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FREQUENCY SWEEP
Si sottopone il campione ad uno stress costante in scansione di frequenza, scelto nella regione viscoelastica lineare. Anche in questo caso i parametri che vengono misurati sono viscosità dinamica, angolo di fase, G', G" e G*.
Se in un test di stress sweep la deformazione cresceva al crescere dello stress applicato, in questo caso essa aumenta al diminuire della frequenza poiché valori bassi di frequenze indicano che lo stress è applicato per tempi più lunghi al campione. Ad alte frequenze predomina la componente elastica: il tempo è sufficiente per consentire alla "molla" di allungarsi e contrarsi ma non abbastanza per consentire i movimenti del pistone.
Una volta eseguito il test in scansione di frequenza per stabilire la regione viscoelastica lineare, che finisce nell'esempio a 10 Pa, decido di utilizzare uno stress oscillatorio di 5 Pa.
Faccio un test diverso: lo stress oscillatorio non cambia. È 5 Pa, sono
nella regione viscoelastica lineare, e non cambia la scansione di frequenza di oscillazione. Quindi non cambio l'ampiezza di oscillazione, quindi lo stress, ma cambio la frequenza. Eseguo una scansione di frequenza di oscillazione. Vado a seguire cosa succede ai moduli viscoelastici definiti prima. Se la frequenza di oscillazione è molto alta, il sistema sembra solo elastico, è come se la componente viscosa non ci fosse. Se invece uso frequenze di oscillazione molto basse, il mio materiale ha anche una componente viscosa importante. Perché accade ciò? Se la frequenza di oscillazione è molto elevata, è come se la componente viscosa del mio materiale non si manifestasse nonostante ci sia. Vedo solo la componente elastica perché i fenomeni elastici sono istantanei e immediati, mentre i flussi viscosi hanno bisogno di tempo per manifestarsi. Se la frequenza di oscillazione è troppo rapida, non dà tempo al sistema di sentire e quindi non ho il flusso viscoso. Se invece miTrovo a frequenze di oscillazione molto basse, per cui l'onda è molto lunga, e quindi i tempi sono più lunghi e la frequenza di conseguenza è più bassa, riesco a vedere la componente viscosa? Sì. Quella elastica, a basse frequenze, riesco a vederla? Sì, a basse frequenze riesco a vedere entrambe. Alte frequenze componente tendenzialmente elastica. Basse frequenze componente elastica + flusso di viscosità. Notiamo il tracciato nero e quello rosso: sono il G e il G dello stesso sistema. Bassa frequenza, A tra 0,1 e 1 Hz di frequenza di oscillazione (scala logaritmica) è maggiore il valore del modulo G, ossia la componente viscosa. Man mano che aumento la frequenza di oscillazione, la differenza si riduce finché i due tracciati si incrociano. Dall'incrocio noi possiamo calcolare i TEMPI DI RILASSAMENTO DEL MATERIALE. Frequenze più alte, quindi da 2 Hz in su, prevale il G, quindi la componente elastica.
componenteIelastica.Se guardiamo i tracciati paralleli in alto, notiamo che i valori dei moduli G e G molto più alti. Inoltre, anche se cambia la frequenza, non hoI IIl’incrocio tra G e il G che avevamo prima. Quindi anche se cambio la frequenza, nella struttura del materiale non cambia nulla.I IISe io andassi a calcolare la viscosità complessa, troverei valori molto più alti. C’è una componente solida talmente importante he la variazione hovisto prima non c’è. Il materiale è molto più viscoso e tendente al solido, dopo averlo riscaldato e raffreddato. Probabilmente è cambiatacompletamente la struttura interna.Quindi il test di frequenza ci fornisce le informazioni sulla struttura interna del materiale stesso.
TEMPERATURE SWEEP
scansione di temperatura.Facciamo fare una Dobbiamo tenere costanti gli altri parametri, ossia lo stress e la frequenza di oscillazione. Lasollecitazione oscillatoria, quindi, non
Anche la temperatura alla quale il salto avviene, che infatti cambia. Man mano che aumenta la concentrazione di poloxamero, la temperatura alla quale il G salta si abbassa e l'ampiezza del salto aumenta.
Il salto di viscosità si verifica a temperatura più bassa di quella corporea, per cui si potrebbero somministrare liquidi e poi diventare solidi a temperatura corporea. A cambiare della temperatura, il sistema può andare incontro a cambiamenti e transizioni tali che l'effetto macroscopico si manifesta in una certa maniera.
Analisi in scansione di temperatura per solidi
Ho un doppio asse y. Al posto di G, trovo E. Nel caso dei solidi, il modulo elastico viene detto MODULO DIRIGIDITÀ e viene espresso dalla lettera E. Nel grafico vengono riportati i tracciati riferiti all'E, all'E e alla tangente dell'angolo δ.
