicità ed interazioni.
  2. I farmaci che prolungano il periodo refrattario effettivo, prolungando il potenziale d'azione, appartengono alla classe III degli antiaritmici.
  3. L'amiodarone blocca i canali del potassio principalmente, ma può anche bloccare i canali del Na+ e del Ca 2+.
  4. Questo farmaco è disponibile sia per via orale che endovenosa e la biodisponibilità è del 35-65%.
  5. Dopo aver subito metabolizzazione, il metabolita principale è attivo e l'emivita è di circa 35-40 ore.
  6. L'uso di amiodarone è approvato nel trattamento delle aritmie ventricolari.
  7. Essendo substrato per il CYP3A4, l'uso concomitante con farmaci che inducono questa isoforma enzimatica riducono le concentrazioni dell'amiodarone (rifampicina per esempio).
  8. L'amiodarone, inoltre, inibisce un
certo numero di enzimi appartenenti alla famiglia del CYP3A4 e pertanto può incrementare la concentrazione di alcuni farmaci quali warfarin, statine. Per quanto riguarda la tossicità si osserva bradicardia, blocco cardiaco in cuori malati, epatotossicità, iper o ipotiroidismo e pertanto si preferisce l'utilizzo del dronedarone. L'amiodarone, infine, dato insieme a medicinali responsabili dell'allungamento del tratto QT (chinidina, antipsicotici,..) aumenta i cardiotossici. A questa famiglia appartiene anche il sotalolo, beta bloccante impiegato sia nelle aritmie ventricolari che in quelle sopraventricolari, il cui meccanismo d'azione è relativo non solo al blocco dei recettori beta1 ma anche al blocco dei canali del K+. Il sotalolo viene bene assorbito per via orale con una biodisponibilità di circa il 60 per 100 non viene metabolizzato dal fegato ed è escreto per via renale con una emivita di circa 12 ore. Il suo utilizzo.

Può comportare bradicardia, ipokaliemia e nella fattispecie, dunque, non deve essere dato in concomitanza a diuretici o digitalici per potenziamento dell'effetto ipokaliemizzante.

Inibitori diretti della trombina: caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche, tossicità, controindicazioni ed interazioni. Controllo ed annullamento dell'effetto eparinico.

Queste sostanze sono così chiamate poiché il loro effetto antitrombotico deriva dalla interazione con l'antitrombina. L'eparina non frazionata, l'eparina a basso peso molecolare si legano all'antitrombina aumentandone l'effetto di inattivazione a livello del fattore Xa della cascata della coagulazione. Le frazioni ad elevato peso molecolare esercitano una marcata attività inibitrice sulla coagulazione tramite inibizione di trombina, fattore IXa e Xa; quelle a più basso peso molecolare sono meno efficaci a livello della trombina e inibiscono il fattore X attivato.

L'eparina non passa le membrane biologiche ed è degradata dall'ambiente gastrico e ciò comporta la necessità di somministrarla per via parenterale (solo endovena o sottocute perché per intramuscolo può causare ematomi pericolosi).

Le eparine a basso peso molecolare invece hanno migliori caratteristiche farmacocinetiche (maggiore biodisponibilità, migliore risposta dose-effetto).

Tra gli effetti collaterali compaiono sanguinamento, perdita di capelli, osteoporosi e fratture spontanee e il suo utilizzo cronico può dare insufficienza mineralcorticoidea.

Può comparire anche trombocitopenia indotta da eparine ed il rischio è nettamente minore per le eparine a basso peso molecolare, generalmente meglio tollerate.

L'eparina è controindicata in pazienti con ipersensibilità al farmaco, emorragie in atto, emofilia, tubercolosi in fase attiva, ulcere gastrointestinali, minacce di aborto, carcinomi viscerali.

Insieme ad altri anticoagulanti, aumenta il rischio di emorragie.

70) Differenze farmacocinetiche e farmacodinamiche tra fentanil, morfina cloridrato e metadone cloridrato. Usi terapeutici, effetti collaterali e tossicità acuta e cronica ed interazioni.

Il fentanyl, morfina cloridrato e il metadone cloridrato sono agonisti forti nei confronti del recettore μ e la morfina ha azione anche nei riguardi dei recettori δ e K. La morfina è attiva per via orale ma a dosi 3 volte più elevate che per via parenterale, a causa del metabolismo, e, pertanto, si dà come cloridrato per via parenterale con emivita di circa 3-4 ore ed eliminazione renale. Il metadone differisce dalla morfina in quanto equiattivo per via orale e per via parenterale (come cloridrato). L'emivita è più lunga (12-24 ore) con maggiore durata d'azione. Il fentanyl è circa 100 volte più attivo della morfina sui recettori μ ed è generalmente somministrato.

per via endovenosa con emivita di circa 2 ore, essendo metabolizzato rapidamente dal fegato e rapidamente escreto dal rene. Questi farmaci trovano applicazione nel trattamento del dolore grave, dell'anestesia (fentanyl, morfina), edema polmonare (solo morfina), terapia di mantenimento nel divezzamento da eroina (solo metadone). Gli effetti tossici diretti di questi analgesici, che rappresentano un'estensione dei loro effetti farmacologici acuti, comprendono nausea, vomito, stipsi, ritenzione urinaria, depressione respiratoria (a alte dosi per lo più). Va inoltre considerata la capacità di indurre abitudine e dipendenza caratterizzata da una sindrome specifica di sospensione o di astinenza. Poiché il metadone è metabolizzato dalle isoforme CYP3A4 e CYP2B6 a livello epatico, gli inibitori o induttori di questi enzimi possono interferire nell'attività di questo oppioide. Le principali interazioni con gli oppioidi riguardano: sedativo ipnotici

conpotenziamento della depressione del SNC e respiratoria; antipsicotici per aumentatasedazione; con inibitori di MAO per elevata incidenza di coma iperpiretico.

71) Farmaci antitiroidei: aspetti farmacocinetici, farmacodinamici, usiterapeutici, effetti collaterali ed interazioni.

Le tioamidi contrastano la sintesi degli ormoni tiroidei sia ostacolando l'incorporazionedello iodio nei residui di tirosina della tireoglobulina sia inibendo l'accoppiamento delleiodotirosine per blocco della perossidasi tiroidea. Sono farmaci facilmente assorbitidopo somministrazione orale, l'emivita è di 1,5 ore per il propiltiouracile e 6 ore per ilmetimazolo e ,dopo metabolizzazione epatica, sono eliminati dal rene. In Italia èdisponibile il metimazolo ,efficace in tutti i casi di ipertiroidismo, e l'effetto collateralepiù grave è l'agranulocitosi oltre a dare eruzione maculopapulare pruriginosa e disturbigastrointestinali. Gli ioduri inibiscono

l'organicazione e il rilascio ormonale e riducono la grandezza e la vascolarizzazione della ghiandola. Questi farmaci si usano nella preparazione all'intervento chirurgico di tiroidectomia e sono controindicati in gravidanza; somministrati per via orale insorgono nell'azione acuta entro 2-7 giorni. La tossicità è rara ma si può avere tumefazione delle ghiandole salivari, congiuntivite, rinorrea, irsutismo. Lo iodio 131 è l'unico isotopo usato per il trattamento della tireotossicosi. Somministrato per via orale è assorbito rapidamente con emivita di 5 giorni dando dopo poche settimane di trattamento distruzione del parenchima tiroideo. Gli effetti spiacevoli consistono nel mal di gola, infiammazione delle ghiandole salivari e ipotiroidismo. Tra gli antitiroidei figurano i beta bloccanti (solo propranololo) per inibizione della conversione della T 4 a T 3 ed è usato nel trattamento dell'ipertiroidismo in aggiunta al trattamento di.

base per controllare la tachicardia, ipertensione e fibrillazione atriale. L'insorgenza d'azione avviene entro poche ore

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
10 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bennystefa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Farmacologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Biologia Prof.