In questo materiale solido, noto che intorno ai 160°/165° e i 168° si verifica un determinato fenomeno: il
solido fonde. Passiamo da un solido ad un liquido, quindi avremo una viscosità più bassa. Prima della fusione, però, posso notare da E e dall'angolo δ, ho un'altra transizione a I70°. Se sto ad esempio producendo delle compresse, a 70° ho il rischio di avere un determinato fenomeno. TIME SWEEP In asse x ho un parametro diverso: il tempo. Il grafico è relativo a sistemi di Carbopol 974 in PEG400 a 70°. Noto che, nel tempo, a concentrazioni di Carbopol almeno del 4%, se il sistema resta a 70°, la consistenza del sistema aumenta come aumenta anche la rigidità e l'elasticità e il sistema tende ad assomigliare sempre più ad un sistema solido. Ciò lo vedo perché tutti e tre i tracciati crescono, anche se crescono in maniera diversa. Il tracciato verde cresce molto di più di quello giallo. Poi si arriva ad un plateau, ossia ad un equilibrio. Anche se qui non si vede, dopo raffreddamento il sistemamantiene la struttura che ha a70°. scansione di tempo.
Questo tipo di sistema si può vedere solo se faccio un’analisi in CREEP - RECOVERY viscoelastici ma non oscillatori.
Sono due test. Sul materiale applico di colpo una sollecitazione, ossia applico uno stress ad esempio di 5 Pa. Ciò significa che la macchina con cui eseguo il test dovrebbe essere in grado di passare da 0 a 5 Pa di stress in un istante. Una macchina in grado di fare ciò al 100% non esiste ancora, ma resta il concetto che la macchina deve arrivare a 5 Pa in maniera quasi istantanea, in modo più rapido possibile.
Una volta lì, questo valore di stress viene mantenuto costante per un certo tempo. Nel tracciato, infatti, abbiamo sull’asse x il tempo; a tempo 0 abbiamo l’istante in cui lo stress viene applicato, mentre dalle stress removed in poi c’è il periodo di recovery.
Andiamo a seguire un parametro J, che è il reciproco del modulo elastico G. J =
γ /σ° = 1/G(t) (t)Su σ° c’è lo 0 perché, una volta applicato, resta costante. Quindi σ° è costante.Ciò che cambia e fa cambiare J è la deformazione, ossia γ, che infatti è in funzione di t (tempo).Perché uso J e non G? Perché i valori sono meglio leggibili in J (altrimenti otterrei sempre una frazione dato che avrei il reciproco).Se per il nostro materiale viscoelastico faccio tutto ciò, trovo il tracciato rimarcato in nero, in cui sono posizionate le lettere B, C e D.Il tracciato parte da B e arriva a D. B non coincide con A nell’asse y; infatti il tracciato parte da B.Inoltre ho un certo andamento: da B e C ho andamento curvilineo, poi da C a D diventa rettilineo.Ciò può essere spiegato dal modello a fianco: come tutti i modelli reologici, è una combinazione di molle e pistoni. →Nel modello del creep ci sono 2 molle e 2 pistoni: una molla e
un pistone sono collegati in serie (la prima molla in alto e il pistone in basso G eMη ); c’è poi un’altra molla collegata al pistone in parallelo (G e η ).
M V VSe io di colpo faccio sentire al mio sistema uno stress, significa che di colpo sto spingendo da sopra; sto spingendo di 5 Pa.
I 5 Pa sono impressi di colpo e mantenuti. La prima cosa che succede è che la prima molla si accorcia, quella relativa a G , mentre quella relativaMa G non si accorcia subito: questo perché la molla G è legata strettamente al pistone η , per cui, dato che il pistone con dentro l’olio ci metteV V Vtempo a spostarsi, la molla G deve aspettare il pistone, mentre la molla G è libera e riesce ad accorciarsi subito.
V ML’accorciamento immediato, se lo guardo nel tracciato, lo vedo dal fatto che il tracciato non parte da A ma da B: la deformazione passa di colpoda A a B → la molla si è accorciata. tra B e C.
Il fatto che
l’altra molla vada a braccetto con il pistone si vede nel tracciato tra C e D. La parte rettilinea è lo scorrimento viscoso relativo all’ultimo pistone: quando le molle si sono entrambe accorciate, si mantiene lo stress. L’unica cosa che può avvenire, dato che le molle non si accorciano più di tanto e il pistone non entra più di tanto all’interno dell’olio in η, è che il pistone η entri fintanto che la molla relativa si accorcia, poi non entra più, mentre l’ultimo pistone a olio con η è libero di scorrere, per cui se io mantengo i 5 Pa di stress all’infinito, ho flusso viscoso all’infinito. Questo è il motivo per cui il tracciato tra C e D è rettilineo: potrebbe andare avanti all’infinito. Una cosa condiziona l’altra: da una parte la molla non fa entrare più di tanto il pistone dentro l’olio, dall’altra il pistone condiziona a sua volta la molla.